A cura di Lizy
I due matrimoni – Chrissie Manby
Una data, un nome, un destino. Nata il giorno delle nozze tra il principe Carlo e l’amatissima principessa del Galles, Diana è cresciuta in un mondo dorato, coccolata e viziata dai genitori, sempre pronti a esaudire ogni suo desiderio. E ora che è stata fissata la data del matrimonio con il suo Ben, lei ha un unico pensiero in testa: organizzare un evento indimenticabile, grandioso, stupefacente. In una parola, «regale».
Alla soglia dei quarant’anni, Kate non ha mai pensato di sposarsi: troppi impegni lavorativi, troppe cose da fare e, soprattutto, nessun uomo che le abbia davvero fatto palpitare il cuore. Ma adesso è diverso. Prima di tutto, nella sua vita è entrato Ian, una persona generosa e affidabile, che sa metterla sempre a suo agio e che la capisce. Poi c’è la terribile malattia della madre, cui ormai rimangono pochi mesi di vita. E, forse, è proprio per farle un ultimo regalo che Kate accetta la proposta di matrimonio di Ian. L’importante, però, è che la cerimonia sia sobria e per pochi intimi. In una parola, «semplice».
Diana e Kate, due donne agli antipodi che s’incontrano per caso davanti a un vaporoso abito da sposa, un trionfo di tulle e organza, col corpetto impreziosito da rose ricamate a mano. Il vestito ideale per Diana, troppo appariscente per Kate. Ma il fato, si sa, è capriccioso. Quell’abito principesco, infatti, sembra sia stato disegnato apposta per Kate: uno sgarbo intollerabile per l’ipercompetitiva Diana, che entra così in fibrillazione. Ed è solo l’inizio, perché l’organizzazione dei due matrimoni ha in serbo molte altre sorprese…
Titolo: I due matrimoni
Autore: Chrissie Manby
Editore: Tre60
Pagine: circa 380
Prezzo: 9,90 euro
(Puoi trovare ulteriori info QUI)
Voto:
Personalmente era dai tempi di “I love shopping in bianco” che non leggevo storie incentrate sulle nozze e, leggendo la trama di questo romanzo, speravo di catapultarmi nello spensierato mondo dell’ansia prematrimoniale, fatto di fiori, abiti estrosi e tanto sano divertimento. Ma “I due matrimoni” non ha niente di tutto questo: per quanto le prime cento pagine siano godibili, le successive sono tremendamente noiose. Kate e Diana sono due future spose appartenenti a due diverse decadi, come diversi background sociali e stili di vita, ma la prima deve fare i conti anche con il suo nuovo lavoro e la preoccupazione per la madre che è affetta dal cancro, mentre la seconda ha praticamente costretto il fidanzato al matrimonio dopo aver scoperto il suo tradimento.
Il romanzo si sforza di sembrare piccante, aggiungendo il topos del triangolo amoroso, intervallato dalle lagne di Kate e dai capricci di Diana, il menefreghismo di Ian e la “fedeltà” di Ben (quella di un fido cagnolino). I dialoghi sono un po’ surreali, così come le descrizioni dei servizi fotografici degli sposini.
Per quanto si possa avere un po’ di simpatia per Kate, giustificata dal suo essere una persona ordinaria, non si può fare a meno di trovarla snervante, con la sua pretesa di essere capita senza che si sforzi di dire come si sente, o semplicemente vivendo il matrimonio come un passo che “s’ha da fare”, senza badare alla decisione dell’abito o altri particolari molto personali. Al contrario Diana è la classica “principessa” di un padre con i sensi di colpa per aver divorziato dalla madre e che per questo le regalerebbe perfino la luna, convinta che il mondo giri attorno a lei e che tutto debba stare ai suoi ordini.
L’unico personaggio che si è guadagnato la mia simpatia è Melhany, la proprietaria del negozio “Bride on time”, con i suoi pensieri e il suo amore per il grande giorno. Per il resto di questo romanzo è più comica la copertina che il contenuto. Sembra che si sia giocato proprio sulla coincidenza del matrimonio reale inglese per rendere la storia più “commerciale”, sicuramente una buona strategia di marketing che non fa altro che confermare che l’abito non fa il monaco.
Nonostante sia ben tradotto e i periodi siano ben calibrati, il romanzo non decolla, anzi, più volte ho accelerato la lettura perché lo strazio finisse. Ho idea che lo scopo dell’autrice fosse quello di cercare di toccare il cuore con la storia del tumore al seno (cosa che a breve credo diventerà uno dei topoi della letteratura), lasciando pensare che si abbia davanti un romanzo toccante oltre che ironico, ma ciò non fa altro che appesantire la narrazione.
Anche l’appigliarsi alle storie delle due principesse di cui le protagoniste portano il nome è banale e scontato, per non parlare del nome completo di Kate che rileva una mancanza di fantasia (si chiama infatti Kate Williamson).
Insomma, una lettura che avrebbe dovuto essere fresca e leggera, ma che col senno di poi mi sarei bellamente risparmiata.
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