domenica 17 giugno 2012

Il Tempio degli Otaku: sessantaseiesimo appuntamento "La spada di Paros"


A cura di Surymae Rossweisse


La spada di Paros Cover 1Salve a tutti, e benvenuti ad un'altra puntata de “Il tempio degli Otaku”. Oggi è tempo di parlare di nuovo di un sottogenere che – ormai lo avrete capito – riscuote i miei esigenti favori: lo shojo d'annata. L'opera di questa settimana è il frutto di due autrici che non avevano ancora fatto il loro ingresso nel Tempio, ma di certo non per il loro valore e per la loro importanza storica.
La prima, Kaoru Kurimoto,  è la scrittrice dietro alla popolare (e lunghissima, con più di cento volumi all'attivo) saga fantasy di “Guin Saga”, di cui questo lavoro è prequel; l'altra è la mangaka Yumiko Igarashi. Come sarebbe a dire, non la conoscete? Sicuramente vi diranno qualcosa “Georgie” e “Candy Candy”, che volente o nolente hanno fatto parte dell'infanzia di molte di noi. Ecco, lei è la disegnatrice di queste due serie...
Ma basta con le presentazioni, parliamo ora del frutto di questo matrimonio: la mini-serie “La spada di Paros” di Kaoru Kurimoto e Yumiko Igarashi. Buona lettura!

Erminia è l'unica figlia del re di Paros, regno piuttosto fiorente e per questo vittima delle mire dei popoli vicini. Più brava degli uomini nelle armi, rifiuta le vesti femminili ed aborrisce all'idea di prendere marito: il classico “maschiaccio”? Purtroppo il problema è più serio, perché la nostra si sente un uomo in tutto e per tutto.
Un giorno i destini della sfortunata lavandaia Fiona ed Erminia si incrociano, e nasce l'amore. La prima vede così coronato il suo sogno di rincontrare il principe che aveva visto da bambina; la seconda vede nella dolce serva una persona che le voglia bene per quello che è.
La spada di Paros Cover 2Ma la coppia deve affrontare numerose avversità, e non soltanto per la loro differenza di rango. Il re non vuole più aspettare che Erminia prenda un marito: dovrà decidere entro dieci giorni, o altrimenti lo farà lui per lei. La nostra, per non farsi forzare troppo la mano, bandisce un torneo: chi la batterà nelle armi diventerà il suo consorte. Non immagina, però, che molti individui male intenzionati aspirino al trono di Paros...

Non ho bisogno di elencarvi i numerosi cliché presenti nella trama perché insomma, sono piuttosto evidenti. Ci sono i tipici stereotipi di stampo fantastico: l'artefatto misterioso, i popoli nemici, il torneo per prendere la mano della donzella di turno, ecc. Non mancano, però, anche quelli che si riferiscono agli shojo dell'epoca: la donna che si sente più a suo agio nei panni maschili, l'orfanella bistrattata da tutti, l'amico di infanzia – Julius – che prova qualcosa di più di affetto fraterno.
Questo dimezza di molto le possibilità della scrittrice di stupire il pubblico, che intravede i maggiori colpi di scena con grande anticipo, ma non è sempre un difetto: per un certo genere di pubblico può anche essere un vantaggio, perché sono comunque stilemi sempre popolari e sempre d'effetto. Dipende molto da quello che si cerca nell'opera: chi vuole originalità sempre e comunque rimarrà piuttosto deluso.
Rimane comunque un'opera piuttosto scorrevole da leggere, ed a suo modo anche avvincente, anche se non le mancano i difetti. La maggior parte sono da imputare alla sua breve durata, anche se il fatto che è stato pubblicato tempo addietro (1986) non aiuta. Tre soli volumi a cui la carne al fuoco non manca: inevitabilmente qualcosa deve essere sacrificato, nella fattispecie la parte più fantastica. Il finale è aperto: anche troppo, perché molte parti della storia vengono lasciate in sospeso senza che si abbia una minima idea di quello che succederà in futuro.
Il setting fantasy, invece, è piuttosto curato. Si può benissimo leggere “La spada di Paros” senza “Guin Saga”: anche se mancano molte spiegazioni sull'ordinamento giuridico e religioso del regno, le cose necessarie alla storia vengono comunque chiarite. Da notare poi l'assenza della “tecnica” dell'inforigurgito, a parte un'eccezione: questo è senza dubbio un pregio.
Ma la maggior parte della gente leggerà quest'opera per la sua componente romantica, e le loro aspettative non saranno mal riposte. I riflettori sono tutti puntati sul triangolo amoroso di Erminia, Fiona e Julius. La prima, lo sappiamo, ama Fiona, ricambiata. Julius, però, è innamorato della principessa; chi non l'ha capito è la diretta interessata, che crede che lui la veda come una sorella e  non ricambierebbe i suoi sentimenti in ogni caso. In tutta onestà non è un triangolo amoroso imprevedibile che faccia palpitare il cuore – si capisce benissimo quale sarà la coppia principale - ma ciò non significa che non si possa simpatizzare o tifare per Julius, lo svantaggiato.
La spada di Paros 9Se nella trama “La spada di Paros” zoppica, infatti, sono i personaggi quelli che danno maggiori soddisfazioni. L'attrazione principale è senza dubbio Erminia: non soltanto un uomo nel corpo di una donna, ma molto di più. So che è forte la tentazione di accostarla ad Oscar, la famosissima eroina di Riyoko Ikeda, ma vi prego di resistere, perché è parzialmente scorretto. La protagonista de “Le rose di Versailles” è in bilico tra uomo e donna, come dimostrano le sue dolorose relazioni; Erminia, invece, propende per la parte maschile, e l'altra è solo un impiccio. Dice chiaramente che se potesse prenderebbe moglie, non che il suo amore per Fiona dia adito a molti dubbi. Se proprio dobbiamo paragonarla ad un personaggio della Ikeda, più calzante è Claudine, dell'omonima opera – che abbiamo recensito: ricordate, vero? - una sfortunata transessuale ante litteram.
Ma Erminia sa stare in piedi senza questi ingombranti paralleli. Il motivo è che non è la solita eroina idealizzata, priva di difetti: anzi, in più frangenti dimostra immaturità e soprattutto egoismo. Ad esempio, in un'occasione lei e la sua amata vanno a divertirsi, lasciando il povero Julius a fare da palo. Se entro mezzanotte la principessa non sarà tornata a palazzo, sarà il suo amico a pagarne le conseguenze; ma ciò non le impedisce di far piani di fuga, che soltanto la bontà d'animo di Fiona riusciranno a placare.
La spada di Paros 7E' inoltre, una volta, seriamente tentata di usare un metodo sleale per vincere un torneo. Alla fine della storia i cambiamenti di carattere sono impercettibili: rimane comunque egocentrica, presa esclusivamente dalla sua difficile situazione. Situazione che, in ogni caso, rimane indagata con grande cura da parte dell'autrice, rendendo il suo personaggio caratterizzato molto bene.
Fiona è la classica protagonista da shojo, nel bene e nel male. All'inizio è quasi stucchevole per la sua dolcezza, per la sua sfortuna – tipico degli shojo, essere bersagli delle prese in giro di tutti – e per il suo costante rimarcare che le sembra di vivere un sogno; ma certi drammatici eventi le forgeranno il carattere, portandola ad un'evoluzione che sembrava, quella sì, un miraggio.
Julius, il terzo incomodo, ha anche lui un ottimo livello di introspezione psicologica. Capisce fin troppo bene perché Erminia non potrà mai ricambiare le sue attenzioni, e ne soffre, ma questo non pregiudica i suoi sentimenti: anzi, forse li amplifica. Non vuole sposarla perché la desidera, ma per lasciarla libera di fare le sue scelte e vivere il suo amore. Un personaggio idealizzato, certo, ma è difficile non rimanerne colpiti.
Non ci sono altri membri del cast di rilievo, anche se il “big bad” della storia sembra piuttosto interessante, da quel poco che si vede. Lo spazio a disposizione è quello che è, ma questo non pregiudica l'introspezione psicologica.

Se dici Yumiko Igarashi, dici shojo, e questo è evidente nel tratto. Figure a dire il vero tutte un po' simili tra loro – Julius, l'unico uomo del gruppo, non sembra poi così virile... - ma longilinee e belle da vedersi, con occhi grandissimi ed espressivi, tratteggiati chissà quante volte. Ed all'epoca non esisteva mica la computer graphic! Le tavole sono, manco a dirlo, piene di orpelli, ma non difficili da seguire. Il risultato non è affatto sgradevole a vedersi...

...E per oggi è tutto, cari amici. Arrivederci alla prossima settimana, con “Il tempio degli Otaku”!

1 commento:

  1. Lo shojo d'annata lo adoro!
    Ho letto questo manga ma non Guin Saga.
    Mi era piaciuto molto il carattere di erminia.

    RispondiElimina

Grazie per aver condiviso la tua opinione!

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...