giovedì 2 maggio 2013

Recensione: Siamo ancora tutti vivi di Giulia Blasi




Siamo ancora tutti vivi - Giulia Blasi
Emilio non riesce a dimenticare Erica. Erica ha paura di perdere il patrigno, sua unica certezza. Stella non vede mai suo padre. Greta vive per suonare la batteria. Matteo è un mistero per le persone che ha intorno. Tutti sono studenti del liceo di Villa Erminia e hanno poche settimane per salvare la loro scuola, che rischia di chiudere sotto i colpi dei tagli all'istruzione. Così ha inizio un intreccio di sogni, nuove amicizie, amori e ribellione da cui nessuno di loro vuole dividersi. E sarà un'estate indimenticabile... Un'autrice che racconta il presente e il mondo che cambia, in un romanzo diretto e sincero.
Editore: Mondadori
Pagine: 309
Prezzo: 16.00 euro




Voto: 


Ammetto di non tollerare i romanzi per adolescenti (anche se a volte vengo colta da un'irresistibile curiosità di leggerli, come una falena viene attirata dalla fiamma che poi la brucerà), scritti nel linguaggio un po' sciatto che spesso usano i giovanissimi, soprattutto se gli autori non lo sono più e quindi tendono a esasperare il loro lato ggiovane, scadendo a volte nel ridicolo. Quando ho deciso di leggere “Siamo ancora tutti vivi” della quarantenne Giulia Blasi, ero piuttosto scettica: lo avevo scelto semplicemente perché incuriosita dalla copertina e dal titolo, della trama avevo letto un solo breve estratto, e credevo che lo avrei relegato nella categoria “Sciocchezze per under 20”. Invece, si è rivelato una piacevole sorpresa: la Blasi propone un ritratto dei teen-ager realistico (come afferma lei stessa nei ringraziamenti finali, citando alcuni studenti che, come quelli del romanzo, hanno protestato contro la minaccia di chiudere le loro classi) e grintoso, ben diverso da quello menefreghista e allo sbando che siamo ahimè fin troppo abituati a vedere.
La vicenda dei ragazzi del liceo classico del complesso scolastico “Villa Erminia” non è certo eccezionale nell'Italia dei tagli all'istruzione: per via del numero insufficiente di iscritti, le classi prima e seconda liceo vengono cancellate in quanto ritenute non produttive (sic!). Ma gli studenti non ci stanno e decidono di “scendere in prima linea” e di unirsi per contrastare questa decisione e cercare di salvare così la loro scuola. È un piacere fare la conoscenza dei vari protagonisti che l'autrice è riuscita  sapientemente a tratteggiare, costruendo e rivelando a poco a poco le loro storie e personalità e catturando così l'interesse del lettore, soprattutto quando il gruppetto decide di mettere in atto la protesta studentesca per antonomasia: l'occupazione! Assistiamo così alla nascita di un vero e proprio comitato “direttivo”, l'anima della protesta stessa, formato dai ragazzi che sono il fulcro del romanzo: Emilio, musicista con l'animo del contadino (dà una mano nell'agriturismo di famiglia), genuino e di buon cuore; Stella, quindicenne già con il piglio della leader che sorride raramente e vede poco il padre; Enrico, migliore amico di Stella e stufo dell'atteggiamento ipercritico di lei; Erica ex brutto anatroccolo divenuto splendido cigno con la paura di perdere il patrigno, suo unico punto di riferimento; Greta, scricciolo con una sconfinata passione per la batteria e soprattutto Matteo, indifferente e scontroso solo in apparenza, ma intelligente e sensibile, con una madre pazza e un doloroso segreto da celare. È facile affezionarsi a loro, alla loro vitalità ed entusiasmo, intenerirsi di fronte alle fragilità tipiche degli adolescenti e ammirare la determinazione che dimostrano nel tentativo di salvare le loro classi dai tagli. I ragazzi descritti della Blasi si vestono, parlano e vanno a scuola proprio come i loro coetanei che incontriamo ogni giorno per strada o in metropolitana: non sono personaggi eccezionali, ma comuni teen-ager alle prese con i problemi tipici dell'età, come le difficoltà amicali, il senso di appartenenza al gruppo e i primi tormenti amorosi. Si dimostrano però straordinariamente intelligenti (molto più di tanti adulti!) quando, per raggiungere l'obiettivo, decidono di rimanere uniti continuando la loro protesta con un'occupazione autorizzata e disciplinata, imponendo a loro stessi delle regole per non lasciare degenerare la situazione e cercando di dare maggiore visibilità alla loro causa.
I ragazzi di “Villa Erminia” riescono a guadagnarsi anche l'interesse del mondo politico locale, quando il consigliere provinciale Augusto Pini riceve l'incarico di ascoltarli perché “fa gioco in campagna elettorale. Perché siamo sempre in campagna elettorale.” (pag. 123). Giulia Blasi inserisce così un personaggio adulto, legato a una realtà – quella politica – oggi più che mai lontana anni luce dall'universo dei ragazzi. Pini è un trentenne ex-idealista, uno che ai tempi del liceo credeva di poter fare qualcosa per cambiare il mondo e ora non lo crede più, disposto ormai solo ad abbozzare e annuire, senza prestare troppa attenzione né fare troppa fatica. Cinico, si accosta svogliato alla causa degli studenti ed emblematiche sono le parole sprezzanti, da vero e proprio esponente della casta, seppur di livello infimo, che affibbia a Danielle ed Eva, le ragazze “protestanti” che incontra la prima volta: negra e handicappata. Eppure queste ragazzine sono in grado di smuovere qualcosa nel consigliere Pini, che nel corso della storia si lascerà gradualmente coinvolgere e arriverà a esporsi in prima persona con i poteri forti per perorare la loro causa.
In questo l'autrice sembra quasi dare un messaggio di speranza ai giovani e non solo: con l'impegno,  la volontà e la dedizione non sono inutili e fini a se stessi, al contrario con il tempo possono arrivare a scalfire, se non addirittura a infrangere, il muro di cristallo che si frappone al raggiungimento del proprio obiettivo. Pensiamo al liceo classico di “Villa Erminia”: se i suoi studenti sperano di salvarla dai tagli impietosi di una legge finanziaria, dimostrando che non si tratta di una realtà improduttiva, bensì di un “centro” formativo in cui potrebbero studiare alcune personalità importanti di domani, forse allora se si rimane uniti qualcosa può effettivamente cambiare anche nel nostro paese, così pericolosamente immobile.
Probabilmente a questo punto vi starete chiedendo: «Ma come va a finire l'occupazione di “Villa Erminia”? Tutta questa fatica viene effettivamente premiata?»... E no, questo non ve lo voglio proprio svelare! Volete saperlo? Non vi resta che leggere “Siamo ancora tutti vivi”!

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