lunedì 27 maggio 2013

E' morto Roberto Denti, fondatore della Libreria dei ragazzi: lo ricordiamo così



La figura del libraio è fondamentale per la formazione letteraria di un bambino. La capacità di indirizzare i ragazzi verso una lettura o l'altra è, in mancanza di genitori o di una scuola meno nozionistica, una qualità che purtroppo pochi nel settore hanno e che andrebbe valorizzata di più, soprattutto nell'epoca un po' alienante delle grandi catene librarie: una lettura mirata può cambiare la vita e, se non proprio cambiarla, almeno aprire una giovane mente ad un percorso formativo unico nel suo genere e dare libertà di pensiero e di sogno anche ai più piccoli. Questo Roberto Denti, fondatore e gestore dal 1972 della storica Libreria dei ragazzi di Milano (da qualche anno presente anche nella sede di Brescia), scomparso lo scorso 22 maggio all’età di 89 anni, lo sapeva bene. Il negozio di via Tadino 53 è ed è stato per molti un punto di riferimento coi suoi 70mila volumi su 600 metri quadrati di spazio e prima libreria in Italia interamente dedicata alla letteratura per l'infanzia. Denti, cremonese classe 1924, si era trasferito a Milano nel 1946 e, lavorando per Il Sole 24 ORE, aveva conosciuto nel 1948 Gianni Rodari  che all'epoca collaborava con L'Unità; i due avevano in comune un diffuso impegno civile ed erano diventati subito grandi amici. Nel 1971, durante un viaggio in Mongolia, Denti aveva poi conosciuto la moglie Gianna Vitali e, accomunati dalla grande passione per la letteratura, avevano deciso una volta rientrati in patria di aprire una libreria per ragazzi: erano entrambi infatti affascinati dal mondo dell'infanzia e la scena milanese era tra le altre cose già satura di librerie per adulti.


Nel saggio edito nel 1999 da Einaudi Lasciamoli leggere, Denti rifletteva sulle tecniche di scrittura disponibili e sulle caratteristiche che la letteratura per ragazzi deve assumere per assecondare gusti e ritmi di vita dei bambini d'oggi: Verne, Dumas, Pinocchio restano dunque dei capisaldi ma vengono affiancati da libro-game, Piccoli Brividi e quant'altro. Denti ha sempre cercato di restituire ai giovani il piacere di leggere quello che vogliono, liberi dalle costrizioni scolastiche che li spingono a comprare i soliti quattro titoli e dai consigli dei genitori, a volte anacronistici: l'idea base è quella di lasciare la scelta ai bambini e farci poi stupire dalle loro preferenze. Ma Roberto non era solo questo: per molti di noi è stato anche un cantastorie capace di farci vivere avventure fantastiche ed emozionanti come nel caso di Athanor, romanzo per ragazzi pubblicato nel 1994 da Mondadori nella storica collana Junior, che ha piacevolmente segnato le vite di molti ragazzini nati negli '80. Athanor è ricco di tutti quegli elementi che secondo Denti potevano spingere alla lettura i bambini d'oggi: il protagonista è infatti figlio di un alchimista e nipote di una strega e parte alla ricerca del padre nell'Europa del XVI secolo tra carestie, epidemie di peste e rivolte popolari. Lo stile di Roberto è cristallino e preciso e oscilla continuamente tra ironia e profondità, qualità che lo accomunano tra gli altri all'amica Bianca Pitzorno, con cui ha firmato Cento libri per navigare nel mare della lettura per ragazzi (Salani, 1999). Oltre a scrittore, Roberto Denti è stato anche poeta, partigiano (troviamo la sua testimonianza nel volume La mia resistenza, edito da Rizzoli nel 2010, e anche nel romanzo per ragazzi Ancora un giorno, uscito per Piemme nel 2011), giornalista per varie testate e riviste specializzate, giurato del Premio Andersen e molto altro. E' autore inoltre del romanzo per adulti Incendio a Cervara che rappresenta, secondo la postfazione di Pier Paolo Pasolini, "l'allegoria dei nostri ultimi trent'anni da subito dopo la Resistenza a oggi". La Libreria dei ragazzi è ora gestita dagli allievi di Roberto e da Renata Gorgani, della casa editrice Il Castoro, chiamata a continuare nei prossimi anni l'opera di Denti. "Il ragazzo impegnato a crescere", come si definisce in un suo libro dove racconta in modo esilarante, avventuroso e sincero la propria infanzia, passa il testimone ma ci esorta ancora a credere ai bambini che sono, come purtroppo spesso dimentichiamo, la base del nostro futuro.


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