La figura del libraio è fondamentale per la formazione
letteraria di un bambino. La capacità di indirizzare i ragazzi verso una
lettura o l'altra è, in mancanza di genitori o di una scuola meno nozionistica,
una qualità che purtroppo pochi nel settore hanno e che andrebbe valorizzata di
più, soprattutto nell'epoca un po' alienante delle grandi catene librarie: una
lettura mirata può cambiare la vita e, se non proprio cambiarla, almeno aprire
una giovane mente ad un percorso formativo unico nel suo genere e dare libertà
di pensiero e di sogno anche ai più piccoli. Questo Roberto Denti, fondatore e
gestore dal 1972 della storica Libreria dei ragazzi di Milano (da qualche anno
presente anche nella sede di Brescia), scomparso
lo scorso 22 maggio all’età di 89 anni, lo sapeva bene. Il negozio di via
Tadino 53 è ed è stato per molti un punto di riferimento coi suoi 70mila volumi
su 600 metri quadrati di spazio e prima libreria in Italia interamente dedicata
alla letteratura per l'infanzia. Denti, cremonese classe 1924, si era
trasferito a Milano nel 1946 e, lavorando per Il Sole 24 ORE, aveva conosciuto
nel 1948 Gianni Rodari che all'epoca
collaborava con L'Unità; i due avevano in comune un diffuso impegno civile ed
erano diventati subito grandi amici. Nel 1971, durante un viaggio in Mongolia,
Denti aveva poi conosciuto la moglie Gianna Vitali e, accomunati dalla grande
passione per la letteratura, avevano deciso una volta rientrati in patria di
aprire una libreria per ragazzi: erano entrambi infatti affascinati dal mondo
dell'infanzia e la scena milanese era tra le altre cose già satura di librerie
per adulti.
Nel saggio edito nel 1999 da Einaudi Lasciamoli
leggere, Denti rifletteva sulle tecniche di scrittura disponibili e sulle
caratteristiche che la letteratura per ragazzi deve assumere per assecondare
gusti e ritmi di vita dei bambini d'oggi: Verne, Dumas, Pinocchio restano
dunque dei capisaldi ma vengono affiancati da libro-game, Piccoli Brividi e
quant'altro. Denti ha sempre cercato di restituire ai giovani il piacere di
leggere quello che vogliono, liberi dalle costrizioni scolastiche che li
spingono a comprare i soliti quattro titoli e dai consigli dei genitori, a
volte anacronistici: l'idea base è quella di lasciare la scelta ai bambini e
farci poi stupire dalle loro preferenze. Ma Roberto non era solo questo: per
molti di noi è stato anche un cantastorie capace di farci vivere avventure
fantastiche ed emozionanti come nel caso di Athanor, romanzo per ragazzi
pubblicato nel 1994 da Mondadori nella storica collana Junior, che ha
piacevolmente segnato le vite di molti ragazzini nati negli '80. Athanor è
ricco di tutti quegli elementi che secondo Denti potevano spingere alla lettura
i bambini d'oggi: il protagonista è infatti figlio di un alchimista e nipote di
una strega e parte alla ricerca del padre nell'Europa del XVI secolo tra
carestie, epidemie di peste e rivolte popolari. Lo stile di Roberto è
cristallino e preciso e oscilla continuamente tra ironia e profondità, qualità
che lo accomunano tra gli altri all'amica Bianca Pitzorno, con cui ha firmato Cento
libri per navigare nel mare della lettura per ragazzi (Salani, 1999). Oltre
a scrittore, Roberto Denti è stato anche poeta, partigiano (troviamo la sua
testimonianza nel volume La mia resistenza, edito da Rizzoli nel 2010, e
anche nel romanzo per ragazzi Ancora un giorno, uscito per Piemme nel
2011), giornalista per varie testate e riviste specializzate, giurato del
Premio Andersen e molto altro. E' autore inoltre del romanzo per adulti Incendio
a Cervara che rappresenta, secondo la postfazione di Pier Paolo Pasolini,
"l'allegoria dei nostri ultimi trent'anni da subito dopo la Resistenza a
oggi". La Libreria dei ragazzi è ora gestita dagli allievi di Roberto e da
Renata Gorgani, della casa editrice Il Castoro, chiamata a continuare nei
prossimi anni l'opera di Denti. "Il ragazzo impegnato a crescere",
come si definisce in un suo libro dove racconta in modo esilarante, avventuroso
e sincero la propria infanzia, passa il testimone ma ci esorta ancora a credere
ai bambini che sono, come purtroppo spesso dimentichiamo, la base del nostro
futuro.
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