Il mare in tempesta si infrange sulle coste frastagliate coste del Dorset. In alto, su una scogliera impervia, si erge una casa colonica con le mura imbiancate che brillano come un faro sotto la luce del sole.
Clifftops. Il posto che una volta Dora chiamava casa.
Da dietro le ampie finestre le sembra ancora di sentire risuonare le risa di sua sorella Cassie, il rumore delle loro corse di bambine gioiose. Adesso la natura ha ripreso il sopravvento e l'edera avvolge le antiche mura della magione dei Tide, in un viluppo di silenzio, polvere e segreti. Dora è fuggita da tutto questo, schiacciata dal peso della colpa. Una colpa inafferrabile come il vento, ma che si è insinuata nelle fibre del suo essere in profondità. E non le fa dimenticare quella lunga e calda giornata d'estate di tanti anni prima. I giochi alla ricerca di conchiglie, i nascondigli tra le rocce e quella piccola, fatale distrazione che ha distrutto un'intera famiglia. Da allora Cassie non le vuole più parlare e le due sorelle si sono allontanate irrimediabilmente. La sabbia e il vento non sono riusciti a disperdere il dolore, che è rimasto sepolto, come un cuore pulsante. Ma oggi Dora non può più fuggire, il soffio di una nuova vita respira dentro di lei e per amore del suo bambino deve ritrovare i pezzi perduti della sua vita. Perché dietro il massiccio portone di legno di quercia di Clifftops ci sono due occhi pieni di accuse e segreti ad attenderla, gli occhi di una donna che dovrebbe amarla, ma che da sedici anni sembrano covare solo risentimento. Gli occhi di sua madre. Dora deve trovare il coraggio di affrontarli una volta per tutte, prima che il segreto che le ha spezzate le travolga definitivamente come un'onda troppo impetuosa.
Clifftops. Il posto che una volta Dora chiamava casa.
Da dietro le ampie finestre le sembra ancora di sentire risuonare le risa di sua sorella Cassie, il rumore delle loro corse di bambine gioiose. Adesso la natura ha ripreso il sopravvento e l'edera avvolge le antiche mura della magione dei Tide, in un viluppo di silenzio, polvere e segreti. Dora è fuggita da tutto questo, schiacciata dal peso della colpa. Una colpa inafferrabile come il vento, ma che si è insinuata nelle fibre del suo essere in profondità. E non le fa dimenticare quella lunga e calda giornata d'estate di tanti anni prima. I giochi alla ricerca di conchiglie, i nascondigli tra le rocce e quella piccola, fatale distrazione che ha distrutto un'intera famiglia. Da allora Cassie non le vuole più parlare e le due sorelle si sono allontanate irrimediabilmente. La sabbia e il vento non sono riusciti a disperdere il dolore, che è rimasto sepolto, come un cuore pulsante. Ma oggi Dora non può più fuggire, il soffio di una nuova vita respira dentro di lei e per amore del suo bambino deve ritrovare i pezzi perduti della sua vita. Perché dietro il massiccio portone di legno di quercia di Clifftops ci sono due occhi pieni di accuse e segreti ad attenderla, gli occhi di una donna che dovrebbe amarla, ma che da sedici anni sembrano covare solo risentimento. Gli occhi di sua madre. Dora deve trovare il coraggio di affrontarli una volta per tutte, prima che il segreto che le ha spezzate le travolga definitivamente come un'onda troppo impetuosa.
Titolo originale: “Secret of the Tides”
Traduzione di Enrica Budetta
Editore: Garzanti
Pagine: 416
Voto:
Se consideriamo l'«involucro» (termine forse inappropriato per un libro, lo ammetto), Le bambine che cercavano conchiglie dell'inglese Hannah Richell si presenta sicuramente bene: un'accattivante sovra-copertina raffigurante un suggestivo paesaggio costiero britannico con due graziose bambine in primo piano; uno slogan, "Il fenomeno editoriale del momento premiato dai librai indipendenti", che non passa inosservato e promette un'esperienza di lettura indimenticabile. Le premesse sono senza dubbio buone, da qui a decidere di leggerlo e recensirlo il passo è stato breve.
Le bambine che cercavano conchiglie è una storia drammatica di dannazione e di redenzione di una famiglia, la cui vita quotidiana è infestata dall'ombra di un passato tragico che però, grazie a un percorso di elaborazione del dolore, riuscirà finalmente a venire a patti con i propri fantasmi e a ritrovare serenità.
La vicenda delle sorelle Dora e Cassie, figlie di Helen e Richard Tide, è una di quelle che fanno accapponare la pelle: una famiglia in apparenza normale viene sconvolta dalla scomparsa del figlio Alfie, di appena 3 anni, avvenuta in circostanze poco chiare. Da quel momento in poi la vita dei quattro protagonisti non sarà più – comprensibilmente – la stessa, ognuno combatterà i demoni nel proprio senso di colpa e il filo sottile che li tiene ancora uniti piano si sfilaccerà fino a spezzarsi inesorabilmente.
Hannah Richell descrive con convinzione e talento questa frattura e le emozioni che affollano i suoi personaggi principali: ci permette di entrare gradualmente nella loro storia e nel loro vissuto, scegliendo di narrare la vicenda “sovrapponendo” diversi piani temporali. Così, accanto ai protagonisti OGGI, abbiamo la possibilità conoscere gli stessi IERI, di capire le ragioni di certi atteggiamenti e di ricostruire il percorso che li ha portati a diventare quello che sono nel presente: Dora è giovane, con un buon lavoro, incinta e innamorata, eppure insicura e piena di paure; Richard è un padre doppiamente tradito dalla moglie Helen, eterna insoddisfatta che si auto-punisce per purificarsi da una colpa che crede di avere, infine c’è Cassie, la sorella poco più grande, ribelle e senza mezze misure, che decide di allontanarsi da tutto e da tutti. Addentrandoci nel romanzo, via via scopriamo particolari drammatici che rivelano, oltre all'ineluttabilità del destino, anche quanto i protagonisti siano deboli, spaventati e a volte anche meschini; appena accade la tragedia, pur accomunati da un grande dolore, non esitano a cercare colpevoli e a giustificare se stessi: questo vale soprattutto per Cassie, che arriva a mentire “imputando” le responsabilità della scomparsa di Alfie alla povera Dora (“No, Dora, ci hai avvisato che Alfie veniva con te. Ti ho sentito benissimo”, p.154), e per Helen, che, influenzata dalle bugie di Cassie, pare quasi ritenere la figlia minore colpevole, nonostante non possa vantare una condotta irreprensibile.
Hannah Richell è molto convincente quando descrive questi momenti, rivelando tutta l'umanità e la fragilità delle “sue persone”, per le quali non riusciamo a non provare una certa empatia, pur non approvandoli.
Quando avviene il punto di svolta? Quando inizia ad aprirsi un varco di luce nel buio più profondo? La chiave di volta è proprio Dora, che in procinto di diventare madre, realizza che finalmente è tempo di ricostruire quanto è stato distrutto nel passato. Va a trovare Richard ed Helen e ritrova, dopo diversi anni, Cassie. L'incontro è sconvolgente: la sorella maggiore finalmente rivelerà il suo angoscioso segreto legato al suo ruolo nella sparizione del fratello e, per quanto straziante, sarà il primo mattone che porterà al riavvicinamento della famiglia. Importante sarà il Natale, la prima, vera occasione per riunirsi tutti insieme dopo tanti anni vissuti nella sofferenza.
Per quanto riguarda il ritmo narrativo tenuto per tutto il romanzo, è piuttosto sostenuto: i tempi “morti” sono pressoché inesistenti, e soprattutto nei momenti terribili della scomparsa e della ricerca di Alfie il racconto è incalzante. Non nego quindi alla Richell una certa efficacia nel tenere il lettore legato alla pagina, ciò che invece mi lascia più perplessa è l'eccessiva semplicità con cui vengono accettati i segreti e i fatti più cruciali: probabilmente mossa dalla volontà di dare una seconda possibilità ai propri personaggi, l'autrice fa sì che gli stessi siano in grado di accettare verità oggettivamente difficili e di perdonare in tempi rapidissimi, forse troppo rapidi: più di metà libro è occupato dal dipanarsi su più livelli di una vicenda drammatica, e poi si corre tutto ' un fiato verso un lieto fine un po' scontato (anche se apprezzato!). Infine menzione d'onore a Hannah Richell per la scelta dei nomi delle due sorelle: Pandora e Cassandra, importanti e mitologici, tre sillabe che contengono in sé un frammento di destino.
La vicenda delle sorelle Dora e Cassie, figlie di Helen e Richard Tide, è una di quelle che fanno accapponare la pelle: una famiglia in apparenza normale viene sconvolta dalla scomparsa del figlio Alfie, di appena 3 anni, avvenuta in circostanze poco chiare. Da quel momento in poi la vita dei quattro protagonisti non sarà più – comprensibilmente – la stessa, ognuno combatterà i demoni nel proprio senso di colpa e il filo sottile che li tiene ancora uniti piano si sfilaccerà fino a spezzarsi inesorabilmente.
Hannah Richell descrive con convinzione e talento questa frattura e le emozioni che affollano i suoi personaggi principali: ci permette di entrare gradualmente nella loro storia e nel loro vissuto, scegliendo di narrare la vicenda “sovrapponendo” diversi piani temporali. Così, accanto ai protagonisti OGGI, abbiamo la possibilità conoscere gli stessi IERI, di capire le ragioni di certi atteggiamenti e di ricostruire il percorso che li ha portati a diventare quello che sono nel presente: Dora è giovane, con un buon lavoro, incinta e innamorata, eppure insicura e piena di paure; Richard è un padre doppiamente tradito dalla moglie Helen, eterna insoddisfatta che si auto-punisce per purificarsi da una colpa che crede di avere, infine c’è Cassie, la sorella poco più grande, ribelle e senza mezze misure, che decide di allontanarsi da tutto e da tutti. Addentrandoci nel romanzo, via via scopriamo particolari drammatici che rivelano, oltre all'ineluttabilità del destino, anche quanto i protagonisti siano deboli, spaventati e a volte anche meschini; appena accade la tragedia, pur accomunati da un grande dolore, non esitano a cercare colpevoli e a giustificare se stessi: questo vale soprattutto per Cassie, che arriva a mentire “imputando” le responsabilità della scomparsa di Alfie alla povera Dora (“No, Dora, ci hai avvisato che Alfie veniva con te. Ti ho sentito benissimo”, p.154), e per Helen, che, influenzata dalle bugie di Cassie, pare quasi ritenere la figlia minore colpevole, nonostante non possa vantare una condotta irreprensibile.
Hannah Richell è molto convincente quando descrive questi momenti, rivelando tutta l'umanità e la fragilità delle “sue persone”, per le quali non riusciamo a non provare una certa empatia, pur non approvandoli.
Quando avviene il punto di svolta? Quando inizia ad aprirsi un varco di luce nel buio più profondo? La chiave di volta è proprio Dora, che in procinto di diventare madre, realizza che finalmente è tempo di ricostruire quanto è stato distrutto nel passato. Va a trovare Richard ed Helen e ritrova, dopo diversi anni, Cassie. L'incontro è sconvolgente: la sorella maggiore finalmente rivelerà il suo angoscioso segreto legato al suo ruolo nella sparizione del fratello e, per quanto straziante, sarà il primo mattone che porterà al riavvicinamento della famiglia. Importante sarà il Natale, la prima, vera occasione per riunirsi tutti insieme dopo tanti anni vissuti nella sofferenza.
Per quanto riguarda il ritmo narrativo tenuto per tutto il romanzo, è piuttosto sostenuto: i tempi “morti” sono pressoché inesistenti, e soprattutto nei momenti terribili della scomparsa e della ricerca di Alfie il racconto è incalzante. Non nego quindi alla Richell una certa efficacia nel tenere il lettore legato alla pagina, ciò che invece mi lascia più perplessa è l'eccessiva semplicità con cui vengono accettati i segreti e i fatti più cruciali: probabilmente mossa dalla volontà di dare una seconda possibilità ai propri personaggi, l'autrice fa sì che gli stessi siano in grado di accettare verità oggettivamente difficili e di perdonare in tempi rapidissimi, forse troppo rapidi: più di metà libro è occupato dal dipanarsi su più livelli di una vicenda drammatica, e poi si corre tutto ' un fiato verso un lieto fine un po' scontato (anche se apprezzato!). Infine menzione d'onore a Hannah Richell per la scelta dei nomi delle due sorelle: Pandora e Cassandra, importanti e mitologici, tre sillabe che contengono in sé un frammento di destino.
Richell Hannah
Hannah Richell, inglese, ha lavorato in editoria prima di trasferirsi in Australia. Qui ha lavorato in ambito cinematografico prima di diventare madre di due bambini e dedicarsi alla scrittura. Le bambine che cercavano conchiglie è il suo primo romanzo.
Hannah Richell, inglese, ha lavorato in editoria prima di trasferirsi in Australia. Qui ha lavorato in ambito cinematografico prima di diventare madre di due bambini e dedicarsi alla scrittura. Le bambine che cercavano conchiglie è il suo primo romanzo.
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