giovedì 28 giugno 2012

Cheapy Books (4) Parte V




Torna Cheapy Books con la quinta parte della rubrica dedicata ai bellissimi economici Garzanti!









Rebecca Johns - La contessa nera

Ungheria, 1611. L'alba illumina l'imponente castello di Csejthe. Nella torre più alta, una donna completamente vestita di nero è sveglia da ore. Murata viva in una stanza fino alla morte: così ha decretato il conte palatino. Ma la contessa Erzsébet Bàthory non ha nessuna intenzione di accettare supinamente il destino che le viene imposto. Non l'ha mai fatto nella sua vita. Ha solo sei anni quando, nella sua dimora tra i freddi monti della Transilvania, assiste ad atti di violenza indicibili. Neanche quando, appena adolescente, è costretta a sposare l'algido e violento Ferenc Nàdasdy. Un uomo sempre lontano, più interessato alla guerra e alle scorribande che a lei. Erzsébet è sola, la responsabilità dei figli e dell'ordine nel castello di Sàrvàr è tutta sulle sue spalle. Spetta a lei gestire alleanze politiche e lotte di potere. Lotte sanguinose, piene di sotterfugi e tranelli, che fanno emergere la parte più oscura della contessa, un'anima nera. Strane voci iniziano a spargersi sul suo conto. Sparizioni di serve torturate e uccise, nobildonne svanite nel nulla. Chi è davvero la donna imprigionata tra le gelide pietre di Csejthe? È solo vittima di una cospirazione per toglierle il potere? O il male è l'unico modo per Erzsébet di sopravvivere in un mondo dominato dagli uomini? La contessa nera si ispira alla figura della prima serial killer della storia, Erzsébet Bàthory, la contessa sanguinaria. Padrona spietata, torturatrice di centinaia di giovani donne, assassina crudele.
Editore: Garzanti
Pagine: 323
Prezzo: 11,60 EURO



Il gusto proibito dello zenzero - Jamie Ford 
Seattle. Nella cantina dell'hotel Panama il tempo pare essersi fermato: sono passati quarant'anni, ma tutto è rimasto come allora. Nonostante sia coperto di polvere, l'ombrellino di bambù brilla ancora, rosso e bianco, con il disegno di un pesce arancione. A Henry Lee basta vederlo aperto per ritrovarsi di nuovo nei primi anni Quaranta. L'America è in guerra ed è attraversata da un razzismo strisciante. Henry, giovane cinese, è solo un ragazzino ma conosce già da tempo l'odio e la violenza. Essere picchiato e insultato a scuola è la regola ormai, a parte quei pochi momenti fortunati in cui semplicemente viene ignorato. Ma un giorno Henry incontra due occhi simili ai suoi: lei è Keiko, capelli neri e frangetta sbarazzina, l'aria timida e smarrita. È giapponese e come lui ha conosciuto il peso di avere una pelle diversa. All'inizio la loro è una tenera amicizia, fatta di passeggiate nel parco, fughe da scuola, serate ad ascoltare jazz nei locali dove di nascosto si beve lo zenzero giamaicano. Ma, giorno dopo giorno, il loro legame si trasforma in qualcosa di molto più profondo. Un amore innocente e spensierato. Un amore impossibile. Perché l'ordine del governo è chiaro: i giapponesi dovranno essere internati e a Henry, come alle comunità cinesi e, del resto, agli americani, è assolutamente vietato avere rapporti con loro. Eppure i due ragazzini sono disposti a tutto, anche a sfidare i pregiudizi e le dure leggi del conflitto.
Editore: Garzanti
Pagine: 372
Prezzo: 9,90 EURO


Carolina De Robertis - La bambina nata due volte
Primo gennaio 1900. Il primo giorno del secolo non è mai come gli altri, men che meno a Tacuarembó, minuscolo villaggio del Sudamerica. La folla è radunata intorno all'albero più grande del paese e non crede ai propri occhi: la piccola Pajarita è tornata. Rifiutata dal padre, era scomparsa pochi mesi dopo la nascita e l'avevano data per morta. Eppure ora è lì, in cima, appollaiata sopra un ramo sottile. Ha un anno ormai e negli occhi grandi, neri e vivaci, ha la stessa luce di quando è nata. Per alcuni si tratta di un miracolo, per altri è una strega, ma una cosa è certa: d'ora in poi per tutti Pajarita sarà "la bambina nata due volte", una ragazzina circondata di mistero, con un talento speciale per curare con le erbe. Un dono prezioso che anni dopo, ormai donna fiera e determinata, le permette di sopravvivere a Montevideo sola contro tutti, insieme ai propri bambini. Ma la figlia Eva, fragile e tremendamente testarda, vuole realizzare un sogno, diventare poetessa. E per farlo fugge, verso le luci di Buenos Aires, la città che scintilla delle promesse di Evita Perón. E mentre i fermenti rivoluzionari attraversano con forza tutto il continente, spetta a Salomé, l'ultima discendente, restituire alle donne della sua famiglia e del suo paese quello che meritano. Dalle lussureggianti e incantate colline di Rio de Janeiro ai vicoli oscuri di Montevideo, dalle strade scintillanti di Buenos Aires fino alle piazze rivoluzionarie di Cuba, la storia di tre generazioni di donne indimenticabili.
Editore: Garzanti
Pagine: 450
Prezzo: 10,60 EURO


La mamma del sole - Andrea Vitali
La motonave Nibbio, vecchia gloria della Navigazione Lariana, sta effettuando il suo ultimo viaggio. A Bellano sbarca un'anziana donna: sta cercando il vecchio parroco, don Carlo Gheratti. Attraversa a fatica il paese arso dalla canicola estiva, prima di scomparire nel nulla. Quando arriva la notizia che manca una delle ospiti del Pio Ospizio San Generoso di Gravedona, sulle due rive del lago i carabinieri iniziano a indagare. Un secondo enigma segna l'estate del 1933. Dietro pressante richiesta del Partito e della Prefettura, i carabinieri devono raccogliere informazioni su una "celebre" concittadina, Velia Berilli, madre di quattordici figli, tra legittimi e illegittimi. Perché mai Velia Berilli è diventata così importante? Due misteri, insomma, cui si aggiunge un altro problema: in caserma si è rotto il vetro del bagno, e aggiustarlo non sarà semplice. Ancora una volta, le pagine di Vitali si animano di una piccola folla di protagonisti e comprimari: dall'equipaggio della Nibbio alle autorità locali, e poi don Gheratti, il sacrestano Bigé e la perpetua Scudiscia. Non possono mancare i carabinieri della locale stazione, vere star dei suoi romanzi: il maresciallo maggiore Ernesto Maccadò, l'appuntato Misfatti, il brigadiere Mannu e il carabiniere Milagra, che segue giorno dopo giorno, con indomita passione, i gloriosi trasvolatori della Seconda Crociera Atlantica.
Editore: Garzanti
Pagine: 286
Prezzo: 10,60 EURO


Erica Bauermeister - La casa dei destini intrecciati

La luce del tramonto colora di rosso la siepe intorno alla veranda. I piatti sul tavolo di ferro battuto sono quasi vuoti, e tutt'intorno aleggia ancora un profumo denso di enchiladas, pollo arrosto e pomodori grigliati. Kate inala ricordi e si guarda intorno. Oggi è un giorno speciale, la fine di un anno difficile e pieno di dolore, e le sue amiche sono lì, riunite accanto a lei per festeggiare la sua forza e il suo coraggio. Tutte loro nascondono un regalo inaspettato. Una sorpresa e una sfida. Una settimana di rafting in una profondissima gola del Grand Canyon. Kate è molto impaurita, ma accetta. A un patto, però. Ognuna delle sue amiche, nel corso dell'anno a venire, dovrà fare qualcosa che la terrorizza o che non vorrebbe mai affrontare. Qualcosa di difficile, forse impossibile, ma che le può aiutare a ritrovare la strada per il sogno, anche se sembra perduta. Come Caroline, una libraia che non riesce a disfarsi dei libri dell'ex marito; o Daria, che deve inventare una nuova ricetta per il pane e per la sua vita; Sara, che decide di perdersi tra le calli di Venezia per ricordare com'è il gusto dell'avventura; Hadley, che prendendosi cura del suo giardino deve scoprire la pianta giusta per curare la sua anima. Tutte quante devono mettersi in gioco e superare sé stesse. Una storia sulla forza dell'amicizia, la voglia di ricominciare e la speranza.

Editore: Garzanti
Pagine: 244
Prezzo: 9,90 EURO



Il grido della mantide - Lynda La Plante
Londra, una villa d'epoca nel quartiere più lussuoso della città. Amanda Delany ha il mondo ai suoi piedi. Le sue avventure con gli attori più affascinanti sono su tutti i giornali, i suoi film sono uno strepitoso successo. Mentre saluta l'autista dalla porta di casa, illuminata dai fari della Mercedes, Amanda non sa che quella è l'ultima volta che qualcuno vedrà brillare i suoi capelli biondi. Il mattino dopo il suo corpo viene trovato riverso sul letto. Le mani legate, le gambe spalancate, la ragazza è stata colpita ovunque da coltellate furiose. Solo il bellissimo viso è intatto, gli occhi sbarrati per l'orrore. La prima ad arrivare sulla scena del delitto è Anna Travis. L'ispettrice è in un momento cruciale della sua vita. Dopo essersi liberata dell'ossessione per il suo ex capo ed ex amante James Langton, sta per essere promossa. Questo caso potrebbe decidere la sua carriera. Anna si butta a capofitto nelle indagini e quello che scopre la sconvolge profondamente. Dietro la facciata dell'attrice glamour, disinibita con gli uomini e sfrontata nella vita, Amanda nascondeva una realtà molto più triste e cupa. L'ispettrice sta per entrare in un mondo ambiguo, pieno di persone dall'apparenza ingannevole: amiche invidiose, agenti assetate di denaro, amanti respinti, mogli tradite, registi delusi. Anna dovrà fare molta attenzione, non farsi abbagliare e trovare velocemente la verità, prima di perdersi in questo terribile labirinto di luci e ombre...
Editore: Garzanti
Pagine: 465
Prezzo: 11,60 EURO


Michael Ridpath - L’anello dei ghiacci
Islanda. Dintorni di Reykjavik. Il cielo non è mai stato così scuro e minaccioso. Le nuvole basse quasi toccano le nere acque del lago. Il detective Magnus Jonson vede a malapena il corpo, immerso nella foschia. È il cadavere di Agnar Haraldsson, uno dei più importanti studiosi dell'opera di Tolkien. La sua è una morte apparentemente assurda. Ma forse una spiegazione c'è, o quantomeno un indizio. Perché il professore, poco prima di morire, era entrato in possesso di un'antica saga nordica. Un prezioso manoscritto vecchio di ottocento anni, forse la saga da cui Tolkien ha preso ispirazione per scrivere II Signore degli Anelli. Ma del manoscritto e dei due uomini misteriosi che stavano trattando con lo studioso per impadronirsene si sono perse le tracce. Magnus non ha dubbi: deve ritrovarli e capire cosa faccia parte del mito e cosa della realtà. C'è una sola strada, scavare nel passato del professore. Un passato pieno di attività poco pulite e di personaggi inquietanti. Come l'enigmatica Ingileif. Dura e ribelle, ha vissuto un'infanzia segnata dalla tragedia e dalla menzogna. E non si fida di nessuno. Come Magnus, del resto. Anche lui è cresciuto in mezzo alla morte. E forse è l'unico in grado di conquistare la fiducia della ragazza. Perché è di lei che ha bisogno. È nei misteri della sua famiglia che si annida la verità. Una verità spaventosa.
Editore: Garzanti
Pagine: 354
Prezzo: 10,90 EURO


Giuseppe Pederiali - Il ponte delle sirenette
Abbandonata a sette anni sul Ponte delle Sirenette, ospite dell'orfanotrofio delle Stelline, adottata e ridotta in schiavitù, ragazza-madre, prostituta in via Fiori Chiari... La vita non ha sorriso alla bella Sirena, almeno fino all'incontro con Delio Tessa, l'avvocato autore di poesie dialettali splendide e cattive, che la salva dal manicomio di Mombello e dall'accusa di avere venduto la figlioletta. Sirena riesce a rifarsi una vita che culmina nell'incontro con Ignazio, enigmatico ebreo in fuga, apparso il giorno di Ferragosto del 1943, durante un bombardamento, con due valigie piene di libri che celano qualcosa di molto prezioso... Toccherà a un'altra Sirena, negli anni Sessanta, svelare i segreti più nascosti, con l'aiuto di Beppe Pedroni, giornalista innamorato di lei e della sua maniera di cantare le poesie di Tessa sul palcoscenico dei cabaret. La bambina sparita, il tesoro di Ignazio, la genìa delle sirene: il passato torna a lampi e illumina, riscalda ma anche rischia di bruciare il presente della giovane donna, attrice e cantastorie nella Milano dei giorni frenetici del boom e delle notti magiche con Giorgio Gaber, Ornella Vanoni, Luciano Bianciardi, Giorgio Strehler... Un romanzo lungo mezzo secolo, con due protagoniste più forti del destino e della storia scritta dagli uomini.
Editore: Garzanti
Pagine: 379
Prezzo: 9,90 EURO


Louisa Young - L’inverno si era sbagliato
Inghilterra, 1915. Come ogni mattina, Julia compie i rituali dell'attesa: lucida la casa alla perfezione, indossa l'abito più elegante che possiede e si acconcia i capelli, accorda il violoncello e poi si siede alla finestra. E aspetta. Aspetta che la promessa venga mantenuta, che suo marito Peter torni dal fronte. Anche Nadine aspetta, ripensando come ogni giorno a quell'amore tenero e spensierato sbocciato a Londra, sotto la neve d'inverno. Quello che nutre per Riley è un amore impossibile, contrastato aspramente dai genitori di Nadine. Ed è proprio per conquistarli che Riley è partito per il fronte, per quella guerra lampo che, dicevano tutti, sarebbe durata soltanto un inverno. Ma l'inverno si era sbagliato. Rose non ha tempo di aspettare. Infermiera in prima linea nel conflitto, ha visto troppi uomini feriti nel corpo quanto nell'anima aspettare soltanto una cosa, la morte. E c'è un filo sottile, fragile e capriccioso, fatto di messaggi dalla trincea, che Rose ha visto troppe volte spezzarsi. Julia, Nadine e Rose sanno che quella maledetta guerra è una lunga attesa ma, unite dalla medesima determinazione e dall'imprevedibilità del destino, scopriranno che quest'attesa può essere interrotta solo in un modo: con il coraggio dei loro cuori.
Editore: Garzanti
Pagine: 352
Prezzo: 11,60 EURO


Lucy Dillon - Il rifugio dei cuori solitari
Seduta di fronte all'antica scrivania di rovere, Rachel ascolta a malapena il borbottio dell'anziano notaio che sta sbrigando le ultime formalità testamentarie. Il suo sguardo è fisso sulla sua eredità: un muso piegato di lato e pieno di comprensione, due enormi occhi color ghiaccio, un orecchio nero floscio e l'altro bianco e dritto. Gem non è un cane come tutti gli altri, è il border collie dell'eccentrica zia Dot che, morendo, ha deciso di lasciare alla nipote una grande tenuta in campagna, un rifugio per cani abbandonati e soprattutto Gem, l'amico prediletto. Rachel non è certo un tipo da cani e la sua sofisticata e mondana vita a Londra non l'ha preparata al faticoso lavoro in campagna. Ma tutta la sua vecchia esistenza è appena andata a rotoli. Non tutto però è perduto e Rachel scopre, proprio grazie a Gem, di avere un sesto senso nel trovare i padroni più adatti a prendersi cura dei trovatelli del rifugio. Natalie e Johnny sono una coppia senza figli e solo le corte zampette di Bertie, un tenero basset hound, possono far tornare il sorriso sulle loro labbra. Zoe crede che la piccola labrador Toffee sia uno scomodo regalo dell'ex marito ai suoi figli. E Bill, un incallito cuore solitario, non sa resistere ai dolci occhi neri della barboncina Lulu, che lo guardano adoranti da sotto i ciuffi di pelo. A tutti loro Rachel dona una nuova opportunità per una vita migliore, ma dovrà essere forte abbastanza da dare una seconda occasione anche al suo cuore spezzato...
Editore: Garzanti 
Pagine: 488
Prezzo: 9,90 EURO


Olivia Lichtenstein - La madre che vorrei
A quarantacinque anni, Ros è sola: il suo matrimonio è finito, i suoi due gemelli sono partiti per un lungo viaggio e la morte della madre Lillian, avvenuta un anno prima, ha lasciato dietro di sé un vuoto incolmabile. A niente servono i nuovi tagli di capelli, gli audaci tatuaggi alla caviglia, le tisane calmanti e le sedute di yoga. Il vuoto e il senso di colpa le attanagliano lo stomaco. Perché Lillian voleva confidarle qualcosa di molto importante prima di morire e lei non l'ha ascoltata. Ed è proprio per cercare di rimediare al proprio errore che stanotte Ros è salita in soffitta. Una pallida luce lunare filtra attraverso il lucernario, illuminando la vecchia valigia che finalmente ha trovato il coraggio di aprire. Dentro, seminascosto tra vecchie lettere e fotografie, si trova un quaderno rilegato in pelle azzurra. È il diario di Lillian, una donna bellissima e particolare, con una personalità affascinante ma anche imprevedibile, che sembrava nascondere molti misteri dietro uno sguardo altero. Grazie alle pagine ingiallite Ros può finalmente riprendere il discorso così dolorosamente interrotto, e scoprire il segreto che l'ha sempre separata dalla madre. "La madre che vorrei" è un romanzo toccante e acuto che con sensibilità indaga l'amore conflittuale fra madre e figlia, un amore che alterna momenti di profondo affetto e ricerca di approvazione a momenti di irritazione e fuga. Un libro per ogni figlia che crede di conoscere sua madre fino in fondo.
Editore: Garzanti
Pagine: 348
Prezzo: 10,90 EURO


Barry Eisler - I senza nome
2006. Novantadue videoregistrazioni. Ore e ore di violenti interrogatori a presunti terroristi. Una crudeltà spietata di cui nessuno può e deve essere testimone. Ma i documenti improvvisamente spariscono, senza lasciare traccia. Per evitare scandali la CIA decide di insabbiare il caso. Solo che tre anni dopo Daniel Larison, un ex commando, si fa vivo affermando di essere in possesso di tutti i video. E richiede 100 milioni di dollari in diamanti. Entro cinque giorni altrimenti divulgherà tutti i contenuti su Internet. Ecco perché la CIA decide di richiamare sul campo il suo uomo migliore, Ben Treven, un agente segreto il cui compito era quello di stanare ed eliminare bersagli sensibili nella guerra al terrorismo. Ben è una macchina da morti solitaria, infallibile, e ha giurato di non voler avere più niente a che fare con gli sporchi giochi dell'esercito americano. Ma ora l'agente Treven non ha scelta. Solo i suoi superiori possono tirarlo fuori dalla prigione di Manila in cui si trova rinchiuso e da cui potrebbe forse non uscire mai più. Deve accettare l'incarico e tornare in servizio. In una spietata lotta contro il tempo, Ben scopre l'esistenza dei prigionieri fantasma, uomini misteriosamente scomparsi e mai più ritrovati dopo essere stati interrogati dalla CIA ma soprattutto si rende conto che i suoi capi stanno cercando di incastrarlo in una missione suicida. E Ben ha solo cinque giorni per dimostrare loro quanto si sbagliano.
Editore: Garzanti
Pagine: 368
Prezzo: 11,60 EURO


Tahmima Anam - Il suono del respiro e della preghiera
Bangladesh, 1984. Maya preme il viso contro il finestrino del vecchio treno sbuffante. Il binario della stazione di Dacca è invaso dalle urla dei ragazzini che vendono bibite fresche. Sono passati anni dalla fine della guerra d'indipendenza dal Pakistan. Anni in cui Maya ha lottato per la sua terra, salvando centinaia di vite in un piccolo ospedale di campagna. Adesso il paese è dominato da una dittatura e la parola d'ordine è dimenticare: tutti fingono che niente sia successo e che il sangue di migliaia di vittime innocenti non ha impregnato la polvere delle strade. Eppure Maya non riesce a togliersi dalla mente l'odore della rabbia e dei libri incendiati. Ma ora che sua cognata è morta è venuto il momento di tornare nella casa della sua infanzia. È il suo posto anche se tutto è diverso. Sohail, suo fratello, è un estraneo per lei. Ha bruciato tutti i suoi libri tranne il Corano, è diventato un fanatico e ha iniziato a predicare, seguito da folle di credenti che lo venerano come un musulmano esemplare. Ma dietro le sbarre della prigione spirituale che suo fratello ha costruito nella loro casa, Maya vede risplendere due tristi occhi grigi. Sono quelli del piccolo Zaid, figlio di Sohail, che cresce abbandonato a se stesso, privo di cure, amore e di qualsiasi tipo di educazione, proibiti dal fanatismo religioso del padre. Per salvarlo, Maya deve trovare la forza di ribellarsi e tornare a lottare per una libertà che adesso sembra solo un ricordo troppo lontano.
Editore: Garzanti
Pagine: 312
Prezzo: 9,90 EURO


Non è un gioco - Sophie Hannah
Londra. Sembra solo un gioco tra innamorati: "Raccontami la cosa più brutta che hai fatto". Stesa sul letto accanto a Aidan, il suo nuovo fidanzato, Ruth esita. Sa cosa significa sbagliare ed essere puniti per questo. Il suo passato nasconde un errore inconfessabile, che l'ha quasi distrutta. Ma ora è pronta a ricominciare, è convinta che Aidan sia l'uomo della sua vita. Ma la confessione del ragazzo è come un fulmine a ciel sereno. Ha ucciso una donna, tanti anni prima. Si chiamava Mary Trelease. Ruth è senza parole. L'idea che Aidan abbia potuto uccidere qualcuno la terrorizza, certo. Eppure c'è qualcosa che la sconvolge ancora di più. Perché lei conosce benissimo Mary Trelease. E Mary Trelease è viva e vegeta. Aidan sta mentendo oppure la sua mente gli sta giocando un brutto scherzo? Solo la polizia può scoprirlo. A occuparsi del caso è Charlotte Zailer, detta Charlie, sergente della polizia locale. La donna non ha dubbi: la versione di Ruth è piena di incongruenze, come anche quella di Aidan. I due fidanzati nascondono segreti atroci e oscuri, segreti che forse dovrebbero rimanere sepolti. Ma adesso è troppo tardi. E quando la violenza erompe di nuovo, Charlie capisce che non c'è alternativa, bisogna partire dall'inizio, dalle origini di quel gioco troppo pericoloso che ha portato a un incubo peggiore della morte.
Editore: Garzanti
Pagine: 509
Prezzo: 11,60 EURO

Sophie Hannah racconta "La culla buia": recensione ed intervista alla regina anglosassone della suspence

Avere un blog letterario ti concede talvolta delle belle occasioni, una delle quali è la possibilità di intervistare autori dal calibro internazionale. E' quello che siamo state orgogliose di fare in questi giorni -uso il pluralia maiestatis a nome del blog, ma dell'intero articolo, compresa la traduzione dell'intervista, si è curata Surymae, la nostra esperta di manga- grazie alla gentile disponibilità di Sophie Hannah, poetessa e scrittrice affermata di thriller psicologici, al suo nono romanzo tradotto in Italia grazie a Garzanti, che detiene i diritti sui suoi libri. Ultima "fatica" sbarcata in Italia il 3 maggio (uscita però all'estero già due anni fa) è La culla buia, con cui ha scalato le classifiche del Regno Unito e si è riconfermata "regina indiscussa del romanzo psicologico anglosassone". 
Le facciamo quindi un caloroso ringraziamento per il tempo dedicatoci e vi lasciamo alla recensione e all'intervista.


Titolo: La culla buia
Titolo originale: A Room Swept White
Autore: Sophie Hannah
Editore: Garzanti Libri (3 maggio 2012)
Collana: Narratori moderni
Pagine: 450
Prezzo: € 18.60
ISBN-10: 8811681758
ISBN-13: 978-8811681755



L'incubo inizia sempre nello stesso modo. È stata una lunga nottata, il pianto del neonato intermittente, la stanchezza che ti attanaglia gli occhi. Non puoi dormire, semplicemente non puoi. Ma finalmente, alle prime luci dell'alba, il bambino si è addormentato. E tu sei crollata dalla stanchezza. Solo pochi minuti, appena riaperti gli occhi sei subito corsa verso la culla per vedere le sue manine paffute protendersi verso di te. Ma il piccolo è immobile. Lo tocchi, e non respira più? Per molte donne questo è solo un brutto sogno da cui risvegliarsi in un bagno di sudore. Ma per Helen Yardley, Ray Hines e Sarah Jaggard l'incubo è continuato anche una volta sveglie. Il loro bambino è morto, senza una ragione apparente. Tutte loro sono state accusate di infanticidio e ci sono voluti lunghi processi e molti anni di prigione, prima che fossero scagionate. «Morte in culla» è il verdetto finale. Fliss Benson è una giovane produttrice televisiva, a cui viene affidato l'incarico di girare un documentario sulla loro vicenda. Vittime di un errore giudiziario o pericolose assassine che sono riuscite a farla franca? A Fliss non interessa. Questo è l'ultimo progetto a cui vorrebbe lavorare, perché la morte dei piccoli innocenti riapre in lei una ferita mai sanata che riguarda il suo passato. Un trauma segreto che non ha mai rivelato a nessuno. La mattina in cui sta per rinunciare all'incarico riceve un biglietto con sedici cifre. Un biglietto oscuro e ricattatorio. A indagare sulla minaccia è la poliziotta Charlie Zailer, la quale scopre che gli stessi numeri sono stati inviati anche alle tre donne accusate di infanticidio. E quando vengono trovate assassinate una dopo l'altra, Fliss capisce che per salvarsi la vita deve trovare la verità, e molto, molto in fretta? Sophie Hannah è la regina indiscussa del romanzo psicologico anglosassone. Nessuno è come lei nell'incredibile capacità di distillare l'essenza delle paure che ognuno di noi nasconde nel profondo dell'animo. La culla buia ha subito scalato le classifiche del Regno Unito e il successo è in continua crescita, tanto che tutta la critica si trova concorde nell'affermare: «Tensione, il tuo nome è Sophie Hannah».


Recensione

Recensione, intervista e traduzione a cura di Surymae Rossweisse

Voto: 

Sugli scaffali delle nostre librerie ritorna una vecchia conoscenza: Sophie Hannah. Come sempre, con un thriller psicologico complesso ed avvincente quanto basta: “La culla buia”, pubblicato da Garzanti.

Dalla seconda metà degli anni '90 fino ai primi anni 2000 un'ondata di infanticidi sconvolge il Regno Unito. Protagoniste loro malgrado della vicenda sono le imputate Helen Yardley, Rachel “Ray” Hines e la babysitter Sarah Jaggard. Come al solito in casi dal forte impatto mediatico, l'opinione pubblica si divide in due fazioni: l'innocentista, capitanata dal giornalista Laurie Nattrass e l'organizzazione da lui creata per l'occasione, il JIPAC; la colpevolista, che trova veritiera la tesi dell'affermata dottoressa Judith Duffy.
In primo grado le donne vengono condannate; tuttavia, anche grazie ad una massiccia campagna mediatica, in secondo grado tutte e tre vengono riconosciute non colpevoli. La dottoressa Duffy rischia di essere radiata dall'albo dei medici per il suo operato, ritenuto volto non a garantire la giustizia ma a distruggere famiglie senza alcun motivo.

Questa terribile pagina del crimine sembra conclusa, ma non lo è. Nell'ottobre 2009 Helen Yardley viene trovata morta, al suo fianco una curiosa griglia formata da sedici numeri. Sull'omicidio indagano i poliziotti Simon Waterhouse e Charlie Zailer – protagonisti anche degli altri romanzi di Sophie Hannah, ndr.
 Lo stesso giorno una copia del biglietto trovato sul luogo del delitto perviene a Fliss Benson, una dipendente di Laurie Nattrass (di cui è segretamente innamorata). Quest'ultimo le ingiunge di prendere le redini del suo magnus opus: un documentario sui casi giudiziari sopraccitati. Fliss è riluttante, complice anche una sua dolorosa esperienza personale, ma resistere alla tentazione di avere la possibilità di conoscere la verità una volta per tutte è dura.

Personalmente non conosco altri libri di Sophie Hannah, ma “La culla buia” è un romanzo maturo, frutto dell'esperienza. Ciò si nota in primo luogo nell'impianto narrativo, piuttosto preciso e scelto apposta per far risaltare al meglio le caratteristiche della storia. 
Potremmo quasi dire che la trama comincia in medias res: il lettore conosce di seconda mano gli eventi sopraccitati, ma non li vede mai svolgersi. Indubbiamente sarebbe stato comunque un buono spunto partire dai casi di infanticidio ed i loro complicati processi, ma non è questa la priorità dell'autrice. Inoltre, così il lettore è costretto ad affidarsi alle ricostruzioni degli altri personaggi, senza mai sapere se questi dicono la verità o meno. Il risultato è decisamente avvincente, come del resto dovrebbe essere ogni buon thriller.
Anche il piano dell'assassino è ricostruito con cura, non lesinando dettagli: forse anche troppo, visto che potrebbe essere difficile, a lettura finita, ricollegare tutti i passaggi ed i piccoli indizi seminati nel resto del libro. Ciò è un pregio ed un difetto stesso, perché così è chiaro (se non lo fosse stato già prima) che Sophie Hannah crede ne “La culla buia”.

Per avere una buona visione d'insieme e non tralasciare niente la trama è gestita principalmente da due punti di vista: Simon e Fliss, rispettivamente dedicati alla caccia dell'assassinio ed il chiarimento sugli antefatti. Il primo ricorda ricorda su molti punti i serial thriller americani,  affermati anche in Italia. Abbiamo la corsa contro il tempo per impedire all'assassino di mietere altre vittime, e il mistero dietro la sua firma; le interrogazioni, tra cui non manca il classico testimone inaffidabile; persino il profiling, ossia lo stendere il possibile modus operandi, carattere ed abitudini del killer. Tecnicamente queste scene sono quelle fatte meglio, e sicuramente più avvincenti.
La bravura di Sophie Hannah rimane immutata, ma probabilmente la vicenda di Fliss coinvolge meno, un po' perché meno votata all'azione e in buona parte perché la narratrice è parziale – vedi il suo coinvolgimento con Laurie. Non aiuta che delle tre possibili infanticide la nostra entri in contatto soltanto con una, Ray.

...Visto che siamo in argomento, parliamo ora dei personaggi. Possiamo dire senza dubbio che Fliss sia la protagonista, ma non sempre si dimostra la scelta migliore per l'economia del romanzo. Il motivo è il suo amore per Laurie, a cui viene dedicato troppo spazio: la sua quasi ossessione è realistica, ma dubito che un eventuale lettore de “La culla buia” preferisca questa sottotrama a quella principale. Inoltre questa passione porta la protagonista a delle scelte folli, che attentano alla sua sicurezza e che non sono in alcun modo giustificate: a che pro farla passare per il personaggio che ha lo stesso grado di conoscenza del lettore – vale a dire nullo – se poi si comporta in maniera implausibile? Anche la sua storia personale non viene gestita al massimo delle potenzialità: si rischia di rimanere delusi quando si conosce la verità.

Altri personaggi di rilievo sono vecchie conoscenze, Simon Waterhouse e Charlie Zailer (che a dire il vero fa più che altro un cammeo), e il loro ambiente. Purtroppo il loro essere già noti non è a vantaggio della loro introspezione psicologica, invero carente: probabilmente questa si è compiuta negli altri romanzi, e quindi abbiamo dei personaggi stabili. A fine storia i loro cambiamenti caratteriali sono minimi, e dire che l'autrice con Charlie non lesina gli eventi drammatici. A proposito di quest'ultima, la sua storia viene soltanto accennata: sappiamo che dal 2006 è stata ridotta all'inattività quasi totale, ma il perché non ci viene mai detto. Viene spiegato in un altro libro, ma chi non l'ha letto – perché magari non sapeva del legame con la precedente produzione – non lo sa.
Dato il tempo in cui appare in scena, ci si aspetterebbe di più da Simon, ma purtroppo si viene disillusi in fretta. Le sue maggiori caratteristiche – il talento nel definire il profilo dell'assassino e l'odio per il suo superiore, Giles Proust – è come se cadessero dall'alto: la prima è più che altro dettata da esigenze di trama, la seconda non dipende strettamente dal personaggio. E' assoggettato alla storia, non ha una personalità definita.

Se con i buoni il quadro è quasi deludente, maggiori soddisfazioni si hanno dai personaggi ambigui. Laurie, anche se bisognerà aspettare la fine per capire che razza di persona sia; Proust, il cui essere affezionato ad Helen è l'unico elemento che lo redime e che ci fa capire che forse Simon ne esagera i tratti negativi. Ray poi ha un ampio ruolo nella storia, ed il suo essere cauta nell'aprirsi alla vita dopo le tragedie capitategli è trattato con grande cura. Non sempre le sue scelte convincono, ma rimane comunque un personaggio carismatico nella sua drammaticità.
Non si può poi non citare la dottoressa Duffy, la regina dell'ambiguità. Da un lato ne abbiamo l'immagine dispregiativa di Nattrass, che la dipinge – in modo piuttosto semplicistico, cosa che persino Fliss nota – come la cattiva della situazione, una donna che per mera popolarità condanna madri innocenti la cui unica colpa è stata perdere i figli. Quando però la parola passa a lei le cose cambiano: notiamo una persona il cui unico scopo è quello di tutelare i bambini. Lei stessa si pente dei suoi gesti e dei suoi pareri, forse troppo perentori: ma il fine giustifica i mezzi... o no?

Come ogni buon thriller psicologico, le tematiche sono importanti, d'attualità, ed offrono ottimi spunti di riflessione. In questo caso, la parte da leone la fa la spettacolarizzazione dei processi, di cui purtroppo anche in Italia abbiamo degli esempi molto recenti. I giornalisti influenzano pesantemente l'opinione pubblica con le loro idee personali – nel romanzo, ad esempio, la crociata di Laurie contro la Duffy – col rischio anche di influenzare l'esito del processo. E' uno dei temi principali de “La culla buia”, e la critica a questi comportamenti è evidente quanto necessaria.
Interessante inoltre la parte relativa alla morte in culla. In medicina si chiama SIDS, Sudden Death Infant Syndrome, e l'autrice ce ne spiega i dettagli con molta cura – infatti nei ringraziamenti sono citate le sue fonti. Ma in certi casi, purtroppo, è difficile capire la differenza tra la SIDS ed eventuali maltrattamenti...

Lo stile di Sophie Hannah non ha particolari virtuosismi, ma in fondo in una storia così cupa avrebbero rischiato di stonare e di distogliere l'attenzione dai fatti importanti. I punti di vista sono gestiti efficacemente, anche grazie all'uso nel caso di Fliss della prima persona singolare e per Simon la terza persona limitata: così ogni personaggio ha la sua “voce” ben distinta. A volte ne “La culla buia” si sconfina in altri generi oltre la narrativa, come l'articolo di giornale o l'intervista: la scrittrice si dimostra sorprendentemente versatile, e questo non può che farle onore.

“La culla buia” è un romanzo onesto, che vale la pena di leggere per i suoi argomenti non convenzionali ed attualità e per il suo essere avvincente, ma senza la pesantezza o un eccessivo prendersi sul serio. Di sicuro non è un capolavoro ed i difetti non mancano, ma è altrettanto certo che sia un lavoro sopra la media.


Interview with...

Sophie Hannah


Sophie Hannah vive nello Yorkshire con il marito e i due figli. È poetessa e autrice di racconti che le hanno valso premi prestigiosi, tra cui il Daphne Du Maurier Festival Short Story Competition. I suoi romanzi, editi in sedici paesi, sono saliti al vertice delle classifiche a poche settimane dall'uscita. Per Garzanti ha già pubblicato con successo Non è mia figlia, Non ti credo, Non è lui e Non è un gioco. Il suo sito web è www.sophiehannah.com.




1)    Benvenuta su "Dusty Pages in Wonderland". Potresti per favore presentare te e "La culla buia"? 

I am Sophie Hannah, a writer of psychological thrillers and poetry.  A Room Swept White is my fifth crime novel, and features my series detective characters Simon Waterhouse and Charlie Zailer.

Sono Sophie Hannah, una scrittrice di thriller psicologici e di poesia. "La culla buia" è il mio quinto romanzo giallo, e ha come personaggi i detective della mia serie, Simon Waterhouse e Charlie Zailer.


2) Quali sono stati gli spunti di questo romanzo, e dei suoi particolari temi?  

A Room Swept White deals with several controversial subjects, including imprisonment for infanticide, and was influenced by several real life UK cases, such as Sally Clark, Angela Cannings and Trupti Patel, all of whom were accused of murdering their own children, and all of whom protested with innocence.  It was the convictions of Sally Clark and Angela Cannings, and the acquittal of Trupti Patel, and all the fascinating apparent contradictions involved in those cases, that made me want to write A Room Swept White. These were cases in which there seemed to be no evidence whatsoever apart from the disputed medical evidence. No one had witnessed anything, no one really knew anything - it was just a question of one expert witness's analysis of tissue samples versus another's. I was interested in the way that Clark and Cannings were demonised at first, then later they were released and the expert who'd testified against both of them, Professor Sir Roy Meadow, was demonised for allegedly being on a 'cot-death mothers witch-hunt'. And then these women were released and we were told they were no longer murderous monsters - now they were tragic victims. And all the time, the truth about what had caused all those babies' deaths hadn't changed, and no one (apart from the women involved) could possibly know for sure what it was. I became fascinated by the stories we authoritatively tell ourselves and each other in the absence of solid facts - it seems we (as a society) are most certain and opinionated when we have the fewest facts at our disposal. I made sure, however, when I was writing the book, to create fictional cases rather than base my characters and the specifics on Clark, Cannings and Patel - I wanted to know whether my characters had or hadn't killed their babies, so if I used totally fictional characters, I was able to decide that without falsifying anyone's true story.

"La culla buia" tratta di parecchi argomenti controversi, come l'incarcerazione per infanticidio, ed è stato influenzato da diversi casi veri in Gran Bretagna, come Sally Clark, Angela Cannings and Trupti Patel, tutte quante accusate di aver ucciso i loro bambini, e tutte quante si dichiaravano innocenti. Sono stati i processi di Sally Clark e Angela Cannings, e l'assoluzione di Trupti Patel, tutte le affascinanti ed apparenti contraddizioni contenute in questi casi che mi hanno fatto voler scrivere "La culla buia". Quelli erano casi in cui non sembrava esserci alcuna prova schiacciante a parte la discussa prova medica. Nessuno aveva testimoniato niente, nessuno in realtà sapeva niente - era soltanto questione della testimonianza di un esperto su un'analisi di un campione di tessuto contro un'altra. Ero interessata nel modo in cui Clark e Cannings erano state dapprima demonizzate, in seguito vennero rilasciate e l'esperto che aveva testimoniato contro tutte e due, il professore Sir Roy Meadow, attaccato per essere un presunto "cacciatore di madri della morte in culla" [ in originale "cot-death mothers witch-hunt", ndr]. Poi queste donne vennero rilasciate e ci fu detto che non erano più mostri omicidi - ora erano vittime. E per tutto quel tempo, la verità su cosa aveva causato la morte di tutti quei bambini non era cambiata, e nessuno (a parte le donne coinvolte) poteva sapere con certezza qual era. Diventai affascinata dalle storie che ci diciamo in modo autorevole a noi stessi ed agli altri in assenza di fatti concreti - sembra che noi (come società) siamo ancora più certi quando abbiamo ancora meno fatti a disposizione. Mi sono accertata, comunque, quando scrivevo il libro, di creare casi di finzione piuttosto che basare i miei personaggi e i dettagli su Clark, Cannings and Patel - volevo sapere se le mie protagoniste avessero o meno ucciso i loro bambini, quindi ho usato personaggi totalmente inventati, sono stata in grado di decidere senza falsificare nessuna storia vera.


3) E' stato difficile creare la trama ed assemblare le sue parti? Il piano del killer, ad esempio, è davvero complicato. E' stato difficile da stendere su carta?   

Yes, the plot is quite intricate and complex, but, no, it wasn't hard to put it all down - or at least it wasn't as hard as it would be for me to write a simple, straightforward book! I suppose my mind just works in a complicated way, and I believe human beings are inherently complex and contradictory.  I like to write about the world as I see it, in all its strangeness, and I've found that the only way I can do that is via quite intricate plotting and complex psychology.  So that's become sort of the trademark of my books!

Sì, la trama è piuttosto intricata e complessa, ma no, non è stata difficile da buttare giù - o almeno non lo è stato per me quanto lo sarebbe scrivere un libro semplice e diretto! Suppongo che la mia mente lavori in un modo complicato, e credo che gli esseri umani siano di per sé complessi e contradditori. Mi piace scrivere sul mondo come lo vedo io, in tutta la sua stranezza, e ho scoperto che l'unico modo in cui posso farlo è attraverso trame intricate e psicologia complessa. Quindi è diventato una sorta di marchio di fabbrica dei miei libri!


4)    Come tanti altri, i protagonisti del romanzo sono Simon Waterhouse e Charlie Zailer, che appaiono nelle tue precedenti produzioni. Potresti spiegare a chi non ha letto quei romanzi chi sono?


Charlie and Simon’s relationship is a very strange one. He is a man who is controlled by his parents, obsessed with hatred for his boss and he seems unable to handle any situation requiring intimacy. He and Charlie are engaged to be married, but they have never kissed or even been on a date! Charlie would like to have a more normal romantic relationship, but Simon doesn't seem capable of it.  A lot of my readers wonder why Charlie puts up with him.  It's because he's brilliantly clever, and completely unique. Charlie knows that anyone else she might be with would be more ordinary and less compelling - Simon is a mystery she is determined to solve one day, and so she is as keen as she's ever been on him because the suspense is still there. And, in his way, he adores her. Yes, he'd be extremely frustrating as a romantic partner, but Charlie has been madly in love with him practically since she first laid eyes on him, and she would rather be with him, miserable and frustrated, than without him and even more miserable. And things do improve (slightly!) on the intimacy front in book number 6, the one after A Room Swept White! 

La relazione tra Charlie e Simon è molto strana. Lui è un uomo che è controllato dai suoi genitori, ossessionato dall'odio per il suo capo e non sembra in grado di affrontare qualunque situazione riguardante la sfera intima. Lui e Charlie sono fidanzati, e si stanno per sposare, ma non si sono mai baciati, non hanno nemmeno avuto un appuntamento! Charlie vorrebbe avere una normale relazione amorosa, ma Simon non ne sembra capace. Un sacco di miei lettori si chiedono perché Charlie sta con lui. E' perché è brillante ed intelligente, e assolutamente unico. Charlie sa che chiunque si potrebbe mettere sarebbe più ordinario e meno irresistibile - Simon è un mistero che lei è determinata a risolvere prima o poi, e quindi ha un debole per lui da sempre perché il mistero è ancora lì. E, a modo suo, lui l'adora. Sì, potrebbe essere estremamente frustrante come partner, ma Charlie è pazzamente innamorata di lui praticamente dalla prima volta che l'ha visto, e preferirebbe piuttosto essere con lui, infelice e frustrata, che senza di lui ed ancora più infelice. E poi le cose migliorano (un pochino!) sul fronte dell'intimità dal sesto libro, quello dopo "La culla buia"!


5)    La maggior parte dei personaggi de "La culla buia" sono decisamente ambigui, soprattutto la dottoressa Duffy. Perché? C'è un significato preciso dietro a questa scelta?


Yes - I didn't want to create the traditional 'goodies' and 'baddies' because I find it more interesting to explore moral ambiguities.  So, in A Room Swept White, although there are several characters who do great harm to others, and even kill them on occasion, there is no one who is out and out evil - not even the person who turns out to be the murderer.  The killer is lashing out because he/she is in so much pain.  There is no moral black and white in this novel - everyone has made terrible mistakes.  This is truer to my vision of real life than a scenario in which good guys catch bad guys!  I think most people who do serious harm to others are people who are in terrible pain themselves.  I'm not excusing violence at all, but I do believe it helps to understand its roots.


Sì - non volevo creare i tradizionali buoni e cattivi perché trovo le ambiguità morali più interessanti da esplorare. Perciò ne "La culla buia", anche se ci sono parecchi personaggi che feriscono gli altri, a volte li uccidono anche, non c'è nessuno totalmente cattivo - nemmeno la persona che si scopre essere l'omicida. Il/la killer attacca violentemente in quel modo perché soffre davvero tanto. Non c'è una morale "bianco o nero" - tutti hanno fatto terribili errori. E' più reale nella mia visione della vita che uno scenario in cui i buoni catturano i cattivi! Penso che la maggior parte della gente che fa davvero male agli altri siano persone che soffrono loro stesse da morire. Non giustifico la violenza, affatto, ma credo che aiuti capire le sue radici.


Fiona Sampson
 6)    Parliamo un attimo del titolo originale del romanzo, [A Room Swept White, ndr] ispirato da una poesia di Fiona Sampson. Perché hai pensato fosse adatto al libro? Secondo te che significato ha la poesia?

Titles are very important to me. Basically, I can't start writing a novel unless I have a title that I find intriguing and inspiring. This is why my psychological thrillers are called things like Little Face, Hurting Distance and The Other Half Lives rather than Dead Kill or Bloody Death or anything obvious like that! A Room Swept White is a line from a poem by British poet Fiona Sampson - as soon as I read the poem, that line stuck in my mind and I knew it was going to be the title of my next book. It was very appropriate, because the poem is all about women in cells who have lost or given up everything, and have only hope left in their lives to keep them going.  A Room Swept White is about women who were wrongly convicted of murdering their children but are all hoping to start again and escape the prisons of their grief...so it seemed a fitting title. 

I titoli sono molto importanti per me. Sostanzialmente non riesco a scrivere un romanzo a meno che non abbia un titolo che trovi intrigante e stimolante. Questa è la ragione per cui i miei thriller psicologici sono chiamati ad esempio "Little Face" ["Non è mia figlia" in italiano... ndr] "Hurting Distance" ["Non ti credo"], "The other half lives" [Non è un gioco] piuttosto che "Morto", "Omicidio" o "Morte sanguinosa" o altre ovvietà del genere! "A room swept white" è un verso di una poesia della poetessa inglese Fiona Sampson - non appena ho letto il testo, quel verso è entrato nella mia testa e sapevo che sarebbe stato il titolo del mio libro successivo. Era molto appropriato, perché la poesia parla di donne in cella che hanno perso o hanno mollato tutto, e l'unica cosa che rimane loro per andare avanti è la speranza. "La culla buia" parla di donne che erano state erroneamente processate per aver l'uccisione dei loro figli ma tutte sperano di ricominciare ed evadere dalle prigioni dei loro dolori... quindi sembrava un titolo adatto.


7)    In generale ti ispiri a fatti reali e a casi giudiziari esistenti?

No, usually my ideas for novels come from my real life - it was very unusual for me to base a novel around a news story!  But it helps to keep my writing fresh if I don't do it exactly the same way each time!

No, di solito le mie idee per i romanzi provengono dalla vita vera - era davvero poco comune per me basare un libro su una storia di cronaca! Ma aiuta a mantenere il mio modo di scrivere fresco so se non faccio esattamente alla stessa maniera tutte le volte!


8)    Hai già idee per un nuovo romanzo? Ci saranno di nuovo Waterhouse e Zailer?

Yes, my next novel, Lasting Damage, is already published in the UK and should be published in Italy next year.  It starts with a woman, Connie, looking at a property website in the middle of the night. The reader doesn't know why she wants to look at a particular house that she knows is for sale - 11 Bentley Grove, Cambridge - but it's clear she's interested in this house, not just browsing in general. She sees a button saying 'Virtual Tour' and clicks on it, and when the image of the house's lounge fills the screen, there is a woman's
dead body in it, lying face-down in a huge pool of blood. In shock, Connie rushes to wake her husband, Kit, but by the time he sits down at the computer, the body and the blood have disappeared, and Connie can't persuade anyone to believe her...

Sì, il mio prossimo romanzo, "Lasting Damage" ["Pericolo permanente", potrebbe essere una traduzione in italiano, ndr] è già pubblicato in Gran Bretagna e dovrebbe essere edito in Italia l'anno prossimo. Tutto comincia con una donna, Connie, che guarda un sito di case nel bel mezzo della notte. Il lettore non sa perché vuole vedere una particolare abitazione che sa che è in vendita - il numero 11 di Bentley Grove, a Cambridge - ma è chiaro che ne è interessata, non sta soltanto dando sfogliando il sito in generale. Vede un bottone che recita "Tour virtuale", ci clicca sopra, e quando l'immagine del salotto di casa riempie lo schermo, laggiù c'è una donna morta, che giace a faccia in giù in una gran pozza di sangue. Scioccata, Connie si precipita a svegliare suo marito, Kit, ma per quando lui si siede davanti al computer il corpo ed il sangue sono spariti, e Connie non può persaduere nessuno a credere in lei...

martedì 26 giugno 2012

Novità: Shades. Jack lo Squartatore è tornato di Maureen Johnson

A cura di Miki


Jack lo Squartatore è tornato. Un paranormal thriller che catturerà i lettori: romantico come Ghost ma con tutta la tensione del Sesto Senso.

The Name of the Star (Shades of London, #1)Esce oggi 26 giugno, per Mondadori Crysalide, Shades. Jack lo Squartatore è tornato (pp. 396 - 16,00 euro), primo volume della serie Shades of London della scrittrice americana di young adult Maureen Johnson, conosciuta in patria per Suite Scarlett e 13 Little Blue Envelopes, ancora inediti in Italia. The Name of the Star, questo il titolo originale del romanzo, ha totalizzato su Goodreads quasi quattro stelline, mentre il secondo volume della serie, The Madness Underneath, addirittura quattro e mezzo. Rispetto ai suoi precedenti lavori, questa volta Maureen Johnson ci presenta un thriller dai risvolti sovrannaturali, ambientato in una Londra romantica e sinistra, a metà tra passato e presente. L'autrice va a rispolverare la famosissima "leggenda" di Jack lo Squartatore, il serial killer che nel 1888 terrorizzò il quartiere londinese di Whitechapel e le zone vicine, e la inserisce in un contesto più ampio che andremo a scoprire di pagina in pagina. La protagonista di Shades, Rory Deveaux, americana della Louisiana trasferita a Londra per studiare in uno dei collegi più prestigiosi della città, si troverà suo malgrado ad affrontare la Rippermania, che dilagherà di nuovo a distanza di un secolo in una Londra di nebbia e delitti. Il personaggio di Rory, ben caratterizzato e delineato, stupisce per l'intelligenza e lo humour con cui descrive il mondo che la circonda e soprattutto per l'arguzia con cui spesso definisce il popolo inglese e le sue abitudini. Una menzione speciale va infine alla suggestiva copertina in stile dark con tanto di piccolo cimitero d'atmosfera sullo sfondo.

Qui potete leggere in anteprima un estratto del libro originale (ben 78 pagine!) http://www.scribd.com/doc/63600546/The-Name-of-the-Star-Shades-of-London-1-by-Maureen-Johnson

Qui trovate invece il booktrailer ufficiale direttamente dal canale della Penguin Young Readers http://www.youtube.com/watch?v=dMXtrGNN9rw



Shades. Jack lo Squartatore è tornato - Maureen Johnson
Rory è appena arrivata a Londra dall’America per cominciare una nuova vita in una nuova scuola. Ma proprio il giorno del suo arrivo, un brutale omicidio sconvolge la città, tanto più spaventoso perché riconosciuto come l’imitazione del primo assassinio di Jack lo Squartatore, il serial Killer che nel 1888 conquistò con la sua efferatezza le cronache di tutto il mondo. La polizia è senza indizi e senza testimoni, ma ancora per poco: sarà proprio Rory a notare un uomo misterioso sul luogo del secondo, feroce delitto. Ma perché la sua amica, che era a fianco a lei, non ha visto nulla? Se è un fantasma quello che Rory ha visto, certo non è meno pericoloso di un omicida in carne e ossa: però richiede l’intervento di un corpo segreto di polizia, una squadra che aiuterà Rory a scoprire poteri che finora non sospettava di avere.




Maureen JohnsonMaureen Johnson
Maureen Johnson, nata in Pennsylvania è un’affermata autrice di romanzi per giovani adulti. Vive a New York e su Twitter.

lunedì 25 giugno 2012

Anteprima: La casa del vento e delle ombre di Deborah Lawrenson


A cura di Miki


The LanternEsce il 3 luglio per Piemme La casa del vento e delle ombre (pp. 384 - € 18,50)di Deborah Lawrenson, scrittrice e giornalista inglese con all'attivo già cinque libri ancora inediti in Italia. The Lantern, questo il titolo originale, ha ottenuto tre stelline e mezzo su Goodreads e buoni giudizi dai lettori e dagli addetti ai lavori. Secondo l'autrice, La casa del vento e delle ombre voleva inizialmente essere un omaggio al romanzo gotico ma anche una rivisitazione di Rebecca in chiave moderna, ambientata questa volta in Provenza. Eve, la protagonista del libro, e l'eroina senza nome uscita dalla penna di Daphne du Maurier hanno infatti molto in comune: entrambe hanno sposato e amano un uomo conosciuto da poco ed entrambe si sono trasferite in una grande villa dove si respira ancora la presenza di una misteriosa ex moglie. La casa del vento e delle ombre esplora il sottile confine tra immaginazione, realtà e paura dell'ignoto e ci racconta il passaggio dalle prime fasi dell'innamoramento ai dubbi che possono sorgere nella vita di tutti i giorni una volta che il batticuore iniziale è stato archiviato. La narrazione è incastonata nel paesaggio della Provenza, sapientemente descritto sotto ogni aspetto, tanto da farci sentire odori, sapori e suoni provenienti dalla villa e dai terreni che la circondano. Il nuovo libro di Deborah Lawrenson non si ispira solo a Rebecca di Daphne du Maurier ma in alcuni punti ricorda anche Jane Eyre, soprattutto nell'ambientazione, quella grande casa dove si svolge parte del famosissimo romanzo di Charlotte Brontë, e nella storia della protagonista con Mr. Rochester. Non ci resta quindi che scoprire quanto ci sia di vero dietro le presunte apparizioni avvenute a Les Genevrier, dimora di Eve e suo marito Dom: manifestazioni spiritiche, finzione o piuttosto proiezioni psicologiche delle paure dei personaggi?


La casa del vento e delle ombre - Deborah Lawrenson
Il giorno in cui Eve incontra Dom, durante una vacanza in Svizzera, capisce di aver finalmente trovato l'uomo della sua vita. Lui è affascinante, maturo e, soprattutto, il suo passato è avvolto nel mistero. Dopo qualche settimana trascorsa insieme, Dom le propone di seguirlo nella vecchia casa di famiglia, Les Genevrier, una villa abbandonata da anni, fra i campi di lavanda nel sud della Francia. La loro prima estate insieme si rivela meravigliosa, le giornate trascorrono pacifiche tra la musica, i libri e i profumi della campagna. Un giorno, però, qualcosa s'incrina. Le insistenti domande di Eve sul suo passato spingono Dom a una freddezza che non aveva mai dimostrato. E poi ci sono le strane ombre che continuano ad apparire in giardino e che sembrano scrutare ogni movimento di Eve. La casa che inizialmente l'aveva accolta ora pare sfidarla in un modo che la razionalità non può e non vuole comprendere. Mentre Dom, dal canto suo, sembra sapere molto più di quanto voglia ammettere.


"Ho adorato questo romanzo gotico moderno ambientato in Provenza, pieno di profumi, colori e mistero. Ti coinvolge fin dall'inizio e tesse la sua oscura e rigogliosa magia intorno a te". 
Tatiana de Rosnay, autrice de La chiave di Sarah e Segreti di famiglia



Qui sotto un estratto del libro direttamente dal sito dell'autrice
Qui invece la preview ufficiale estrapolata dalla pagina Youtube di Deborah Lawrenson http://www.youtube.com/watch?v=G_PT81cw_PY


Deborah LawrensonDeborah Lawrenson
Deborah Lawrenson è cresciuta in Kuwait, Cina, Belgio, Lussemburgo e Singapore. Ha studiato inglese a Cambridge e ha lavorato come giornalista per vari quotidiani e riviste, tra cui il Daily Mail, il Mail on Sunday, e il magazine Woman’s Journal. Vive nel Kent, in Inghilterra, ma trascorre più tempo possibile con la sua famiglia in un piccolo villaggio della Provenza, dove è ambientato La casa del vento e delle ombre.

domenica 24 giugno 2012

On my wishlist (30)

Hosted by Book Chick City 


Buona domenica lettori! Come ogni due settimane, aggiorniamo la nostra lista dei desideri. Ne approfitto per raccontarvi un po' di cose: sto leggendo Cinquanta sfumature di grigio. Sì, il chiacchieratissimo romanzo erotico che tanti effetti benefici ha avuto sulla vita matrimoniale delle coppie di mezza America è finito sulla mia scrivania. Non volevo leggerlo, ma ne parlano tutti  - è questa la strategia di marketing più proficua!! Ne parlano tutti (anche molto male), quindi mi incuriosisco e lo leggo-. E' quello che è successo a me, fa pena ma lo leggo. Sono arrivata ad un punto morto perché mi annoio da morire, non sono sicura che scriverà la recensione (dovrei, ma ribadirei l'ovvio, è come sparare sulla Croce Rossa) o forse addirittura ve ne parlerò in una video recensione. Tutto questo nonostante ci siano miliardi di libri che devo leggere. Non so cosa non funzioni nel mio piano di lettura, sono oberata di lavoro (studio, blog, letture, impegni lavorativi vari) e leggo 'sta roba. 
Comunque, per arrivare alla nostra On my wishlist, tra i contemporanei di questa settimana c'è l'ultimo libro di Virginia de Winter, in uscita il 13 luglio: Black Friars. L'ordine della penna (potete leggere l'anteprima QUI). Accanto a questo mi piacerebbe leggere Il bambino sbagliato di Francesca Kay, edito da Bollati Boringhieri, di cui potete leggere la trama qui sotto e che mi incuriosisce moltissimo. Tra i classici, invece, in questa puntata metto I vicerè di De Roberto, soprattutto perché mi interessa un confronto con Il gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.

Tra i classici:

I VicerèI vicerè - Federico De Roberto  
Il romanzo narra la storia della nobile famiglia siciliana degli Uzeda nell'arco di tempo che va dai primi moti dell'isola alle elezioni del 1882. Gli Uzeda sono dilaniati da accaniti contrasti d'interesse che oppongono il principe Giacomo, duro e avido, al dissoluto conte Raimondo; il cinico e corrotto don Blasco al nipote Ludovico, anch'egli monaco senza vocazione, e alla sorella, donna Ferdinanda. Questi contrasti si inseriscono nei grandi avvenimenti dell'unità italiana a cui le loro esistenze sono legate in diversa misura. Alle beghe di fratelli e parenti si aggiunge la lotta che tutti insieme sostengono per conservare gli antichi privilegi, per mantenere, nel rapporto tra sfruttatori e sfruttati, la parte dei dominatori. Le meschinità, le inimicizie, la bramosia e l'antagonismo sono gli elementi palpabili di una scenografia entro cui si muovono i numerosi "attori", perennemente lacerati dai conflitti intestini alla famiglia, incatenati tra loro dal solo privilegio della casta e della difesa di una esaltata superiorità sociale.


Tra i contemporanei:

Black Friars.L'ordine della penna - Virginia de Winter
Altieres, l’antica dinastia regnante nel Vecchio Continente, si è estinta dopo la violenta morte di tutti i suoi eredi e a portare il nome dell’antica casata sono rimasti solo i vampiri Blackmore, creature immortali a cui regnare non è permesso. Ma qualcosa ora è cambiato: Sophia Blackmore, unica erede della dinastia, creduta morta da anni, è stata ritrovata, e la Vecchia Capitale non sarà più la stessa. Gli oscuri segreti degli Altieres stanno tornando a calare ombre sulla città e spettri senza volto si aggirano per le strade terrorizzando cittadini e studenti. Mentre Sophia sta invece imparando a conoscere la sua nuova vita e cosa significhi essere una Blackmore, Eloise Weiss, coraggiosa eroina protagonista dei due romanzi precendenti, deve affrontare forze che nemmeno i suoi poteri possono governare. I morti non possono infatti riposare in pace, disturbati nel loro eterno sonno da forze oscure e implacabili, forse collegate al ritorno dell’erede di Altieres e alle sconvolgenti verità che i vampiri Black-more nascondono da secoli e ora sono sfuggite al loro controllo.



Il bambino sbagliatoIl bambino sbagliato - Francesca Kay
Dal sapore di un thriller, la storia dell'irreprensibile, devota Mary-Margaret che all'improvviso si convince di esser stata prescelta dall'Alto per compiere un atto di fede, un sacrificio biblico dalle conseguenze devastanti. Il gesto di Mary-Margaret sconvolge la tranquilla comunità dei parrocchiani di Battersea, che deve venire a patti con i nuovi significati di parole quali maternità, solitudine, passione e fede. Un romanzo, dalla scrittura tersa e coinvolgente, che mantiene alta la suspense con un intreccio di voci e punti di vista.

sabato 23 giugno 2012

Cheapy Books (4) Parte IV



Siamo arrivati alla quarta parte di Cheapy Books con i libri economici Minimum Fax.







Dodici casi per i Vedovi Neri - Isaac Asimov
Thomas Trumbull, Mario Gonzalo, Emmanuel Rubin, Roger Halsted, James Drake, Geoffrey Avalon: sono i nomi cui rispondono gli stimati membri del club dei Vedovi Neri. Sei gentiluomini, forse un po' troppo litigiosi, che ogni mese si riuniscono in un ristorante per mangiare cibi raffinati, bere del buon brandy e conversare amabilmente. Hanno con sé Henry, il fidato cameriere che democraticamente hanno eletto a membro onorario del club, e a ogni riunione invitano un ospite, che meno democraticamente tormentano, in sei contro uno, con il loro "interrogatorio". "Come giustifica la sua esistenza?", chiedono i Vedovi Neri al malcapitato di turno. Si sviluppa così un vivace contraddittorio, fatto di arguzie e provocazioni, riflessioni filosofiche ed erudizione storica, che non tarda a colorarsi delle tinte del mistero quando l'ospite, rivelando un dettaglio in apparenza insignificante della sua vita, innesca involontariamente un piccolo o grande enigma alla cui soluzione si dedicheranno i sei... i sette Vedovi Neri. Pubblicati originariamente su riviste specializzate come l'Ellery Queen's Mystery Magazine e il Magazine of Fantasy & Science Fiction, ma concepiti dallo stesso autore per essere raccolti in un volume autonomo, i "Dodici casi per i Vedovi Neri" mostrano l'originalità e l'eleganza di un maestro in grado di muoversi con estrema naturalezza tra i generi letterari. 
Editore: Minimum Fax
Pagine: 252
Euro: 8,00


Dio la benedica, dottor Kevorkian - Kurt Vonnegut  
Kurt Vonnegut, irresistibile "inviato speciale nell'aldilà", conduce ventuno interviste immaginarie con scrittori, scienziati, personaggi storici, ma anche con donne e uomini comuni che si sono resi protagonisti di piccoli straordinari atti di eroismo. Cosa pensa realmente Adolf Hitler dell'Olocausto? Chi sono i veri mostri secondo Mary Shelley, la creatrice di Frankenstein? Qual è il più grande rammarico di Isaac Newton? E cosa prova un pensionato che ha perso la vita per salvare il proprio cane? Attraverso le loro risposte, di volta in volta esilaranti, provocatorie o semplicemente disarmanti, Kurt Vonnegut ci consegna il suo messaggio umanista e libertario. Prefazione di Francesco Piccolo; con una nota di Neil Gaiman. 
Editore: Minimum Fax 
Pagine: 73 
Euro: 7,00 




America oggi - Raymond Carver 
Questo volume raccoglie i nove racconti e la poesia di Carver cui Robert Altman si è ispirato per la sceneggiatura di "America Oggi", il film che gli è valso il Leone d'Oro al Festival di Venezia nel 1993. Sullo sfondo di un'America di provincia si svolgono dieci piccoli e grandi drammi privati che hanno per protagonisti cameriere di fast-food e rappresentanti di commercio, ragionieri e segretarie, medici e pittrici, quasi sempre colti in un momento di crisi - nella vita di coppia o familiare, nei rapporti di lavoro o di amicizia - da cui tentano ostinatamente di riemergere. Prefazione di Robert Altman. 
Editore: Minimum Fax
Pagine: 156 
Euro: 8,00




Il tempo materiale - Giorgio Vasta 
Il 1978 come il primo e l'ultimo degli anni. In una Palermo selvaggia, immobile, quasi preistorica, tre ragazzini colmi di desiderio e ideologia si affacciano al mondo per la prima volta. E da Palermo sentono il vento diRoma nell'annus horribilis della Repubblica: le Brigate Rosse e il caso Moro. E, nauseati dalla vita di provincia e dal provincialismo senza redenzione dell'Italia, fondano un loro gruppo terrorista. Ribattezzatisi con i nomi di battaglia di Nimbo, Volo e Raggio, questi ragazzi si ritroveranno a progettare attentati in uno stato disperatamente lucido. E passeranno all'azione, generando caos e violenza, prima nella scuola, poi in tuttaPalermo. Ma Nimbo (l'io narrante) scopre che tutti i nodi che non riescono a venire al pettine sono riassunti nell'irriducibile figura di una compagna di scuola: la ragazzina che lui sente di amare e che ribattezza "bambina creola". Un romanzo intenso e lacerante, capace di fotografare un intero paese nel momento in cui perde definitivamente l'innocenza, passando dall'innocuo bianco e nero del Carosello ai colori accesi di una lunga stagione di sangue. Ma l'esordio di Giorgio Vasta è anche la cronaca di una storia d'amore impossibile: leggendola, non potremo fare a meno di ricordare i ragazzi che siamo stati - e di verificare se e quando l'ipotesi farneticante di un sentimento assoluto si è poi infranta sul nudo scoglio dell'età adulta. 
Editore: Minimum Fax
Pagine: 174
Euro: 8,00

venerdì 22 giugno 2012

Il Tempio degli Otaku: sessantasettesimo appuntamento "Doubt"


A cura di Surymae Rossweisse


Salve a tutti, e benvenuti ad un'altra puntata de “Il tempio degli Otaku”. Oggi ci buttiamo su un genere che non battiamo spesso: l'horror. Non molto efferato, a dire il vero, ma è di questo che si tratta. Parleremo di un manga molto breve – solo quattro volumi – in dirittura d'arrivo nelle nostre fumetterie grazie alla casa editrice J-Pop: quindi avremo anche, con tutta probabilità, una bella edizione.
Ma questo è il futuro, e comunque non riguarda strettamente l'opera. Diamo un caloroso benvenuto al manga “Doubt” di Yoshiki Tonogai. Buona lettura!

Un gioco piuttosto di tendenza per cellulari è il “Rabbit Doubt”. I conigli protagonisti – manovrati da persone diverse, quindi è un multiplayer – devono fare i conti con un infiltrato: un lupo che si spaccia per coniglio. Bisogna fare attenzione a capire chi è la talpa, perché altrimenti i coniglietti moriranno l'uno dopo l'altro.
Un giorno alcuni utenti di “Rabbit Doubt” decidono di fare un mini raduno: Yuu, con l'amica – che non conosce il gioco – Mitsuki; la disabile Rei; lo scontroso Eiji, ed un'altra ragazza, Haruka. La serata sembra procedere per il meglio, quando Yuu perde conoscenza... e niente sarà più come prima.
Al suoi risveglio lui e gli altri ragazzi si ritrovano in un capannone abbandonato, con degli strani codici a barre sui loro corpi; sul posto si trova anche un altro invitato alla scompagnata, Hajime, che però non si era unito al gruppo. Già da subito la situazione precipita, con il ritrovamento del primo cadavere. E' chiaro quello che sta succedendo: qualcuno ha avuto la bella pensata di instaurare una partita reale di “Rabbit Doubt”. Ma chi è il lupo? Riusciranno i conigli a scoprirlo prima che sia troppo tardi?

Molti vedono similitudini tra “Doubt” e la saga horror “Saw”: non avendo vista la seconda, mi astengo dal fare paragoni che non conosco. Ho notato anch'io dei punti di contatto con altre opere, comunque: per la precisione “Dieci piccoli indiani”, il bellissimo romanzo di Agatha Christie.
Già i punti in comune si vedono dai fondamenti della trama, la classica caccia all'assassino in un ambiente estremamente ristretto, nonché il fatto che gli sfortunati concorrenti muoiano l'uno dopo l'altro in circostanze sempre diverse – proprio come accade nell'opera della Christie.
Non solo, però. Come si scopre nel manga, lo scopo del lupo è quello di correggere, nel suo modo deviato di vedere, dei crimini che ognuno dei partecipanti al gioco ha commesso. E – senza spoilerare niente, sia mai – questa è la linea di pensiero anche del lupo di “Dieci piccoli indiani”. Le versioni differiscono che se nel libro tutti si macchiano di omicidio, nel manga i capi di imputazione sono più vari, probabilmente per favorire meglio l'immedesimazione con il pubblico.
...Okay, forse il ragionamento era un po' tirato per i capelli, ma io ho visto altre somiglianze con un'altra opera, e questa volta è molto più plausibile, visto che si tratta di un fortunato libro (poi diventato manga, e film) nipponico. E' “Battle Royale”, di Koushun Takami.
La trama è totalmente differente, questo lo riconosco, ma sono le atmosfere che me lo hanno ricordato: l'avere come protagonisti adolescenti ma soprattutto il clima di sospetto che avvolge i partecipanti al gioco. Prima si fidavano ed andavano in giro per locali, come ricorda nostalgicamente più volte Yuu; ma poi la diffidenza la fa da padrone. Tutti e sei i protagonisti vengono tacciati di essere il lupo, fino alle prevedibili conseguenze. Inoltre, ognuno dei personaggi non si fa scrupoli ad usare mezzi – in particolare violenti – che altrimenti non avrebbero nemmeno per sogno pensato di adottare: ma chi gli può dare torto...?

Anche ricollegandosi ai discorsi di prima, comunque, la trama – per quanto semplice e già vista – è piuttosto avvincente: complice anche la sua brevità, non sono presenti momenti morti. Certo, non posso negare che il lettore più smaliziato non avrà molto daffare nel riconoscere il lupo, proprio perché sembra l'insospettabile della situazione. Ciò nonostante, un paio di colpi di scena ben assestati metteranno in dubbio le sue ipotesi, dando un quadro più originale, per quanto possibile.
I personaggi svolgono la loro funzione ottimamente, anche se non brillano per introspezione psicologica: abbiamo il protagonista che vorrebbe soltanto proteggere i suoi amici e che tutto tornasse alla normalità (Yuu), la piagnucolona (Mitsuki), la mascotte (Rei), colei che non riesce a resistere alla tensione (Haruka), il pragmatico (Hajime) e quello minaccioso, sulla cui identità di lupo tutti scommetterebbero (Eiji). L'intreccio aiuta un po' a risollevarli dagli stereotipi di cui sono vittima: quest'ultimo, ad esempio, finisce per non essere il lupo. Sarebbe stato troppo scontato, altrimenti, non trovate? Stesso discorso vale per Hajime.
Le donne riservano più colpi di scena dei colleghi: quasi scontato, visto che per circa i primi due volumi non fanno niente di rilevante. Piangono, si stringono le mani, provvedono a dare ai maschietti un po' di fanservice – in gergo, inquadrature e situazioni particolarmente provocanti, fatte apposta – ma resta ai baldi giovani fare le supposizioni e a mandare avanti la trama. E' quasi sconfortante, ma purtroppo in molti shonen questa è la normalità. Comunque con il passare dei volumi si riprendono, dando vita a delle circostanze piuttosto... interessanti. No, non mi riferisco al fanservice.
Ci sono poche tematiche affrontate, in Doubt – per forza: lo scopo è sopravvivere, non filosofeggiare. C'è, come già accennato, cosa succede quando una persona in altri casi ordinaria viene messo in condizioni di terribile stress. Yuu è un ragazzo calmo, ad esempio, ma prova a mettere a repentaglio la sicurezza di Mitsuki e vedi. Haruka sembra piuttosto fredda, ma sarà la prima a cedere alla tensione. Ed Hajime non importa quante cose faccia per il gruppo, alla prima mossa sarà imputato come responsabile. Perché? Non lo conoscono. In fondo ha rifiutato l'invito di unirsi a loro prima, quindi perché non potrebbe aver organizzato tutto questo? Non importa se in diverse circostanze fa ipotesi utili anche agli altri, la diffidenza sarà sempre dura a morire. Ma del resto probabilmente anche noi ci comporteremmo così...

Tratti come quello di Yoshiki Tonogai non sono poco diffusi oggigiorno, anzi sembrano il trend da seguire per gli shonen. E di certo non è stato lui ad inventarlo.
Volete comunque sapere in cosa consiste? Eccovi accontentati. Pagine che, sebbene siano povere di sfondi, sono stracolme di retini e sfumature: è molto difficile trovare bianco e nero “puri”. Il che, a voler essere maligni, dimostra anche un grande attaccamento alla computer grafica.
I personaggi si dividono in due categorie. I ragazzi seguono la moda del bishonen – leggi: ragazzi alti, magri, dai volti talmente affilati da poter tagliare i tonni; le ragazze quella del moe, ossia le ragazzine tutte carine ma soprattutto dal seno prosperoso, con buona pace delle proporzioni. Per maggiori informazioni su quest'ultimo punto, chiedete ad Haruka: sarà un caso che il suo codice a barre sia nelle prossimità del suo non indifferente décolleté...?

… Con questo angosciante dilemma, che non ci farà dormire la notte, ci separiamo. Per oggi è tutto cari amici. Arrivederci alla prossima settimana, con “Il tempio degli Otaku”!

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