Voto:
La comune tendenza da parte delle
nuove scrittrici di stravolgere personaggi centenari della letteratura
tradizionale –fantasy e non-, ha trovato una culla confortevole negli anni recenti,
dove reinventare o stravolgere le caratteristiche di fate o vampiri –denaturalizzando
le loro identità e trasformandole in creature completamente differenti dai loro
originali, di cui conservano solo il nome- ha dato vita ad una gamma di
creature improbabili e commerciali.
Che un essere paranormale dalle
fattezze umane, con null’altra caratteristica se non quella di avere un potere
random ed una leggerissima sfumatura verdacea della pelle –quando si è
fortunati- venga chiamata troll, mi risulterà quindi sempre bizzarro, se non paradossale.
Ilare, potremmo addirittura dire, come quando il personaggio maschile di Switched, il libro auto pubblicato di Amanda
Hocking, cerca di convincere la protagonista della storia, Wendy, di essere membro
della sopraccitata categoria di creature fantastiche prendendo in causa le
seguenti peculiarità:
"D'accordo. Pensaci bene, Wendy. Non ti sei mai realmente
integrata da nessuna parte. Sei iraconda. Sei molto intelligente e hai gusti
difficili a tavola. Odi portare le scarpe. I tuoi capelli, per quanto belli,
sono praticamente indomabili. Hai occhi e capelli bruni."
La consapevolezza che l’avere
capelli impossibili e gusti alimentari difficili renda automaticamente dei
troll, dovete sapere, mi ha aperto una finestra sulla mia vera identità. Lamento
dalla nascita simili sintomi, accompagnati da polemiche frequenti, irascibilità
e attitudine a smontare alcune patacche editoriali. Come questa, che, avrete
capito, non mi è piaciuta.
Switched, inizialmente rifiutato da numerosissime case editrici
americane, è approdato in Italia tra i tanti urban fantasy che ormai popolano
le nostre librerie. Protagonista, come ho accennato, è Wendy, diciassettenne
con qualche difficoltà di adattamento, che esordisce nella storia assieme al
co-protagonista, Finn. Con costui, da cui è ovviamente attratta, intraprende
dei dialoghi al limite del ridicolo –buona parte dei dialoghi nel corso del
romanzo risultano costruiti o inverosimili-, che contribuiscono a impoverire
ulteriormente una trama priva di colpi di scena e sin troppo lineare.
Dotata del potere della persuasione, grazie a cui riesce a far
fare agli altri ciò che vuole, Wendy è una changeling,
una troll scambiata alla nascita con il figlio di una famiglia umana, allo
scopo di parassitare fino alla maggiore età presso di questa e tornare tra i
propri simili con una cospicua eredità. Wendy non è però una troll qualsiasi e, inizialmente restia ad abbandonare i propri familiari, è costretta infine a seguire Finn
(che ha il compito di riportare a casa i changeling) per via dell’attacco di
alcuni troll di una tribù avversaria, i Vittra. Nella sua nuova casa troverà
una madre fredda e insensibile, obblighi noiosi di tutti i generi, ed una
snervante pressione dovuta alla sua posizione sociale. Unico motivo che la
spinge a restare è Finn, di cui si è innamorata in un batter d’occhio. La sua
vita senza di lui sarebbe “semplicemente impossibile”. Fortunatamente la Hocking ci risparmia scene
da romanzo rosa, nonostante non manchino ingenui giochi di gelosia e momenti
dedicati alla love story, del tutto superflui e che non riescono a motivare lo
scoppio d’amore improvviso tra i due.
Dopo un prologo che mi aveva
fatto ben sperare (originale e accattivante), Switched scivola in una narrazione piatta e banale, seppur
scorrevole. Tra la parte iniziale e quella finale, che aggiunge un sospirato
tocco d’azione, non accade sostanzialmente nulla.
Scene di stalking alla finestra e
frasi come “si sedette al piano e iniziò a suonare un Valzer bellissimo ed
elaborato. Era ovvio che ne fosse capace: sapeva fare tutto”, marcano l’influenza
del modello Meyeriano sulla giovane Hocking, oltre alla presenza dell’immancabile
amore tormentato e impossibile. Lo stile lascia parecchio a desiderare, le
descrizioni sono inesistenti, le situazioni prevedibili, i personaggi appena
accennati, alcune scene parecchio banali.
Più che per merito sembra,
insomma, che Switched debba la sua
popolarità al prodigio del milione di copie vendute grazie esclusivamente all’autopubblicazione.
Un vanto che non può però estendersi al suo valore letterario, il quale risulta
infimo e mediocre, se non scadente.
Non mi ha mai ispirato e adesso mi ci accosterò con ancora entusiasmo. non so perché, fin dalla sinossi, ho sempre avuto cattive sensazioni, il presentimento che si avverasse tutto quello che hai detto tu. Ho tirato un sospiro di sollievo quando ho letto anche "occhi castani", perché, scoprirmi una troll in questo modo non sarebbe stato tanto carino! xD ringraziamo la Hocking per averci svelato l'arcano! mi sarei comunque dal frequentare ragazze castane, irascibili e viziate! =_=
RispondiEliminaBuona recensione ma il libro proprio non mi attira.
RispondiElimina"La consapevolezza che l’avere capelli impossibili e gusti alimentari difficili renda automaticamente dei troll, dovete sapere, mi ha aperto una finestra sulla mia vera identità. Lamento dalla nascita simili sintomi, accompagnati da polemiche frequenti, irascibilità e attitudine a smontare alcune patacche editoriali. Come questa, che, avrete capito, non mi è piaciuta." ahahaha ti amo! xD l'ho pure io!
RispondiEliminabella recensione e pienamente d'accordo!
@Arianna: ahahaha, grazie XD
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