La stanza segreta di Anna Frank di Sharon Dogar esce oggi - quasi in concomitanza con il giorno della memoria che, come tutti gli anni, si terrà domani. La Newton, premiata dal successo di Un regalo da Tiffany, ripropone lo stesso prezzo contenutissimo (9.90 euro) per un volume che su Goodreads ha ottenuto voti abbastanza alti e che racconta, dalla parte del compagno di prigionia Peter, la storia della ben nota Anna Frank. Tra realtà e finzione, la Dogar prende parte ad una sfida veramente delicata, in cui difendere la verità storica e immaginare emozioni e sensazioni di una ragazza realmente esistita e tragicamente morta diventa un'impresa più ardua di tante altre.
Nemmeno la più tremenda delle persecuzioni può impedire di amare.
Amsterdam, 1944. Peter, un giovane ebreo, per sfuggire alle persecuzioni naziste è costretto a nascondersi in un rifugio segreto insieme ai genitori e alla famiglia Frank. Per quelle otto persone rinchiuse in uno spazio angusto, l’esistenza è monotona e lenta, segnata della paura che piano piano si impossessa di loro. Unica luce nel buio dell’“Alloggio segreto” è Anna Frank: lei, infatti, vivace e arguta, tutta presa dalla scrittura del suo diario, non si lascia vincere dalla disperazione. Senza più contatti con il mondo esterno e privati della propria libertà, lei e Peter si confrontano, superano l’iniziale diffidenza e finiscono per innamorarsi, riuscendo a vivere, nonostante tutto, i turbamenti della loro età. Con uno stile diretto e penetrante, Peter consegna a queste pagine, come in un unico flashback, i ricordi del suo incontro con Anna, dai primi giorni d’isolamento fino agli istanti prima della propria morte, testimoniando, ancora una volta e con gli occhi di un ragazzo, l’orrore dell’Olocausto.
Tra realtà e finzione, la storia di Anna Frank raccontata dalla voce di Peter, suo compagno di prigionia.
«Mostrando abilità sia nel far rivivere la storia che nell’immortalare la voce di un adolescente in cerca della propria identità, Sharon Dogar ha scritto un romanzo intenso e sconvolgente.»
Publishers Weekly
«Una ricostruzione scrupolosa, commovente, elegante e delicata.»
The Guardian
«La stanza segreta di Anna Frank aggiunge qualcosa di superbo alla letteratura sull’Olocausto, e non dovrebbe essere dimenticato. I lettori saranno illuminati e profondamente scossi.»
School Library Journal
Sharon Dogar
vive a Oxford. Ha lavorato per diversi anni come assistente sociale e psicoterapeuta, occupandosi principalmente di adolescenti. La stanza segreta di Anna Frank, selezionato per i premi Costa Children’s Book e UKLA, è il suo terzo romanzo, dopo Waves e Falling. L’ispirazione le è venuta leggendo il Diario di Anna Frank e chiedendosi come sarebbe stato vivere insieme a lei; ha cominciato a scrivere il romanzo solo quindici anni dopo.
Sembra interessante la storia di Anna Frank raccontata dal punto di vista di un suo compagno di prigionia.. originale, da leggere!
RispondiEliminaNon mi piace, no, questa idea non mi piace proprio.
RispondiEliminaAnche se non amo crogiolarmi nel dolore e a volte nelle ovvietà (quella di alcuni romanzi) dei libri che trattano la persecusione degli ebrei durante il nazismo, ne leggo almeno uno all'anno. C'è tutta una serie di libri che si muovono sul filo della finzione per raccontare l'orrore, storie inventate che potrebbero essere appartenute a qualcuno che non ha scritto, che non ha avuto voce, che è morto troppo presto. E va bene. Ma scomodare un'anima innocente che ha già lasciato il suo tributo al mondo con le sue parole di ragazzina, ci ha già raccontato com'era, cosa avrebbe voluto, cosa sentiva nel cuore... non va bene. Non va bene scomodare una persona come Anna Frank per scrivere un romanzo.
Ultimamente c'è questa moda di scrivere facendosi prestare personaggi da altri libri, storie da altre persone, e già non è tanto originale. Ma andare a scomodare Anna Frank mi sembra davvero fuori luogo.
Non leggerò mai questo romanzo.
@Aliena: la penso proprio come te, ho molti dubbi su quanto sia eticamente giusto appropriarsi della storia di una ragazzina realmente esistita morta in quella che è la più grande tragedia dell'umanità
RispondiEliminaIo invece lo leggerò. Secondo me, a differenza di Aliena, è interessante l'idea di far rivivere attraverso gli occhi di Peter la figura di questa ragazzina autrice del diario più famoso, forse, della storia della letteratura..è come dare nuova vita ad un personaggio tanto importante..trovo che l'idea sia affascinante e originale
RispondiEliminaAnch'io la penso come Aliena, sembra proprio un tentativo di sfruttare qualcosa che fa sensazione. Solo che stavolta non si tratta di un personaggio letterario o di una moda, ma di una bambina che, prima di morire, ha avuto modo di dire ciò che aveva da dire. Credo non ci sia più nulla da aggiungere, 'letterariamente parlando', alla storia di Anna.
RispondiEliminasei stata nominata :) leggi qui http://lepassionidiste.blogspot.com/2012/01/versatile-blogger.html
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