venerdì 20 gennaio 2012

Il tempio degli Otaku: quarantaseiesimo appuntamento "Il bacio di Marte"


A cura di Surymae Rossweisse


Salve a tutti, e benvenuti ad un'altra puntata de “Il tempio degli Otaku”. Questa recensione ha una particolarità: è nata... grazie ad altre recensioni. Devo ammettervi, infatti, che all'inizio non ero per niente interessata al manga di cui parleremo oggi: mi sono persa il suo annuncio, e la trama non è la mia tipica tazza di tè, per dirla all'inglese. Due ragazze che a dispetto delle loro diversità diventano amiche? Nah, non fa per me: dove sono i morti in maniera cruenta? E i robottoni? Poi, però, mi sono capitate in tempi brevissimi un sacco di recensioni a riguardo, tutte positive. In genere non gli do molto ascolto, ma la cosa era talmente evidente che mi sono detta: “Basta! Lo devo leggere anch'io per vedere che cosa diavolo sia, altrimenti impazzisco.” L'ho fatto e, come potete vedere, non me ne sono pentita. Smettiamo di parlare di me, perciò, e concentriamoci sul volume unico “Il bacio di Marte” di Torajirou Kishi.

Yukari è un'adolescente come se ne vedono tante, e non sempre in senso positivo. E' stata cresciuta da una madre pressante ed iperprotettiva che non disdegna le maniere forti pur di far valere le proprie ragioni e da un padre assente – non a caso nel manga non compare mai; e questo ha tutt'ora pesanti ripercussioni sulla sua vita. All'esterno estroversa e piena di amiche, impegnata in una relazione stabile, in realtà è piena di insicurezze e problemi, anche se non lo ammetterebbe mai. Ha paura di deludere le persone, di esserne esclusa, senza contare gli abituali conflitti con la madre; ed il suo fidanzato pensa solo ed esclusivamente al sesso.
Un giorno la nostra viene spostata di banco vicino a Miki: non appariscente fisicamente, bravissima a scuola, isolata dalle altre compagne, proprio il genere di ragazza che Yukari non sopporta. Troppo assoggettata alle regole: sicuramente sarà una puritana senza uno straccio di fidanzato ed idea su come si faccia sesso. Non è certo come lei, così emancipata e libera... Un pomeriggio dopo le lezioni, però, Miki fa un'azione che la sorprende incredibilmente: bacia una statua di Marte – dio della guerra, ma anche della fertilità – presente nel locale club d'arte.
A ben pensarci, questo sarebbe un grande aneddoto da raccontare alle amiche: la “secchia” che non trova nessuno di meglio da baciare che una statua. Ma Yukari, nonostante ne abbia la possibilità, non lo fa: anzi, comincia ad essere sempre più attratta da quella strana ragazza. Di conseguenza le due si trovano ad attaccare bottone, e a ritrovarsi a parlottare insieme in biblioteca durante le pause pranzo. Lì emerge una Miki diversa dalle apparenze, curiosa sul mondo del sesso e spiritosa. Le due diventano presto amiche intime, soprattutto dal punto di vista di Yukari, che presto comincia a non poterne più fare a meno. Prima o poi, però, anche Miki troverà un fidanzato: e allora, cosa succederà al loro rapporto?

Deve essere dura la vita per un mangaka che decide di fare un volume unico, non trovate? Pensateci: hai una storia da raccontare, ma uno spazio infinitesimale per farlo. Ogni scena può essere di troppo ed inficiare sull'economia generale del racconto; tuttavia, se si taglia troppo, si rimane con una storia senza carne né pesce, destinata a non lasciare nulla se non l'insoddisfazione nel vedere come si sia conclusa così presto. Perché anche il ritmo gioca una parte non indifferente: troppo lento dà l'impressione di trovarsi di fronte a pagine sprecate; troppo veloce, ed è impossibile assaporarsi la storia.
E' proprio difficile, quindi, trovare un equilibrio tra tutte queste cose: eppure, Torajirou Kishi ci riesce. La sua strategia è vincente: tagliare tutti i fronzoli. Il perno del manga è il rapporto tra Yukari e Miki, e solo quello. Tutte le scene sono cruciali per lo svilupparsi della storia: non una di più, non una di meno. I personaggi sono il minimo indispensabile, e non si soffocano a vicenda – anche se la protagonista rimane sempre Yukari. L'intreccio è scarno: probabilmente è anche un termine esagerato. A ripensarci la sinossi è piuttosto labile, e quello che vi è attorno non può nemmeno essere definito sottotrama. Il risultato è un volume unico che non fa rimpiangere la scelta e si fa leggere con grande comodità e rapidità, il tutto comunicando nel modo più diretto possibile i suoi messaggi senza tralasciare niente di importante. E guardate che non sono assolutamente cose scontate.
La cosa che però interessa di più, ne “Il bacio di Marte”, è la psicologia delle due protagoniste: ed essendoci così poche distrazioni, viene presentata in maniera assolutamente convincente e coinvolgente. Mi sembra quasi di conoscerla, Yukari; chissà quante ce ne sono nella realtà come lei. Ribelli e reazionarie fuori, ma sensibili e bisognose d'aiuto dentro; con un esercito di amiche, ma con poche – o nessuna – veramente interessate a quello che dicono; con un fidanzato che le usa, e non ha nemmeno la decenza di nasconderlo. Attenzione, la nostra Yukari non è priva di difetti: ha le maniere teatrali tipiche dell'adolescenza - soprattutto nel gestire la rabbia - è egocentrica, e crede di sapere tutto della vita quando a dire il vero non è che ne sappia molto. Vedete? Sembra che stia parlando di una persona realmente esistente. Magie dell'introspezione psicologica.
Come tutte le buone storie – e come nella realtà – questa è anche un percorso di formazione; e chi lo innescherà sarà Miki. Quella che non parla mai con nessuno; quella che ha paura che, se la capitasse di baciare un ragazzo, gli occhiali darebbero fastidio; quella che vorrebbe tanto approcciarsi al mondo, ma rimanendo sempre sé stessa fino in fondo. Sembrano inconciliabili, Miki e Yukari, eppure non è vero: entrambe, ad esempio, hanno avuto una madre decisamente iperprotettiva, come scopre con stupore quest'ultima. Ed entrambe insieme crescono e cambiano. Miki può finalmente mostrare – anche se solo con la sua amica – il suo lato più sbarazzino: è curiosa di sentire cosa ha da raccontare Yukari sul suo ragazzo, diventa più aperta, e si scopre che è anche una studentessa meno seriosa di quello che sembra. Rimane comunque una ragazza sensibile, alla ricerca di qualcuno che la ami veramente: lo stesso scopo di Yukari. Ed è questa la cosa che più di tutte hanno in comune: la voglia di amare ed essere amate. Nessun altro capirebbe; per questo quando Miki si fidanza ci rimane male. Il legame segreto viene spezzato, e Yukari perde i “diritti” su di lei.
Ma sto correndo troppo, perché anche lei cambia. Finalmente si toglie i paraocchi e guarda in faccia la realtà: il suo ragazzo ama solo il sesso. Non ha la minima intenzione di impegnarsi seriamente e di ascoltare i suoi problemi. Anche il conflitto con sua madre viene rivisto: per caso, molti dei suoi atteggiamenti non saranno semplicemente una reazione? Sono veramente cose che vuol fare, o vuole dimostrare a sua madre che non prende ordini da nessuno? Per non parlare dei proseliti del suo blog: tanto disponibili nella vita virtuale, ma quando c'è davvero bisogno di loro dove sono? Tutte queste cose Yukari le capirà grazie a Miki; ed anche se in futuro le strade delle due ragazze potrebbero separarsi – come viene vagamente dato ad intendere nel finale – quel pezzo che hanno percorso insieme lascerà sempre i suoi segni, migliorando la loro vita.

Cielo, quanta melassa! Parliamo del tratto di Kishi, va, così ci leviamo il pensiero. Non è un tratto molto personale, a dirla tutta, però è dannatamente funzionale alla storia. Le figure sono sempre proporzionate; i retini vengono usati in modo intelligente, donando un sacco di sfumature; e le espressioni dei personaggi sono sorprendentemente realistiche. Carina, inoltre, l'idea di usare le immagini ad inizio dei capitoli per descrivere il rapporto tra Miki e Yukari: all'inizio le vediamo che nemmeno si guardano in faccia, e poi piano piano si avvicinano...

...Mentre, piano piano, questa recensione finisce. Per oggi è tutto, cari amici. Arrivederci alla prossima puntata, con “Il tempio degli Otaku”! 

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