domenica 30 settembre 2012

Recensione: Le indagini del commissario Berté di Emilio Martini


La regina del catrame Le indagini del commissario Berté- Emilio Martini
Il suo nome è Gigi Berté. Commissario Berté. C'è una macchia nel suo passato, un buco nero che gli è costato il trasferimento da Milano a Lungariva, uno di quei paesini liguri che sono troppo pieni d'estate e troppo vuoti d'inverno. In attesa di trovare casa vive nella pensione della Marzia, una donna bella ma decisamente sovrappeso, l'esatto contrario del suo immaginario erotico. Il commissario ha un segreto che non ha mai rivelato a nessuno: scrive racconti gialli e surreali. Ma poi il morto ammazzato arriva per davvero. In un angolo della spiaggia di Lungariva, in mezzo ai bagnanti. Per il commissario Berté è arrivata l'ora di mettersi al lavoro e chissà se per risolvere il caso gli servirà di più la sua esperienza di poliziotto o il suo intuito di scrittore...
Editore: Corbaccio
Pagine: 120
Prezzo: 8,90 euro


A cura di Miki

Voto



La regina del catrame, considerato da molti il giallo dell'estate 2012, è la prima delle tre indagini che hanno come protagonista il commissario Gigi Berté, personaggio creato da Emilio Martini, pseudonimo di un imprecisato scrittore milanese: a fine settembre usciranno in libreria anche Farfalla Nera, seconda avventura del commissario, seguita più avanti dal terzo volume Chiodo Fisso.
La regina del catrame, prima ancora di essere un giallo, è soprattutto uno spaccato della società italiana: in questo "episodio" Emilio Martini ricostruisce fedelmente i paesaggi e le dinamiche di una cittadina della Riviera Ligure, una di quelle località di mare che d'estate sono letteralmente sommerse da turisti e villeggianti ma dove d'inverno si muore di noia. Il caso ruota intorno all'omicidio di Lidia Angelici, una signora appariscente sempre troppo ingioiellata e vestita di colori sgargianti che ai Bagni Medusa non manca mai di farsi notare ma che, dal punto di vista umano, forse è solo una donna alla ricerca di un po' d'amore. A Luigi Berté, commissario trasferito per un motivo a noi ancora oscuro dalla grande Milano alla piccola realtà di provincia, tocca l'arduo compito di scoprire l'assassino, tra amanti, parenti serpenti e pettegolezzi di ogni tipo.
A suo modo, il vicequestore aggiunto Gigi Berté, con quell'apparenza da "batterista maturo di un complesso rock", è un protagonista alquanto sui generis che colpisce subito per la sua forza espressiva: alto, coda brizzolata, sguardo accigliato e tanta voglia di punire i colpevoli. Ci troviamo di fronte ad un personaggio tutto italiano con uno stile di indagine piuttosto simile a quello che troviamo nel Montalbano di Camilleri: Berté ragiona seguendo le sue intuizioni e, a differenza del commissario di Vigata, scrive in gran segreto racconti "noir" per sedare la rabbia che prova davanti alle ingiustizie dell'ambiente che frequenta ogni giorno. Grazie all'accurata introspezione psicologica dell'autore, di capitolo in capitolo veniamo a scoprire sempre di più sull'universo personale di Berté: una lunga storia d'amore alle spalle, un carattere in apparenza burbero ma in fondo sincero e profondo, un'ottima cultura letteraria e ovviamente una grande vocazione per la giustizia. Il personaggio del commissario scrittore emerge con forza fra tutti gli altri che sono comunque ben descritti ma che spesso si fermano al ruolo di comparse: spiccano più definiti la Marzia, proprietaria della pensione dove Berté alloggia, donna di classe e fascino, e il libraio Necchi, a cui il commissario "in pausa culturale" si rivolge per trovare "pane per la sua anima tormentata".
In parallelo alle indagini abbiamo poi un libro nel libro, vero e proprio esempio di metaletteratura contemporanea. La scena, infatti, quasi sempre focalizzata sul caso di omicidio, si sposta a tratti, come per far riprendere fiato al lettore e lucidità mentale a Berté, sul racconto che il commissario sta scrivendo, Il comandante Barbagelata: ambientato su una nave da carico in pieno Atlantico con a bordo un maniaco assassino dai gusti piuttosto macabri, questo giallo ci racconta sicuramente di più sul carattere enigmatico del suo autore. Il comandante Vasco Barbagelata, oltre a ricordare uno dei personaggi di un libro di Joseph Conrad, ha infatti anche alcuni punti in comune con lo stesso Berté: sono entrambi malinconici, piuttosto schivi e riservati ma uomini d'azione e di coraggio quando serve. E' molto azzeccata inoltre, secondo me, anche la scelta di Martini di concludere il suo libro proprio con l'ultimo capitolo de Il comandante Barbagelata, La resa dei conti: ne deriva sicuramente un finale più movimentato.
Lo stile di Emilio Martini è semplice, immediato e molto visivo. Le descrizioni dei luoghi e dell'anima del protagonista sono davvero precise, i dialoghi diretti e realistici e il ritmo narrativo incalzante: per tutti questi motivi e per la peculiarità del personaggio principale credo sarebbe interessante una trasposizione del commissario Berté sul grande schermo.
Oltre al racconto "noir" contenuto nel giallo, abbiamo anche un ultimo mistero da decifrare. Dietro allo pseudonimo di Emilio Martini, Emilio in onore di Salgari e Martini per il cocktail, si nasconde infatti qualcuno che conosce molto bene il commissario Berté, vicequestore aggiunto che lavora veramente a Milano, ma entrambi preferiscono rimanere nell'ombra. Strategia vincente questa di Corbaccio che, oltre ad aver proposto La regina del catrame nella categoria low cost a 8,90 euro, stuzzica in questo modo ancora di più la curiosità del lettore e apre addirittura una pagina Facebook dove sono raccolti indizi e curiosità sull'identità dello scrittore misterioso. Dai dati raccolti finora e dai riferimenti reperibili tra una pagina e l'altra Lungariva, la località descritta nel giallo, sembrerebbe proprio Santa Margherita Ligure, ridente cittadina della Riviera Ligure ad una trentina di chilometri da Genova: a confermare questa ipotesi basta passare davanti alla libreria locale dove, nella bacheca dei libri più venduti, troviamo al primo posto proprio La regina del catrame. Che sia una coincidenza? Inutile dire che il mistero resta aperto.



Emilio Martini
Dietro lo pseudonimo di Gigi Berté si nasconde un vicequestore in carne e... coda, che opera in un commissariato italiano. Per ovvie ragioni di riservatezza, Gigi non ha potuto esporsi con il suo vero nome. Anche dietro il nome Emilio Martini si cela qualcuno in carne e... penna, che conosce bene il commissario e che però preferisce restare nell’ombra.

2 commenti:

  1. L'ho finito proprio questa mattina in treno ... bellissimo e appassionante! quasi triste sapere che in totale le inchieste sono solo 3 ... e per una dobbiamo ancora aspettare! Molto apprezzata anche la recensione ... complimenti! Chiara

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  2. Anche a me è piaciuto moltissimo. Il terzo più del secondo il secondo, come se l'autore sparasse le cartucce una alla volta e sempre più potenti. il terzo è quasi struggente nella parte finale, non avevo proprio cuccato l'assassino...

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