Fiori,
insetti, nuvole: questi sono i particolari che agiscono da protagonisti in un
proscenio naturale fatto di sfondi eterni come cieli e mari, capaci di
rivelare, nonostante la vastità, piccoli paesaggi idillici, in cui spiccano per contrasto delicate gocce di pioggia e
sottili pavimenti di rugiada, posati sull’erba dei prati freschi per il
mattino.
Soggetti
universali come Dio, Morte e Destino si scontrano e confrontano nei versi di
Emily Dickinson, mentre grazie alla profonda e innata abilità narrante racconta al lettore momenti struggenti di vita
quotidiana: è proprio qui che un delicato lirismo s’intreccia con una vena
romantica incantatrice, vera forza di una sensibilità tutta femminile
desiderosa di esprimersi solo in poesia.
L’intensità
dei sentimenti della poetessa non può essere ridotta a delle semplici parole:
Emily Dickinson ricorre a immagini maestose per comunicare le proprie emozioni;
fotogrammi intensi e sublimi, che lampeggiano fulminei nella mente del lettore
estasiato di fronte al sentimentalismo nostalgico capace di commuovere e sedurre,
in una continua tensione poetica che non smette mai di ammaliare e affascinare
chi legge, sempre costantemente rapito e colpito da una tale forza d’animo.
La poesia che ho da offrirvi oggi paragona una comune
presenza femminile, un ‘tu’ indeterminato qualsiasi (chiamato semplicemente
“friend” ) a un dipinto, a una melodia, e infine allo splendore del calore che
un sole potrebbe emanare se conservato in una debole mano umana.
“To see her is
a picture”
To see her is a Picture --
To hear her is a Tune --
To know her an Intemperance
As innocent as June --
To know her not -- Affliction --
To own her for a Friend
A warmth as near as if the Sun
Were shining in your Hand.
Il
vederla è un quadro
Sentirla
una canzone
Conoscerla
un eccesso
Innocente come giugno
Non conoscerla un dolore
Averla per amica
Un calore tanto vicino
Come se il sole ti
splendesse in mano
La
versione originale del testo inglese è fascinosamente musicale, a mo' di un
valzer da ballare a ritmo; degni di nota sono gli accostamenti dei sensi che la
poetessa mette in relazione, come ad esempio il vedere con il quadro, o il
sentire con la melodia; la conclusione della lirica presenta non solo una forma
sintetica e semplice, ma anche una rarissima intensità sentimentale, data dall’immagine
di uno splendido sole che risplende nella mano di un uomo.
Chi è l’autore
Nasce
nel 1830, ed è educata in una famiglia protestante i cui membri ricoprono importanti
incarichi presso il ministero di Istruzione americano (il nonno fu fondatore
del college della città, mentre il padre ne era tesoriere); l’incontro con il
celebre filosofo Ralf Waldo Emerson e lo studio delle sue teorie
trascendentaliste la portano a un progressivo allontanamento dalle tendenze
religiose del nucleo famigliare: nella poetessa matura sempre più il bisogno di
una spiritualità intima e privata, a dispetto delle manifestazioni di
religiosità pubblica che dilagavano nell’America del periodo, attraversata da
un esplosivo “Catholic Revival”.
Cultrice
di una parola poetica semplice, poco magniloquente e raramente vincolata a uno
schema metrico definito, Emily Dickinson vede nella poesia una fonte di
conoscenza da usare con cautela; celebre è infatti la dichiarazione letteraria
esplicitamente contenuta in una lirica in cui la poetessa dice che “ la verità deve abbagliare gradualmente, o
tutti sarebbero ciechi”.
In
seguito a una forma di nevrosi, la appena ventiduenne Emily decise di chiudersi
nella soffitta della propria casa, per trarre ispirazione da un profondo stato
di solitudine: fu proprio in questo periodo che scrisse la maggior parte delle
poesie che ancora oggi la rendono una delle più sensibili penne di tutti i
tempi; compose segretamente più di millecinquecento liriche, ritrovate poi
dalla sorella minore e tutte pubblicate postume.
Muore
nel 1886 nello stesso identico luogo in cui era nata cinquantacinque anni
prima.
Grazie ancora,
Emily Dickinson,
per aver ispirato ed emozionato i cuori di ogni tuo lettore attraverso l’immensa
forza della tua semplice ma magica poesia.
Vivrà
in eterno, cosi come il tuo ricordo.
“Non
conosciamo mai la nostra altezza finché non ci chiamano ad alzarci. E se siamo
fedeli alla missione la nostra statura tocca il cielo. L'eroismo che allora
recitiamo sarebbe di ogni giorno, se noi stessi non curvassimo la schiena, per
la paura di essere dei re.”.
Emily Elizabeth Dickinson
La Dickinson è sempre stata una delle mie poetesse preferite, insieme ad Elizabeth Barret Browning. I suoi versi sono intensi e carichi di musicalità, pieni di angoscia eppure così evocativi. E' proprio vero che la poesia nasce dal dolore.
RispondiEliminaGrazie per questo post, Oracolo, molto significativo ;)