venerdì 14 settembre 2012

Poems (45) To see her in a picture


A cura di OracoloDiDelfi


Fiori, insetti, nuvole: questi sono i particolari che agiscono da protagonisti in un proscenio naturale fatto di sfondi eterni come cieli e mari, capaci di rivelare, nonostante la vastità, piccoli paesaggi idillici, in cui spiccano  per contrasto delicate gocce di pioggia e sottili pavimenti di rugiada, posati sull’erba dei prati freschi per il mattino.

Soggetti universali come Dio, Morte e Destino si scontrano e confrontano nei versi di Emily Dickinson, mentre grazie alla profonda e innata abilità narrante  racconta al lettore momenti struggenti di vita quotidiana: è proprio qui che un delicato lirismo s’intreccia con una vena romantica incantatrice, vera forza di una sensibilità tutta femminile desiderosa di esprimersi solo in poesia.

L’intensità dei sentimenti della poetessa non può essere ridotta a delle semplici parole: Emily Dickinson ricorre a immagini maestose per comunicare le proprie emozioni; fotogrammi intensi e sublimi, che lampeggiano fulminei nella mente del lettore estasiato di fronte al sentimentalismo nostalgico capace di commuovere e sedurre, in una continua tensione poetica che non smette mai di ammaliare e affascinare chi legge, sempre costantemente rapito e colpito da una tale forza d’animo.

La poesia che ho da offrirvi oggi paragona una comune presenza femminile, un ‘tu’ indeterminato qualsiasi (chiamato semplicemente “friend” ) a un dipinto, a una melodia, e infine allo splendore del calore che un sole potrebbe emanare se conservato in una debole mano umana.


 

To see her is a picture

To see her is a Picture --

To hear her is a Tune --

To know her an Intemperance

As innocent as June --

To know her not -- Affliction --

To own her for a Friend

A warmth as near as if the Sun

Were shining in your Hand.


Il vederla è un quadro

Sentirla una canzone

Conoscerla un eccesso

Innocente come giugno
Non conoscerla un dolore

Averla per amica

Un calore tanto vicino

Come se il sole ti splendesse in mano


La versione originale del testo inglese è fascinosamente musicale, a mo' di un valzer da ballare a ritmo; degni di nota sono gli accostamenti dei sensi che la poetessa mette in relazione, come ad esempio il vedere con il quadro, o il sentire con la melodia; la conclusione della lirica presenta non solo una forma sintetica e semplice, ma anche una rarissima intensità sentimentale, data dall’immagine di uno splendido sole che risplende nella mano di un uomo.


Chi è l’autore
Emily Dickinson è una poetessa americana originaria di Amherst, nel Massachussets.
Nasce nel 1830, ed è educata in una famiglia protestante i cui membri ricoprono importanti incarichi presso il ministero di Istruzione americano (il nonno fu fondatore del college della città, mentre il padre ne era tesoriere); l’incontro con il celebre filosofo Ralf Waldo Emerson e lo studio delle sue teorie trascendentaliste la portano a un progressivo allontanamento dalle tendenze religiose del nucleo famigliare: nella poetessa matura sempre più il bisogno di una spiritualità intima e privata, a dispetto delle manifestazioni di religiosità pubblica che dilagavano nell’America del periodo, attraversata da un esplosivo “Catholic Revival”.
Cultrice di una parola poetica semplice, poco magniloquente e raramente vincolata a uno schema metrico definito, Emily Dickinson vede nella poesia una fonte di conoscenza da usare con cautela; celebre è infatti la dichiarazione letteraria esplicitamente contenuta in una lirica in cui la poetessa dice che “  la verità deve abbagliare gradualmente, o tutti sarebbero ciechi”.

In seguito a una forma di nevrosi, la appena ventiduenne Emily decise di chiudersi nella soffitta della propria casa, per trarre ispirazione da un profondo stato di solitudine: fu proprio in questo periodo che scrisse la maggior parte delle poesie che ancora oggi la rendono una delle più sensibili penne di tutti i tempi; compose segretamente più di millecinquecento liriche, ritrovate poi dalla sorella minore e tutte pubblicate postume.
Muore nel 1886 nello stesso identico luogo in cui era nata cinquantacinque anni prima.

Grazie ancora, Emily Dickinson, per aver ispirato ed emozionato i cuori di ogni tuo lettore attraverso l’immensa forza della tua semplice ma magica poesia.
Vivrà in eterno, cosi come il tuo ricordo.


“Non conosciamo mai la nostra altezza finché non ci chiamano ad alzarci. E se siamo fedeli alla missione la nostra statura tocca il cielo. L'eroismo che allora recitiamo sarebbe di ogni giorno, se noi stessi non curvassimo la schiena, per la paura di essere dei re.”.
 Emily Elizabeth Dickinson

1 commento:

  1. La Dickinson è sempre stata una delle mie poetesse preferite, insieme ad Elizabeth Barret Browning. I suoi versi sono intensi e carichi di musicalità, pieni di angoscia eppure così evocativi. E' proprio vero che la poesia nasce dal dolore.
    Grazie per questo post, Oracolo, molto significativo ;)

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