lunedì 3 settembre 2012

Anteprima: Venere in metrò di Giuseppe Culicchia

A cura di Miki

Esce il 18 settembre per Mondadori Venere in metrò (pp. 200 - euro 17,00), il nuovo libro dello scrittore torinese Giuseppe Culicchia, già autore del romanzo Tutti giù per terra che, oltre ad aver ottenuto un buon successo di critiche, nel 1997 ha anche ispirato il film omonimo diretto da Davide Ferrario e interpretato tra gli altri da Valerio Mastandrea. Venere in metrò parla di Bea, madre, donna in carriera, moglie e amante che si divide tra un aperitivo e una seduta dallo psicologo nella indaffarata Milano. Bea nasconde un passato misterioso e l'incubo ricorrente di un padre scomodo: entrambi torneranno ben presto a farle visita e, insieme ad un improvviso licenziamento e altri guai, creeranno una crepa nella sua vita pressoché perfetta. Giuseppe Culicchia ci racconta con uno stile a metà tra il satirico e il partecipe le bugie e il declino della borghesia contemporanea: ci troviamo di fronte ad un mondo spesso tragico e grottesco da cui emergono personaggi e tipi umani finemente caratterizzati che faticano a rimanere a galla tra le vicissitudini quotidiane. 


Venere in metrò - Giuseppe Culicchia 
Bea ha 38 anni, porta la taglia 38, vive nel centro di Milano, visita ogni giorno il sito The Blonde Salad per decidere come vestirsi, ha un marito in carriera, un amante che come status su Facebook scrive "innamorato", un figlio che va alla scuola steineriana, due amiche di nome Ilaria e Solaria, un iPhone, un iPod, un iPad e una psicanalista che in ogni seduta pronuncia soltanto queste parole: "Sono 300 euro". Tutto impeccabile, sembrerebbe. Ma improvvisamente qualcosa si incrina. È una piccola crepa, destinata ad allargarsi come una ragnatela e a sgretolare ogni certezza di Bea: il licenziamento dall'agenzia di comunicazione dove lavora, un'impasse sentimentale inattesa, la carta di credito bloccata, suo figlio che lancia segnali di un disagio sempre più ineludibile. Culicchia dà vita a un personaggio in realtà profondamente tragico, risucchiato in una spirale di menzogne e forzature che mostra il volto più fasullo della borghesia d'inizio millennio, celebrandone i riti e al tempo stesso il declino. Ma ci rivela anche come, toccato il fondo della crisi, si possa ricominciare a vivere, spogli di tutto ma molto più ricchi di prima. 




Giuseppe Culicchia 
E' nato a Torino il 30 aprile 1965. Ha pubblicato i primi racconti nel 1990 nell'antologia Papergang-Under 25 III curata da Pier Vittorio Tondelli. Nel 1994 ha pubblicato il suo primo romanzo, Tutti giù per terra (Premio Montblanc 1993 e Premio Grinzane Cavour Autore Esordiente 1995). Le avventure di Walter, il protagonista del suo romanzo d'esordio, proseguono in Paso doble (1995). Nel 1997 escono Bla bla bla e il film di Davide Ferrario tratto da Tutti giù per terra, protagonista Valerio Mastandrea. Successivamente sempre presso Garzanti ha pubblicato A spasso con Anselm (2001), Liberi tutti, quasi (2002) e Il paese delle meraviglie (2004).

7 commenti:

  1. Di questo autore ho letto "il paese delle meraviglie", sarebbe carino poter rileggere questo nuovo romanzo.

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  2. Sembra davvero un buon libro..non vedo l'ora di leggerlo!

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  3. Il libro è delizioso, che si presta ad essere letto tutto d'un fiato. Culicchia è abilissimo a riprodurre - sia pure con una cifra letteraria più complessa - lo stile frizzante e vivace della migliore chick lit femminile: nella vita della protagonista è tutto un rutilare di acquisti di marca, che all'autore debbono esser costati non poco in termini di ricerca e "approfondimento" su temi sicuramente lontani dalla sua sensibilità. Un gioco letterario che si fa scoperto con le allusioni linguistiche che portano, ad esempio, ad un improbabile supermercato "Effecorta". E poi, ecco il finale: un vero e proprio tzunami del destino, che permette all'autore di uscire dal gioco, rientrare in registri stilistici più profondi, far uscire la protagonista dalle ristrettezze del suo personaggino da "Milano da bere", per restituirle la profondità della persona vera. In fila alla mensa dei poveri in attesa di un pasto caldo, la protagonista della storia è finalmente la persona a cui ci stringiamo attorno volentieri, cominciando a condividere con lei il gusto dolce amaro della vita.
    Giuseppe Culicchia è riuscito a padroneggiare l'universo femminile con grande sagacia e partecipazione, usando le chiavi dell'ironia e della solidarietà. In fondo, anche chi gira in auto con un super-SUV (pare dirci, tra le righe) è un essere umano che può essere recuperato a se stesso, e non soltanto una fonte di inquinamento.

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  4. era proprio necessario fare ancora pubblicità a quello schifo di Blond Salade? uno dei più grotteschi esempi di provincialismo trapiantato nella Milano dei balocchi per poveri?

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  5. Vorrei prendere il libro, ma michiedo se Blonde Salade sia stato piazzato lì come exemplum negativo o come malcelata marchetta.

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  6. Io credo che sia piazzato lì perché è una realtà milanese, nel bene e nel male.

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  7. Ma perchè la chiami Bea se la protagonista si chiama Gaia?

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