A cura di Lizy
Ogni anno in Italia e nel mondo nascono nuovi fenomeni
letterari che stimolano l’immaginario di stormi di lettori, attraverso intrecci
che sanciscono la commistione di generi letterari, lo sposalizio del reale col
fantastico, ma la cui fragranza ha un non so che di… già sentito. E il povero
lettore si trova costretto a rileggere, parafrasato e ricucito, dialoghi e
situazioni che ad una lettura più attenta convergono verso un incontro
letterario avvenuto in precedenza.
Il minestrone riscaldato che ci propinano gli scrittori |
Sebbene si possa ribadire a tale
affermazione che l’impudenza è da ricercare nello schema di Propp, linguista
russo del secolo scorso che ha postulato le trentuno situazioni tipiche che
vengono presentate nella fiaba e nel racconto in generale (“Morfologia della
fiaba: Le radici storiche dei racconti di magia”), ciò non giustifica il
ricorso a veri e propri plagi letterari nei quali gli autori si avvalgono di
una ben costruita raccolta di situazioni “prese in prestito” da altri romanzi,
da bravi fanatici del patchwork, lasciando però intendere che il loro intreccio
abbia un non so ché di originale e mai letto. Personalmente mi chiedo, da
lettrice e da scarabocchiatrice di grafemi, che gusto ci sia a creare una
storia usufruendo di qualcosa già creato da qualcun altro: secondo me viene a
perdersi il gusto della scrittura, la soddisfazione di aver scritto qualcosa partorito
dalla propria fantasia. Il mondo è un continuo divenire, e questo permette non
solo di sperimentare in nuovi campi, ma di tuffarsi in qualcosa di realmente
nuovo che chiede solo di fare capolino nel nostro immaginario. Eppure noto che
piuttosto che cimentarsi in nuovi orizzonti, si pensa a riproporre in chiave
riveduta e corretta motivi classici, nel chiaro meccanismo delle cover
musicali, per il quale le situazioni rimangono le stesse ma i personaggi
indossano il loro vestito nuovo, venendo trasportati in un’altra epoca o in
alcuni casi spogliandosi dei loro abiti per rendere il tutto più piccante. La
fortuna di chi propone queste opere è che gli autori originali non possano
pronunciarsi rispetto al loro operato, altrimenti ne avrebbero di cose da dire
in merito, e non sarebbero di certo lusinghiere.
Il terrificante scenario di ogni libreria |
Altra cosa che dopo un quarto di
secolo di vita non riesco a concepire è il fenomeno per il quale si creano le
tendenze letterarie: basta che faccia scalpore un libro sui vampiri che se ne
vengano pubblicati un’altra centinaia nello stesso anno, così come per gli
angeli, i romance a sfondo culinario e la (finta) letteratura erotica.
Mi chiedo dunque se il problema
non sia la volontà degli scrittori di creare un prodotto di mero consumo, che
scali le classifiche non per la sua originalità o per lo stile, o ancor peggio
l’abbassamento degli standard del lettore, che non ricerca più la concreta
valenza di un’opera, bensì un diletto dallo stesso valore intellettuale di un
reality show. Francamente spero che non si sia ancora arrivati a questo punto.
In conclusione, basterebbe
abbandonare il desiderio di creare bestseller e focalizzarsi maggiormente sui
contenuti, perché se gli standard dei lettori si abbassano tanto da spingerli a
leggere qualcosa di sconclusionato ma “alla moda”, probabilmente ci si dovrebbe
cominciare ad interrogare su cosa si voglia davvero fare: creare una
letteratura che sappia muovere le coscienze o che le costringa all’atarassia
derivante da una dilagante banalità delle trame?
Ho letto libri con una trama banale, ma ben scritti e coinvolgenti, altri libri li ho comprati proprio per l'originalità che promettevano e mi hanno deluso, quindi per me, per la mia esperienza, è tutto molto relativo.
RispondiEliminaSilvia
Se una casa editrice vuole vendere, pazienza, crei i suoi romanzi spazzatura e li venda più che può. Ma ai lettori veri, quelli che apprezzano un buon libro, originale e fatto bene, con una trama pensata chi ci pensa?
RispondiEliminaL'alternativa ultimamente è davvero poca, non credo che siamo rimasti in così pochi ad apprezzare un buon libro da mandare a rotoli una casa editrice!
Quello però che mi preoccupa di più sono i messaggi e gli esempi che trasmettono questi nuovi pseudo-libri..c'è di che riflettere.
Qualche settimana fa ero al'aeroporto di Stansed, a Londra. Ero in anticipo e sono entrata in un negozio/alimentari/libreria per passare un po' di tempo. PANICO! Un intero scaffale (l'unico dedicato ai libri) con tutte copertine uguali ma appaertententi a libri "diversi". Io mi sono rifiutata di leggere le 50 sfumature quest'estate ma se avessi deciso di comprare un libro non avrei potuto scgliere niente di diverso da quello o una delle sue innumerevoli copie... Mi è preso lo sconforto!
RispondiEliminaOrmai non mi fido praticamente più delle "nuove uscite". O sono copie di vampiri, o similerotici oppure vanno a scomodare i grandi classici (e questo mi urta quasi più di tutto il resto) cambiandone i finali e trasformandoli in horror paranormali...
Ma un po' di fantasia no, eh?
Concordo con ciò che hai detto! Stiamo cadendo sempre più in basso...
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RispondiElimina@Silvia: sono d'accordo, tutto molto relativo. Ma ultimamente mi ritrovo un po' spesso a leggere qualcosa di ben scritto, ma di già sentito. In quel caso mi rendo conto che non occorre saper scrivere per scrivere un buon libro. Però son d'accordo, non proprio tutti son da buttare, ragion per cui ho voluto trattare il fenomeno in modo forse poco approfondito, ma spero efficace.
RispondiElimina@Lamia: concordo pienamente. Bisognerebbe essere forse un po' più selettivi. Forse basterebbe solo che si evitasse di acquistare libri solo perché sono molto "chiacchierati". Personalmente sto più attenta ai consigli letterari quando scopro l'esistenza di libri quasi sconosciuti: in genere in quel caso non ne esco mai delusa.
@Marty: Immagino il panico!!!! In quel caso io mi butto sui quotidiani internazionali, almeno so cosa compro XD Beh, alcune nuove uscite non sono così male, basta solo sapersi destreggiare ^_^