Il suo nome è Gigi Berté. Commissario Berté. C'è una macchia nel suo passato, un buco nero che gli è costato il trasferimento da Milano a Lungariva, uno di quei paesini liguri che sono troppo pieni d'estate e troppo vuoti d'inverno. In attesa di trovare casa vive nella pensione della Marzia, una donna bella ma decisamente sovrappeso, l'esatto contrario del suo immaginario erotico. Il commissario ha un segreto che non ha mai rivelato a nessuno: scrive racconti gialli e surreali. Ma poi il morto ammazzato arriva per davvero. In un angolo della spiaggia di Lungariva, in mezzo ai bagnanti. Per il commissario Berté è arrivata l'ora di mettersi al lavoro e chissà se per risolvere il caso gli servirà di più la sua esperienza di poliziotto o il suo intuito di scrittore...
Editore: Corbaccio
Pagine: 120
Prezzo: 8,90 euro
A cura di Miki
Voto:
La regina del
catrame, considerato da molti il giallo dell'estate 2012, è la prima delle tre
indagini che hanno come protagonista il commissario Gigi Berté, personaggio
creato da Emilio Martini, pseudonimo di un imprecisato scrittore milanese: a
fine settembre usciranno in libreria anche Farfalla Nera, seconda
avventura del commissario, seguita più avanti dal terzo volume Chiodo Fisso.
La regina del
catrame, prima ancora di essere un giallo, è soprattutto uno spaccato della
società italiana: in questo "episodio" Emilio Martini ricostruisce
fedelmente i paesaggi e le dinamiche di una cittadina della Riviera Ligure, una
di quelle località di mare che d'estate sono letteralmente sommerse da turisti
e villeggianti ma dove d'inverno si muore di noia. Il caso ruota intorno
all'omicidio di Lidia Angelici, una signora appariscente sempre troppo
ingioiellata e vestita di colori sgargianti che ai Bagni Medusa non manca mai
di farsi notare ma che, dal punto di vista umano, forse è solo una donna alla
ricerca di un po' d'amore. A Luigi Berté, commissario trasferito per un motivo
a noi ancora oscuro dalla grande Milano alla piccola realtà di provincia, tocca
l'arduo compito di scoprire l'assassino, tra amanti, parenti serpenti e
pettegolezzi di ogni tipo.
A suo modo, il vicequestore
aggiunto Gigi Berté, con quell'apparenza da "batterista maturo di un
complesso rock", è un protagonista alquanto sui generis che colpisce
subito per la sua forza espressiva: alto, coda brizzolata, sguardo accigliato e
tanta voglia di punire i colpevoli. Ci troviamo di fronte ad un personaggio
tutto italiano con uno stile di indagine piuttosto simile a quello che troviamo
nel Montalbano di Camilleri: Berté ragiona seguendo le sue intuizioni e, a
differenza del commissario di Vigata, scrive in gran segreto racconti
"noir" per sedare la rabbia che prova davanti alle ingiustizie
dell'ambiente che frequenta ogni giorno. Grazie all'accurata introspezione
psicologica dell'autore, di capitolo in capitolo veniamo a scoprire sempre di
più sull'universo personale di Berté: una lunga storia d'amore alle spalle, un
carattere in apparenza burbero ma in fondo sincero e profondo, un'ottima
cultura letteraria e ovviamente una grande vocazione per la giustizia. Il
personaggio del commissario scrittore emerge con forza fra tutti gli altri che
sono comunque ben descritti ma che spesso si fermano al ruolo di comparse:
spiccano più definiti la Marzia, proprietaria della pensione dove Berté
alloggia, donna di classe e fascino, e il libraio Necchi, a cui il commissario
"in pausa culturale" si rivolge per trovare "pane per la sua
anima tormentata".
In parallelo alle
indagini abbiamo poi un libro nel libro, vero e proprio esempio di
metaletteratura contemporanea. La scena, infatti, quasi sempre focalizzata sul
caso di omicidio, si sposta a tratti, come per far riprendere fiato al lettore
e lucidità mentale a Berté, sul racconto che il commissario sta scrivendo, Il
comandante Barbagelata: ambientato su una nave da carico in pieno Atlantico
con a bordo un maniaco assassino dai gusti piuttosto macabri, questo giallo ci
racconta sicuramente di più sul carattere enigmatico del suo autore. Il
comandante Vasco Barbagelata, oltre a ricordare uno dei personaggi di un libro
di Joseph Conrad, ha infatti anche alcuni punti in comune con lo stesso Berté:
sono entrambi malinconici, piuttosto schivi e riservati ma uomini d'azione e di
coraggio quando serve. E' molto azzeccata inoltre, secondo me, anche la scelta
di Martini di concludere il suo libro proprio con l'ultimo capitolo de Il
comandante Barbagelata, La resa dei conti: ne deriva sicuramente un finale
più movimentato.
Lo stile di Emilio
Martini è semplice, immediato e molto visivo. Le descrizioni dei luoghi e
dell'anima del protagonista sono davvero precise, i dialoghi diretti e realistici
e il ritmo narrativo incalzante: per tutti questi motivi e per la peculiarità
del personaggio principale credo sarebbe interessante una trasposizione del
commissario Berté sul grande schermo.
Oltre al racconto
"noir" contenuto nel giallo, abbiamo anche un ultimo mistero da
decifrare. Dietro allo pseudonimo di Emilio Martini, Emilio in onore di Salgari
e Martini per il cocktail, si nasconde infatti qualcuno che conosce molto bene
il commissario Berté, vicequestore aggiunto che lavora veramente a Milano, ma
entrambi preferiscono rimanere nell'ombra. Strategia vincente questa di
Corbaccio che, oltre ad aver proposto La regina del catrame nella
categoria low cost a 8,90 euro, stuzzica in questo modo ancora di più la
curiosità del lettore e apre addirittura una pagina Facebook dove sono raccolti
indizi e curiosità sull'identità dello scrittore misterioso. Dai dati raccolti
finora e dai riferimenti reperibili tra una pagina e l'altra Lungariva, la
località descritta nel giallo, sembrerebbe proprio Santa Margherita Ligure,
ridente cittadina della Riviera Ligure ad una trentina di chilometri da Genova:
a confermare questa ipotesi basta passare davanti alla libreria locale dove,
nella bacheca dei libri più venduti, troviamo al primo posto proprio La
regina del catrame. Che sia una coincidenza? Inutile dire che il mistero
resta aperto.
Emilio Martini
Dietro lo pseudonimo di Gigi Berté si nasconde un
vicequestore in carne e... coda, che opera in un commissariato italiano. Per
ovvie ragioni di riservatezza, Gigi non ha potuto esporsi con il suo vero nome.
Anche dietro il nome Emilio Martini si cela qualcuno in carne e...
penna, che conosce bene il commissario e che però preferisce restare nell’ombra.