venerdì 13 dicembre 2013

Recensione: Expo 58 di Jonathan Coe




A tre anni di distanza dal suo ultimo romanzo (“I terribili segreti di Maxwell Sim, del 2010) torna in libreria Jonathan Coe con il nuovo “Expo 58”. Mentirei se dicessi che ho atteso con grande ansia la sua pubblicazione in Italia, perché era da un bel po' che non mi avvicinavo ad un libro di Coe: dopo gli inizi a dir poco scoppiettanti con “La famiglia Winshaw” e “La casa del sonno” avevo notato un certo calo narrativo nei successivi “La banda dei brocchi” e “Il circolo chiuso”. Ed è per questo che ho deciso di leggere “Expo 58”: per vedere lo “stato di salute” di un autore a cui le potenzialità certo non mancano e che, ieri come oggi, ha ancora molto da dire.

Thomas Foley è un impiegato del Central Office of Information di Londra; per il resto ha una vita assolutamente ordinaria, con una moglie casalinga, una bambina piccola, un vicino di casa un po' troppo appiccicoso. Dall'altra parte d'Europa, a Bruxelles, si sta organizzando un'esposizione mondiale, ma a Thomas sembra un evento lontano che si ripercuote soltanto nella mole di lavoro in più che dovrà affrontare in ufficio. Invece un giorno viene convocato dai suoi superiori e gli viene data la notizia che, in virtù di una straordinaria serie di coincidenze, lui è l'uomo adatto per un delicato lavoro in Belgio: collaborare alla gestione del club Britannia nel padiglione inglese e soprattutto tenere gli occhi aperti in vista di eventuali spie. Più facile a dirsi che a farsi, tra tentazioni extraconiugali e intrighi internazionali...

“Expo 58” è un romanzo che, a dispetto della trama semplice, nasconde diverse tematiche e sottotrame – come da tradizione dell'autore, del resto. Sempre con il punto di vista di Thomas, infatti, seguiamo la sua avventura in Belgio, sia quelle personali (la sua attrazione, ricambiata, per la bella hostess Anneke e la ricerca del villaggio natio della madre belga) sia quella lavorativa, con i vari intrecci di spie in cui il nostro si ritrova involontariamente coinvolto. In Inghilterra invece abbiamo la moglie Sylvia, vittima della noia e del corteggiamento del vicino di casa. Chiunque, insomma, troverà pane per i propri denti.
Queste trame si intrecciano tra loro vicendevolmente, senza prevalere l'una sull'altra: se da un lato è senza dubbio un punto di forza, dall'altro indebolisce l'impalcatura del romanzo, perché se una particolare parte non convince il lettore dopo tutta l'opera ne risulterà sminuita. Chi conosce Coe sa che ogni cosa, anche la più minuscola, verrà risolta alla fine, perciò dal punto di vista narrativo la situazione viene gestita alla perfezione; ma forse era da preferirsi un'impostazione più netta per evitare il più possibile cali nel coinvolgimento del lettore.

Come già accennato sopra, nonostante i suoi diversi sapori la ricetta del romanzo si basa sempre su un unico ingrediente: Thomas. Nelle intenzioni dell'autore, tutta questa pesante impalcatura dovrebbe essere retta dalle sue spalle, ma saranno forti a sufficienza? Temo di no. Il nostro è estremamente semplice e umile, dal temperamento mite, che non è dotato di particolare coraggio, patriottismo, o quantomeno intraprendenza. E' il tipico uomo della strada, quello che i Beatles avrebbero definito “Nowhere man” (anche se nel 1958 non esistevano ancora). E' ovvio che questo suo non avere carattere è voluto per dare l'idea dell'uomo comune travolto dagli eventi, e perciò favorire l'immedesimazione in lui.
E' un'arma a doppio taglio, però, perché un personaggio così funziona alla perfezione come supporto o meglio ancora come comparsa, ma come protagonista è tutto un altro discorso. Si rischia di essere irritati da questa sua passività caratteriale e di non simpatizzare con i suoi problemi, molti dei quali non si sarebbero presentati se lui avesse, per una volta tanto, preso una decisione netta. Si passa il romanzo nello sperare che finalmente, invece di essere trascinato dalla corrente della trama, impari a nuotare, ma invano.
Abbiamo appurato che le spalle di Thomas sono troppo fragili per “Expo 58”. Chi può sopperire al compito? Temo nemmeno i personaggi femminili: sia Anneke che Sylvia sono troppo innamorate di Thomas per farlo. Discorso a parte per l'altra protagonista, Emily, fino alla fine un enigma per il lettore, e che quindi è già più adatta allo scopo. Ma alla fine, almeno per quanto mi riguarda, lo scettro spetta a due personaggi secondari, le spie Mr. Wayne e Mr. Radford – ogni citazione cinematografica è puramente casuale, ovviamente, che si presentano sempre insieme e che danno l'occasione all'autore per mostrare tutta la sua vena ironica in dialoghi sempre coinvolgenti e divertenti.

Se volete leggere “Expo 58” lo stile di Coe è un'ottima ragione per farlo, perché davvero maturo e scorrevole, soprattutto nelle sequenze dialogiche, dove ogni personaggio ha una propria voce personale e riconoscibile. Oltre all'accurata ricostruzione storica, che rende bene l'idea di come dovesse essere l'esposizione mondiale, sono da segnalare delle descrizioni particolarmente liriche, come ad esempio un concerto a cui Thomas ed Emily assistono o quella dell'Atonium, il monumento costruito appositamente per l'Expo.

“Expo 58” non è affatto un brutto romanzo, ed anzi ha diverse corde al suo arco, come le citazioni cinematografiche ed il contesto storico. Tuttavia si ha quasi l'impressione, durante la lettura, che il talento di Coe non sia usato a pieno regime, con una storia così semplice e soprattutto con un protagonista così poco coinvolgente. Tutta un'altra storia rispetto alle sue prime opere, dalle trame stratificate al limite del maniacale e con dei protagonisti che, nel bene e nel male, lasciavano il segno una volta finito il libro. Non è una bocciatura, è solo rimandato a settembre.

Voto: 




2 commenti:

  1. Coe lo avevo scoperto ed apprezzato proprio con La banda dei brocchi e Circolo chiuso :) Expo 58 non l'ho ancora preso, ma mi attira più per lo stile che per la trama. La scrittura di Coe mi aveva piacevolmente colpita!

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  2. Ah ah ah! Comunque la scrittura di Coe non delude mai... :-)
    - Surymae Rossweisse -

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