giovedì 19 dicembre 2013

Detrazioni fiscali sui libri: e gli ebook?




Massimo Bray
A poche settimane dall’incontro avvenuto a Roma tra il presidente dell’Ali (Associazione dei Librai Italiani), Alberto Galla, e il ministro dello sviluppo economico, Flavio Zanonato, ecco l’annuncio che sembrerebbe confermare l’attenzione da parte del governo nei confronti della cultura e della diffusione della lettura. Infatti, in occasione di un Question Time in Senato, il ministro ha dichiarato l’arrivo di detrazioni fiscali pari al 19% per chi compra libri, al fine di aiutare la lettura e le librerie.

La misura, contenuta nel collegato alla legge di Stabilità, è stata varata dopo essere stata sottoposta all’approvazione del Consiglio dei Ministri, come confermato dal ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Massimo Bray.
La norma, che vale esclusivamente per i libri cartacei e non per gli e-book, prevede la detrazione fiscale del 19% delle spese sostenute nel corso dell’anno sull’acquisto di libri muniti di codice ISBN e sarà valida per il prossimo triennio. La detrazione, il cui importo massimo è di duemila euro – mille per i libri scolastici e universitari e mille per tutte le altre pubblicazioni – avverrà previa presentazione d’idonea documentazione fiscale.

Alcuni punti della norma, però, restano oscuri: ad esempio non è chiaro quale genere di documentazione si debba presentare, e se la detrazione possa essere applicata ai libri usati, dato che anche quelli possiedono il codice ISBN. 
A ogni modo, l’AGe (Associazione Italiana Genitori) e ovviamente l’AIE (Associazione Editori Italiani) hanno accolto questa decisione come una svolta importante per la diffusione della cultura nel nostro Paese. Tuttavia, come sempre, non mancano le critiche: alcuni hanno fatto notare che per far crescere il numero di lettori non basta rendere la lettura detraibile dalle tasse, perché le ragioni che tengono gli italiani lontani dalle librerie non hanno a che vedere solo con la crisi economica; altri che tale norma, escludendo gli e-book, sembra volta più a favorire i librai che la promozione della lettura. A sostegno della validità di questa tesi, i dati sulla diffusione della lettura in Italia e sulla crescita del mercato digitale: gli e-book venduti sono passati da 300.000 nel 2011 ad oltre tre milioni nello scorso anno, e sono 1,6 milioni gli italiani che leggono e-book, il 3% della popolazione con più di 14 anni.

Nonostante l’indubbio merito della normativa, che certamente incentiverà i lettori a tornare in libreria e darà un po’ di respiro alle famiglie, che potranno detrarre dalle tasse parte della spesa sostenuta per i testi scolastici, non si può fare a meno di costatarne la miopia. È innegabile che il supporto digitale eserciti un evidente appeal soprattutto tra le nuovi generazioni, quelle che – probabilmente – più necessitano di essere avvicinate alla lettura. Non includere gli e-book nella normativa, significa penalizzare questo supporto, che in Italia fatica già ad affermarsi a causa dei costi eccessivi imposti dagli editori. Il rischio è, pertanto, quello di aumentare i consumi dei cosiddetti lettori forti, senza conquistare altre fette di mercato. Possiamo solo augurarci che questo sia solo il primo di una serie di provvedimenti finalizzati a un concreto sviluppo della cultura, e non una manovra squisitamente politica per creare consensi intorno all’attuale Governo.

A cura di Laura Giuntini

2 commenti:

  1. Concordo con chi dice che il motivo per cui la gente non legge non sia il costo dei libri, altrimenti avremmo biblioteche strapiene. Io credo che il problema stia nel fatto che la scuola non dia alcuna importanza a diffondere e trasmettere il PIACERE della lettura ma, se proprio proprio spinge alla lettura di un libro, lo rende un compito, un obbligo. Poi sicuramente è un'iniziativa che va benissimo per aiutare un po' i commercianti e magari incoraggiare a comprare un libro in più piuttosto che uno in meno, ma non sarà certo quello a far riempire le librerie.

    Comunque vedi, è questo che mi fa infuriare del nostro paese: che siamo governati (perché lasciamo che accada) da incompetenti che ricoprono un determinato ruolo solo per motivi politici, non per reali competenze, e che di conseguenza invece di porre una soluzione ad un problema partendo dalle radici, mette le pezze sugli effetti. Scusate l'ultimo sfogo... =)

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  2. E' vero, si deve partire dalla base - cioè dalla scuola, dall'educazione, che è lo stesso motivo per cui non basta solo inasprire le pene con la legge sul femminicidio - ma ovviamente è troppo impegnativo per questa italia dalla mente ristretta e per questa politica che non sa investire in programmi moderni perché sono loro stessi a non saper pensare in questi termini. Comunque io sono felice come una pasqua di queste detrazioni fiscali, e sono pure d'accordo che prima di tutto si debbano aiutare le librerie, e che agli ebook si possa rimediare dopo.

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