Tutti mi danno del
bastardo è un romanzo dello scrittore britannico Nick Hornby,
specialista nel raccontare storie di amori finiti male. In questo nuovo
romanzo, Hornby dipinge un ritratto tragico e al tempo stesso ricco di humor di
quanto confuse e meschine possano diventare le relazioni amorose nella società
moderna. Un matrimonio andato storto e il successivo divorzio tra due persone
costituiscono gli elementi scatenanti in grado di innescare una serie di
comportamenti sciagurati e crudeli. Elaine Harris lavora per un quotidiano.
Tiene una rubrica, molto apprezzata dai lettori, in cui racconta gli sviluppi
del proprio matrimonio e della propria vita coniugale. Charlie, suo marito, è
il dirigente di una banca molto conosciuta. All’incrinarsi della loro relazione
fa seguito il divorzio. Tutto sembra concludersi così, ma a una settimana di
distanza, Elaine Harris comincia a scrivere articoli velenosi sul quotidiano,
raccontando ai lettori i motivi che hanno causato il divorzio. I subdoli
articoli, inseriti nella nuova rubrica dal titolo “Bastardo”, rivelano le
mancanze di Charlie come marito, come padre e come amante. Charlie ben presto
si accorge della situazione quando, recatosi al lavoro, nota l’insolito
comportamento dei colleghi nei suoi confronti. La colorita rubrica
dell’inviperita Elaine, infatti, viene letta da tutti. Posto sotto i riflettori
e seduto al banco degli imputati nel tribunale dell’opinione pubblica, Charlie
auspica che l’ex moglie si stufi presto di questa deprecabile vendetta, ma si
sbaglia. Il successo ottenuto dalla rubrica di Elaine, infatti, diventa un
appuntamento fisso per sempre più lettori, i quali attendono con ansia di
conoscere le disavventure matrimoniali della donna. E’ una vera e propria
epidemia mediatica, che espone Charlie ai giudizi morali dell’intera società. Tutti mi danno del bastardo è un romanzo
tragicomico in cui Nick Hornby riflette sull’amore all’epoca dei gossip, dei
mass media e dell’attenzione della società per tutto ciò che è frivolo.
Editore: Guanda
Pagine: 80
Prezzo: Cartaceo
€ 9,00 - eBook € 4,99
Voto:
Questo
romanzo breve, o meglio racconto – visto che nella versione originale da me
letta consta di sole 29 pagine – è tutt’altro che uno scontato resoconto di
quanto può essere portata all’esasperazione l’insoddisfazione che si sente
riguardo a se stessi quando finisce un amore. Quella che sembrerebbe una storia
piena di humor, alla fine non è altro che la volontà di smorzare la tragedia
intrinseca nella storia. Non ci sono morti, non ci sono feriti, ma danni alla
persona e alla sua reputazione a bizzeffe.
Tutto
comincia con la decisione di Charlie e Elaine di divorziare, presa tra le 9,30
e le 10,00 del mattino, dopo aver accompagnato i bambini a scuola. La madre
dell’uomo, che non riesce a capacitarsi della cosa, avanza subito l’ipotesi che
sia stato il figlio ad esasperare a tal punto Elaine da causare la decisione.
In realtà, come spiega Charlie, la colpa potrebbe benissimo essere della donna
e una decisione così radicale, quale quella di un divorzio, non è repentina, ma
ben ponderata.
Charlie
ci sembra subito la vittima, un uomo che va in giro con la coda tra le gambe,
incapace di reagire, se non dormendo un paio di volte con Mary che lo avvisa di
essere sulla bocca di tutti. Elaine, infatti, è una giornalista che scrive di
tutto, attribuendogli importanza come se fosse una questione personale: poco
equilibrata, ha scritto tutto riguardo la perdita della sua verginità, lo stato
delle sue pelvi, le sue fantasie sessuali e, soprattutto, il suo matrimonio.
Ultima trovata è una rubrica settimanale dedicata a quel “Bastardo” del suo ex
marito, volta a svelarne difetti e incompetenze. Charlie ovviamente è basito
dalla situazione, ma non intende prendere provvedimenti dal punto di vista
legale, e questo perché non è decisamente una vittima inconsapevole: negli anni
ha tradito la moglie ripetutamente e, sopraffatto dal lavoro e dal suo ego, ha
trascurato i figli. La rubrica ha successo – tanto che “Tutti leggono del
Bastardo” diventa un trend su Twitter - e all’uomo viene richiesto di
partecipare ad uno show radiofonico, ma nonostante la possibilità di replicare
alle accuse della ex, Charlie decide di rifiutare. Nel frattempo nasce una
rubrica corrispettiva, scritta da un uomo, volta a denigrare l’ex compagna. I
due si incontrano e si scontrano con ciò che conoscono l’uno dell’altro.
C’è
ancora tanto da dire, ma rischierei di togliervi la possibilità di leggere la
storia, che trovo davvero amara e realistica. Mi ha colpito lo stile essenziale
e asciutto di Hornby, che non avevo mai avuto modo di apprezzare prima. Nella
versione originale si possono leggere numerosi giochi di parole, ma quello che
più affascina è la capacità di partire da una premessa per arrivare ad una
conclusione che mette in discussione tutto ciò che si è letto in precedenza. Si
arriva a detestare un personaggio, per poi doversi ricredere più e più volte.
Quello
che a primo acchito sembra essere una banale storia di ordinaria pazzia,
finisce per diventare la dimostrazione di quanto siano fondamentali concetti
quali privacy, reputazione e rispettivi limiti. In Italia, probabilmente,
Elaine sarebbe stata perseguibile per diffamazione a mezzo stampa, nonostante
la realtà dei fatti; in Inghilterra il reato non sussisterebbe proprio in virtù
di questo. Inoltre, in queste poche pagine si legge molto dell’animo umano, di
quanto sia volubile; posso dire poi che mi ha ricordato il pirandelliano
concetto dell’«uno, nessuno, centomila», mettendo in evidenza la possibilità
che la versione di noi che mostriamo al mondo spesso non è quella reale.
Nonostante
questi lati positivi della storia, non credo che il lettore italiano sia
invogliato a godersi questo nuovo racconto di Hornby: mi sembra davvero
esagerata una spesa di 9 euro per la versione cartacea e 4,99 euro per l’ebook,
quando questo in versione originale è disponibile alla ben più accessibile
cifra di 0,99 euro! Avrei preferito acquistare un volume con più storie, oppure
una proposta più modica, ma di certo io per prima ho preferito adeguarmi alla
versione inglese – che tra l’altro consiglio a chi ha una conoscenza media
dell’inglese come esercizio di lettura. Trovo assurdo che si speculi così tanto
sui racconti, e non mi riferisco solo alla casa editrice Guanda, ma anche alle
tante altre specializzate nella pubblicazione di storie non più lunghe di cento
pagine che si trovano in libreria a non meno di dieci euro. Lo trovo un motivo
in più, per il lettore, di dover ricercare un corrispettivo illegale per dover
leggere. È anche in questo modo che si aiuta la pirateria.
Come forse ho avuto già modo di dirti nei commenti ai tuoi video io ho un rapporto di amore/odio con questo autore che ha il brutto difetto di scrivere romanzi che a me paiono insipidi e poco originali, sempre con la stessa tipologia di personaggio maschile con la sindrome di Peter Pan. Dopo "Alta Fedeltà" avevo giurato a me stessa che non ci sarei più cascata, ma dalla tua recensione mi sembra quasi di intravedere un barlume di speranza: vuoi vedere che finalmente ha scritto qualcosa di decente (o forse sono io che ho bisogno che qualcuno mi spieghi le sue opere perché non colgo il loro vero significato... il che può essere benissimo)? Bah, magari me lo leggo in originale a 0.99, così se continuerò a odialo non avrò il rimpianto di aver buttato dei soldi!! ^_^
RispondiEliminaAh, ho sbagliato, non avevo letto la firma... il commento l'ho fatto sotto i video di Federica!
EliminaAnche io comunque ho letto questo libro, l'unico di Hornby, ricordo vagamente che fosse carino XD
EliminaCiao Simo! Beh, io ho letto solo questo testo di Hornby, anche se mi ripropongo sempre di leggere al più presto "Alta fedeltà" o "Non buttiamoci giù". A me è piaciuto proprio perché c'era questo gioco del non dire sul serio che capovolgeva ripetutamente la situazione, ma effettivamente sento di tanti colleghi all'università che mi raccontano di avere brutte esperienze con Hornby (una mi ha riferito che brucerebbe volentieri "Alta fedeltà")... Ti saprò dire in seguito la mia opinione riguardo il resto della sua bibliografia ;)
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