giovedì 12 settembre 2013

Recensione: Tutti mi danno del bastardo di Nick Hornby




Tutti mi danno del bastardo - Nick Hornby
Tutti mi danno del bastardo è un romanzo dello scrittore britannico Nick Hornby, specialista nel raccontare storie di amori finiti male. In questo nuovo romanzo, Hornby dipinge un ritratto tragico e al tempo stesso ricco di humor di quanto confuse e meschine possano diventare le relazioni amorose nella società moderna. Un matrimonio andato storto e il successivo divorzio tra due persone costituiscono gli elementi scatenanti in grado di innescare una serie di comportamenti sciagurati e crudeli. Elaine Harris lavora per un quotidiano. Tiene una rubrica, molto apprezzata dai lettori, in cui racconta gli sviluppi del proprio matrimonio e della propria vita coniugale. Charlie, suo marito, è il dirigente di una banca molto conosciuta. All’incrinarsi della loro relazione fa seguito il divorzio. Tutto sembra concludersi così, ma a una settimana di distanza, Elaine Harris comincia a scrivere articoli velenosi sul quotidiano, raccontando ai lettori i motivi che hanno causato il divorzio. I subdoli articoli, inseriti nella nuova rubrica dal titolo “Bastardo”, rivelano le mancanze di Charlie come marito, come padre e come amante. Charlie ben presto si accorge della situazione quando, recatosi al lavoro, nota l’insolito comportamento dei colleghi nei suoi confronti. La colorita rubrica dell’inviperita Elaine, infatti, viene letta da tutti. Posto sotto i riflettori e seduto al banco degli imputati nel tribunale dell’opinione pubblica, Charlie auspica che l’ex moglie si stufi presto di questa deprecabile vendetta, ma si sbaglia. Il successo ottenuto dalla rubrica di Elaine, infatti, diventa un appuntamento fisso per sempre più lettori, i quali attendono con ansia di conoscere le disavventure matrimoniali della donna. E’ una vera e propria epidemia mediatica, che espone Charlie ai giudizi morali dell’intera società. Tutti mi danno del bastardo è un romanzo tragicomico in cui Nick Hornby riflette sull’amore all’epoca dei gossip, dei mass media e dell’attenzione della società per tutto ciò che è frivolo.
Editore: Guanda
Pagine: 80
Prezzo: Cartaceo € 9,00 - eBook € 4,99



Voto: 

Questo romanzo breve, o meglio racconto – visto che nella versione originale da me letta consta di sole 29 pagine – è tutt’altro che uno scontato resoconto di quanto può essere portata all’esasperazione l’insoddisfazione che si sente riguardo a se stessi quando finisce un amore. Quella che sembrerebbe una storia piena di humor, alla fine non è altro che la volontà di smorzare la tragedia intrinseca nella storia. Non ci sono morti, non ci sono feriti, ma danni alla persona e alla sua reputazione a bizzeffe.
Tutto comincia con la decisione di Charlie e Elaine di divorziare, presa tra le 9,30 e le 10,00 del mattino, dopo aver accompagnato i bambini a scuola. La madre dell’uomo, che non riesce a capacitarsi della cosa, avanza subito l’ipotesi che sia stato il figlio ad esasperare a tal punto Elaine da causare la decisione. In realtà, come spiega Charlie, la colpa potrebbe benissimo essere della donna e una decisione così radicale, quale quella di un divorzio, non è repentina, ma ben ponderata.
Charlie ci sembra subito la vittima, un uomo che va in giro con la coda tra le gambe, incapace di reagire, se non dormendo un paio di volte con Mary che lo avvisa di essere sulla bocca di tutti. Elaine, infatti, è una giornalista che scrive di tutto, attribuendogli importanza come se fosse una questione personale: poco equilibrata, ha scritto tutto riguardo la perdita della sua verginità, lo stato delle sue pelvi, le sue fantasie sessuali e, soprattutto, il suo matrimonio. Ultima trovata è una rubrica settimanale dedicata a quel “Bastardo” del suo ex marito, volta a svelarne difetti e incompetenze. Charlie ovviamente è basito dalla situazione, ma non intende prendere provvedimenti dal punto di vista legale, e questo perché non è decisamente una vittima inconsapevole: negli anni ha tradito la moglie ripetutamente e, sopraffatto dal lavoro e dal suo ego, ha trascurato i figli. La rubrica ha successo – tanto che “Tutti leggono del Bastardo” diventa un trend su Twitter - e all’uomo viene richiesto di partecipare ad uno show radiofonico, ma nonostante la possibilità di replicare alle accuse della ex, Charlie decide di rifiutare. Nel frattempo nasce una rubrica corrispettiva, scritta da un uomo, volta a denigrare l’ex compagna. I due si incontrano e si scontrano con ciò che conoscono l’uno dell’altro.
C’è ancora tanto da dire, ma rischierei di togliervi la possibilità di leggere la storia, che trovo davvero amara e realistica. Mi ha colpito lo stile essenziale e asciutto di Hornby, che non avevo mai avuto modo di apprezzare prima. Nella versione originale si possono leggere numerosi giochi di parole, ma quello che più affascina è la capacità di partire da una premessa per arrivare ad una conclusione che mette in discussione tutto ciò che si è letto in precedenza. Si arriva a detestare un personaggio, per poi doversi ricredere più e più volte.
Quello che a primo acchito sembra essere una banale storia di ordinaria pazzia, finisce per diventare la dimostrazione di quanto siano fondamentali concetti quali privacy, reputazione e rispettivi limiti. In Italia, probabilmente, Elaine sarebbe stata perseguibile per diffamazione a mezzo stampa, nonostante la realtà dei fatti; in Inghilterra il reato non sussisterebbe proprio in virtù di questo. Inoltre, in queste poche pagine si legge molto dell’animo umano, di quanto sia volubile; posso dire poi che mi ha ricordato il pirandelliano concetto dell’«uno, nessuno, centomila», mettendo in evidenza la possibilità che la versione di noi che mostriamo al mondo spesso non è quella reale.

Nonostante questi lati positivi della storia, non credo che il lettore italiano sia invogliato a godersi questo nuovo racconto di Hornby: mi sembra davvero esagerata una spesa di 9 euro per la versione cartacea e 4,99 euro per l’ebook, quando questo in versione originale è disponibile alla ben più accessibile cifra di 0,99 euro! Avrei preferito acquistare un volume con più storie, oppure una proposta più modica, ma di certo io per prima ho preferito adeguarmi alla versione inglese – che tra l’altro consiglio a chi ha una conoscenza media dell’inglese come esercizio di lettura. Trovo assurdo che si speculi così tanto sui racconti, e non mi riferisco solo alla casa editrice Guanda, ma anche alle tante altre specializzate nella pubblicazione di storie non più lunghe di cento pagine che si trovano in libreria a non meno di dieci euro. Lo trovo un motivo in più, per il lettore, di dover ricercare un corrispettivo illegale per dover leggere. È anche in questo modo che si aiuta la pirateria.

4 commenti:

  1. Come forse ho avuto già modo di dirti nei commenti ai tuoi video io ho un rapporto di amore/odio con questo autore che ha il brutto difetto di scrivere romanzi che a me paiono insipidi e poco originali, sempre con la stessa tipologia di personaggio maschile con la sindrome di Peter Pan. Dopo "Alta Fedeltà" avevo giurato a me stessa che non ci sarei più cascata, ma dalla tua recensione mi sembra quasi di intravedere un barlume di speranza: vuoi vedere che finalmente ha scritto qualcosa di decente (o forse sono io che ho bisogno che qualcuno mi spieghi le sue opere perché non colgo il loro vero significato... il che può essere benissimo)? Bah, magari me lo leggo in originale a 0.99, così se continuerò a odialo non avrò il rimpianto di aver buttato dei soldi!! ^_^

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    1. Ah, ho sbagliato, non avevo letto la firma... il commento l'ho fatto sotto i video di Federica!

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    2. Anche io comunque ho letto questo libro, l'unico di Hornby, ricordo vagamente che fosse carino XD

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    3. Ciao Simo! Beh, io ho letto solo questo testo di Hornby, anche se mi ripropongo sempre di leggere al più presto "Alta fedeltà" o "Non buttiamoci giù". A me è piaciuto proprio perché c'era questo gioco del non dire sul serio che capovolgeva ripetutamente la situazione, ma effettivamente sento di tanti colleghi all'università che mi raccontano di avere brutte esperienze con Hornby (una mi ha riferito che brucerebbe volentieri "Alta fedeltà")... Ti saprò dire in seguito la mia opinione riguardo il resto della sua bibliografia ;)

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