sabato 7 settembre 2013

La letteratura militante e la denuncia a Erri De Luca





Il ruolo della letteratura nella società civile sembra a volte che sia stato relegato ad un passato indefinito, soprattutto in Italia dove pochi scrittori discutono di attualità e prendono posizioni ferme -  forse a causa di una circolo culturale elitario ormai sempre più ripiegato su se stesso  e sui suoi premi.
Sicuramente un “militante” è Erri De Luca, uno dei più noti e amati e prolifici autori del Bel Paese che, da amante della montagna, ha sempre sostenuto la lotta No Tav della Val di Susa contraria alla realizzazione di una linea di treni ad alta velocità, la Torino-Lione.
De Luca ha più volte rivendicato il diritto dei cittadini all’ espressione del dissenso, anche violento, contro un’opera che distrugge il suolo e ha un dispendio economico importante. Di più: ha sottolineato la prepotenza e l’abuso di potere di governi, legati a interessi con le banche, che trattano le comunità come province conquistate da un impero.
Le posizione dure di De Luca – l’ultima rilasciata all’ Huffington Post dove dichiara: “Hanno fallito i tavoli del governo, hanno fallito le mediazioni: il sabotaggio è l’unica alternativa” - lo hanno portato ad una denuncia da parte di Lft, come annunciato dall’Ansa il 5 settembre, dopo che anche il filosofo Gianni Vattimo è stato convocato in procura a Torino a seguito della visita in carcere di un attivista No Tav.
Le reazioni alla notizia sono state poche: l'editore Feltrinelli, Wu Ming, Giulio Cavalli, Massimo Carlotto, Sandrone Dazieri, Arturo Robertazzi, Igiaba Scego, Loredana Lipperini hanno espresso solidarietà a De Luca, l’ultima evidenziando la “scarsissima propensione del mondo letterario italiano a esprimere solidarietà ai membri più famosi del medesimo. E la felicità perversa che nutre nel massacrarli”.
Riflessione che andrebbe ampliata alla luce, come dicevo all’inizio, di una letteratura italiana fine a se stessa e sempre meno coinvolta nella lotta civile, talvolta troppo rinchiusa nella propria torre eburnea. C’è bisogno di letteratura in un momento come questo, ma di una letteratura impegnata, partecipante e partecipe, che non si limiti alla carta e che prenda in mano le redini – come faceva una volta, d’altronde, muovendo idee, opinioni, creando immaginari.  Erri De Luca lo ha fatto e lo sta facendo, malgrado ridicole proposte di boicottaggio dei suoi libri.

Non mi esprimo sulla legittimità delle azioni violente dei No Tav: la denuncia a De Luca, che ha semplicemente espresso la propria posizione e per cui è stato denunciato per reato d’opinione, è certamente fuori luogo. Il silenzio dell’ editoria “impegnata” lo è ancora di più.

2 commenti:

  1. Denunciare Erri De Luca per le opinioni espresse mi sembra eccessivo.
    Certo, se fossi un personaggio noto farei attenzione ad esprimermi in modo che le mie parole non possano venire lette come un'incitazione alla violenza, ma questa è una cosa che si può dire a Erri De Luca in una lettera aperta (o privata a lui personalmente), senza denunciarlo.

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    1. Credo che De Luca sia risoluto nelle sue idee e nessuna lettera aperta gli avrebbe fatto cambiare idea o toni. Certo la denuncia è ampiamente evitabile

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