domenica 1 maggio 2011

Recensione L'ultimo cavaliere di Terry brooks



(Leggi trama e info qui)

Voto: 

Scritto da Sakura 87.

Sono passati cinquecento anni dalla catastrofe nucleare (le Grandi Guerre) descritte nella trilogia La Genesi di Shannara, conclusa con il ritiro di molti dei superstiti in una grande vallata, incapsulata dall'eroe Falco in una nebbia protettiva impossibile da penetrare dall'interno e dall'esterno. Ora quella magia si sta sfaldando, e Sider Ament, il portatore del Bastone magico, il protettore della Valle, è sulle tracce di creature mai viste che apparentemente sono riuscite a introdursi dall'esterno. Insieme ai cercatori di piste Panterra e Prue, che sono sulle tracce dello stesso animale, Sider realizza che ben presto la nebbia magica svanirà del tutto, e occorre avvertire l'intera popolazione della Valle (uomini, elfi e altre creature frutto delle mutazioni causate dalle guerre nucleari) che si preparino a essere attaccati da pericoli ignoti che infrangeranno la loro tranquillità. Nessuno sembra voler prendere l'avvertimento sul serio, soprattutto coloro che professano la religione di cui il gretto Skeal Eile è il capo spirituale, la quale spera in un futuro ritorno del Falco perché li conduca fuori dalla vallata. Ma i pericoli all'esterno sono più gravi che mai, e una feroce tribù di Troll si sta già dirigendo verso i valichi nella speranza di potersi insediare nella Valle sterminando qualsiasi opposizione.
L'ultimo cavaliere è il primo romanzo della mini-saga Le leggende di Shannara, inscindibile dal suo seguito -The Measure of the Magic- che verrà pubblicato negli USA nell'agosto 2011. Può essere compreso senza problemi da chi non ha letto le saghe precedenti e successive.

Consentite delle osservazioni fortemente critiche a chi di Brooks ha letto parecchi romanzi, anche se non tutti. Le osservazioni, nel caso dello stile, saranno parziali come possono esserlo quelle di chi ha letto un autore tradotto e non nella sua lingua originale.
Dell'autore ho letto undici romanzi, due dei quali scritti dopo il '96. Il primo Terry Brooks aveva una prosa arzigogolata e si concentrava molto sulle descrizioni e sul paesaggio, mentre ho notato -soprattutto ne L'ultimo cavaliere- che l'autore ha progressivamente abbandonato i periodi lunghi e semplificato il linguaggio e le descrizioni.
Qualcuno si ostina ancora a dire che la fluidità e la semplicità dello stile, che garantiscono velocità nella lettura, siano un pregio. Sbagliatissimo. Al massimo sono una benedizione per chi si deve sciroppare una storia orrenda e ha la sola consolazione del poco tempo impiegato a leggerla. Ma non pregi, tutt'altro: ho la sensazione che Brooks abbia scelto di adeguarsi a un pubblico di livello medio-basso, quello stesso pubblico che è contento di leggere libri facili e così simili tra loro da sembrare prodotti con lo stampo. Non riesco a trovare altra spiegazione, perché una frase come mandò a memoria la direzione, sapendo che più tardi gli sarebbe stata utile per rintracciarla è una banalità grossa come una casa: se stanno portando via una prigioniera e tu guardi in che direzione la trascinano via, non occorre specificare anche che guardare la direzione ti servirà per andarla a recuperare quando già sappiamo che sei lì per quello. E' solo un piccolo esempio, ma gli ultimi libri di Brooks sono pieni di queste scontatezze allucinanti che vanno bene solo in un libro per ragazzi o per adulti poco avvezzi alla lettura. Plagi del Signore degli anelli (come sono stati definiti) o meno, La spada di Shannara e i suoi primi seguiti avevano una loro dignità letteraria, che gli ultimi libri di Terry Brooks hanno perduto. Parte del danno sicuramente l'avrà fatto la traduzione, perché, come spesso ho notato, non esistono vie di mezzo: o si mantengono quelle d'anteguerra o si fluidificano al massimo per mercificare il prodotto.
La stessa banalizzazione dello stile la ritroviamo nei personaggi: checché ne dicano coloro che criticano fortemente Brooks, i primi protagonisti (Shea, Allanon, Menion Leah, Wil, Ander, Par, Walker Boh e molti altri) avevano un loro spessore, delle peculiarità che li rendevano personaggi a tutto tondo. Ma cosa possiamo dire, nello specifico, di quelli de L'ultimo cavaliere?
Panterra e Prue sono due Cercatori di piste, probabilmente gli 'antenati' dei Rover già incontrati nelle prime saghe. La prima parte del romanzo lascia presagire che saranno loro i protagonisti, e vengono definiti due giovani molto uniti, in gamba, abili, agili e forti, salvo che, fin dalle prime prove, si riveleranno tutto meno che tali: verranno catturati, quasi uccisi, ingannati, senza che riescano a opporre resistenza fisica o mettere in pratica le astuzie che ci si aspetterebbe da loro. Prue, in particolare, descritta come una ragazza di enormi poteri (che non vedremo), quasi sparirà dalla narrazione prima della metà del romanzo. Sider Ament, che riflette la figura del druido, è quanto di più lontano esista dalla figura dell'altero e quasi onnipotente (ma umano) Allanon. Compaiono diversi altri personaggi, tutti subito inquadrati come forti, intelligenti o astuti, che non si dimostreranno tali e agiranno con spessore psicologico nullo: perché, ad esempio, un mercenario dovrebbe gettarsi in una morte certa per aiutare una persona che ha visto una sola volta a salvarne una che non ha mai visto? Perché tra due personaggi che di fatto quasi non si parlano dovrebbe scoccare un'attrazione immediatamente definita amore
Di fatto, Terry Brooks è peggiorato, inutile negarlo. Di notevole, questo romanzo ha solo l'ambientazione e una trama interessante, se si escludono certe succitate banalità. Sicuramente sconsigliato a chi già non ama l'autore, ma, non prendiamoci in giro, chi come me è stato catturato dalla storia del mondo di Shannara non potrà farne a meno. Da qui il mio voto.

P.S. accorato: Signori editori, ormai il prezzo dei cartonati sfiora quasi in tutti i casi i venti euro. Lo accettiamo, sono le leggi del mercato. Ma vi spiacerebbe essere più rispettosi verso il pubblico e offrirgli un'edizione che non contenga spazi mancanti, punteggiatura assente per ovvi errori di stampa, ed equivoci cambi di sesso dei personaggi (aggettivi al maschile riferiti a personaggi femminili, pronomi personali femminili riferiti a personaggi maschili, eccetera)?

5 commenti:

  1. Bellissima recensione, complimenti.
    Non ho ancora letto il libro, ma da quello che scrivi penso che mi troverò d'accordo con te!

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  2. Ciao, ho letto la tua recensione, molto interessante e lunga. Ho da poco finito di leggere a mia volta il volume ed ho scritto la mia personale recensione sul mio blog ( http://gdroggi.blogspot.com/2011/06/recensione-lultimo-cavaliere-di-terry.html )
    La penso però in modo diametralmente opposto al tuo riguardo ai personaggi. Sono d'accordo nel dire che sono ben lontani dall'Allanon delle prime serie, ma li ritengo molto più complessi. Allanon nelle pietre magiche dice ad uno dei protagonisti che (mi pare) il drago ha percepito la sua presenza ed è scappato, ponendolo di fatto in un posto ben lontano dagli essere umani normali, Sider invece non ha nè la conoscenza nè il potere per affrontare l'esterno della valle, eppure ci va lo stesso, viene quasi ammazzato ed in ogni momento avrebbe più di una buona ragione per mollare, ma non lo fa. Questo per me comporta un abisso di profondità rispetto ad Allanon a favore di Sider ovviamente.

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  3. Ciao!
    Il fatto è che io non contesto la mancanza di coraggio del personaggio, solo il suo scarso approfondimento psicologico. Come tutti gli altri in questo romanzo, è poco complesso, sembra agire 'perché sì': non bastano due flashback che raccontano la sua infanzia a conferirgli un carattere. Ho letto la tua recensione, e quanto all'ultimo punto -quello sullo stile-, mi ripeto: la velocità con cui un libro può esser letto non ne fa un buon romanzo. Anzi, quasi sempre significa che lo stile è eccessivamente semplice, come accade con gli ultimi Brooks.
    I periodi 'manzoniani' (credimi, studio letteratura, Manzoni c'entra *veramente poco* con Terry Brooks) erano semplicemente sintomo di uno stile più prolisso, più evocativo, più 'altisonante', come un buon fantasy richiede. Niente a che vedere con questi temi da scuola superiore che Brooks (o chi lo traduce) ci propina da qualche anno a questa parte.

    Rispondo qui e lì da te.

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