Chi non ricorda con nostalgia i cartoni animati dell'infanzia, quelli che ci tenevano incollati al televisore e diventavano i protagonisti dei nostri giochi? Tra le tante serie indimenticabili degli anni '90 ce n'è una che spadroneggia in assoluto sulle altre e che rappresentano un po' l'icona di un periodo della vita fatto di jingle imparati a memoria, canzoni urlate a squarciagola ad una certa ora del pomeriggio e personaggi che fanno battere il cuore...
Scritto da Surymae Rossweisse
Salve a tutti! Ecco un'altra puntata de “Il tempio degli Otaku”. Oggi parliamo di una serie che chiunque sia stato bambino negli anni '90 ha conosciuto ed amato. A dire il vero era la trasposizione animata di un manga, ma che importava, allora? Tra una censura e l'altra – quest'opera in Italia è anche tristemente famosa per le censure audiovisive impostate da Mediaset, che la trasmetteva – quello che più contava era passare il tempo in modo piacevole. E senza dubbio questo anime lo garantiva, quanto meno ai bambini – ma anche ai più grandicelli, ammesso che passino sopra la marea di episodi riempitivi e gli schemi un po' ripetitivi. Dopo questa premessa vi aspettereste che parli dell'anime... e invece avete sbagliato!
La controparte televisiva è sin troppo blasonata, mentre il manga viene trascurato, pur essendo il vero fulcro da cui partì l'anime che tutti quanti (e soprattutto, quante) amammo. Questo sicuramente anche per il trattamento dei diritti sull'opera cartacea: nei depressi anni '90, una volta sapute le sopraccitate censure apportate alla sua creatura,
l'autrice Naoko Takeuchi decise di bloccare i diritti all'estero. A dire il vero un'edizione italiana era stata pubblicata prima dell'editto, ma – tanto per farvi un'idea – era una roba di quarantanove volumetti contro diciotto dell'opera originale, con la narrazione inframmezzata a giochini stile giornale di Barbie e con i nomi dei personaggi adattati come mamma Mediaset voleva. Non esattamente gli standard qualitativi pretesi da un appassionato. Tutto questo fino all'anno scorso: nel 2010, infatti, la mangaka ha finalmente annullato il suo editto ed una casa editrice italiana, GP Publishing, si è presa l'onore (e l'onere) di r
iportare in Italia la storia di una simpatica ragazzina che scopre di essere una paladina della giustizia e principessa della Luna. Signore e signori...
Pretty Guardian Sailor Moon, di Naoko Takeuchi!
NOTA BENE: non so se ricordate quello che ho detto di Nodame Cantabile poche settimane fa. In soldoni: io ho letto l'opera intera a suo tempo e per questo la recensisco, ma in realtà qui in Italia è ancora in corso. Se il manga vi interessa siete ancora in tempo a recuperarlo – nel caso di Sailor Moon, poi, ci sono perfino due edizioni, adatte a tutte le esigenze e tutte le tasche! Come per Nodame Cantabile, anche ora vale la stessa cosa. Ah, un'altra cosa: nel corso della recensione non userò i nomi adattati – o inventati? - di mamma Mediaset, bensì quelli reali. All'inizio forse vi sarà difficile capire chi è chi, ma vi assicuro che ci si abitua presto.
...No, dài, seriamente. Davvero ho bisogno di riassumere la trama di Sailor Moon? C'è qualcuno che non se la ricorda? Ah,sì? Beh, allora a questo qualcuno bisognerà rinfrescare la memoria, allora. Ed anche agli altri male certo non farà.
Usagi Tsukino è una ragazzina che definire comune è poco. Caruccia, non esattamente una mente geniale, tanto frignona quanto mangiona, nel cui dizionario le parole “puntualità” e “serietà” non esistono. Come al solito, una mattina la quattordicenne è in ritardo per la scuola. E' talmente presa dal scongiurare la catastrofe che non si accorge che sta andando incontro ad una gattina, e le viene addosso. Neanche allora si ferma, però: tempo di accertarsi che l'animale stia bene e poi corre... non accorgendosi del fatto che il gatto ha due curiosi cerotti sulla fronte. Poco tempo dopo, Usagi rincontra la micetta, e finalmente nota i cerotti. Quando glieli toglie, però, due sorprese la aspettano: la prima, è che il gatto ha una specie di spelacchiatura a forma di luna sulla fronte; la seconda... che sa parlare! Vi chiedo uno sforzo di immaginazione. Voi come vi sentireste adesso, se foste Usagi? Avete incontrato una gattina nera che, nell'ordine: a) sa parlare; b) dice di chiamarsi Luna; c) sostiene che tu debba diventare una guerriera e combattere contro esseri misteriosi; d) una volta fatto questo, devi cercare le tue altre compagne guerriere; e) dopodiché bisogna trovare la principessa del regno della luna e una strana pietra, il “cristallo d'argento illusorio”. Ammettiamolo: è una cosa che manderebbe in crisi chiunque. Figuriamoci Usagi, che come già detto non è esattamente una cima. In ogni caso la gatta non sente ragioni, ed ecco che la nostra amica assume l'alter ego di Sailor Moon, “la guerriera che veste alla marinaretta”. Di battaglia in battaglia, Sailor Moon scopre le compagne: la dolce Ami Mizuno, alias Sailor Mercury; la sacerdotessa Rei Hino, per i nemici Sailor Mars; la forzutissima Makoto Kino, vale a dire Sailor Jupiter; ed infine colei che già combatteva il crimine prima di Usagi, Minako Aino/ Sailor Venus. Così finalmente le guerriere Sailor sono riunite. Ma rimangono ancora tanti interrogativi da risolvere. Chi sono i loro nemici, e perché vogliono a loro volta il cristallo? Perché proprio queste cinque ragazze sono state scelte per combattere, ed è possibile che una di loro sia la principessa? Ed infine, una questione che attanaglia in particolare Usagi: chi è quell'uomo mascherato che interviene durante le sue battaglie, che si fa conoscere come Tuxedo Kamen e assomiglia parecchio ad suo conoscente, il liceale Mamoru Chiba? Le risposte a tutte queste domande non saranno che il preambolo a tante avventure...
Sicuramente, vista la popolarità raggiunta in Italia grazie alla televisione, chi si approccia al manga di Sailor Moon lo fa in relazione all'anime; vuoi per confrontare le due versioni, vuoi per rinfrescarsi la memoria... Anch'io l'ho fatto e lo dico subito: a mio parere
l'adattamento cartaceo è molto meglio. Vedendo di recente la controparte animata – se non si ha la mente troppo occupata dalla nostalgia – una tra le prime cose che salta all'occhio, oltre al pessimo doppiaggio, sono tutti quegli episodi filler e ripetitivi.
Episodi tutti uguali, che non fanno né evolvere la trama (anzi, la fanno stagnare!) né i personaggi. Uno dei pregi del manga è che questi filler non li ha.
La narrazione di Naoko Takeuchi è compatta, priva di fronzoli: nei capitoli si va dritto al punto, e le vicende raccontate non si perdono in divagazioni assolutamente inutili. Per questo l'edizione che si sta pubblicando in Italia conta di dodici volumetti che contengono cinque saghe. Quindi più o meno una saga si conclude in due volumi: pochissimo.
La scarsa durata delle vicende delle eroine Sailor però non deve trarre in inganno: sono comunque storie molto dense. La sceneggiatura è piuttosto corposa, anche se semplice da seguire (grazie ad una distribuzione delle vignette nella pagina molto efficiente), ma soprattutto spesso dietro a quella che sembra una storiella fantasy senza arte né parte
si nascondono tantissimi significati simbolici, che rendono più ricca ed interessante la narrazione – ma più complicata la lettura. Ad esempio: in giapponese Usagi vuol dire coniglio. Sapete perché la nostra protagonista si chiama così? Perché esiste una leggenda su un “coniglio della luna” (dalla forma di un cratere che, visto sotto determinate luci, sembra un coniglietto) , che tratta di un animale un po' fifone che però quando c'è da salvare le persone a cui vuol bene si fa avanti e lotta. Vi ricorda qualcuno? In ogni caso, comunque, un pubblico che alle saghe mentali di Usagi sul suo Mamoru preferisce i combattimenti contro temibili nemici troverà anch'egli pane per i suoi denti: non si può dire che “Pretty Guardian Sailor Moon” sia privo di azione. Certo, non è il fulcro della storia:
non stiamo parlando di uno shonen, le cui specialità sono proprio i combattimenti. Stiamo invece parlando una serie che ha creato un ibrido tra quest'ultimo e gli shojo: il majokko sentai, ossia una storia di maghette che lottano per la giustizia – a volte, anche se non è il caso di Sailor Moon, anche usando le mani. Ormai è un (sotto)genere consolidato, ma provate a pensare quanto forte potesse essere negli anni '90 una novità così, visto che le protagoniste degli shojo fantasy che c'erano allora erano le varie Creamy/Emi/Vattelappesca e che dal lato shonen si era ancora fermi agli statici Cavalieri dello Zodiaco e compagni di battaglie.
Anche dal punto di vista estetico il manga di Sailor Moon lascia soddisfatti. Lo stile di Naoko Takeuchi, pur essendo di chiara scuola shojo, è piuttosto personale e riconoscibile. Cosa che, in questo genere, purtroppo non è sempre la norma. Inoltre, la mangaka ha una cura incredibile per i dettagli, come ad esempio gli orpelli dei costumi delle guerriere o varie piccole cose che rendono le tavole molto gradevoli. In questa edizione si sono riviste anche queste ultime: ad esempio, in un episodio invece di un floppy è stato ridisegnato un più all'avanguardia CD-ROM. Un'altra buona ragione per comprare il manga: per avere un prodotto fresco, sempre attuale. E per quanto riguarda i personaggi...? Beh, diciamo che qui margine per lavorare ci sarebbe. Intendiamoci: Usagi è caratterizzata molto bene, e anche Mamoru – quando non è schiacciato da tutte quelle donne, poverino! - all'occorrenza si sa difendere bene. Anche altri personaggi danno prova di avere una buona introspezione psicologica, come ad esempio Chibiusa o Hotaru Tomoe. Peccato solo che, nonostante di carne al fuoco ne venga sempre messa, con il passare del tempo Naoko Takeuchi tenda a concentrarsi sempre e solo su Usagi e poche altre privilegiate, trascurando nel frattempo un cast che nel frattempo si fa sempre più grande. Ad esempio, nell'ultima serie (la quinta) il nucleo originale delle Sailor non appare quasi mai, a scapito delle nuove arrivate Sailor Uranus, Neptune, ecc. che sì, saranno carismatiche quanto vuoi, ma non sono i personaggi che il lettore conosce fin dall'inizio, e che per questo magari non vorrebbe vedere ridimensionati a dei figuranti. In ogni caso l'evoluzione di Usagi da ragazzina svampita a vera e propria principessa (ops!) è palpabile e costante per tutte le serie. Se solo però lo stesso discorso si potesse fare per tutti i protagonisti...
Con questa nota amara si conclude questa puntata de “Il tempio degli Otaku”. Spero non lo abbiate trovato un filler come io ho trovato molte puntate dell'anime di Sailor Moon... ma anche se così fosse, la prossima settimana potrò rimediare. Arrivederci con “Il tempio degli Otaku”!
NDB*: Reazione di Malitia alla mail contenente la recensione di Sailor Moon: AAAAAAAAHH ODDIO SAILOR MOOOOOOOOOOON MILOOOOOOORD (*ç* = bava al pensiero di Milord) SAILOR MOOOOON HAI LUNA IN TE PRINCIPESSA DI UN MONDO CHE NON SAI DOV'EEEEEEE'....
*= Nota della blogger