Un adulto torna nei luoghi di infanzia, siede su una panchina davanti lo stagno e ricorda il passato. È l'inizio perfetto di storie senza fine, dai mille risvolti e dalle mille possibilità. Sembra che Gaiman, con questo incipit, abbia pensato davanti la pagina vuota: cosa mai potrebbe accadere?, e abbia dato vita fisica a uno dei mille universi paralleli che lui sa creare. Parlo di creazione quasi in senso biblico, perché Gaiman riesce davvero a modellare una storia come plastilina, ad allungarla e sformarla e ricreare, dalla stessa materia, forme nuove.
L'oceano in fondo al sentiero è stato definito un romanzo per adulti ma, se Mondadori non lo avesse pubblicato con la collana Strade blu, non mi avrebbe sorpreso trovarlo nella narrativa per ragazzi. Il target adult è stato senza dubbio un azzardo per una storia che, pur avendo la potenzialità di un paio di livelli di lettura, sarebbe stato senza dubbio meglio indirizzare a un pubblico giovane: eccessiva linearità, tematiche già affrontate abbondantemente dall'autore e che appartengono alla sfera infantile. Non potrebbe essere altrimenti, se il protagonista durante quasi tutta la narrazione ha sette anni. Il mondo fantastico che gli gira attorno ha solo in potenziale la pericolosità di un universo con oscure creature: è facile riconoscere in Ursula Monkton, l'antagonista venuta da un mondo con il cielo arancione, la metafora della dimensione degli adulti - la sessualità, il potere, l'autorità contro cui un bambino può nulla. Anche la retorica dietro di lei - una creatura mostruosa sotto forma di incantevole baby sitter -, che ripete di voler rimanere perché è sola, perché lì sta bene, perché vuole dare agli umani ciò che vogliono e renderli felici, lascia il tempo di una breve riflessione troppo poco approfondita. Così come viene accennata la tematica del rapporto padre-figlio, la concretizzazione delle paure e il dovere di affrontarle, la morte, la chiusura al mondo esterno e il rifugio nei libri o in mondi fantastici.
Di tutto questo, è vero, un bambino capirebbe ben poco: il libro è un inno alla memoria dell'infanzia, più che dell'infanzia stessa. L'adulto ricorderà le sensazioni di impotenza, di ignoranza, dettagli che al momento non si comprendono e si incastrano come caselle di un puzzle solo parecchi anni dopo, la rassicurante sensazione di una tavola imbandita e di un focolare che cancellano in un momento le più piccole grandi preoccupazioni. Il tuffo nei ricordi gli apparirà certo piacevole, ma insufficiente laddove ci si aspetta di più dalla storia.
Il gusto della storia direi che è fine a se stesso: non esiste il percorso di formazione, anzi alla fine il protagonista dimenticherà l'avventura - ma escluderei la metafora che mi sarebbe piaciuta, secondo cui il bambino si chiude al mondo fantastico per gettarsi alle spalle l'infanzia e intraprendere il cammino verso l'età adulta: tutto il contrario. Una volta cresciuto, ritornerà spesso nei luoghi del passato, rincontrerà le vecchie amiche immutate nel tempo e scorderà, subito dopo, di averlo fatto.
Ho trovato bellissimi gli archetipi rappresentati dai tre personaggi femminili - la nonna, più antica del Big Bang, la madre e la piccola Lettie, una triade ricca di misteri, vicina alla magia - e i dettagli che insaporiscono i romanzi di Gaiman: la luna sul retro della casa, che è sempre piena, lo stagno che è in realtà un oceano che nasconde tutti i segreti del mondo, il rapporto personale del protagonista con i gatti della storia. Sono questi particolari, questo modo, come dicevo all'inizio, di dare vita a derive fantastiche colorate, gommose, mobili e malleabili, a rendere Gaiman unico a prescindere da tutto. Forse il problema di Gaiman è lo stesso Gaiman, che crea aspettative altissime e che non sempre è all'altezza di se stesso. In questo caso tutti ci saremmo aspettati qualcosa di più, dei contenuti forti, adulti, e non un melanconico, per quanto piacevole, ritorno all'infanzia.
Voto:
Ti sembrerà assurdo, ma di Gaiman ancora non ho letto nulla, nonostante senta solo pareri positivi ancora non mi ha ispirato! Trovo la tua recensione molto interessante, non hai approfondito troppo la trama (non mi piace conoscere troppo la trama di un libro prima di leggerlo ^^), ti sei focalizzata sui pro e i contro del libro. :)
RispondiEliminaGrazie :) è proprio su questo che sono focalizzate le recensioni qui: darvi gli strumenti per capire se il libro può piacervi o no :) io ho provato ad analizzarlo e sono contenta che il risultato ti sia piaciuto.
Elimina(comunque gaiman leggilo, comincia da stardust! XD)
Ogni volta che l'autore torna alla fattoria è quando si trova in difficoltà. A specificarlo è la stessa mrs. Hempstock vecchia. Questa volta lo ha trovato meglio che le volte precendenti, e questa volta si trova a dover affrontare un lutto, figuriamoci quanto dev'essere stato in crisi durante le precedenti visite. Tu dici rivive il passato,ma secondo me non si tratta di questo. Non è il passato, ma è un luogo dove il tempo e lo spazio non esistono. Si tratta della nostra mente, del nostro inconscio. Quel groviglio di emozioni forti che nei momenti difficili potrebbero sopraffarci e che solo grazie a delle fondamenta solide possiamo riuscire a districare. Il protagonista c'è già stato nella fattoria e chissà quante altre volte ci ricapiterà; questo perchè i momenti di confusione sono tantssimi. Secondo me è in tutto e per tutto un libro per adulti. Neil Gaiman, come tutti i grandi scrittori fantasy, non scrive fantasy solo perchè ha una passione per fate, streghe, principi, principesse, fantasmi, licantropi e via dicendo, ma perchè tratta l'argomento per metafore. Una volta i generi non erano così delineati, non esisteva realismo e finzione, ma si usava la finzione al servizio della comprensione della realtà. Lo stesso Gaiman in un'intervista su questo libro confessa che di fantasy ce n'è ben molto poco e sono quasi sicuro che si riferisca proprio a questo. Fammi sapere cosa ne pensi :)
RispondiEliminaCiao! Scusami se rispondo con due giorni di ritardo. Sulle metafore sono d'accordissimo, infatti spero di aver reso chiaro, nella recensione, che ce ne sono molte. Sì, è plausibile anche quello che dici sul viaggio nell'inconscio, è una chiave di lettura a cui non avevo pensato :) Però, nonostante cerchi di dire molto, secondo me il libro non è alla stessa altezza di altri Gaiman: la storia è davvero troppo lineare, troppo infantile, e si poteva fare di più da questo punto di vista, mantenendo ugualmente i vari livelli di lettura
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