venerdì 4 ottobre 2013

Il tempio degli otaku #91: "Melanzane – Estate Andalusa"








Salve a tutti, e benvenuti ad una nuova puntata de “Il Tempio degli Otaku”! E' da tempo immemorabile, lo so, che non parliamo di anime: francamente nemmeno io mi ricordo più quand'é stata l'ultima volta! E' tempo di rimediare, ma forse in modo parziale, perché non parliamo di una serie, bensì di un mediometraggio con un'ambientazione e una tematica che non si trovano molto spesso negli anime: rispettivamente, la Spagna e il ciclismo. Cominciate ad essere curiosi? Bene: allora seguite la recensione di “Melanzane – Estate Andalusa”. Buona lettura, e buona visione!

Non é una gara facile quella che si prospetta per il ciclista andaluso Pepe Benangeli. In primis l'ambiente, inospitale sì, ma soprattutto quello della sua infanzia, da cui è praticamente fuggito. Non aiuta inoltre la consapevolezza che in quest'occasione così delicata dovrà aiutare il suo compagno di squadra a vincere, mentre a lui non solo toccheranno le briciole, ma con tutta probabilità verrà licenziato a breve a causa delle sue prestazioni deludenti. Basterebbe ed avanzerebbe questo, ma aggiungiamoci anche il fatto che proprio quel giorno, a pochi chilometri di distanza, suo fratello Angel si sposerà con colei che una volta era la sua ragazza... Facile capire come non sia esattamente al settimo cielo. Tuttavia, durante la gara, una serie di circostanze porteranno la sua scuderia a puntare proprio su di lui per la vittoria. Riuscirà Pepe a non deludere la squadra e, soprattutto, la sua famiglia, che ne segue amorevolmente le mosse?

Se vi vengono i brividi nel pensare a come i giapponesi, che manco sanno parlare inglese, abbiano dipinto la Spagna, vi comprendo: li avevo anch'io. Tuttavia mi sono dovuta ricredere, perché l'ambientazione è curata nei minimi dettagli. Dalle tradizioni alle musiche tipiche, passando ovviamente per il paesaggio, tutto è curato e plausibile, rendendo la visione ancora più piacevole di quanto già non lo fosse. A tal proposito, tanto di cappello anche per i curatori italiani – il titolo è stato portato in Italia dalla Shin Vision – sia per quanto riguarda la colonna sonora che soprattutto l'ottima pronuncia dei nomi spagnoli. Purtroppo non è affatto scontato...

Entrando piú nei dettagli, la narrazione si distingue in due filoni collegati: la gara vera e propria di Pepe e la sua famiglia che ne segue le gesta. Questi, a dispetto della breve durata dell'opera (nemmeno cinquanta minuti), non si rubano lo spazio a vicenda, ma anzi “collaborano” nel dare allo spettatore l'idea della gara non solo sportiva ma anche “privata” che il nostro sta conducendo. A completare il tutto, una garbata telecronaca che d'accordo, sempre di inforigurgito trattasi, ma che non è per niente invasivo ed anzi è piuttosto utile per comprendere gli aspetti più tecnici della storia... E che, per di più, mostra la gran mole di documentazione degli sceneggiatori.

Senza ombra di dubbio, però, il vero fiore all'occhiello di “Melanzane” è... dai che lo sapete. Sono passato quasi cento recensioni, non ditemi che non l'avete ancora capito! Esatto: l'introspezione psicologica. Come dicevo anche poco più sopra, infatti, è come se Pepe stesse disputando due gare in una, entrambe portatrici di conflitti ed insicurezze. La prima è quella che tutti possiamo vedere, quella agonistica: partita sotto i peggiori auspici, all'improvviso si prospetta meglio del previsto, e la vittoria non sembra più così lontana... ammesso che le gambe reggano. Ma a questo comprensibile stress si aggiunge il fatto che, prima che gli avvenimenti avversi facessero il loro corso, il team e gli sponsor non avevano minimamente pensato a Pepe per raggiungere l'obiettivo finale. Lui doveva soltanto aiutare il compagno, ed anzi dopo questa gara avrebbe dovuto preparare i bagagli e magari anche ringraziare. La voglia di vincere insita in ogni sportivo si mischia quindi a un desiderio di rivalsa, di dimostrare che anche lui può fare la differenza, e non solo come gregario.
Ma, seppure importante, la vicenda che preme più al nostro è un'altra. Proprio quel giorno, infatti, si ritrova a correre nella sua terra natia, in cui non ci sono prospettive lavorative per i più giovani – la disoccupazione è a livelli molto alti – e in cui le tradizioni giocano una parte ancora importante, forse troppo, nella vita di tutti i giorni. Con il procedere della storia, inoltre, scopriamo che i motivi di inquietudine di Pepe non si limitano solo a questi. Sin dall'infanzia, infatti, ha provato una grande competizione nei confronti di suo fratello Angel, anch'egli ciclista amatoriale – e tutti pensavano (di nuovo) che sarebbe stato proprio lui ad avere un futuro in quel campo. Gli anni dimostrano il contrario, e tutto sembra andare per il meglio, ma ecco di nuovo farsi viva la sfida, stavolta in amore, e stavolta persa. La narrazione non ci suggerisce nulla in proposito, ma è facile immaginare che proprio quella sia stata una spinta fortissima nel dedicarsi ancora di più al ciclismo: per sfuggire al proprio passato, e crearsi un futuro indipendente da questi condizionamenti. La corsa in Andalusia, perciò, e in occasione del matrimonio di Angel, non fa altro che riportare alla luce questi eventi che forse Pepe avrebbe voluto dimenticare una volta per tutte... o almeno provarci. C'è quindi la voglia di non fallire per la carriera lavorativa – e non dover tornare una volta per tutte in Spagna da sconfitto – ma soprattutto dal punto di vista privato. È facile provare simpatia e parteggiare per questo eroe che in realtà non è così eroico, ma che anzi convince proprio per questo. Anche gli altri personaggi non sono da meno, comunque, anche se per forza di cose il loro ruolo appare ridimensionato dal dipingere costantemente il ritratto di Pepe. Il quadro è positivo, comunque.

L'anime è del 2003: dieci anni fa sono tanti per quanto riguarda il comparto tecnico, ad esempio per quanto riguarda le animazioni, ma la cosa non disturba eccessivamente lo spettatore. Il character design è semplice ma d'effetto: colpisce nel segno senza strafare. Ottima, in compenso, la regia, sempre puntuale, sia che si tratti di riprendere i ciclisti in azione sia nei momenti più rilassanti. Come accennato sopra, molto buona anche la colonna sonora, che riprende le sonorità (ehm...) tipiche dell'Andalusia, e che perciò si sposa molto bene alle immagini. Un quadro molto positivo, quindi... che aspettate a vedervi “Melanzane”?

… E anche per oggi è tutto, cari amici. Arrivederci alla prossima volta, con il Tempio degli Otaku!

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