Il segno del destino - Robin L. LaFevers
Il destino di Ismae è stato scritto ben prima che lei nascesse: la Morte l'ha segnata con una cicatrice, ma questo marchio funesto si rivelerà invece la sua strada per la salvezza. Sarà proprio quella cicatrice a farla ripudiare dal marito, un uomo violento che è stata costretta a sposare. La mano della Morte continua a guidare la ragazza, che fugge da tutto per cercare riparo nel convento di Saint Mortain, dove alcune suore osservano ancora gli antichi riti tradizionali. Qui viene trasformata in una perfetta assassina; silenziosa, seduttiva e letale, un'ancella della Morte. Presto, Ismae viene inviata alla corte di Bretagna per fare luce sugli intrighi che mettono in pericolo non solo il regno, ma anche la vita della giovane duchessa Anne. Per riuscire nell'impresa, dovrà fare appello a tutto ciò che ha imparato nel convento. Peccato che non le abbiano insegnato come tenere a bada i moti del cuore, e Ismae si ritrova lacerata tra il dovere e l'amore che preme nel suo cuore.
Editore: Fanucci
Voto:
Non lasciatevi influenzare dalla copertina: benché gridi a tutto fiato “Young Adult”, il romanzo che oggi recensisco non è solo quello (per fortuna). Il segno del destino è il frutto di una sapiente commistione tra genere storico e fantasy, adatto per chi ama le storie in costume e a chi non disdegna un pizzico di magia. La storia è quella di Ismae, nata dall’unione del dio della morte con un’ umana, destinata a diventare un’ ancella del padre e a servirlo grazie al suo addestramento nel convento di Saint Mortain. La ragazza è immune ai veleni, ha vissuto con un padre violento che a sua volta l’ha venduta per pochi denari al suo sposo, Guillo, uomo altrettanto rude, dal quale Ismae riesce a scappare. Dopo esser stata preparata per tre anni all’utilizzo delle armi più impensabili e alla seduzione, viene scelta per una missione molto pericolosa, ossia proteggere l’incolumità della duchessa Anne di Bretagna, destinata a divenire regina. Nella sua missione è coadiuvata da Duval, uomo ambiguo del quale non sa se fidarsi, e da Crunard, tutore della duchessa. Ismae arriva a corte come cortigiana di Duval, che si rivela essere il fratellastro della duchessa e forse l’unico deciso a procurarle un matrimonio consono alla sua giovane età e che permetta nello stesso tempo di salvaguardare il regno bretone dalle minacce francesi e inglesi. Ma, come si sa, gli intrighi di corte sono ben complessi, e proteggere la futura sovrana significherà per Ismae non solo rischiare la propria vita, ma anche mettere in dubbio tutti gli insegnamenti del convento e soprattutto fare una scelta tra cuore e ragione.
Vi avevo parlato di questo romanzo quando era da poco uscito in America,in unapuntata di English Pages in Wonderland (la rubrica dedicata alle interessanti letture anglosassoni), e da allora non vedevo l’ora di poterlo avere tra le mani. Devo dire che non ha deluso le mie aspettative.
L’ambientazione storica è molto verosimile: siamo nella Francia del 1490 circa, ai tempi in cui il regno di Bretagna era minacciato da una guerra intestina e dalle continue pressioni dei francesi e degli inglesi sul Consiglio reale per ottenere una decisione riguardo il matrimonio di Anna, duchessa che era stata promessa dal padre a molti eredi delle casate reali europee, che si contendevano il possesso del territorio bretone, strategico soprattutto per le potenze francesi e inglesi. Molti dei personaggi inseriti nel romanzo sono di pura finzione, tranne la stessa Anne e uno dei suoi pretendenti, d’Albret, descritto in maniera molto realistica come un uomo debosciato e disgustoso, che intimorisce la duchessa, come sottolineato anche dal romanzo. Altro elemento interessante è la minuziosa storia della devozione agli antichi dèi divenuti santi per la religione (contraddizione della contaminazione pagana in una religione così austera come quella cattolica), divinità che, come nella tradizione greca, determinano le sorti umane e decidono della vita e della morte sulla terra. Nonostante l’autrice non dia una descrizione fisica definita ai suoi personaggi, ne descrive magistralmente i tormenti dell’animo, la psicologia, caratterizzandoli come se fossero personaggi reali e permettendo al lettore di immergersi pienamente nella storia.
Se una replica negativa si può fare – ma in questo caso non so dirvi se è dovuta alla traduzione italiana, oppure sia un errore in cui è incorsa l’autrice – è l’utilizzo, in alcuni casi, di termini troppo “moderni”: nella prima parte del romanzo viene utilizzata l’espressione “sbarcare il lunario” che, a voler essere pignoli, è stata utilizzata per la prima volta nell’Ottocento, e visto che il romanzo è narrato dal punto di vista di Ismae, credo sia una piccola imprecisione linguistica che poteva essere evitata – ma ribadisco che questo non ha influenzato il mio giudizio sul romanzo.
Ritorniamo all’argomento di partenza: mi chiedo perché si sia scelta una copertina del genere, che trovo molto fuorviante e decisamente volta a rendere più “commerciale” il volume. Preferisco di gran lunga le copertine straniere, che ben rispecchiano il contenuto del libro e la sua valenza letteraria.
Lo stile della LaFevers è accattivante e semplice, mai noioso sebbene il ritmo del romanzo rallenti e acceleri a seconda degli eventi, e non è mai costante. Mi ha colpito poi il modo in cui vengono descritte le battaglie, molto realistiche e dettagliate, come se il campo sul quale si duella apparisse al lettore in 3D nei minimi dettagli, ogni colpo inferto, ogni ferita procuratasi, le varie forze dispiegate – finora gli unici autori che mi avevano offerto questa possibilità erano stati Tolkien e la Rowling.
Non riesco ad aspettare che il secondo volume venga tradotto in italiano, credo proprio che mi cimenterò nella lettura in originale!
R.L. LaFevers è cresciuta circondato da scaffali di vecchi libri polverosi e una carovana di fratelli. Ha trascorso gran parte della sua vita a far cose che sembravano non essere reali, cosa che dimostra quanto fosse destinata a scrivere narrativa. E 'autrice di più di quattordici libri per ragazzi, tra cui Theodosia And The Serpents Of Chaos (Thea e i Serpenti del Caos, Piemme, 2009) – che ha ricevuto recensioni stellati ed è stata selezionata dalla Junior Library Guild, come migliore lettura estiva da Booksense e nominato per il Malice Domestic’s Agatha Award – e Nathaniel Fludd, della serie Beastologist (inedito in italiano). Il suo primo romanzo young adult è Grave Mercy (Il Segno del destino). Attualmente vive con il marito e un gatto “demoniaco” nel sud della California e trascorre le sue giornate guardando con desiderio antichi manufatti o sguazzando in vecchi testi dimenticati.
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per aver condiviso la tua opinione!