venerdì 26 luglio 2013

Recensione: La storia di Priscilla di Francesco Cacciatore



 La storia di Priscilla - Francesco Cacciatore
Sospeso tra il romanzo d'avventura, di formazione e il fanta-thriller, questo libro racconta la storia di Priscilla, una ragazza cresciuta,in seguito alla morte dei genitori, con suo nonno James, un affascinante professore di storia in pensione. Quando, nel giorno del suo quattordicesimo compleanno, un misterioso sicario bussa alla loro porta e uccide a sangue freddo il nonno, Priscilla deve fuggire per salvarsi la vita e scoprire la verità su James e su una faida millenaria tra due società segrete.

Casa Editrice: Pubblicato dall’Autore
Pagine: 356
Prezzo: 20,00 euro





Voto: 



Prendete la vita reale, aggiungete ripiegamenti spazio temporali, un sicario assetato di sangue, lotte tra antiche sette, un pizzico di magia ed eccovi “La Storia di Priscilla”.  Di questo romanzo, definito per l’appunto fanta-thriller, è difficile dare giudizio univoco e unilaterale, forse perché è insita la relatività del tempo e delle storie che questo racchiude.
Per fare un po’ d’ordine si potrebbe dire che l’impianto è circolare, strutturato in una trama generica che accoglie tutti i personaggi e in trame minori che seguono la storia dei singoli, i quali raccontano o rimembrano le proprie esperienze passate così che si inseriscano perfettamente nel narrato. La storia segue le avventure di Priscilla, ragazza che ha sempre vissuto con il nonno in seguito alla morte dei genitori e che in seguito all’assassinio di questo, scopre la vecchia vita di lui e anche qualcosa in più della propria.  Inseguita dallo stesso sicario, viene aiutata da Jean, un ragazzo con una dolorosa storia alle spalle, da Gilles, vecchio amico del nonno, e da un Marchese italiano diciassettenne, un piccolo genio capace di gestire gli affari di famiglia come solo un uomo navigato saprebbe fare.
In tutto questo non mancano certo i cattivi, in una distinzione non del tutto manichea che, ancora una volta, si diluisce in sfumature dove  non è possibile scindere nettamente bianco e nero.


L’ordine degli Storici, che fa capo a Tucidide, crede che la Storia debba essere raccontata senza intervenire, mentre l’Ordine dei Matematici, che si lega indietro nella storia ad Aristotele, ritiene che intervenire sulla Storia si può e si deve, dato che l’uomo, cieco, non fa che ripeter i suoi stessi errori. Sull’argomento si potrebbero accendere numerosi dibattiti e Cacciatore ce ne dà un assaggio, volto a sottolineare, in modo abbastanza razionale, che probabilmente una conclusione completa e priva di ombre non è del tutto raggiungibile. 
Da accanita lettrice di fantasy e fantascienza, devo ammettere la particolarità del libro nel momento in cui unisce storia, teorie scientifiche di ultimissima generazione e quella magia propria fantastico-mistico. La combinazione non è per nulla sgradevole o forzata, ogni cosa vien collegata all’altra con coerenza e l’idea di base che risulta una volta inquadrato il romanzo è complessivamente ottima. Diverso è invece il discorso per lo svolgimento del tutto.  Per un’idea così complessa e articolata, la trama sembra troppo semplice, troppo lineare. Questo fino agli ultimi capitoli, dove, con un salto temporale che necessita di qualche minuto di riflessione per esser compreso appieno, si conclude il romanzo e si sancisce l’impianto circolare di cui parlavo inizialmente. Insomma, un po’ di particolari in più in certi punti, un pizzico di complessità in più qui e lì non sarebbero stati male. Non che riflettere sulla trama sia un male, ma la conclusione sembra troppo netta, tanto che girando le pagine finali si ha l’impressione di averne saltata qualcuna. Mancanza giustificata, torno a dire, ma non del tutto appagante, tanto da lasciare un senso di incompiutezza in chi si trova a seguire gli ultimi concitati momenti del racconto. 
I personaggi sono ben descritti, la psicologia è ben resa, se non fosse per la love story scontatissima e prevedibile dei due protagonisti, davvero priva di qualsiasi originalità. Una critica va anche alla figura del sicario: un energumeno tutto muscoli, dotato di un cervello che funziona solo quando più conviene può anche esistere, ma che dire dell’indistruttibilità che fa tanto superman? Viene investito, pugnalato, sepolto sotto un cumulo di detriti, ferito da armi varie e si rialza sempre e comunque, più forte che mai. E’ forse un figlio di Krypton? Personaggio temibile e, certo, simbolo della forza distruttiva dell’essere umano, ma per la varietà delle trame incastrate l’una nel’altra, giustificare questa forza, questa indistruttibilità sarebbe stato davvero un lieve sforzo che però avrebbe dato senso e compiutezza alla figura. Ancora, come fa una bambina a non vedere mai una scuola –Priscilla viene educata dal nonno - e a non avere mai problemi con la legge? Come fa il sopracitato marchese diciassettenne a gestire una casata nobiliare, con annessi affari pubblici e non? E come fa una ragazzina in fuga con una borsa piena di soldi a farsela rubare nel giro di un millisecondo, poggiandola distrattamente per terra, dopo aver srotolato in aria con noncuranza un rotolo di banconote? Il ladro, nemmeno a dirlo, le restituirà ogni cosa non appena lei, dopo un inseguimento e una zuffa, si mette a piangere. Un vero gentiluomo insomma. Piccolezze, queste, che tolgono alla trama, di base validissima, un po’ di credibilità. 
 In conclusione, “La Storia di Priscilla” è un romanzo piacevole da leggere, adatto a chi vuole calarsi in una lettura diversa, ma non troppo impegnativa. 




Francesco Cacciatore 
Nato a Salerno nel 1987, ha vissuto a Salerno, Firenze e Roma. Laureato in Filologia Moderna, da allora si dedico alla scrittura. Ha collaborato con riviste e giornali, ma la sua vocazione è sempre stata la scrittura creativa e la narrativa.
La prima opera pubblicata è il romanzo "La storia di Priscilla", nel mese di febbraio del 2013.

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