Sospeso tra il romanzo d'avventura, di formazione e il
fanta-thriller, questo libro racconta la storia di Priscilla, una ragazza
cresciuta,in seguito alla morte dei genitori, con suo nonno James, un
affascinante professore di storia in pensione. Quando, nel giorno del suo
quattordicesimo compleanno, un misterioso sicario bussa alla loro porta e
uccide a sangue freddo il nonno, Priscilla deve fuggire per salvarsi la vita e
scoprire la verità su James e su una faida millenaria tra due società segrete.
Casa Editrice: Pubblicato dall’Autore
Pagine: 356
Prezzo: 20,00 euro
Voto:
Prendete la vita reale, aggiungete ripiegamenti spazio
temporali, un sicario assetato di sangue, lotte tra antiche sette, un pizzico
di magia ed eccovi “La Storia di Priscilla”.
Di questo romanzo, definito per l’appunto fanta-thriller, è difficile
dare giudizio univoco e unilaterale, forse perché è insita la relatività del
tempo e delle storie che questo racchiude.
Per fare un po’ d’ordine si potrebbe dire che l’impianto è circolare,
strutturato in una trama generica che accoglie tutti i personaggi e in trame
minori che seguono la storia dei singoli, i quali raccontano o rimembrano le
proprie esperienze passate così che si inseriscano perfettamente nel narrato.
La storia segue le avventure di Priscilla, ragazza che ha sempre vissuto con il
nonno in seguito alla morte dei genitori e che in seguito all’assassinio di
questo, scopre la vecchia vita di lui e anche qualcosa in più della propria. Inseguita dallo stesso sicario, viene aiutata
da Jean, un ragazzo con una dolorosa storia alle spalle, da Gilles, vecchio
amico del nonno, e da un Marchese italiano diciassettenne, un piccolo genio
capace di gestire gli affari di famiglia come solo un uomo navigato saprebbe
fare.
In tutto questo non mancano certo i cattivi, in una distinzione non del tutto
manichea che, ancora una volta, si diluisce in sfumature dove non è possibile scindere nettamente bianco e
nero.
L’ordine degli Storici, che fa capo a Tucidide, crede che la
Storia debba essere raccontata senza intervenire, mentre l’Ordine dei
Matematici, che si lega indietro nella storia ad Aristotele, ritiene che
intervenire sulla Storia si può e si deve, dato che l’uomo, cieco, non fa che
ripeter i suoi stessi errori. Sull’argomento si potrebbero accendere numerosi
dibattiti e Cacciatore ce ne dà un assaggio, volto a sottolineare, in modo
abbastanza razionale, che probabilmente una conclusione completa e priva di
ombre non è del tutto raggiungibile.
Da accanita lettrice di fantasy e fantascienza, devo ammettere la particolarità
del libro nel momento in cui unisce storia, teorie scientifiche di ultimissima
generazione e quella magia propria fantastico-mistico. La combinazione non è
per nulla sgradevole o forzata, ogni cosa vien collegata all’altra con coerenza
e l’idea di base che risulta una volta inquadrato il romanzo è complessivamente
ottima. Diverso è invece il discorso per lo svolgimento del tutto. Per un’idea così complessa e articolata, la
trama sembra troppo semplice, troppo lineare. Questo fino agli ultimi capitoli,
dove, con un salto temporale che necessita di qualche minuto di riflessione per
esser compreso appieno, si conclude il romanzo e si sancisce l’impianto
circolare di cui parlavo inizialmente. Insomma, un po’ di particolari in più in
certi punti, un pizzico di complessità in più qui e lì non sarebbero stati
male. Non che riflettere sulla trama sia un male, ma la conclusione sembra
troppo netta, tanto che girando le pagine finali si ha l’impressione di averne
saltata qualcuna. Mancanza giustificata, torno a dire, ma non del tutto
appagante, tanto da lasciare un senso di incompiutezza in chi si trova a
seguire gli ultimi concitati momenti del racconto.
I personaggi sono ben descritti, la psicologia è ben resa, se non fosse per la
love story scontatissima e prevedibile dei due protagonisti, davvero priva di
qualsiasi originalità. Una critica va anche alla figura del sicario: un
energumeno tutto muscoli, dotato di un cervello che funziona solo quando più
conviene può anche esistere, ma che dire dell’indistruttibilità che fa tanto
superman? Viene investito, pugnalato, sepolto sotto un cumulo di detriti,
ferito da armi varie e si rialza sempre e comunque, più forte che mai. E’ forse
un figlio di Krypton? Personaggio temibile e, certo, simbolo della forza
distruttiva dell’essere umano, ma per la varietà delle trame incastrate l’una
nel’altra, giustificare questa forza, questa indistruttibilità sarebbe stato
davvero un lieve sforzo che però avrebbe dato senso e compiutezza alla figura. Ancora,
come fa una bambina a non vedere mai una scuola –Priscilla viene educata dal
nonno - e a non avere mai problemi con la legge? Come fa il sopracitato
marchese diciassettenne a gestire una casata nobiliare, con annessi affari
pubblici e non? E come fa una ragazzina in fuga con una borsa piena di soldi a
farsela rubare nel giro di un millisecondo, poggiandola distrattamente per
terra, dopo aver srotolato in aria con noncuranza un rotolo di banconote? Il
ladro, nemmeno a dirlo, le restituirà ogni cosa non appena lei, dopo un
inseguimento e una zuffa, si mette a piangere. Un vero gentiluomo insomma.
Piccolezze, queste, che tolgono alla trama, di base validissima, un po’ di
credibilità.
In conclusione, “La Storia di Priscilla”
è un romanzo piacevole da leggere, adatto a chi vuole calarsi in una lettura
diversa, ma non troppo impegnativa.
Francesco
Cacciatore
Nato
a Salerno nel 1987, ha vissuto a Salerno, Firenze e Roma. Laureato in Filologia
Moderna, da allora si dedico alla scrittura. Ha collaborato con riviste e
giornali, ma la sua vocazione è sempre stata la scrittura creativa e la
narrativa.
La prima opera pubblicata è il romanzo "La storia di Priscilla", nel
mese di febbraio del 2013.
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