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Appassionati di gialli? Fan di Agatha Christie, Simenon, Chandler? Da giorno 9 febbraio arrivano quelli de Il Corriere della Sera, una raccolta per veri appassionati con edizioni belle e curate, in brossura e dotate di apposite "alette" e, contrariamente alle edizioni che escono solitamente in edicola, di codici isbn (dei veri e propri libri da poter archiviare quindi nei social come Anobii, che permette l'inserimento solo se presente l'isbn). La collana - di cui potete trovare a questo link tutte le informazioni: http://bit.ly/GialliDelCorriereDellaSera - riprende esempi di gialli tradizionali, per i "puristi" del genere, ma di autori anglosassoni del Novecento per lo più sconosciuti in Italia: proprio come i due primi scrittori proposti, Jafferson Farjeon e Don Betteridge, il primo prolifico autore di trenta romanzi e il secondo vero esperto di spionaggio, avendo lavorato nei servizi segreti inglesi. I due titoli, La casa dei sette cadaveri e L'alibi di Scotland Yard, sono stati editi per la prima volta nel 1939 e nel 1938, e riproposti da Polillo Editore nel 2011 (sebbene La casa dei sette cadaveri fosse stato già edito da Aldo Martello editore nel 1951 con il titolo La palla da cricket), che gli intenditori sapranno essere una pietra miliare del giallo classico.
Ogni sabato, al prezzo di 6.90 euro + quotidiano -ed eccezionalmente a 1.00 euro + quotidiano per la prima uscita, La casa dei sette cadaveri- si susseguiranno quindi le storie dei maestri del giallo, per la durata di venti appuntamenti, fino al 22 giugno.
Di seguito il prospetto completo e le trame:
La casa dei sette cadaveri - Jafferson Farjeon
Abituato a sbarcare il lunario con piccoli furti e borseggi, per una volta ha deciso di puntare in alto e di introdursi in una villa sulla costa dell’Essex. Ma lo spettacolo che si trova davanti è così spaventoso che per poco non impazzisce: sette persone – sei uomini e una donna – giacciono privi di vita nel salotto dell’abitazione. Ted fugge a gambe levate, ma viene subito acciuffato da Thomas Hazeldean, un giornalista freelance appena approdato nei paraggi con il suo amato yacht. L’ispettore Kendall, accompagnato sul posto dallo stesso Hazeldean, trova un biglietto che lascerebbe pensare a un suicidio collettivo: una soluzione fin troppo facile per il numero di interrogativi che il caso solleva. Chi erano costoro? Da dove venivano? E, soprattutto, perché si erano riuniti lì? Forse i due abitanti della casa, un certo Fenner e la sua giovane nipote Dora, potrebbero gettare un po’ di luce sulla vicenda, ma a quanto pare sono partiti in tutta fretta verso una destinazione ignota. E più il salotto viene esaminato più particolari curiosi emergono: un ritratto a olio trapassato da una pallottola, una misteriosa palla da cricket appoggiata sopra un vaso da fiori, un indecifrabile indirizzo scritto in punto di morte da uno dei presunti suicidi… Un mystery del 1939 che tiene col fiato sospeso fino all’ultima pagina.
«Subito dopo aver ucciso Monckham, andai direttamente a Scotland Yard. Mi sembrava il posto migliore per crearmi un alibi». Inizia così, in questo modo stupefacente e intrigante, questo romanzo scritto originariamente nel 1938. Ma nonostante l’apparenza il lettore non saprà fino alla fine – in realtà fino all’ultima riga del libro – chi è il colpevole, sebbene quest’ultimo ci racconti in prima persona i suoi movimenti. Monckham, la vittima, era un ricattatore che aveva estorto denaro a numerose persone. Dunque sono in molti quelli che avevano un movente e che hanno tratto vantaggio dalla sua morte. Ma chi fra loro è il narratore assassino? Un assassino che, anche se attentissimo a non tradirsi, è però estremamente fair nei confronti delle altre persone coinvolte al punto da intervenire con opportune anonime indicazioni agli inquirenti per dimostrare come il presunto colpevole di turno non possa aver commesso il crimine. Un libro assolutamente anomalo nel suo genere, una sfida al lettore che non potrà fare a meno di cercare di superare in astuzia l’autore e scoprire il colpevole prima che gli venga svelato.
Jefferson Farjeon (1883-1955)
nacque a Londra in una famiglia di artisti. Il padre era un noto romanziere e commediografo, il nonno materno un famoso attore americano e i tre fratelli si sarebbero ben presto affermati nel campo della letteratura per bambini, del teatro e della musica. Dopo aver lavorato per una decina d’anni per una casa editrice specializzata in riviste umoristiche, nel 1924 Farjeon pubblicò il suo primo mystery, The Master Criminal, dopodiché si dedicò a tempo pieno alla scrittura. Autore estremamente prolifico, in una trentina d’anni scrisse circa ottanta romanzi, in prevalenza gialli, un’incredibile quantità di racconti, nonché alcune sceneggiature cinematografiche tra cui quella per Number Seventeen – un film diretto da Alfred Hitchcock nel 1932 – che si basava su una pièce da lui scritta nel 1926. Elogiato dalla critica per la sua capacità di ideare trame ingegnose e personaggi intriganti e per il suo stile pulito e scorrevole, Jefferson Farjeon fu uno degli scrittori preferiti da Dorothy L. Sayers. Tra i titoli più noti ricordiamo The Fancy Dress Ball (1934), Mystery in White (1937, Sotto la neve) e Death in the Inkwell (1942).
Don Betteridge (1897-1968)
al secolo Bernard Charles Newman, nacque a Ibstock, nel Leicestershire. Durante la Prima Guerra Mondiale lavorò nei servizi segreti inglesi che lasciò, alla fine del conflitto, con il grado di capitano. Autore assai prolifico, spaziò in diversi ambiti letterari, dai libri per ragazzi, a quelli di viaggio, dalle spy stories alle detective novels, dai saggi alla fantascienza. Rinomato storico e grandissimo esperto di spionaggio, tra il 1928 e il 1940 tenne oltre 2000 conferenze sul tema viaggiando in lungo e in largo per l’Europa. Il suo primo romanzo, The Cavalry Went Through (1930), gli diede immediata fama, in seguito accresciuta dalla pubblicazione di Spy (1935), un’opera di successo internazionale. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale lavorò presso il Ministero dell’Informazione britannico e nel 1942 fu inviato dal suo governo in Canada e negli Stati Uniti dove tenne un ciclo di conferenze per i membri del Congresso e gli alti ufficiali militari. Tra le sue opere occorre citare anche Spy Catchers (1945) e Epics of Espionage (1950), due raccolte di celebri casi di spionaggio.
Prospetto completo:
Jefferson Farjeon - La casa dei sette cadaveri
Don Betteridge - L'alibi di Scotland Yard
Anthony Berkeley - Il caso dei cioccolatini avvelenati
Mary Roberts Rinehart - La scala a chiocciola
John Dickson Carr - Occhiali neri
James Hadley Chase - Niente orchidee per Miss Blandish
R. A. J. Walling - I fatali 5 minuti
J. J. Connington - Il caso con nove soluzioni
Christopher Bush - Una buona tazza di tè
Edgar Lustgarten - Signori della Corte…
Cortland Fitzsimmons - Delitto ai grandi magazzini
Vera Caspary - Laura vertigine
Earl Derr Biggers - Charlie Chan e la casa senza chiavi
George Bellairs - Morte in Provenza
Timothy Fuller - Delitto a Harvard
David Frome - I delitti di Hammersmith
Thomas Kyd - Assassinio all'università
C. H. B. Kitchin - La morte di mia zia
F. G. Parke - La sera della prima
Elizabeth Day - Morte al telefono
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