domenica 5 febbraio 2012

Massimo Cortese e la beffa del trentatré: esperienza di un'Italia sotto la neve

Siamo sempre lieti di ospitare sul blog Massimo Cortese, varie volte intervenuto con articoli, interviste e racconti. Quello che ci ha proposto questa sera è il riepilogo di un' esperienza legata alla neve che sta imperversando in quasi tutta Italia - la mia terra, la Sicilia, costituisce una piacevole eccezione. I disagi del maltempo causano feriti e mettono in pericolo la vita di molti senzatetto e poveri malcapitati. Per fortuna al nostro Cortese è finita bene, ma quanti danni può fare la cattiva amministrazione pubblica?



LA BEFFA DEL TRENTATRE '

 Spala, Massimo, altrimenti il carro da morto come fa a passare? 
E’ vero, mio nipote ha ragione, dobbiamo liberare il passo carrabile dalla neve, in modo da consentire al carro funebre il passaggio senza problemi. Dalla notte scorsa la neve sta cadendo copiosa, forse per vendicarsi del fatto che era da molto tempo che mancava in così grande quantità, al punto da farci dimenticare il quarantennale dalla terribile scossa di terremoto del lontano 4 febbraio 1972. Per la cronaca, il carro funebre riuscirà a passare, anche se l’autista deve aver avuto qualche sudarella per un improvviso slittamento dei pneumatici: tuttavia, al funerale hanno partecipato più persone del previsto, ed io me ne sto al capolinea dell’Autobus numero Trentatrè, che appuntò mi riporterà a casa. Sono le ore 19.30, ormai è un’ora che aspetto, e sto cominciando ad avere qualche timore circa la regolarità del servizio. Nevica ininterrottamente, ho saputo che il Trentatrè passa regolarmente, ma proprio ora qualche passante mi dice che la linea è stata sospesa per via di uno slittamento dell’autobus, avvenuto verso le tredici e trenta. 
Telefono allora a mia moglie, e lei mi assicura che l’autobus non passa più: visto che nessuno può venire a prendermi con l’automobile, a causa delle critiche condizioni del tempo, dovrò percorrere la strada a piedi, non è poi così tanta, a meno che qualche volenteroso non mi dia un passaggio, come in passato è sempre accaduto. Nel frattempo al capolinea passa uno studente universitario, anche lui pensa di prendere l’autobus per arrivare a casa sua, che si trova in una frazione un po’ più lontana della mia. Ha il cellulare scarico, gli faccio telefonare dal mio, e concordiamo subito che se qualcuno verrà a prenderlo, darà un passaggio anche a me, visto che mi trovo sulla stessa strada. Tuttavia, il tale non riesce a stabilire un contatto con i suoi parenti, e decide di andare a piedi a casa sua: a quel punto, anch’io m’incammino, altrimenti finisco col morire assiderato. Non l’avessi mai avuta una pensata del genere, ho corso un grandissimo rischio di essere la prima vittima del maltempo: tanto per iniziare, faticavo non poco a stare in coda al tale, la cui falcata era esattamente la mia di trent’anni prima. Poi imperversava il buio più totale che, accompagnato alla bufera di neve ed al flusso continuo di automobili che continuamente mi sfioravano, con il supplemento di insulti da parte dei loro conducenti, mi fece cambiare idea sulla pensata che avevo avuto, ma ormai era troppo tardi. Non ce la faccio più – pensai tra me e me – ma non esternai la sofferenza che si era impadronita della mia psiche. Ad un certo punto abbiamo imboccato la strada provinciale, e la luce della luna, della neve, o forse della disperazione, ha cominciato a darmi un po’ di fiducia, nella speranza che il supplizio nella tormenta avesse fine. La decisione di camminare a piedi era stata senz’altro avventata e non ben ponderata, ma ormai bisogna stringere i denti ed andare diritto, senza cedimenti, altrimenti rischiavo veramente la pelle: d’altra parte, nessun automobilista ascoltava le mie invocazioni d’aiuto o si fermava al mio gesticolare. Fu così, come per miracolo, che due automobilisti, parenti o amici del compagno di sventura, ci vennero in soccorso, offrendoci un passaggio: finalmente l’odissea stava terminando. Ma la peggiore delle beffe era in agguato: stavo per ringraziare quelle persone, quand’ecco che, improvvisamente, vedo sopraggiungere il Trentatrè. Molte sono state le esclamazioni, sempre formulate a livello di pensiero, che hanno accompagnato quella visione, ma è meglio non approfondire.

1 commento:

  1. Ciao, ti volevo informare che ho premiato il tuo blog con il "The Versatile Blogger Award"
    http://welcometobookland.blogspot.com/2012/01/versatile-blogger-award-2.html

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