
A cura di Surymae Rossweisse
Il mangaka Inio Asano [NdM: secondo me somiglia lui stesso al personaggio di un manga o.O] |
Salve a tutti, e benvenuti ad
un'altra puntata de “Il tempio degli Otaku”. Oggi parliamo di un autore piuttosto giovane – è nato nel 1980 – ma che
ha già saputo ritagliarsi il proprio posto al sole nell'affollata industria dei
manga. Il motivo è probabilmente da ricercarsi nei temi da lui affrontati, che
riguardano la società moderna, soprattutto dal punto di vista dei giovani. Tale
successo non è sfuggito agli editori italiani; soprattutto Planet Manga, che a
velocità supersonica ha raccattato le opere precedenti, almeno quelle che non
erano state già prese dalla Kappa Edizioni. A dire il vero, la serie di oggi è
proprio pubblicata da quest'ultima; è la prima di questo già prolifico autore,
ma i semi del successo futuro ci sono tutti. Diamo il benvenuto perciò ad Inio
Asano ed al suo “What a wonderful world!”
“... And I think to myself: what
a wonderful world!”
Vi starete chiedendo, e pure a
ragione, che diavolo c'entri tutto questo con il manga. Beh, io ritengo che
l'aneddoto riassuma tutti i colori dell'opera, che si gioca sul contrasto tra
il messaggio positivo del seguire i propri sogni a tutti i costi ma con le
intromissioni, decisamente negative, della dura realtà.
Molti dei protagonisti delle
storie sono disadattati: magari in sé non fanno nulla di male, ma per un motivo o per l'altro vengono esclusi
dalla nostra società – che, lo sappiamo bene, si finge tollerante ed aperta ma
è sempre pronta ad emarginare chiunque non rientri nei suoi valori. Ce n'è per
tutti i gusti. Ad esempio, la sopraccitata vittima di bullismo, una piaga
piuttosto diffusa in Giappone. Asano non spiega mai come è cominciata, ma
queste cose cominciano con un nonnulla, al punto che dopo qualche tempo nemmeno
gli stessi bulli se lo ricordano più. Da notare come le autorità appaiano solo
alla fine del racconto: l'insegnante si scusa, la madre diventa ansiosa e il
padre rimane silenzioso. Reazioni tristemente realistiche.
Non tutti i protagonisti delle
storie si possono definire disadattati: ci sono alcune storie (leggermente) più
leggere, sebbene ancora realistiche. Nel secondo volume conosciamo un bambino
talmente “pompato” dal padre che lo vuole genio, da crederlo veramente.
Effettivamente dal punto di vista didattico non c'è niente da dire, ma sarà
così maturo anche nella vita reale? Una sua compagna di classe, una comune
mortale, non crede proprio...
Un altro classico del mondo della
scuola: l'amica di infanzia che rigetta la propria personalità originaria per
diventare popolare; tutta presa a mettere a punto un sorriso perenne che le
consentirà di far colpo sui ragazzi, si dimentica persino della sua migliore
amica. La storia è raccontata dal punto di vista di quest'ultima, delusa e
disgustata da quanto avvenuto.
Mi sono riempita la bocca della
parola “realistico”, in questa recensione. Eppure, nel manga ci sono alcune
scene che realistiche non lo sono per niente. Capita più volte che il
protagonista di turno abbia un'allucinazione con un animale parlante, ad
esempio. Non sempre queste scene fuori dall'ordinario sono gestite bene – a
volte stridono con l'ambientazione verosimile – ma sono comunque un tocco
originale che mette ulteriore carne al fuoco ad un mondo tanto strano e contraddittorio
quanto meraviglioso.
...L'unico briciolo, comunque,
per un autore che di immaturità ne ha ben poca. Per oggi è tutto, cari amici.
Arrivederci alla prossima settimana, con “Il tempio degli Otaku”!
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