Tylwytg Teg si arricchisce di un nuovo episodio! Devo fare mille scuse a questa autrice che vede pubblicata l'intervista quasi due mesi dopo il momento in cui l'abbiamo fatta! E' stata molto disponibile e gentile, e per questo la ringrazio infinitamente :) Il suo mini-romanzo, Elfo per metà rientra perfettamente nella categoria dei libri dedicati all'iniziativa! Ma di cosa si tratta? Eccovi la trama del suo libro e l'intervista a Valentina Capaldi.
Trama:
È un grande problema quando una regina ha imposto su di te una maledizione che ti succhia la vita. È un grande problema quando la tua unica speranza di salvezza è un albero di dodici metri che può stritolarti con le sue radici se non gli vai a genio. È un grande problema quando i tuoi compagni hanno una scarsissima considerazione delle tue capacità. Ma, soprattutto, è un grande problema quando sei un elfo solo per metà.
Interview with...
Valentina Capaldi
Malitia: Buonasera Valentina e benvenuta su Dusty pages in Wonderland!
Valentina: Grazie e grazie anche per avermi contattata ^_^
M: Puoi dare ai nostri lettori una tua breve descrizione?
V: Io sono ancora una studentessa universitaria, ma nell'attesa di laurearmi coltivo l'hobby della scrittura.
Scrivo per passione sin da quando ero piccola, ma innanzitutto sono una grande lettrice. Leggo romanzi di qualsiasi genere, anche se da qualche anno ho cominciato a prediligere il genere fantasy, che è anche quello con cui mi trovo maggiormente a mio agio nella scrittura. Ho all'attivo la pubblicazione di due romanzi con una casa editrice piccolina ma tosta, però sto tentando anche altre strade che mi permettano di fare della scrittura un vero e proprio mestiere; in fondo è il lavoro che ho sempre desiderato fare e per il quale mi sento più portata, visto che mi riesce molto facile inventare storie.
M: Quali sono gli autori fantasy che apprezzi maggiormente? Quali sono stati quelli che ti hanno "formato" come scrittrice e come persona?
V: La prima autrice fantasy che ho letto è stata Marion Zimmer Bradley, ma è inutile negare che la rivelazione della mia vita sia stato Tolkien. "Il Signore degli Anelli" è stato il punto di partenza che mi ha permesso di capire quanto in là fosse possibile spingersi nella creazione di un mondo nuovo.
Dopo Tolkien, ovviamente, sono andata avanti nella mia "formazione" fantasy approdando a scrittori noti come Lewis e Howard, ma anche un po' meno noti al grande pubblico come per esempio Gemmel, che ho scoperto da poco. Ora come ora l'autore che apprezzo maggiormente è Martin, che scrive un genere di fantasy che mi piace molto visto che sono sempre stata un'amante dell'intrigo politico; inoltre credo che strutturare una storia così complessa richieda una buona dose di genialità.
L'anno scorso poi ho scoperto Jacqueline Carrey che mi ha conquistata.
M: Hai scelto per il tuo romanzo un personaggio in parte appartenente al piccolo popolo. Quali sono le sue caratteristiche da elfo?
V: Direi solo le orecchie a punta; per il resto non è molto elfico visto che, appunto, è un elfo solo per metà e ha trascorso gran parte della sua vita assieme alla razza di sua madre, che è una maga umana. A un certo punto però è costretto a trasferirsi nella foresta e a convivere per un po' assieme agli elfi veri.
Si tratta di quel tipo di elfi che nella mitologia celtica viene definita "sidhe", ovvero i discendenti degli antichi dei; gli elfi che troviamo in Tolkien, per intenderci. Rispetto alla tradizione gli elfi del mio romanzo mantengono molte caratteristiche: sono più alti e belli degli esseri umani, hanno il controllo della magia, vivono in stretta simbiosi con la foresta. Non sono molto affabili però; intanto
li troviamo impegnati in una sanguinosa guerra civile che li divide in due fazioni, e poi sono piuttosto alteri e considerano con assoluto sfavore le unioni con esseri di razze diverse. Per questa ragione il protagonista (che si chiama Caleb) non è ben accetto da loro.
M: Parlaci un po' di Caleb: qual è il suo carattere?
V: Caleb ha innanzitutto un grandissimo problema: su di lui pende una maledizione scagliata dalla regina usurpatrice degli elfi, Tania, che assorbe la sua energia vitale. Il motivo è che Caleb, suo malgrado, sarebbe il legittimo erede al trono degli elfi, e la regina ha trovato un modo di eliminarlo senza sporcarsi troppo le mani; quindi lui è costretto a unirsi agli elfi ribelli che combattono Tania per poterla avvicinare e farsi rimuovere la maledizione, sebbene non abbia il minimo interesse per il trono.
Il primo aspetto del suo carattere che salta all'occhio, quindi, è che agisce per salvarsi la vita; tutto il resto (aiutare gli elfi a liberarsi della perfida regina), passa in secondo piano. Tuttavia non è un personaggio negativo: ha una buona dose di coraggio e di altruismo che si svilupperanno pian piano. E' comunque giovane (la sua età si aggira attorno ai venticinque anni) e ancora inesperto perché non ha completato il suo addestramento per diventare un vero mago, e inoltre è reso molto insicuro dal fatto che gli elfi lo disprezzano per il suo sangue misto, così come per lo stesso motivo i maghi lo considerano un essere bizzarro e un po' stupido.
M: Uno scrittore tende sempre ad imprimere un po' di sé nei suoi personaggi, soprattutto quando scrive romanzo primo. Quanto e cosa di te c'è in Caleb?
V: Questa è una domanda complessa. Io dico sempre che tutti i personaggi di un libro sono le diverse facce di una stessa medaglia, e quella medaglia è lo scrittore. E' inevitabile, perché i personaggi promanano dalla mente di scrive e incarnano in qualche modo i suoi diversi aspetti; anche se, ovviamente, chi scrive non è i suoi personaggi, che una volta impostati vivono praticamente da soli. E' un mistero come questo possa accadere, ma accade: lo scrittore sa sempre esattamente quale sarà la mossa successiva del personaggio, come se fosse il personaggio stesso a suggerirla e non lo scirittore a guidare gli eventi.
Detto ciò, quanto di me c'è in Caleb? La risposta è che non ne ho idea, ma qualcosa sicuramente c'è perché l'ho inventato io. In realtà già il fatto che sia un personaggio maschile lo rende un po' più distante da me rispetto a quanto lo siano i miei personaggi femminili.
Detto ciò, quanto di me c'è in Caleb? La risposta è che non ne ho idea, ma qualcosa sicuramente c'è perché l'ho inventato io. In realtà già il fatto che sia un personaggio maschile lo rende un po' più distante da me rispetto a quanto lo siano i miei personaggi femminili.
M: Cosa ti affascina in particolare del piccolo popolo? Quali sono le altre creature, oltre agli elfi, di cui vorresti scrivere?
V: Il piccolo popolo in generale mi ha sempre affascinata perché è l'espressione stessa della magia; quando ero piccola e passeggiavo nel bosco mi aspettavo sempre di veder spuntare una fata o un folletto da sotto una foglia.
In "Elfo per metà" in realtà non ci sono solo gli elfi, ma anche un sacco di fate che sono custodi della magia elementale.
Le mie creature preferite però sono sempre stati gli gnomi; chissà, magari prima o poi lo scrivo un libro su di loro.
In "Elfo per metà" in realtà non ci sono solo gli elfi, ma anche un sacco di fate che sono custodi della magia elementale.
Le mie creature preferite però sono sempre stati gli gnomi; chissà, magari prima o poi lo scrivo un libro su di loro.
M: Il finale di Elfo per metà ha lasciato i tuoi lettori col fiato sospeso. Ci sarà un continuo? Se sì, lo stai già scrivendo?
V: Sì, è in scrittura! Credo (spero) che mi basterà un altro libro per concludere. Mi piace molto come sta venendo, ma ovviamente sono un pochettino di parte...
Comunque l'ambientazione è completamente diversa e ci saranno molti personaggi nuovi. Rispetto al primo sarà meno adatto a un pubblico giovane, perché ho previsto alcune scene forti che sono indispensabili per lo sviluppo dei personaggi.
Comunque l'ambientazione è completamente diversa e ci saranno molti personaggi nuovi. Rispetto al primo sarà meno adatto a un pubblico giovane, perché ho previsto alcune scene forti che sono indispensabili per lo sviluppo dei personaggi.
M: Per quanto riguarda la pubblicazione, hai avuto particolari difficoltà?
V: No, perché "Elfo per metà" è il secondo libro che pubblico con la stessa casa editrice e quindi diciamo che sono andata sul sicuro.
In generale di problemi ne ho; purtroppo le case editrici che non richiedono contributo hanno tempi di lettura bibilici e molte di loro, quando rifiutano il manoscritto, nemmeno ti avvertono con un'e-mail, quindi finisci per aspettare per sempre...
M: Ultima domanda: Cosa ne pensi del fantasy italiano?
V: Ho l'impressione che in Italia, tra le grandi case editrici, ci sia la tendenza a considerare il fantasy come un genere per ragazzi. Non che sia sbagliato: il fantasy per ragazzi esiste e ha sfornato capolavori assoluti, ma ovviamente il fantasy non è solo per ragazzi.
Fortunatamente c'è la piccola e media editoria. Ci sono alcune case editrici che realizzano un lavoro davvero ammirevole per lo sviluppo di questo genere e gli autori che scrivono per loro sono bravi, molto più bravi di quelli che si trovano in libreria sotto i grandi marchi. Il problema di fondo è che in Italia il fantasy non è un genere che va tantissimo tra i lettori (quei pochi che ci sono).
E' vero che negli ultimi anni si sono moltiplicati fans e iniziative legate al modno del fantastico, ma nella pratica io sono sempre in difficoltà quando devo fare una presentazione perché il pubblico non conosce e quindi non riesce a capire questo genere.
M: Grazie mille Valentina per la tua disponibilità e in bocca al lupo per il tuo prossimo libro! ^^
V: Grazie a te!
Presto su Dusty pages in Wonderland il giveaway di Elfo per metà.
Bella e interessante intervista!
RispondiEliminaCondivido il pensiero di Valentina sul fatto che il genere fantasy non viene mai preso in considerazione come dovrebbe... da molti viene snobbato ingiustamente!!!
Speriamo che prima o poi questi inutili pregiudizi vengano superati!
^_^ ^_^
RispondiEliminaverissimo Sara e Valentina sono d'accordo sul fatto che la letteratura fantasy sia sempre poco considerata e trattata come minore.
RispondiEliminaMi ispira troppo questo libro - peccato che sia arrivata in ritardo di un secolo hi hi hi
Non ho tempo ora e quindi non riesco a leggere tutta l'intervista, ma tornerò quanto prima