Non è una bella serata, gli ultimi due giorni in generale non sono stati affatto belli. Tuttavia questo non è un blog adibito ai miei sfoghi personali, ma uno strumento di informazione. Ed io, in quanto informatrice, devo compiere il mio dovere.
Dunque.
Innanzitutto si è chiuso il sondaggio in merito ai romanzi scritti dagli under 18. Ne è emerso che il 63% dei votanti è disposto a dare una possibilità agli giovani scrittori se (presumo) l'offerta compete con la qualità del prodotto. Una esigua minoranza (27%) rifiuta a prescindere questa eventualità e una percentuale ancora minore (9%) invece è totalmente d'accordo con l'editoria, per così dire, "minorenne".
Ho già esposto il mio punto di vista qui (per chi avesse la pazienza e la curiosità di volerlo leggere); ad ogni modo ringrazio di cuore coloro che hanno voluto condividere la loro opinione con il blog :)
Il nuovo argomento, oggetto del sondaggio, (ohlalà, mi è appena venuto in mente...) è... l'influenza della pubblicità nei nostri acquisti letterari.
Il marketing dell'editoria si è fatto sempre più furbo negli ultimi anni. I lettori sono prima di tutto pecuniosi consumatori, i libri oggetti belli e accattivanti che brillano come caramelle rosse e succose. E come dimenticare i grandissimi e colorati cartelloni, pieni di frasi ad effetto studiate apposta per stuzzicare la nostra curiosità? E le fascette inserite sulla copertina che riportano i commenti entusiastici di chissà quali ben pagati giornali? Scommetto che rivivrete tutti questa scena...
Entri in libreria, il profumo dei libri nuovi ti entra nei polmoni come aria refrigerante. La vista è colpita dalle luci accoglienti del negozio, mille colori e segnali colpiscono con forza i nervi ottici. Il cervello comincia a lavorare e a produrre un certo ignoto ormone (non sarà mica adrenalina??) che ti riempie il sangue alla vista di tutti quei libri. Ti guardi intorno, avido/a di informazioni. Quel libro l'hai letto, di quell'altro hai sentito parlare...
Poi eccolo. IL libro.
Primo aspetto che non può lasciarti indifferente: la copertina. E' meravigliosa, particolare, unica. Può essere sgargiante, oppure oscura e intrigante. Tocchi il libro: è morbido al tatto, le pagine sono spesse e ruvide, l'inchiostro è nerissimo e persino il carattere ha un certo non so che. Sei già conquistato/a, ma vuoi di più. Lo apri, leggi la quarta di copertina. La trama promette mille emozioni. Giri il libro, ecco i commenti della critica. Giornali che per il nome ricordano spesso quotidiani famosi (vedi le decide di possibili variazioni del New York Times), autori che letteralmente sono svenuti per il prodotto che hai in mano in quel momento. Beh, se tal scrittore ha detto che questo è il libro più fantasmagorico/megagalattico/superiperstrabello romanzo del mondo, avrà ragione...
Errato.
Ma voi intanto avete già acquistato il libro, fiduciosi e ignari della grandissima bufala che vi hanno appena rifilato. Lo scoprirete solo a casa, pagina dopo pagina, accumulando la delusione e lo stress di aver speso 20 euro per una patacca del genere. La prossima volta non vi farete più ingannare dalla copertina. Ve lo ripromettete ogni volta, eppure il fascino dell'estetica vi sedurrà sempre...
Siamo deboli e umani, gli editori l'hanno capito tanto tempo fa e hanno cominciato a sfruttare messaggi subliminali per indurci all'acquisto. Quel libro sembra chiamare, supplicare, sussurrare... "comprami", sta dicendo. Ma è solo un'impressione o è effettivamente così??
Ed è a questo punto che giungo alla fatidica domanda del sondaggio namber tri: quanto influisce la pubblicità nel momento in cui decidete di comprare un libro? Riflettete bene prima di rispondere... siete proprio sicuri di esserne totalmente esenti?
Allora.
RispondiEliminaPrima dell'anno 0 (la mia iscrizione ad aNobii) i miei acquisti dipendevano quasi esclusivamente dai seguenti fattori:
- Conoscenza dell'autore
- Conoscenza del genere
- Chiacchiere degli amici/consigli sui forum
Non avveniva mai che entrassi in libreria, vi restassi due ore (come avviene ora) e poi uscissi magari con due libri comprati perché m'invogliava la copertina.
Dopo l'anno zero, che ha implicato la mia cessata attività da acquirente maniacale di manga (quasi del tutto) e l'intensificarsi della mia passione per la lettura, questi sono i fattori che determinano il mio acquisto:
- Anobii, consigli (o recensioni) di vicini o comunque utenti con gusti simili ai miei.
- Blog letterari, il mio (ci lavoriamo in tanti) o quelli altrui, ma non molto.
- Ispirazione momentanea che mi spinge all'acquisto di un libro a caso e che quasi sempre si rivela una terribile schifezza. Ma sto imparando dai miei errori. Questi i precetti che ho imparato:
1. Le migliori copertine al 90% servono a camuffare i peggiori libri.
2. Le quarte di copertina al 90% le scrive gente che non ha letto il libro.
3. I libri più pubblicizzati sono al 90% poveri di qualsivoglia contenuto, perché è *lampante* che le pubblicità sono rivolte alle categorie di lettori più influenzabili: le ragazze (fantasy e gothic romance), le signore (cucina, romance, romanzi storici con protagoniste donne) e gli uomini adulti (storici, thriller).
Ergo, se un libro è molto pubblicizzato quasi sempre non lo degnerò della minima occhiata.
Discussione interessante che spero continuerà in un fertile dibattito :)