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Per le vacanze natalizie alcune rubriche sono state sospese, ma spero di riprenderle con regolarità (anche se, come ho già detto, gennaio è un mese particolarmente difficile e non penso riuscirò a tenere il ritmo col blog come ho fatto finora... Per esempio non garantisco di poter postare domani l'appuntamento mensile con By the keyhole... So che Debora aspetta la recensione de La lettera scarlatta: la scriverò non appena posso cercando in aggiunta di leggere la prefazione che, sono sicura, mi offrirà molti spunti).
On my wishlist è stata trascurata da un po' ed è tempo di riesumarla! Come si deduce dal titolo, è una rubrica creata dall'admin del blog Book Chick City appositamente per mostrarvi il contenuto della mia sempiterna lista dei desideri! Questa volta tra i classici c'è un titolo aggiunto solo di recente...
Tra i classici:
L'età dell'innocenza - Edith Wharton
Rilanciato dal successo del film con Michelle Pfeiffer e Daniel Day Lewis, L’età dell’innocenza è un mirabile affresco della borghesia newyorchese di fine Ottocento, contro il cui ottuso moralismo Edith Wharton si scaglia coraggiosamente difendendo l’autenticità di un amore sincero. La storia sentimentale tra Newland Archer, brillante avvocato dell’aristocrazia cittadina, e la contessa Ellen Olenska, cui inflessibili convenzioni impediscono di divorziare dal marito, è lo specchio di una società che l’autrice conosce e contesta profondamente. Una società ipocrita e perbenista, in cui pregiudizi atavici, tradizionalismi ormai svuotati di significato, princìpi ingiusti e falsamente morali impongono precise regole comportamentali, che cozzano contro il desiderio di affermazione del singolo. Contro tutto questo lotta con ammirevole tenacia la protagonista del romanzo, che tenta di difendere fino alla fine il suo amore e la sua libertà di scelta, cui si oppone la consapevolezza, che porterà Archer alla rinuncia finale, dei suoi doveri sociali.
Rilanciato dal successo del film con Michelle Pfeiffer e Daniel Day Lewis, L’età dell’innocenza è un mirabile affresco della borghesia newyorchese di fine Ottocento, contro il cui ottuso moralismo Edith Wharton si scaglia coraggiosamente difendendo l’autenticità di un amore sincero. La storia sentimentale tra Newland Archer, brillante avvocato dell’aristocrazia cittadina, e la contessa Ellen Olenska, cui inflessibili convenzioni impediscono di divorziare dal marito, è lo specchio di una società che l’autrice conosce e contesta profondamente. Una società ipocrita e perbenista, in cui pregiudizi atavici, tradizionalismi ormai svuotati di significato, princìpi ingiusti e falsamente morali impongono precise regole comportamentali, che cozzano contro il desiderio di affermazione del singolo. Contro tutto questo lotta con ammirevole tenacia la protagonista del romanzo, che tenta di difendere fino alla fine il suo amore e la sua libertà di scelta, cui si oppone la consapevolezza, che porterà Archer alla rinuncia finale, dei suoi doveri sociali.
<<Rimase sveglio tutta la notte nella grande camera da letto foderata di chintz, sdraiato accanto a May, guardando il chiaro di luna che illuminava obliquamente il tappeto e pensando a Ellen Olenska che tornava a casa trasportata attraverso le spiagge scintillanti dai trottatori di Beaufort.>>
Tra i contemporanei:
Alessandro D'Avenia - Bianca come il latte, rossa come il sangue
Leo è un sedicenne come tanti: ama le chiacchiere con gli amici, il calcetto, le scorribande in motorino e vive in perfetta simbiosi con il suo iPod. Le ore passate a scuola sono uno strazio, i professori "una specie protetta che speri si estingua definitivamente". Così, quando arriva un nuovo supplente di storia e filosofia, lui si prepara ad accoglierlo con cinismo e palline inzuppate di saliva. Ma questo giovane insegnante è diverso: una luce gli brilla negli occhi quando spiega, quando sprona gli studenti a vivere intensamente, a cercare il proprio sogno. Leo sente in sé la forza di un leone, ma c'è un nemico che lo atterrisce: il bianco. Il bianco è l'assenza, tutto ciò che nella sua vita riguarda la privazione e la perdita è bianco. Il rosso invece è il colore dell'amore, della passione, del sangue; rosso è il colore dei capelli di Beatrice. Perché un sogno Leo ce l'ha e si chiama Beatrice, anche se lei ancora non lo sa. Leo ha anche una realtà, più vicina, e, come tutte le presenze vicine, più difficile da vedere: Silvia è la sua realtà affidabile e serena. Quando scopre che Beatrice è ammalata e che la malattia ha a che fare con quel bianco che tanto lo spaventa, Leo dovrà scavare a fondo dentro di sé, sanguinare e rinascere, per capire che i sogni non possono morire e trovare il coraggio di credere in qualcosa di più grande.
Le vergini suicide - Jeffrey Eugenides
Un narratore "collettivo", voce di un gruppo di coetanei maschi, rievoca a vent'anni di distanza la vicenda delle cinque sorelle Lisbon, oggetto proibito della loro adolescenza, avvolte in un'aura di mistero che la tragica fine comune - si sono tutte tolte la vita nel breve spazio di un anno - ha fissato per sempre. Nella memoria di questi antichi, tenacissimi spasimanti, esse divengono il simbolo di una possibilità remota e perduta: l'irruzione di un fremito ignoto nel mondo tranquillo, ordinario, opprimente dell'America suburbana degli anni Settanta. Il libro segna l'esordio folgorante di uno scrittore poco più che trentenne, ma già padrone di uno stile e di un universo letterario affatto personali.
Non ho letto nessuno dei tre libri nella tua WL, posso solo commentare che il libro di D'Avenia mi puzza di "La solitudine dei numeri primi" meno emo e più didascalico. L'antipatia a pelle è nutrita e impastoiata dal massiccio battage pubblicitario della Mondadori, che per mesi mi ha infestato (e continua a farlo) le bacheche di Twitter e Facebook con trailer, citazioni dal libro, citazioni dall'autore, citazioni da chi ne parla, articoli, immagini, siti dedicati, etc.
RispondiEliminaDe "Le vergini suicide", invece, ho visto la trasposizione cimematogrfica di Sofia Coppola. Te la consiglio, magari dopo il libro così non ne rimarrai influenzata.
^Simona^
D'Avenia puzza anche a me, ma purtroppo ne sono molto incuriosita!
RispondiEliminaHo visto già il film della Coppola, per questo motivo mi sono incuriosita al libro... Spero che Eugenides sia bravo come sembra :/