martedì 1 aprile 2014

Recensione: Ragazza nera, ragazza bianca di Joyce Carol Oates

Ragazza nera, ragazza bianca, Joyce Carol Oates
Mondadori
336 pagine, 20.00 euro

Ci troviamo nell'America degli anni Settanta, in un campus di storica tradizione. Generva Meade, Genna, porta il nome della sua bisnonna, “crociata femminista e educatrice”, la cui frase più celebre è: “tutti uguali agli occhi di Dio” - nonché gloriosa co-fondatrice dello Schuyler College, dove la ragazza studia. Come se non bastasse Genna è figlia di Veronica, donna inconsistente, e di “Mad” Max, avvocato radicale implicato in situazioni poco trasparenti, a causa del quale subisce le attenzioni di insegnanti e individui sospetti.
Ma Genna è soprattutto una ragazza timida, introversa, alla ricerca di certezze, di accettazione e di una sicurezza che la famiglia non le dà. Per questo, dalla prima volta che la vede, è attratta dalla compagna di stanza Minette Swift, ragazza nera impenetrabile. In Genna nasce il forte desiderio di diventare sua intima, di sbreccare il guscio della sua anima, di essere presentata alla famiglia – è figlia di un reverendo – che vede totalmente opposta alla propria. Minette, nonostante studi in un college all'avanguardia, è vittima di molestie razziste: questo però non la rende degna di una particolare compassione. Minette è infatti scostante, suscettibile, tanto attaccata alla fede da rasentare il fanatismo, non è particolarmente simpatica e non fa nulla per sembrarlo. È diversa anche dalle altre ragazze di colore, che sono le prime a emarginarla.
Le vicende dentro il college si alternano alla situazione familiare di Genna, in particolare a quella del padre. La ragazza fa di tutto per non urtare quella che vorrebbe diventasse la sua migliore amica, che però non le rivolge la parola per minuzie senza importanza e arriva ad accusarla di alcuni crimini commessi contro di lei. Minette resterà sempre distante da Genna, con cui avrà pochi punti di reale contatto, fino all'inaspettata morte.

Obiettivo della Oates è scavare la psicologia di entrambe le ragazze, riuscendo egregiamente nell'intento. Ma c'è anche altro – c'è sempre dell'altro – al di là della semplice trama: l'America indaffarata a evitare i conflitti razziali, poco obiettiva, in difficoltà; la storia del padre di Genna che incide silenziosamente sulla sua vita, che ha segnato il suo passato e ne segnerà anche il futuro.

I ritratti delle protagoniste della Oates hanno sempre qualcosa in comune: sono – o diventano – donne indipendenti, non belle, forti, robuste. Hanno un rapporto conflittuale con gli uomini e con la propria identità di genere. Nel caso di Genna, l'unico uomo della sua vita sarà Max, una figura mai perfettamente delineata ma sempre fissa, un burattinaio più che un faro. Mentre quella evanescente e a tratti aggressiva della madre sarà sempre un vuoto costituito da modelli di riconoscimento mancati, che non ritrova nemmeno nel passato altisonante dei suoi antenati. Minette è l'unica persona a cui Genna possa e voglia accostarsi, senza mai riuscirci: lei è riservata, brusca e offensiva, una psicologia molto complessa che getta numerose ombre sulla sua condotta. La Oates è d'altronde brava a rovesciare gli stereotipi, a fare delle naturali vittime gli aguzzini, a seminare il dubbio e a dare vita a personaggi ambigui.

Il punto di vista, com'è facile intuire, è quello di Genna: una donna ormai adulta che rievoca il passato del college, una penna raffinata e precisa che restituisce un quadro lucido e vivo. Il libro è scorrevole e denso, si lascia leggere facilmente, ma risulta un po' al di sotto dei soliti libri dell'autrice. È una lettura comunque consigliata, ma non createvi aspettative: a qualsiasi cosa pensiate, la Oates la disattenderà.  


Voto: 


Joyce Carol Oates (Lockport, New York 1938) 
ha scritto romanzi, racconti, poesie, lavori teatrali e saggi critici per i quali ha ottenuto il National Book Award e il PEN/Malamud Award. Dal 1977 insegna all'Università di Princeton e dal 1978 fa parte dell'American Academy of Arts and Letters.
È unanimemente riconosciuta come una delle voci più importanti della letteratura mondiale contemporanea. Tra i suoi numerosi titoli ricordiamo: Bestie, L'età di mezzo, Un giorno ti porterò laggiù, Le cascate, La madre che mi manca, La figlia dello straniero, Sorella, mio unico amore, Uccellino del Paradiso, La Ragazza tatuata, La donna del fango e Ragazza nera, ragazza bianca, tutti pubblicati da Mondadori.

1 commento:

  1. E' un testo molto autobiografico, e questo bisogna capirlo. La storia c'è e come hai sottolineato non è convenzionale, ma avviene all'interno della sua stessa psiche, il viaggio è infatti, quello di una donna dalla sanità mentale alla pazzia e il ricongiungimento della stessa col suo passato. A me è piaciuto molto. Ma sono di parte, perché Oates è una delle mie scrittrici preferite.
    Ciao!

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