venerdì 4 aprile 2014

Recensione: Lithium di Chiara Bianca d'Oria e Marika Cavalletto



Lithium,  Chiara Bianca d'Oria e Marika Cavalletto
Autopubblicato
Lithium è una storia scritta a quattro mani da Chiara Bianca d'Oria e Marika Cavalletto. Le protagoniste due amiche, Mya e Chrissie, che lasciano la loro terra natia, l'Italia, per raggiungere St. Jillian in Scozia e qui iniziare una nuova vita. Quello che di lì a poco si prospetterà alle ragazze, però, è leggermente diverso da quanto avrebbero mai potuto immaginare: le due, infatti, si ritrovano coinvolte in un mondo popolato da vampiri, licantropi e cacciatori di mostri. Questi ultimi, a differenza di quanto solitamente accade in libri e film, non sono destinati a combattere per tutta la vita contro le creature delle tenebre ma, grazie a un particolare ciondolo che è la chiave dei loro poteri, ad un certo punto possono passare il testimone a un successore e ritenersi teoricamente liberi dal compito. A causa di un fortunato attentato dei vampiri Katherine, la cacciatrice uscente, non riesce a passare il ciondolo a Lucy che le dovrebbe succedere e, messa alle strette, è obbligata a lasciare il fardello a una delle due protagoniste che si trova malauguratamente a portata di mano. Oltre ai numerosi nuovi problemi, la vita a St. Jillian porta anche nuova linfa alle vite sentimentali delle ragazze, che conosceranno così Dorian, il cacciatore di licantropi, e il misterioso William, sul cui passato e futuro ci sarà molto da scoprire.

La narrazione è in prima persona e i fatti sono sempre raccontati al presente, spaziando però fra i punti di vista dei vari personaggi, principalmente quelli di Mya e Chirissie, passando poi per le loro controparti maschili, Dorian e William, ma anche per alcuni secondari utili a capire lo svolgersi degli eventi o ad aggiungere pepe alla narrazione. Spesso alcuni di questi eventi sono ripresi e rinarrati da più punti di vista, così da permettere al lettore di comprendere meglio i caratteri di ognuno. Il punto forte di Lithium va sicuramente ricercato in questa introspezione dei personaggi, molto presente ma non sempre molto ben scritta. La trama è complicata ma interessante da seguire poiché, oltre agli svariati POV, ognuno racconta quanto gli sta accadendo nel presente, ma anche quanto gli è accaduto nel passato, in un incrocio di storie molto intricato in cui il lettore è fortunatamente aiutato a non perdere il filo dal cambio di carattere.

Fin dal titolo ci troviamo davanti a una delle cose che più colpisce del libro: il litio. L'idea di introdurre questo elemento, che è praticamente fondamentale nella vita di mostri e cacciatori - a voi scoprire in che modo - è molto originale e si sposa benissimo con il mito classico sia sui vampiri che sui lupi mannari. Marika e Chiara dimostrano con questa piccola trovata che è possibile essere innovativi anche nel solco della tradizione e con ottimi risultati.

Lithium è un libro che porta chiaramente l'impronta di due autrici valide, ma inesperte: l'efficacia della trama e il saper gestire abbastanza bene l'aspettativa sono, però, appesantiti dalla scrittura e da alcuni passaggi che avrebbero sicuramente potuto essere curati meglio. Uno di questi lo riscontra già all'apertura del libro che viene affidata ad una lettera scritta nel 1300 e che, fin da subito, introduce il lettore nell'universo popolato da vampiri e lupi mannari che seguirà ed è, fra l'altro, estremamente simile alla trama di Underworld 3
Non si può ignorare che questa lettera sia scritta in uno stile troppo moderno, senza nemmeno il tentativo di adottare i canoni dell'epoca cui appartiene. Lo stesso appunto va fatto per tutti i passaggi che richiamano eventi storici, passaggi dove si fa luce sul passato di St. Jillian e sulle sue profezie, ma è sempre assente la variazione di stile rispetto ai tempi presenti. Nei primi capitoli si richiede, poi, un livello d'attenzione troppo alto e si resta un po' spiazzati dalla scelta narrativa: ossia una lunga introduzione - una quarantina di pagine - in media res per ogni POV e ci si trova così sballottati fra cacciatori nuovi, vecchi e mostri vari, senza riuscire a comprendere da che parte essi stiano effettivamente, né tanto meno quali siano i loro propositi - a volte non si capisce nemmeno chi siano. Forse un po' più di chiarezza iniziale aiuterebbe il lettore a godere meglio il libro, senza influire sull'aspettativa creata. Passato questo punto di nebbiosità generale la trama cattura molto velocemente l'attenzione, malgrado quello che ci si trova davanti: non, come ci si potrebbe aspettare, una caccia senza quartiere a vampiri e affini, ma più che altro un romance. 

L'atmosfera che avvolge i personaggi è cupa e ben costruita, con buone descrizioni, ma, soprattutto, con ottime introspezioni sui problemi connessi all'essere cacciatori di mostri. Al di là di questo, purtroppo, i suddetti mostri si limitano a sporadiche apparizioni e sono per lo più il vago contorno delle avventure sentimentali di Chrissie, Mya e in parte Katherine. Un po' fastidioso è constatare che il cambio di autrice si noti troppo: Marika e Chiara si sono divise le due protagoniste e i relativi partner. A una Mya più pacata, che gestisce i rapporti sentimentali in modo maturo e consono a una ragazza della sua età, si contrappone una Chrissie le cui movenze e i cui dialoghi arrivano spesso ad essere caricaturali.
I discorsi fra lei e William non sono plausibili, sono a volte addirittura irritanti per la loro insensatezza e per l'eccessiva presenza dei cliché del romance. Ad esempio, Chrissie vede per la seconda volta William nella biblioteca dove lavora, ci inciampa addosso - motivo già ampiamente sfruttato dal genere - e, poco dopo, veniamo addirittura a sapere che William conobbe la sua precedente ragazza nello stesso modo. Alla scena segue un intensissimo quanto insulso battibecco, in cui lui fa il possibile per offendere lei, che a ogni offesa si innamora sempre più - sindrome da Mr. Gray? Per concludere il teatrino, William prende Chrissie per il collo e la strozza fino a farla svenire - successivamente noi comprenderemo il motivo, ma lei no! - e lei se ne innamora perdutamente. Queste scenette fra i due si ripetono troppo spesso e non giocano a favore della buona riuscita del libro. Chrissie è un personaggio il cui carattere spesso è marcato all'eccesso, e questo la porta a sfiorare il ridicolo. Ci sono anche una serie di espressioni non proprio canoniche, come “mi guardò con gli occhi a cuoricino”, buona per un manga, ma non troppo adatta ad un libro.
Nel narrare degli altri personaggi, questo cambio di autrice invece non si sente così forte, e gli stili delle quattro mani si confondo e si amalgamano rendendo molto piacevole la lettura.

Voto: 




2 commenti:

  1. Grazie mille per l'attenta recensione! Ti ringraziamo per averlo letto e averlo apprezzato.
    Sicuramente cercheremo di migliorare gli aspetti negativi che ci hai sottolineato, sperando in questo modo di migliorare sia il nostro stile di scrittura sia - e soprattutto - il seguito della saga, Iridium.
    Grazie ancora!!

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    Risposte
    1. Grazie a voi per l'attenzione! Vedo che lo spirito è quello giusto e quando è così non si può che migliorare. Dalla vostra prima opera si capisce che c'è del buon materiale su cui lavorare. Mi auguro quindi che scriviate ancora tanto e sempre meglio.
      In bocca al lupo per Iridium!

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