A cura di Surymae Rossweisse
Salve a tutti, e bentornati ad
un'altra puntata de “Il tempio degli Otaku”. Ricordate di cosa abbiamo parlato,
la scorsa volta? Nientemeno che di Gesù: argomento più sacro di quello...
Quindi, per contrappasso, è giusto bilanciare con un manga – anzi: un manga
coreano, chiamato manhwa – che parla di un tema che più profano non si può:
l'incesto.
Okay, okay, capisco le vostre
reazioni. Effettivamente, per la nostra società è un vero tabù, sia per le
implicazioni genetiche – unioni di questo genere danno luogo a parecchie
malformazioni fisiche e mentali ad un eventuale bambino – che soprattutto
psicologiche e religiose. Nel mondo asiatico è invece un argomento molto più
comune: gli hentai (manga per maggiori di diciotto anni, con spiccato contenuto
sessuale) ne sono pieni, e comunque tante altre opere hanno parecchi sottintesi
a riguardo. Questo quando si è fortunati: a volte gli incestuosi diventano la
coppia ufficiale, principalmente per dare un po' di pepe a quella che sarebbe
una comune storia d'amore, e perché il pubblico è attratto dagli scandali come
le mosche dalla spazzatura. Alcuni/e mangaka ne hanno fatto una seconda
professione, soprattutto nel campo degli shojo. Tra l'altro, pure la serie di
cui parliamo oggi appartiene a questo target: ma lungi da me affermare che
rientri nella (disprezzabile) categoria sopraccitata, così come l'autore o chi
lo ha apprezzato è un immorale da rinchiudere immediatamente. Spero che
possiate capire. Uomo avvisato, mezzo salvato: se l'argomento vi turba fareste
meglio a non procedere oltre nella recensione de “I fiori del male” di Lee
Hyeon – Sook.
Se Jun e Se Wa sono gemelli. E'
arcinoto che il rapporto tra gemelli è molto più intimo di quello dei normali
fratelli, ma loro lo portano su livelli più alti, ed inquietanti. A prima vista
il problema sembrerebbe Se Wa, la ragazza: terribilmente gelosa e possessiva
nei confronti del fratello, non sopporta di essere separata da lui in nessuna
maniera, nemmeno quando si tratta di dormire in camere diverse per la notte.
Non l'aiuta il fatto che Se Jun sia piuttosto popolare a scuola: tutta gente,
secondo lei, che non fanno altro che portarglielo via e distoglierlo dal suo
affetto. Proprio per questo atteggiamento infatti ha la triste nomea di essere
psicopatica. Non che gliene importi molto...
E lui? Non è estremo come Se Wa,
ma non è libero da colpe. Non apprezza le attenzioni eccessive della sorella,
ma non le respinge con molta forza. E' quello che vuole mantenere salde le
apparenze – anche per rispetto dei loro genitori, che Se Wa disprezza – ma alla
fine torna sempre da lei, ad assecondare le sue manie. Anche lui, infatti,
prova lo stesso amore malato, sebbene non sembri.
Tuttavia, non si può restare nel
limbo per sempre. Ma quando entrano in scena Shi-Yeon, il cui unico difetto è
innamorarsi perdutamente di Se Jun, e Gi-Hoon, attratto da Se Wa, ecco che
arriva la spinta per i due per confrontarsi seriamente sulla loro
non-relazione, e magari cambiare anche i propri obiettivi. Sembra una cosa
positiva, vero? Sì, peccato solo che condurrà ad una vera e propria tragedia...
Vi sembrerà strano vista tutta la
pappardella scritta fin qui, però vi inviterei a non considerare “I fiori del male” come una storia di due fratelli incestuosi e basta, quanto invece come
quella di una relazione molto, ma molto malata. Che non è, badate bene, la
stessa cosa. Un sacco di relazioni nella vita reale sono malate pur non
coinvolgendo parenti: pensate ad esempio agli uomini che picchiano le loro
compagne, le coppie che si lasciano e si riprendono con mezzi decisamente poco
ortodossi, ecc. Certamente nell'economia del manhwa gioca parecchio il fatto
che i protagonisti siano due gemelli, ed è sicuramente piuttosto importante ma
“I fiori del male” non è fatto solo dall'incesto.
Il problema, qui, è principalmente
l'influenza eccessiva che i due hanno sull'altro. Anche se non a questi
livelli, può capitare che persone legate in una relazione sviluppino una vera e
propria ossessione per l'altro. Se Wa, almeno all'inizio della storia, non
concepisce una vita senza il fratello: il suo mondo è costituito da lui e dalle
persone che si mettono in mezzo, punto e basta. Per attirare l'attenzione di Se
Jun è disposta a tutto, anche ad usare mezzi poco ortodossi, perché sa – o
meglio spera, perché altrimenti ne andrebbe della sua vita – che riuscirà
nell'intento. Questo almeno fino a quando non entra in gioco il misterioso
Gi-Hoon, che cercherà di farle capire che l'universo non è popolato da una sola
persona...
Alla luce di tutto questo,
potrebbe sembrare che Se Jun sia quello più normale dei due. Però il
condizionale è d'obbligo. E' vero che è quello che più tiene ad una sembianza
di normalità, e che cerca in qualche modo di combattere ad un amore che per la
società è quanto più di amorale possa esserci, ma bisogna vedere se ci riesce,
e la risposta è no. E' vero che ha una ragazza, Shi-Yeon, ma è anche vero che
nei momenti più importanti egli predilige sempre e comunque Se Wa; è vero che
non vuole ferire i genitori, ma alla fine risponde comunque alle attenzioni morbose
della sorella; è vero che desidererebbe che lei si faccia una vita, ma quando
il misterioso Gi-Hoon prova – ricambiato? - un interesse per la “sua” Se Wa la
cosa non gli piacerà affatto. Più di tutti è lui che deve fare una scelta, e su
questo si gioca gran parte del manhwa.
Col passare dei volumi, infatti,
la situazione comincia a capovolgersi: Se Wa comincia ad apprezzare il mondo
esterno, seppure con i suoi limiti, e Se Jun cerca disperatamente di rimetterla
nel recinto dalla quale sta scappando utilizzando gli stessi metodi della
sorella, che prima disprezzava tanto. Se all'inizio il lettore non aveva dubbi
su chi fosse la mela marcia dei due, adesso è costretto a rivedere la sua
posizione, in un fine gioco psicologico che lentamente ma inesorabilmente si
protrae di volume in volume.
Tuttavia non ci sono soltanto gli
ingombranti protagonisti ne “I fiori del male”, ed anzi è piuttosto
interessante vedere i personaggi secondari rapportarsi a queste spinose
situazioni, riuscendo pure ad essere caratterizzati molto bene. Penso ad
esempio ai genitori dei gemelli: non approvano per niente quello che vedono, e
probabilmente inconsciamente subodorano anche qualcosa, tuttavia non riescono a
porvi freno, principalmente per paura di ferire la fragile Se Wa (fragile anche
fisicamente... ma questa è un'altra storia). Penso ad esempio a Shi-Yeon,
divisa tra l'amore che prova per Se Jun e l'amor proprio: d'accordo stare con
l'uomo che si ama, ma sarà una buona idea stare con l'uomo che si ama pur
sapendo che tiene molto di più a sua sorella? Penso ad esempio a Gi-Hoon,
legato da uno strano rapporto con i fratelli: un misto di odio ed amore,
vendetta e pietà, che affonda le proprie radici in un passato a dir poco da
incubo. Oppure – personaggio più secondario di così proprio non si può... -
penso al compagno di scuola di Se Wa innamorato cotto di lei, e che purtroppo
per questo avrà una brutta esperienza con delle scalinate. Insomma un cast
eterogeneo, una ciliegina sopra la torta di un manhwa la cui carne al fuoco certo
non mancava.
Il tratto di Lee Hyon Sook – tra
l'altro, dimenticavo: i manhwa si leggono all'occidentale, e non da destra
verso sinistra – potrebbe riassumere, da solo, le caratteristiche della storia:
una predominanza del bianco e del nero, arricchite però da tantissime sfumature
di grigio; personaggi dai lineamenti estremamente aguzzi, che a volte però
danno anche un'impressione di dolcezza, e riescono ad essere gradevoli; una
costruzione irregolare delle vignette e una regia lenta, ma che senza fretta arriva
a destinazione. Qual è questa destinazione? Di certo non la propaganda a favore
dell'incesto, ma neanche un'aperta denuncia: sta al lettore decidere da che
parte stare. Probabilmente la destinazione è semplicemente raccontare una
storia, il vero obiettivo che ogni autore dovrebbe avere.
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