venerdì 21 ottobre 2011

Il tempio degli Otaku... Trentaquattresimo appuntamento "Mobile Suit Z Gundam"


Scritto da Surymae Rossweisse


Salve a tutti, e benvenuti ad un'altra puntata de “Il tempio degli Otaku”. Oggi parliamo non di una serie originale, bensì del suo sequel. Strano, vero? In generale i seguiti non hanno mai una buona reputazione, in tutti i mezzi espressivi. Andando bene sono buoni ma non in grado di vincere un confronto con i predecessori; andando male non avrebbero mai dovuto vedere la luce del sole, punto e basta. Questa serie, invece, non solo è in grado di giocare ad armi pari con l'originale, ma per molte persone lo supera. Al singolo fan scegliere da quale parte stare, ma qualunque sia la decisione non sfigurerà, visto che entrambi sono anime che hanno fatto storia per la loro qualità tecnica – per gli standard dell'epoca -, le loro trame intriganti, i personaggi terribilmente umani, ecc. Tutti pregi che non hanno tempo: in fondo non è forse quello che cerchiamo dalle opere di finzione in generale? Allora allacciate le cinture della sicurezza della macchina del tempo, fate ciao dal finestrino alla vecchia serie e ai suoi protagonisti, ed accostate a “Mobile Suit Z Gundam”!


NOTA BENE: Come si evince dal nome “Z Gundam” è strettamente legato al suo predecessore. I riferimenti a situazioni e personaggi passati si sprecano: quindi, siccome già la trama è abbastanza complicata da sola, vi consiglio vivamente di dare la precedenza al primo Gundam, di cui tra l'altro tanto tempo fa ne ho fatto la recensione proprio su questo blog. Uomo avvisato, mezzo salvato...

Sono passati sette anni dagli avvenimenti della prima serie, ossia la guerra tra la Federazione Terrestre ed una delle sue colonie spaziali, il Principato di Zeon. Quest'ultimo ha avuto la peggio, ma per evitare ulteriori disordini è stato creato un corpo militare speciale atto a toglierne gli ultimi rimasugli: i Titani. Col passare del tempo, però, quella che era un'unità subordinata in tutto e per tutto alla Federazione si è allargata decisamente troppo: non solo ormai non vi sarebbe più necessità di usarla, ma i loro capi sono liberi di dettare legge senza nessuna conseguenza, tiranneggiando le colonie spaziali. Inutile chiedere alla Terra di intervenire: c'è quasi da domandarsi chi in realtà comandi chi. Questo però non significa che nessuno provi a mettere freno a questo brutto andazzo. Ad esempio c'è l' A.E.U.G, Anti Earth Union Group, che si batte strenuamente contro entrambi.
In questa delicata situazione politica si trova all'improvviso invischiato un giovane genietto in robotica, Kamille Bidan. Un giorno in cui l'avvenimento più importante per lui in teoria doveva essere una bigiata da scuola diventa la svolta della sua vita. Tutto comincia con una lite con un Titano suo coetaneo, Jerid Messa: quest'ultimo non trova niente di meglio da fare che prenderlo in giro per il suo nome, decisamente poco virile. Risultato: Kamille viene praticamente arrestato e portato nella base titana locale.
Per sua fortuna, o sfortuna, quello è anche il giorno in cui l' A.E.U.G. ha deciso di sferrare un attacco proprio laggiù, visto che vi è nascosto un modello del nuovo mobile suit federale, che tra l'altro è stato costruito dal padre di Kamille – le coincidenze della vita... Nella confusione generata dall'attacco l'adolescente se ne appropria, e con questo cerca di fuggire. Il nuovo prototipo viene coinvolto in un combattimento: il nostro non solo non ci rimette la pelle, ma anzi dimostra a tutti i presenti un potenziale non indifferente.
Però non è così stupido da non capire che la storia non finisce qui, ed anzi è appena cominciata. C'è il problema di cosa fare del Gundam, e di conseguenza della sua vita. Tornare indietro e riconsegnarlo? No di certo, dopo tutto quello che è successo con Jerid. La Federazione? Figuriamoci. A meno che non consegnare il prototipo all' A.E.U.G., e rendersi utile alla causa...

La differenza più evidente rispetto alla serie del '79 sono i personaggi: a parte qualche eccezione, infatti, quelli sopravvissuti alla Guerra di un anno hanno un ruolo molto piccolo. Giusto per completezza ci viene fatto sapere quale strada ha preso la loro vita dopo la guerra, ma i riflettori non sono puntati su di loro: anzi, in molti casi si potrebbe tranquillamente parlare di cameo. Tutto il resto sono nuovi arrivati, che non fanno rimpiangere i predecessori – ma qui dipende molto dai gusti e dall'interpretazione personale... - e che mettono parecchia carne al fuoco ad una storia che già ne aveva di per sé.
Ecco, parliamo della trama. Yoshiyuki Tomino, il “papà” di Gundam, ha imparato dagli errori della precedente stagione, e adesso ci offre una storia più matura e realistica. Se nell'originale la guerra veniva vista dagli occhi di civili involontariamente arruolati nell'esercito – non una situazione credibile al cento per cento... - questa volta i conflitti sono dal punto di vista di chi ha deciso di propria spontanea volontà di farne parte. Se qualcuno si pente e vorrebbe tornare sui suoi passi, è troppo tardi: nessuno li ha costretti a diventare militari, e se non vogliono più... beh, o mangiare la minestra o saltare dalla finestra. A ben pensarci, questo pone un deciso limite ai personaggi: se prima era comprensibile che si lamentassero della loro situazione, adesso non lo è più, e di conseguenza il gradimento degli spettatori rischia di scemare paurosamente al primo segnale di lagna. Non che questo impedisca ad alcuni di provarci comunque, ma tant'è.
Anche per questo, ma non solo, l'atmosfera generale è molto più pesante e nichilista, tant'è che questa è spesso definita una tra le più deprimenti serie di Gundam in generale. Capita di frequente di vedere qualche personaggio lasciarci le penne in modo inaspettato e crudele. Vedere gli ultimi episodi per credere: una vera e propria carneficina.
Ma adesso è un po' prematuro per parlare delle loro morti: concentriamoci invece su quello che fanno quando sono ancora vivi. Il cast di Zeta Gundam è piuttosto numeroso: e nonostante uno spazio generoso – cinquanta episodi – ci sono alcuni che sono meglio caratterizzati e altri meno, complice anche l'incipiente depressione di Tomino che si è sfogata su alcuni personaggi. Qualcuno si è salvato dal macello mentale dell'autore, avendo un carattere sfaccettato e coerente: penso ad esempio a Jerid, che fa passi da gigante con l'avanzare della storia, alla titana Emma Sheen, il cui rivedere delle proprie priorità ed esigenze è compiuto con cura, al veterano Bright Noah, che poco o nulla è cambiato rispetto ai tempi del primo Gundam.
Altri invece non sono stati così fortunati. Da Katz Kobayashi, che in sé riassume tutti i difetti dall'adolescenza, alla ragazza dai poteri psichici Four Murasame, che per ben due volte si è vista negare la chance di avere una buona introspezione psicologica, passando per Reccoa Londe, che dopo una metà di episodi di sanità mentale fa una drastica inversione ad u senza un motivo – o meglio, un motivo non troppo stupido e volgare, cosa che invece viene più volte indicata. Un vero peccato, perché le potenzialità c'erano tutte. Infine, un'inspiegabile categoria: quelli che non si riesce a capire quanto siano criptici e complessi e quanto frutto di una sceneggiatura confusa. Purtroppo tra questi rientra il nostro protagonista: pur essendo adolescente non si spiegano molti suoi radicali cambiamenti di atteggiamento ed umore, che a volte avvengono anche nella stessa puntata. Oppure Quattro Bajeena, l'improvvisato mentore di Kamille con numerosi scheletri nell'armadio: i suoi problemi sono dati dal passato da incubo che ha vissuto (maggiori informazioni nella prima serie) o semplicemente Tomino era indeciso su che cosa fargli fare? Sono passati più di vent'anni, eppure questi sono ancora interrogativi irrisolti.

Vorrei invece soffermarmi su uno dei temi più importanti della serie, che tutti noi prima o poi sentiamo vicini: i rapporti tra gli uomini e le donne. Naturalmente, con il precario stato psicologico di Tomino e con le sopraccitate atmosfere cupe, non aspettatevi una commedia chicklit. Avrete in abbondanza, invece, relazioni (o accenni di) che definire malate è un eufemismo, e anche se sane non sono destinate a finire bene. Per quest'ultimo punto chiedere a Jerid, a cui muoiono sotto gli occhi – più volte! - tutte le donne a cui si lega; non che Kamille, il principale autore di queste stragi, sia messo tanto meglio. Tutti e due, comunque, sono più felici di Quattro, che potrebbe scrivere un trattato sulle conseguenze più spettacolari e violente di relazioni finite male.
Care femministe del ventunesimo secolo, una cosa è certa: Z Gundam non fa per voi. Fate ciao con la manina a Bridget Jones e compagnia, perché qui non ne troverete. Anzi: le donne ci fanno una pessima figura. Volubili, succubi del primo maschio che incontrano, disposte anche a cambiare schieramento per i loro interessi, che si fanno usare e, nonostante ne siano consapevoli, ne sono felici. Davvero deprimente per una spettatrice, perché sa che persone del genere esistono anche nella realtà, checché ne dicano le sopraccitate commedie. Ma Z Gundam è deprimente in tutti i campi, non solo nella condizione della donna...

… A parte il comparto tecnico. Essendo una serie degli anni '80, non aspettatevi miracoli, ma se si chiude un occhio sull'età, ci ritroviamo con risultati niente male. Ad esempio il character design di Yoshikazu Yasuhiko, morbido e realistico allo stesso tempo; la ricostruzione curata degli ambienti e dei fondali; le musiche, solenni e sempre adatte alle scene; la regia di Tomino, almeno quella in stato di grazia. D'accordo, messe a confronto con una qualsiasi serie di oggi niente di tutto questo può vincere, ma preso a sé stante fa un'ottima figura. Quanto di meglio ci potesse essere all'epoca per quanto di meglio ci può essere negli anime mecha di tutti i tempi.

E con questo è tutto, cari amici. Arrivederci alla prossima settimana, con “Il tempio degli Otaku”!

3 commenti:

  1. Mi ero persa questa tua rubrica! Molto interessante! Io con i robottoni giapponesi non è che abbia mai simpatizzato particolarmente, ma ora mi vado a vedere che hai scovato nelle altre 33 puntate :)

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  2. Molto molto bello, una serie fondamentale per l'animazione nipponica e non solo. Forse un po' invecchiata male e magari un po' pesante, proprio per la complessità della trama e la sua corposità, ma eccezionale, realistico e profondo per personaggi e situazioni. Un Tomino al suo meglio nonostante la depressione che in quegli anni lo portava, come dici a tu, a creare orribili figure femminili, oltre che finali devastanti. :)
    Ciao!

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  3. Grazie a tutti e due per i commenti! Sinceramente non me lo aspettavo, visto che si tratta di una serie vecchia e di un genere un po' di nicchia. Beh, non posso certo lamentarmi! :)

    @ Simone
    Ovviamente, concordo su tutta la linea, anche nei difetti che segnali. Ps: go to DMC! ;)

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