L’uomo di Schrödinger, Giovanni Marchese
Verbavolant edizioni
200 pagine, 13,.00 euro
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L’uomo di Schrödinger
è un libro che non passa inosservato. La sua lettura, che può
risultare a tratti difficoltosa, genera un senso di sofferenza e l'accumulo di un'alta dose di tensione che sfocia in un finale
emblematico.
Un uomo si risveglia e non
ricorda chi è, ha una profonda ferita in testa che gli fa spesso
perdere conoscenza, indossa degli abiti che non sono i suoi e ha nel
portafoglio i documenti di un asiatico che evidentemente non gli
appartengono. Dal momento del risveglio il suo unico obiettivo è
capire cosa gli sia successo e soprattutto quale sia la sua storia.
Tutto ciò porta ad un viaggio
allucinato ai confini di una realtà disturbante fatta di misteriose
sette segrete, sanguinosi delitti, complotti e produttori di film
porno: la rappresentazione del ventre oscuro e perverso di un’Italia
paradossale, cattiva e demente, collocata in un ipotetico futuro non
troppo lontano.
L’odissea di un uomo che ha
perso la memoria, ma capace di sognare e di ricordare brevi
frammenti della sua vita, in un paese scosso dalla crisi economica e
dall’imminente, inspiegabile, arrivo degli extraterrestri.
Il titolo ricorda il famoso
paradosso del gatto di Schrödinger, che vede la teorica coesistenza
di due stati (gatto vivo e gatto morto) fino a quando non si
osserverà dentro la scatola; allo stesso modo il protagonista del
romanzo è e non è, contemporaneamente. Almeno fino al drammatico
finale.
Il disperato tentativo del
protagonista di ritrovare il suo passato e se stesso viene reso
dall’autore per mezzo di periodi brevi, con una punteggiatura
abbondante, frasi secche e un ritmo incalzante che, pur essendo a
volte impattante, riesce a coinvolgere il lettore, contribuendo a
creare il clima di tensione e angoscia che caratterizza tutto il
romanzo.
Molti riferimenti, almeno a una prima lettura, risultano poco chiari e difficilmente
comprensibili. Il romanzo è ricco infatti di citazioni letterarie e
cinematografiche, alcune solamente accennate, utilizzate come sfondo
alla trama principale. Non è semplice dipanare un'intricata matassa
che racchiude attori di cinema porno, sette religiose, fantasmi,
rettiliani, bambini tutti uguali con gli occhi azzurri e i capelli
biondi e flashback di un efferato omicidio.
Ne L’uomo di Schrödinger
la realtà e l’incubo si rincorrono, raramente si riesce a
comprendere se quello che sta succedendo sia reale oppure se si
tratti dell’immaginazione scombussolata e allucinata del
protagonista. Tutto ciò porta, in un climax di tensione, a una fine
per certi versi drammatica, non certo scontata.
In
conclusione, si tratta di un libro non certo rilassante, ma
sicuramente intelligente e consapevolmente disturbante, che
accompagna il lettore in un viaggio onirico ai
confini della realtà. Per tutti gli amanti della
suspence
e delle letture poco convenzionali, che non disdegnano un tocco di
noir,
si rivelerà una lettura senza dubbio piacevole.
Voto:
Giovanni
Marchese
è
nato a Catania nel 1976. Alcuni suoi racconti sono apparsi sulle
riviste Nuova Prosa, Alibi, DoppioZero, Verde, L’Inquieto, MareNero
e in antologie quali Storytellers
e La
Semana Negra di Gijon.
Autore
del saggio Leggere
Hugo Pratt
(2006), ha anche scritto soggetto e sceneggiatura dei graphic
novel
Ti
sto cercando
(2008), Nessun
ricordo
(2009) e Invito
al massacro
(2012), pubblicati da Tunué, e di alcuni fumetti brevi apparsi su
varie raccolte.
Dal 2010 cura Nerdelite, blog dedicato al fumetto e alla letteratura:
http://nerd-elite.blogspot.it/
Dal 2010 cura Nerdelite, blog dedicato al fumetto e alla letteratura:
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