Succede che si creda fermamente e utopisticamente nel fatto che i libri possano cambiare le persone, le epoche, i modi di pensare; che i libri contribuiscano a creare un mondo migliore, che la cultura possa opporsi a barbarie, ignoranza, ristrettezza mentale.
Succede che si apra una casa editrice. E che si riversino in essa queste speranze.
Forse, però, non aveva torto Tucidide quando affermava che la storia è un eterno ritorno. È possibile che l'umanità non possa essere educata, e che malgrado le conquiste civili rimanga solo un coacervo di rozzezza e vergognosa stupidità.
Non si spiega altrimenti perché, dopo nemmeno un secolo dai roghi nazisti, un gruppo di omuncoli accomunati dal mononeurone abbia pensato di organizzare, sotto i vessilli di Forza Nuova, un rogo di libri.
Reperti storici in diretta da Piazza Oberdan |
No, non siete tornati indietro e non siamo di nuovo piombati nel Medioevo (in teoria, almeno): siamo ancora nel 2015, e nel 2015 il gruppo di individui sopra citati ha la facoltà di prendere i libri de Lostampatello, casa editrice specializzata in libri per l'infanzia sull'omogenitorialità, e dargli fuoco. Chi ama i libri non può restare indifferente (io, personalmente, credo piangerei calde lacrime davanti a una scena del genere), ma il punto, purtroppo, non sono soltanto i libri: questa violenza attacca la democrazia, la libertà di stampa e di parola, la possibilità di un futuro diverso da questo presente scialbo e deprimente. A ogni voce contraria, si alzerà un fuoco che la metterà a tacere. Quando vedremo una nuova notte dei cristalli?
La causa omosessuale e la libertà di educare contro la discriminazione di genere sono da tempo contestati in modo ferale. Ha raccontato Loredana Lipperini che, in una scuola, sono state istituite commissioni di genitori e preti che approvassero o bloccassero, in via precauzionale, i progetti scolastici. Forse però nessuna azione è nauseante quanto questa: bruciare libri equivale a bruciare idee, speranze e persone. Non stanno bruciando fogli di carta, stanno bruciando le persone che hanno scritto, curato, amato, vissuto e sperato nel fatto che quei fascicoli potessero veicolare l'amore per il prossimo, con delicatezza e senza pregiudizi.
Uno dei "pericolosissimi" libri de Lo stempatello |
Se censurare i libri di Costanza Miriano (è stato fatto in Spagna) viola la libertà di espressione, per quanto quella espressione voglia negare proprio il futuro migliore per cui si combatte, bruciare libri in piazza dovrebbe essere considerato un atto di violenza, penalmente punibile, verso i principi costituzionali e democratici dello Stato italiano e verso i suoi cittadini.
Lo scempio di quello che accadrà oggi pomeriggio in piazza Oberdan (Milano) spero verrà ricordato come il fallimento di un paese ancora largamente fascista, omofobo, regredito, privo di intelletto e animalesco. Bruciare libri è un atto di odio. Ma che l'odio, se necessario, sia coltivato privatamente e non nuoccia a chi spera ancora di cambiare, con i libri, un mondo che forse dovrebbe bruciare prima di tutto se stesso.
Interessantissimo e allo stesso tempo di una tristezza infinita
RispondiEliminaCara consorella, questa è una notizia davvero molto triste... Che la Dea ti benedica, Anonima Strega
RispondiEliminaQuel concetto di Heine si ripete, come la storia: dove si bruceranno libri si bruceranno esseri umani. Però sappiamo anche che ogni progresso sembra dover attraversare la valle della stupidità, prima di concretizzarsi ^^
RispondiEliminaQuesta mi è nuova... Che infinita tristezza.
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