Gli anni al contrario, Nadia Terranova
Einaudi (Stile Libero)
144 pagine, 16.00 euro
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Se siamo abituati a pensare agli anni '70 come ad anni favolosi, patinati, scatenati e disinibiti (almeno in una parte dell'Italia, o del mondo), la versione che Nadia Terranova offre non potrà che sconvolgere le nostre aspettative. Così non sembra essere infatti a Messina, in Sicilia, dove si svolge la storia di Aurora e Giovanni. La ragazza è la piccola di casa Silini, succube di un padre conservatore (nella storia è definito il "fascistissimo") che non vede l'ora di liberarsene dandola in moglie. Aurora scopre un mondo nuovo quando comincia a frequentare l'università e decide di dare ripetizioni a uno studente svogliato, con lo sguardo malizioso e spavaldo che riesce poco dopo a conquistarla. È Giovanni Santatorre, figlio di un noto avvocato, che ha deciso di abbandonare la strada già tracciata dalla professione del padre per dedicarsi all'impegno politico. I due si lasciano infiammare dai movimenti studenteschi e insieme attraversano l'Italia per protestare ma, dopo una vacanza, sono costretti a sposarsi prematuramente perché Aurora aspetta un figlio.
La casetta in miniatura diventa il loro nido, ma Giovanni ha la testa altrove mentre Aurora si impegna per cercare di costruirsi un futuro. Il ragazzo non riesce a trovare il suo posto, è convinto che il mondo si possa cambiare solo con la violenza e la partecipazione attiva agli scontri. Nonostante questo spirito d'azione, Giovanni si lascia annichilire cominciando a far uso di droghe. Dapprima si tratta solo di alcune canne fumate tra amici, poi si passa velocemente all'eroina. Aurora nel frattempo si ritrova sempre più sola e costretta a mandare avanti la sua famiglia finché non decide, convinta dalle continue ricadute e promesse non mantenute dal marito, di separarsi da lui.
Nel frattempo la loro bambina, Mara, cresce vivendo il disagio di una situazione che non capisce, ma che alla fine non le impedisce di vivere un'infanzia spensierata, senza dimenticare l'importanza delle due persone che l'hanno messa al mondo.
Se dovessi raccontare in poche parole la trama di questo bellissimo romanzo, la mia sintesi sarebbe questa: storia di due solitudini, anzi tre. Nadia Terranova è riuscita a contenere in un libro brevissimo tantissimi spunti di riflessione, che abbracciano tematiche portanti della vita di coppia, della genitorialità e della malattia, ma anche profondamente attinte dalla Storia. Gli attentati della Raf, l'uccisione di Aldo Moro e di Peppino Impastato, ma anche il mito del muro di Berlino e della lotta armata si scontrano con l'inizio della diffusione dell'eroina e del virus dell'Aids.
Mi ha impressionato la scioltezza con la quale l'autrice è riuscita a incastrare le vite dei protagonisti, soprattutto nella parte iniziale, nella quale si racconta della loro infanzia; ma anche la semplicità con cui ha saputo dar voce a quei silenzi che si respirano tra Aurora e Giovanni, ancor più significativi delle loro parole. Gli anni al contrario è una ininterrotta narrazione dove le voci fanno da contorno alle vite, turbate dal vizio tipicamente siciliano di nascondere a se stessi il dolore e la solitudine, di tacere per non mostrare la disfatta.
Un romanzo che va letto e interiorizzato, semplice eppure così profondo da lasciare un groppo alla gola una volta concluso.
Voto:
Nadia Terranova (1978)
è nata a Messina e vive a Roma. Tra i suoi libri, Bruno. Il bambino che imparò a volare (Orecchio Acerbo 2012, illustrazioni di Ofra Amit) che ha vinto il Premio Napoli e il Premio Laura Orvieto ed è stato tradotto in Spagna. Collabora con «IL Magazine» e «pagina99». Gli anni al contrario (Einaudi Stile Libero 2015) è il suo primo romanzo.
La casetta in miniatura diventa il loro nido, ma Giovanni ha la testa altrove mentre Aurora si impegna per cercare di costruirsi un futuro. Il ragazzo non riesce a trovare il suo posto, è convinto che il mondo si possa cambiare solo con la violenza e la partecipazione attiva agli scontri. Nonostante questo spirito d'azione, Giovanni si lascia annichilire cominciando a far uso di droghe. Dapprima si tratta solo di alcune canne fumate tra amici, poi si passa velocemente all'eroina. Aurora nel frattempo si ritrova sempre più sola e costretta a mandare avanti la sua famiglia finché non decide, convinta dalle continue ricadute e promesse non mantenute dal marito, di separarsi da lui.
Nel frattempo la loro bambina, Mara, cresce vivendo il disagio di una situazione che non capisce, ma che alla fine non le impedisce di vivere un'infanzia spensierata, senza dimenticare l'importanza delle due persone che l'hanno messa al mondo.
Se dovessi raccontare in poche parole la trama di questo bellissimo romanzo, la mia sintesi sarebbe questa: storia di due solitudini, anzi tre. Nadia Terranova è riuscita a contenere in un libro brevissimo tantissimi spunti di riflessione, che abbracciano tematiche portanti della vita di coppia, della genitorialità e della malattia, ma anche profondamente attinte dalla Storia. Gli attentati della Raf, l'uccisione di Aldo Moro e di Peppino Impastato, ma anche il mito del muro di Berlino e della lotta armata si scontrano con l'inizio della diffusione dell'eroina e del virus dell'Aids.
Mi ha impressionato la scioltezza con la quale l'autrice è riuscita a incastrare le vite dei protagonisti, soprattutto nella parte iniziale, nella quale si racconta della loro infanzia; ma anche la semplicità con cui ha saputo dar voce a quei silenzi che si respirano tra Aurora e Giovanni, ancor più significativi delle loro parole. Gli anni al contrario è una ininterrotta narrazione dove le voci fanno da contorno alle vite, turbate dal vizio tipicamente siciliano di nascondere a se stessi il dolore e la solitudine, di tacere per non mostrare la disfatta.
"Si illusero che stavolta sarebbe stato diverso. E forse sarebbe stato vero perché entrambi erano stanchi di fare e disfare le valigie, di non chiudere mai un occhio quando invece era facile viversi accanto senza dover vedere proprio tutto, senza che Giovanni rinunciasse alle sue notti fuori casa. Bastava renderle meno pubbliche, meno evidenti. Bastava che i pianti improvvisi di Aurora si diradassero, che Giovanni imparasse a nascondere meglio le sue dipendenze. In fondo, bastava far finta di niente. Si specializzarono in silenzi opportuni, divennero complici e conniventi".
Un romanzo che va letto e interiorizzato, semplice eppure così profondo da lasciare un groppo alla gola una volta concluso.
Voto:
Nadia Terranova (1978)
è nata a Messina e vive a Roma. Tra i suoi libri, Bruno. Il bambino che imparò a volare (Orecchio Acerbo 2012, illustrazioni di Ofra Amit) che ha vinto il Premio Napoli e il Premio Laura Orvieto ed è stato tradotto in Spagna. Collabora con «IL Magazine» e «pagina99». Gli anni al contrario (Einaudi Stile Libero 2015) è il suo primo romanzo.
Davvero bello, profondo ma non pesante, ogni cosa è al proprio posto anche quando non dovrebbe esserlo. Una delle (poche) letture che lascia veramente qualcosa dell'anno, finora.
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