mercoledì 11 marzo 2015

Recensione: I fantasmi dei Natali passati di Federica Soprani e Vittoria Corella



I fantasmi dei Natali passati, F. Soprani, V. Corella
Lite edition, solo eBook
130 pagine, 1.99 euro
Si conclude con I fantasmi dei Natali passati la quadrilogia Victorian Solstice, scritta a quattro mani da Vittoria Corella (nome d'arte) e Federica Soprani.
In questo ultimo capitolo (abbiamo recensito i precedenti QUI) ritroviamo la coppia di ormai affermati detective Jericho Shelmerdine Marmaduke e Jonas Marlowe in due diversi contesti:  nella loro tenuta Fine del Mondo e nella solita Londra della regina Vittoria, tanto perbene in superficie quanto torbida e immorale nel profondo.
Il caso che li vedrà coinvolti riguarda l'uccisione di una serie di ragazzi da bordello, che vengono rinvenuti disposti a imitazione di santi o personaggi biblici, e sarà ulteriormente complicato dall'apparire dei "fantasmi" (o scheletri nell'armadio) che da anni tormentano i due detective. Per Jericho, sono rappresentati dalla comparsa di un vecchio aguzzino alla cui forza fatica a sottrarsi, per Jonas, invece, dall'omicidio irrisolto della moglie. Le prove che sembrano in un primo momento schiacciare i due finiranno in realtà per rinsaldare il loro bisogno reciproco.

I fantasmi dei Natali passati si connota subito come la conclusione più idonea alla saga: è senza dubbio il più riuscito dei quattro per complessità strutturale e per l'aspettativa che riesce a creare e soddisfare nel lettore. Come di consueto, le due autrici ci coinvolgono in un richiamo continuo di citazioni che arricchiscono la lettura e strizzano l'occhio al pubblico. Si passa dall'evidente citazione di Dickens nel titolo, alla menzione di Virginia Woolf nel nome di Jericho, ai meno velati richiami ad Alice in Wonderland. Nonostante il mondo in cui vivono i due amici sia più vicino a quello dei romanzi vittoriani che a quello realmente esistito, ciò che colpisce subito in questi libri è il lavoro di documentazione che si nasconde dietro le pagine. Le autrici, infatti, riescono a parlare del lontano mondo di fine Ottocento come se fosse qualcosa di estremamente vicino a loro, che conoscono e sanno descrivere alla perfezione, creando un'ambientazione ricca e affascinante oltre che del tutto credibile. La Londra in cui ci troviamo non è però la Londra che ci aspettiamo,  ma quella nascosta di cui si preferisce tacere, fatta di bordelli, bambini maltrattati, vagabondi e ricchi viziosi che di nascosto si abbandonano alle loro passioni più torbide a discapito di questi sfortunati, una Londra ancora peggiore di quella che troviamo tratteggiata nei romanzi di Dickens. Jericho e Jonas sono infatti i paladini di questa fascia di popolazione, normalmente ignorata da chiunque, compresa la Yard.
Il viaggio attraverso questi luoghi passati è accompagnato da una scrittura evocativa, che indugia facilmente sul mondo interiore dei due protagonisti quanto su quello esteriore, con acume e bravura ancora maggiore che nei tre precedenti capitoli. È un modo di scrivere ricco, proprio di chi padroneggia perfettamente la propria lingua e sa coglierne le sfumature migliori.
Ancora una volta sono i personaggi e le loro vicissitudini a farla da padroni: il caso investigativo occupa solo un piccolo spazio, la sua risoluzione va di pari passo con l'esorcismo dei loro personali fantasmi e grazie a eventi che vanno oltre l'intelletto dei due investigatori. Anche in questo caso non è il classico ragionamento deduttivo a mettere Jericho e Jonas sulla buona strada, quanto la testimonianza di una delle vittime potenziali. 
Con la conclusione della saga si va accentuando quello che si sospettava nei precedenti tre volumi, ossia che il pretesto narrativo degli omicidi, non è che il contorno di quella che è in realtà la portata principale: l'evolversi della relazione fra Jericho e Marlowe e la loro lotta con il passato.
Nel complesso, mentre nei precedenti tre i due generi erano più bilanciati, questo quarto capitolo verte di più verso il romanzo sentimentale che verso il giallo, per quanto questo sia torbido e sebbene non vi si trovino particolari smancerie.
Per gli appassionati del genere, a cui piace un pizzico di erotismo ad accompagnare le letture, quella di Victorian Solstice è sicuramente una saga che sa affascinare e regalare momenti di buona lettura.

Voto: 

1 commento:

  1. Ciao Malitia è tanto che non riuscivo a venire a trovarti, ma il tuo è un blog che mi manca, purtroppo il tempo è quello che è. Sono passata ora per invitarti al Rifugio degli Elfi per il Link Party che si terrà al Rifugio da domenica 15 Marzo per un mese fino al 15 Aprile. Basterà seguire poche semplici regole per poter pubblicizzare il proprio blog e farlo crescere
    Un saluto grande
    Ti aspetto a presto.

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