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Revival, Stephen King
Sperling & Kupfer
469 pagine, 19.90 euro
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Stephen King ritorna a scrivere horror e lo fa col botto. Ma non si
ferma qui. Decide di confrontarsi con quelli che sono i grandi pilastri della
letteratura di genere, uno su tutti Howard P. Lovecraft, citarli e dare poi la
propria personale interpretazione. Il re del brivido riaffila le sue qualità di
grande narratore e con innata maestria ci trasporta in un universo alternativo
dove le emozioni dei personaggi si fondono con quelle di chi legge. È un King
ispirato quello che scrive, lontano dallo standard delle ultime prestazioni e
che, se vogliamo, sfiora almeno in parte l'Olimpo delle sue opere più belle. Revival è caratterizzato da una
struttura a scatole cinesi perfettamente incastrate l'una nell'altra. È romanzo
di formazione quando segue la vita del protagonista fin dall'infanzia, ci
introduce ai cambiamenti e commenta i passaggi chiave. Si trasforma poi in
romanzo storico nella precisa ricostruzione degli anni '60 e del loro rock and
roll, uno dei periodi più intensi, carichi di significato e meglio resi di
tutto il volume. Assume per poco tempo le sembianze del poliziesco, o comunque
ci va molto vicino, e realizza infine la sua pulsione horror nel finale
angosciante e allucinato. Qui l'autore strizza l'occhio a tutto un genere con
la creatività e il profondo rispetto del fan, passando dal gioco alla citazione
illustre senza darci tregua. Su tutta la narrazione aleggia un'atmosfera di
profonda inquietudine che fin dall'inizio segna il lettore: questa sensazione
sfuma, si attenua, ritorna a farsi palpabile ma ci accompagna per tutto il
viaggio. Siamo costantemente in attesa di qualcosa di sinistro che serpeggia a
livello inconscio ma che sta comunque per accadere.
La trama di Revival ruota
intorno a Jamie Morton e segue la sua crescita da bambino speranzoso a giovane
chitarrista ritmico, fino a raccontarci realisticamente la disperazione del
tossico e la successiva guarigione. La vita del protagonista è intrecciata fin
dall'inizio alla figura del pastore metodista Charles Jacobs che trascina il
giovane più di una volta verso la distruzione e rappresenta in un certo senso
il suo diavolo tentatore: la perdita della fede di quest'ultimo porta infatti
anche il ragazzo a cambiare la sua percezione del mondo. Nel corso di più di
quarant'anni di storia americana i due continuano ad incrociarsi e ad
influenzarsi l'un l'altro, fino ad essere complici in un gioco forse troppo
grande e ardito che ricorda il sogno di Icaro di volare.
I personaggi creati da King sono complessi e credibili, ma in larga
parte solo spettatori del rapporto che si realizza tra il protagonista e quella
che potrebbe essere la sua controparte negativa. Jamie è fin dalle prime pagine
un ragazzo e poi un adulto piuttosto normale, coinvolto suo malgrado in una
grande avventura. King ricostruisce in modo convincente la vita del musicista
turnista e la scena dell'epoca, con poche pennellate veloci ma ben
assestate. Nonostante il crollo fisico e
psicologico dovuto alla droga, il giovane tende quasi sempre al bene e mantiene
un comportamento rispettoso nei confronti degli altri. La sua curiosità lo
spinge però inconsciamente verso Charles e non gli permette di chiudere per
sempre il legame che lo lega all'ex pastore, dal canto suo quasi un novello
Victor Frankenstein nel percorrere il sottile limite tra la vita e la morte.
Nonostante il carattere in parte mefistofelico di Jacobs, il lettore non riesce
comunque a condannarlo: proprio come Jamie riusciamo a comprendere le sue
sofferenze fin da subito, percepiamo il cambiamento nell'uomo e lo accettiamo. Punto
di rottura definitivo per questo personaggio è sicuramente il sermone che
pronuncia dal pulpito poco dopo l'incidente: fermo, incalzante, perfettamente
argomentato, quasi violento, cambia per sempre la sua vita ma anche quella di
Jamie e dei fratelli. Un plauso va inoltre a King per non aver inserito nel
romanzo il solito rapporto stucchevole e obbligato per far felice il grande
pubblico ma una storia d'amore che, seppur acerba, è utile alla trama: Jamie
resta un personaggio valido e interessante che riesce a sorreggere e portare
avanti la struttura del romanzo a prescindere dal suo modo di amare.
Le tematiche di Revival
sono molteplici: si va dalla critica al potere consolatorio ma anche fuorviante
che viene spesso dato alla religione, all'analisi delle nostre effettive
possibilità di conoscenza, fino ad arrivare al raggiungimento di quelli che
sono o dovrebbero essere i limiti del sapere e dell'agire umano. Ci si chiede
anche quanto sia giusto comprendere e quanto a volte sia forse meglio ignorare
una realtà troppo grande e dura da accettare. Seguiamo tramite le parole di
Jamie la crisi del pastore Charles Jacobs che mette in dubbio la sua fede in
seguito a un lutto e inizia un periodo di profonda ricerca che lo porta a
toccare con mano le Colonne d'Ercole. In Revival
troviamo anche il declino della religione moderna, non sempre in grado di dare
risposte convincenti, e la favola dei guaritori e dei vari sedicenti santoni
che popolano l'America, finti o veri che siano. Entra in vigore quello che è il
regno della scienza, nel caso di Revival
il potere dell'elettricità, come risposta e aiuto definitivo per raggiungere
diversamente quella consolazione che altre divinità non sono riuscite a darci.
Alla fine nonostante il passare dei secoli le domande dell'uomo restano sempre
le stesse: riguardano in particolare la vita e soprattutto quello che ci
aspetta dopo; a seconda della filosofia che seguiamo la risposta è diversa, ma
il desiderio di dare un'occhiata dietro ai portoni dell'Eden è sempre alto. Sul
finale troviamo anche la versione di King, una soluzione in linea con il sapore
orrorifico del libro, sicuramente in disaccordo con altre tendenze ma non meno
strana di quello che alcuni culti propongono.
I riferimenti letterari in Revival sono molteplici: abbiamo
principalmente Lovecraft, già citato nell'epigrafe con una delle sue frasi
forse più famose, gli Antichi e il ciclo di Cthulhu, a cui King cerca di dare
un'interpretazione più "contemporanea". Seguono Ray Bradbury e il
classico Something Wicked This Way Comes
(in Italia noto come Il popolo
dell'autunno e base del film Disney anni '80 Qualcosa di sinistro sta per accadere) per l'atmosfera inquietante
ma soprattutto per la presenza in città di un luna park e il riferimento
costante al potere dei fulmini. Non mancano infine citazioni a volumi maledetti
e di dubbia esistenza dove la magia si fonde con la scienza e l'alchimia, tra
cui il De Vermis Mysteriis,
presentato da King come possibile base del leggendario Necronomicon. Infine viene citato The Monkey's Paw (La zampa
di scimmia), breve racconto horror di William W. Jacobs.
Rispetto ad altri titoli dell'autore, Revival è un romanzo che si sviluppa soprattutto su quanto viene e
non viene detto: i silenzi, le omissioni e le allusioni diventano in questo
caso fondamentali. I dialoghi sono verosimili e contribuiscono a definire
ulteriormente la psicologia dei personaggi. Le riflessioni del protagonista
sono profonde, nostalgiche quando riguardano il passato, sempre e comunque
dense di significato.
Il ritmo passa dal blando al serrato in poche pagine: circa a metà
del volume la storia comincia a decollare e il seme del dubbio piantato nei
primi capitoli non tarda a dare i suoi frutti. Le accelerazioni si susseguono,
ci scappano di mano e di punto in bianco ci ritroviamo spesso in situazioni
ancora inesplorate.
Al contempo King si dimostra perfettamente capace di descrizioni
realistiche ed emotive di alto livello: le situazioni e i luoghi possono
diventare poetici o raccapriccianti nella loro crudezza, ma in entrambi i casi
non mancano mai di forza espressiva. Ogni immagine è estremamente visibile e
chiara: il lettore vede scorrere davanti ai suoi occhi un film fatto di parole
e corredato di fotogrammi indelebili. Da cinema è sicuramente la scena iniziale
con il primo incontro tra Jamie Morton e il pastore Charles Jacobs sullo sfondo
della campagna americana: lenti a focale lunga in stile Gangster Story di Arthur Penn, orizzonte schiacciato, sole
accecante e a picco e l'ombra del predicatore che ricopre il piccolo protagonista,
magnetica e inquietante al contempo, quasi a voler rappresentare il legame che
il destino ha già tracciato. Questo è sicuramente uno degli incipit di King più
belli di sempre.
In conclusione Revival è
un ottimo titolo che piacerà ai fan dell'autore, soprattutto a quelli che
preferiscono la sua verve più horror, ma anche ai lettori occasionali che
ricerchino storie complesse, ben strutturate e fortemente visive. Il prezzo da
pagare potrebbe essere la lentezza che a volte si impadronisce della narrazione
o il finale, che ai lettori a digiuno di atmosfere fantastiche potrebbe
risultare alquanto inverosimile. Nonostante queste lievi critiche, i frequenti
cambi di ritmo mantengono il livello di attenzione alto e la trama scorre
fluida e senza problemi. Revival
resta quindi un romanzo ben scritto ed estremamente piacevole da leggere. Tutte
le citazioni alla letteratura horror e fantastica sono infine acqua fresca per
gli amanti del genere che, dopo aver compreso i riferimenti ai propri mostri
sacri, rimarranno incollati fino all'ultima pagina.