lunedì 27 gennaio 2014

Selfpublishing d'autore: Rita Charbonnier racconta



Domenica pomeriggio, giornata uggiosa e ventosa, degna del setting di un romanzo delle sorelle Brontë. Sono circa le 17.30 quando quel potente mezzo che è la tecnologia permette di azzerare la distanza geografica e rende possibile un insolito incontro, una buona ora in compagnia di Rita Charbonnier, con la quale è facile discorrere come sedute al tavolino di una sala da tè, tanto da spingermi ad abbandonare il mio tono formale da co-blogger per passare ad un registro ben più estemporaneo. Si parla di tanto, della situazione in cui versa l’editoria, di buoni/cattivi romanzi, della rivoluzione digitale e soprattutto de La strana giornata di Alexandre Dumas, romanzo pubblicato dalla scrittrice nel 2009 per Piemme, tornato disponibile per chiunque volesse leggerlo in una mise davvero particolare: un eBook distribuito sulle maggiori piattaforme a partire dal 10 dicembre, che non intende emulare la versione cartacea, bensì presentarsi come un vero e proprio nuovo prodotto. Il “volume” consta di una nuova veste grafica, più affine al formato, e di un capitolo delle Memorie di Alexandre Dumas padre, testo che ha ispirato la storia della Charbonnier e assolutamente inedito in Italia, ma ha anche un’altra particolarità: è assolutamente autopubblicato. Siamo abituati a considerare il self-publishing come uno strumento appannaggio di chi vuole diventare scrittore e non riesce a trovare spazio nell’editoria tradizionale, quindi sembra alquanto curiosa la scelta di questa scrittrice già affermata di fare il passaggio inverso. Lei la giustifica con la volontà di sperimentare qualcosa di nuovo, ricordandomi che in America il self-publishing ha contribuito alla diffusione dei testi di Guy Kawasaki, ad oggi uno dei più noti scrittori autopubblicatisi.
Il romanzo di Rita Charbonnier parla di un incontro molto particolare, quello tra Maria Stella Chiappini e lo scrittore francese Alexandre Dumas, giunto da quella che crede essere solo un’astrologa per farsi leggere il futuro, ma pronto ad ascoltare una storia che forse potrà raccontare nei suoi romanzi. Vi presento il testo attraverso la sinossi, seguita dall’intervista alla quale ho sottoposto l’autrice.

La strana giornata di Alexandre Dumas – Rita Charbonnier
Parigi, 1843. Alexandre Dumas è un famoso autore di teatro, ma non ancora il romanziere in grado di appassionare schiere di lettori alle avventure dei suoi Moschettieri. Ed è superstizioso: crede nel potere degli amuleti e degli astri. E decide di andare da un astrologo.
Incappa in un’anziana astrologa che tutto sembra tranne una veggente: è troppo raffinata, troppo eccentrica, troppo loquace, e soprattutto sembra conoscere Dumas fin troppo bene. Quella donna, Maria Stella, ha attratto a sé lo scrittore con l’inganno. Vuol raccontargli la storia della propria vita perché lui la eterni in un romanzo.
In effetti la biografia della vecchia signora contiene tutti gli ingredienti del feuilleton: scambi nella culla, nobili natali, falsi genitori… nei suoi racconti rivive il mondo dell’Opera, quello della grande nobiltà europea… e non mancano aspetti più profondi: un difficile rapporto tra madre e figlia, l’evoluzione spirituale di una donna che, da bambina abbandonata, in balia delle proprie paure, si è trasformata in una persona salda e consapevole.
Dumas, “sequestrato” da Maria Stella per un’intera giornata nel corso della quale ascolta i suoi discorsi, legge i suoi diari, mangia ottime pietanze alla sua tavola e beve il suo tè inglese, è affascinato dalla sua personalità, ma più volte prova il desiderio di andarsene e mandarla al diavolo.
Lo farà? Scriverà il romanzo sulla vita di quella strana donna?

Interview with…


Rita Charbonnier





Maria Stella Chiappini
Ciao Rita, benvenuta su Dusty Pages in Wonderland. I nostri lettori ti hanno già conosciuta con il racconto L’assemblea di Natale, appartenente alla raccolta della terza edizione del Christmas Tales, e attraverso un articolo sul tuo più recente romanzo, Le due vite di Elsa. Oggi parliamo di quello che è definito come il migliore dei tuoi scritti, ossia La strana giornata di Alexandre Dumas, uscito da poco in una nuova edizione autopubblicata e disponibile solo in formato digitale. Puoi parlarci di questo romanzo e di come è stato concepito?
RC. Questo romanzo dura lo spazio di un giorno, e nello stesso tempo dura una vita. Il giorno è quello in cui Dumas padre viene “sequestrato” da una vecchia signora che lo coccola, lo blandisce, lo mette alla prova; la vita è quella di lei, che gliela racconta nella speranza che lui ne tragga un romanzo. Anche la signora in questione, oltre ovviamente all’autore de I tre Moschettieri, è un personaggio realmente esistito: una certa Maria Stella Chiappini che ai primi dell’Ottocento intentò un’azione legale contro il re di Francia, sostenendo che lei e il re erano stati scambiati nella culla e che quindi sul trono doveva starci lei.
Maria Stella era una cantante d’opera: per questo “inciampai” nella sua storia, facendo ricerche per il mio primo romanzo La sorella di Mozart. La vicenda mi colpì e mi trovai a riflettere sulle ripercussioni che può avere, per l’individuo, il crescere in una famiglia che non gli appartiene, biologicamente o magari perché ha un’indole diversa. Poi scoprii che Dumas si era occupato di Maria Stella nei suoi scritti, e da lì mi è venuta l’idea di accostare queste prorompenti e diverse personalità.

Nei grandi store online, il romanzo viene presentato come un romanzo storico, ma sfogliando questa riedizione è forte la sensazione che si tratti di qualcosa di molto più complesso.
RC. Ti ringrazio di questa osservazione. Qualche tempo fa un’amica mi disse una cosa che non potrò mai dimenticare: “I tuoi libri, Rita, sembrano dei normali romanzi storici. Il lettore alla ricerca dell’intreccio, della ricostruzione di un’epoca, anche del divertimento, ce li trova. Ma poi, ben nascosta, c’è una materia più profonda, che riguarda l’evoluzione di un’anima: quella dei tuoi personaggi, quella di ognuno di noi”.

Da dove nasce l’idea dell’autopubblicazione del romanzo in un formato sicuramente più ricco di contenuti – appendice e illustrazioni – rispetto alla prima edizione?
RC. Diciamoci la verità: a me non sarebbe dispiaciuto che Piemme, l’editore del romanzo in cartaceo, avesse deciso di pubblicare questa edizione digitale; e non solo per il prestigio del marchio, ma perché autopubblicare l’eBook è stata una faticaccia! La casa editrice, però, non aveva la possibilità oggettiva di mettere in cantiere una vera e propria riedizione come quella che io desideravo fare; ad esempio, per la sezione aggiunta in appendice (lo scritto di Dumas padre, che ho tradotto dal francese) avrebbero dovuto assegnarmi un editor, quindi impiegare risorse in un’operazione che per loro non è molto remunerativa.
Riguardo all’iniziativa di aggiungere all’edizione digitale dei contenuti nuovi, mi sono ispirata all’industria discografica (che potrebbe fornire più ampi e illuminanti esempi al mondo dell’editoria digitale). Anni fa, quando ancora si usavano i CD (sto esagerando: si usano ancora, ma temo siano già supporti obsoleti), gli artisti facevano uscire le riedizioni degli album con una canzone in più, la cosiddetta “bonus track”. Ecco, qui il “bonus” è uno scritto di Dumas padre che in italiano non si trova da nessuna parte, che è strettamente collegato al romanzo e che è (ovviamente) molto gustoso. Inoltre ci sono le immagini: a me sembra che un eBook illustrato possa rappresentare per il lettore un’esperienza multimediale che compensa la mancanza dell’oggetto materico, in continuità con la grande ricchezza di immagini accessibili nella rete.

La copertina dell'ebook
Che tipo di differenze riscontri tra il formato cartaceo e quello digitale? Trovi che l’uno sia superiore all’altro o credi che siano due entità diverse che rispondono a diverse esigenze da parte del lettori?
RC. Personalmente leggo in entrambi i formati e non sono una feticista dell’oggetto materico; a meno che non si tratti di un libro di grande importanza, di un caposaldo della letteratura che è senz’altro più soddisfacente “possedere”. Oppure di un libro antico, di una prima edizione, di un testo che contiene annotazioni dell’autore a penna… casi rari, insomma. Per il resto, mi sembra che il digitale offra diversi vantaggi, non ultimo quello di affaticare meno la vista (se il supporto non è retroilluminato). Ma non parlerei di superiorità o inferiorità: solo di forme diverse che, probabilmente, nei prossimi tempi tenderanno a differenziarsi sempre più.

Per la pubblicazione ti sei affidata alla piattaforma Narcissus, prima in Italia per il self-publishing. Come funziona questo sito e quali sono i vantaggi che derivano dall’autopubblicazione?
RC. Narcissus funziona perfettamente e non posso che dirne ogni bene. Prima di tutto occorre crearsi un account, dopodiché si carica il file epub del libro e la copertina in jpeg, e il gioco è fatto. Se non si possiede il file epub, Narcissus offre un servizio di conversione dal file word a costi accettabili; ed è anche possibile crearlo da sé online, gratuitamente, sempre attraverso la piattaforma (certo, occorre una minima competenza informatica). Se non si possiede la copertina, Narcissus può creare anche quella, a costi veramente concorrenziali. L’unico costo di partenza che occorre sostenere in ogni caso è quello dell’attribuzione del codice Isbn (4 euro). Dopodiché, se si hanno problemi si può inserire un messaggio nel forum, oppure rivolgersi al servizio di assistenza, con il quale ho interagito per alcune piccole questioni e che ha sempre risposto in tempi brevi e con grande competenza.
L’autopubblicazione in sé comporta vantaggi e svantaggi. Prima di tutto, l’Autore ha il controllo di ogni dettaglio relativo al suo libro: il testo (contenuto e stile), la copertina, la quarta di copertina, il prezzo di vendita, fino al momento in cui l’opera va sul mercato ed eventualmente ne viene ritirata. Inoltre i suoi ricavi sono più alti. Se su un libro cartaceo un Autore prende di norma l’8% del prezzo di vendita, e su un eBook pubblicato da una casa editrice digitale o mista di norma il 25%, l’eBook autopubblicato può fruttargli anche il 60%. Sul piano negativo, tutto ciò comporta una totale solitudine e una maggiore responsabilità: ogni errore eventualmente commesso ricadrà esclusivamente sull’Autore, che non ha un editor al quale mandare le stesure del suo testo per avere un feedback, non ha un correttore di bozze e non ha neppure un ufficio stampa che promuova il suo libro una volta pubblicato.

Spesso si parla del prodotto autopubblicato come un oggetto di scarsa qualità, carente dal punto di vista contenutistico/sintattico e inferiore rispetto ai libri digitali creati dalle grandi case editrici. Sei d’accordo con tale affermazione?
RC. A quanto mi risulta, diverse persone che, come te, scrivono su blog letterari, hanno deciso a un certo punto di non recensire più testi autopubblicati, perché spesso erano degli… posso usare una parola forte? Degli obbrobri. Scarsi sul piano stilistico, per non parlare dei contenuti, di nessun interesse per un pubblico esteso, inutili o altrimenti “impubblicabili”. Il raggiungimento, in alcuni casi, di esiti scadenti è una conseguenza inevitabile della mancanza di un filtro tra l’Autore e il lettore. Ma arrivare a dire, da questo, che l’autopubblicazione è il male assoluto, mi sembra voler buttare l’acqua sporca con il bambino dentro.

Sappiamo che stai per avviare un’agenzia di servizi per l’autopubblicazione. Puoi parlarci di questo progetto e quale sarà il suo obiettivo?
RC. Molte grazie di questa domanda, che mi consente di parlare pubblicamente per la prima volta di questa iniziativa. L’agenzia si chiama “Scrittura a tutto tondo” (http://scritturaatuttotondo.it/); ho sviluppato l’idea d’impresa con il sostegno di un progetto finanziato dalla Provincia di Roma e dal Fondo Sociale Europeo, denominato “STAF – Sviluppo Territoriale Autoimprenditorialità Femminile”. Vogliamo offrire (non sono sola: il gruppo di lavoro è in via di definizione) un servizio di consulenza a tutto tondo, appunto, rivolto al mondo della scrittura e dell’editoria digitale.
L’idea nasce da una richiesta specifica, e reiterata nel tempo, che ho ricevuto: tramite il mio sito e a seguito dei corsi di scrittura che ho tenuto di quando in quando, a partire da alcuni anni a questa parte ho ricevuto email da diversi aspiranti scrittori che mi pregavano di rivedere i loro scritti. Ho sempre declinato le offerte, arrivando a chiarire sul mio sito che non leggevo inediti; ora invece ho deciso di dare ascolto a queste richieste. Ci occuperemo di revisione e valorizzazione di testi destinati alla pubblicazione, sia nel mercato di massa che all’interno di contesti più ristretti, e di realizzazione di libri elettronici di qualità. L’autopubblicazione del mio La strana giornata di Alexandre Dumas è stata una sorta di prova generale: ho voluto sperimentare su me stessa quel che intendo offrire agli altri.

In Italia è forte la polemica sul prezzo “giusto” del formato ebook rispetto alla copia cartacea. In funzione di questa tua esperienza con il digitale, quale deve essere, a tuo parere, il compromesso che può riportare a toni più distesi questa grande diatriba?
RC. Non so se sia possibile dare una risposta definitiva a questa domanda. Da un lato abbiamo i grandi editori, i quali giustamente sostengono che la pubblicazione di un eBook è solo una parte di un processo complesso e costoso, che quindi deve essere ripagato; dall’altra abbiamo i lettori, che altrettanto giustamente non sono disposti a pagare per un non-oggetto (l’eBook) un prezzo di poco inferiore a quello dell’oggetto (il libro cartaceo). E visto che “piratare” un libro elettronico non è molto difficile, se il prezzo dell’eBook è percepito come eccessivo quindi iniquo, allora l’utente se lo scarica gratis da qualche sitaccio e tanti saluti.
Forse si potrebbe dare un’occhiata a quel che è successo nel mondo della musica, visto che l’industria discografica è da anni alla ricerca di soluzioni al problema del download illegale dei brani musicali. Esperienze quali Spotify e Netflix hanno provocato un crollo della pirateria, dimostrando come, davanti a un’alternativa legale conveniente, gli utenti siano spinti a utilizzarla. Inoltre, ancora una volta, possiamo fare riferimento a Narcissus – o meglio, alla piattaforma di distribuzione degli eBook “Stealth”, utilizzata da Narcissus e che fa parte della stessa famiglia (Simplicissimus Book Farm). A maggio dello scorso anno si è tenuto un convegno di Stealth, nel corso del quale sono stati resi pubblici i dati relativi alle migliori performance per prezzo di vendita: ebbene, i prezzi ideali sembrano essere € 1,99 e € 4,99. In ogni caso sembra assolutamente sconsigliabile superare la soglia dei 6,99.

Il mondo digitale è spesso visto come un cancro dall’editoria tradizionale, tant’è vero che è tra le prime cause citate quando si disquisisce della crisi dell’editoria. Qual è il tuo pensiero al riguardo?
RC. Io penso che chi cerca di fermare il progresso sia destinato a fallire. Penso che si dovrebbe tentare di cavalcare le onde montanti, quando arrivano, anziché erigere muri che prima o poi saranno inghiottiti dall’acqua. In Italia si è cercato (lo affermo sulla scorta dei miei contratti di edizione) di “proteggere” il cartaceo con due azioni fondamentali: quando si pubblicava un nuovo libro, si metteva in commercio la versione elettronica alcuni mesi dopo quella stampata; e si imponeva per la versione elettronica un prezzo di vendita non troppo inferiore a quello del libro stampato. Queste scelte hanno inciso poco sull’espansione dell’editoria elettronica e hanno, piuttosto, favorito il prosperare della pirateria, come dicevo prima.
Se invece di cercare di “contenere il mare” si fossero investite risorse, che so, nella realizzazione di un eBook reader tutto italiano, non sarebbe stato meglio? E invece adesso ci ritroviamo a utilizzare dispositivi americani, canadesi, giapponesi e quant’altro, e stiamo qui a lagnarci che i libri di carta non li compra più nessuno.

Il self-publishing è spesso la scelta preferenziale per gli esordienti che sognano di diventare scrittori. Quali consigli vorresti dare a coloro che si cimentano nell’impresa dell’autopubblicazione?
RC. Prima di tutto, interrogatevi sulla vostra disponibilità ad affrontare la desolante solitudine che vi attende (poiché, come dicevo prima, l’Autore che si autopubblica è totalmente solo). E se questa solitudine vi inquieta, e avete qualche risorsa economica da investire, allora provate a farvi fare un preventivo da un’agenzia qualificata di servizi editoriali (preventivo gratuito, beninteso). Può essere utile avere un interlocutore con l’aiuto del quale analizzare la propria idea originaria e la propria motivazione – perché si vuole scrivere, e perché di quell’argomento? – nonché identificare l’interlocutore al quale ci si rivolge: per chi si vuole scrivere? Prevalentemente per gli uomini, per le donne, per un pubblico di livello culturale più o meno elevato, per una nicchia specifica con determinati interessi e competenze – o magari per un circolo ristretto di clienti, oppure di semplici conoscenti o familiari…?
La qualità di ogni esito creativo è interna al genere al quale l’esito stesso appartiene, e per raggiungere un obiettivo, quale che esso sia, è necessario averlo ben chiaro. Chi ritiene di non aver bisogno di un interlocutore per questa analisi preventiva, e per le successive fasi di sviluppo del proprio progetto – chi, in sostanza, non è spaventato dalla solitudine – non può che avere i miei complimenti, e il mio più caloroso in bocca al lupo!





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