Io che amo solo te – Luca Bianchini
Ninella
ha cinquant'anni e un grande amore, don Mimì, con cui non si è potuta sposare.
Ma il destino le fa un regalo inaspettato: sua figlia si fidanza proprio con il
figlio dell'uomo che ha sempre sognato, e i due ragazzi decidono di convolare a
nozze. Il matrimonio di Chiara e Damiano si trasforma così in un vero e proprio
evento per Polignano a Mare, paese bianco e arroccato in uno degli angoli più
magici della Puglia.
Gli
occhi dei 287 invitati non saranno però puntati sugli sposi, ma sui loro
genitori. Ninella è la sarta più bella del paese, e da quando è rimasta vedova
sta sempre in casa a cucire, cucinare e guardare il mare. In realtà è un
vulcano solo temporaneamente spento. Don Mimì, dietro i baffi e i silenzi,
nasconde l'inquieto desiderio di riavere quella donna solo per sé. A
sorvegliare la situazione c'è sua moglie, la futura suocera di Chiara, che a
Polignano chiamano la "First Lady". È lei a controllare e a gestire
una festa di matrimonio preparata da mesi e che tutti vogliono indimenticabile:
dal bouquet "semicascante" della sposa al gran buffet di antipasti,
dall'assegnazione dei posti alle bomboniere - passando per l'Ave Maria -, nulla
è lasciato al caso. Ma è un attimo e la situazione può precipitare nel caos,
grazie a un susseguirsi di colpi di scena e a una serie di personaggi
esilaranti: una diciassettenne che deve perdere cinque chili e la verginità; un
testimone gay che si presenta con una finta fidanzata; una zia che da quando si
è trasferita in Veneto dice "voi meridionali" e un truccatore che
obbliga la sposa a non commuoversi per non rovinare il make-up.
Editore: Mondadori
Pagine: 262
Prezzo: 16,00 €
Voto:
Immergersi
nella lettura di “Io che amo solo te” è stato piacevolissimo e rigenerante (del
resto, già la copertina, con quei due peperoncini avvinghiati, è una gioia per
gli occhi), come bere un bicchiere d'acqua fresca quando non ne puoi più dalla
sete oppure riposare all'ombra dopo una camminata sotto il sole. Già, perché
questo romanzo, ultima fatica del torinese Luca Bianchini, racconta con
vivacità e brio i tre giorni che precedono il matrimonio dell'anno: quello fra
Domenico, rampollo primogenito del “re delle patate” Don Mimì, e Chiara, figlia
di Ninella, la “sarta più bella del paese”, nella splendida cornice di
Polignano a Mare, uno degli angoli più magici della Puglia.
Sin
dai primi capitoli, Bianchini è abile nel presentare i suoi protagonisti,
caratterizzandoli attraverso pochi tratti salienti e restituendo così al
lettore vivide immagini delle loro personalità.
Facciamo
così la conoscenza di una girandola di personaggi spassosi, tra cui i veri
cardini della vicenda: la sarta Ninella, madre della sposa, vedova cinquantenne
ancora molto affascinante, piena di ansie e preoccupazioni come il ruolo impone
e Don Mimì, ricco imprenditore agricolo che vive in una casa battezzata “il
Teatro Petruzzelli di Polignano” (due piani, uno dei quali condonato,
pag. 17), ancora piacente e concupito dalle signore del paese, da sempre
innamorato, ricambiato, di Ninella, che non ha potuto sposare in gioventù. Il
destino ha voluto però “metterci lo zampino”: infatti, quello che non fu
permesso ai genitori, è ora permesso ai figli. Grazie alla loro unione Chiara
e Damiano, i due impegnatissimi promessi sposi, colti nelle loro fragilità e
nei loro dubbi prematrimoniali, offriranno la possibilità a Ninella e Don Mimì
di riavvicinarsi.
Accanto
a loro, è tutto un caleidoscopio di coprotagonisti e figure secondarie che con
maestria l'autore rappresenta nelle loro manie e peculiarità, a tratti forse un
po' stereotipate ma certamente calzanti, come Nancy (vero nome Annunziata),
sorella adolescente nonché testimone della sposa, con due ossessioni, perdere
peso e la verginità (non necessariamente in quest'ordine); la zia Dora, “salita
al nord”, un po' snob e piena di sé che dice “voi meridionali” e soprattutto
Orlando, il fratello omosessuale non dichiarato di Damiano che finalmente trova
un'accompagnatrice (a sua volta lesbica) da poter sfoggiare al matrimonio per
mettere a tacere le voci (che già avevano cominciato a girare, dato che Orlando
da alcuni veniva soprannominato “la biunda”). Senza dimenticare uno dei
miei preferiti, Vito Photographer, nome d'arte del maestro fotografo, tutto
frasi d'effetto e inglesismi fuori luogo, che per la modica cifra di 2700€ senza fattura, immortalerà tutti i momenti
più belli della festa, senza dimenticare i vari video da girare prima della
cerimonia e un tentativo mezzo fallito di un flirt clandestino con la sposa.
Bianchini
ha saputo mescolare nel suo romanzo tradizione e modernità, conciliando alla
perfezione temi come il rispetto per le consuetudini, qui rappresentato da una
cerimonia nuziale “da manuale”: ricca, sfarzosa e impegnativa, in cui tutto si
attiene a una regola non scritta ma per questo non meno presente, a quelli più
contemporanei come l'amore gay, un amore che è fonte di imbarazzo e disagio,
che è lecito mascherare, altrimenti che cosa penserà la gente, anche se la
gente in fondo lo sa o perlomeno lo intuisce e tutto sommato poco le importa.
Che dire poi di Chiara, la cui ambizione è di essere sposata, di avere un uomo
che l'attenda all'altare per unirsi in matrimonio, così demodé in un'epoca di
donne rampanti, sfacciate, che inorridiscono al solo pensiero di avere un uomo
solo? Il genere di ragazza che forse è il sogno di molti, cresciuta con frasi
del tipo “gli uomini lasciali comandare, o almeno lasciaglielo credere.
L'amore è innanzitutto non rompere i coglioni” (pag. 26). Emerge
inoltre molto forte la centralità del legame genitore/figlio, che se da una
parte è fonte di preoccupazione, come nel caso di Don Mimì che teme di aver
reso “arido” il figlio, insegnandogli i “piccoli calcoli piuttosto che i
grandi sogni” (pag.19) , dall'altra si evolve e matura: come Chiara, che la
sera prima delle nozze riceve una confidenza fondamentale da parte di Ninella,
una confidenza che le renderà più unite che mai (Per la prima volta, sentì
di essere stata accettata da sua madre e questo le diede gioia. Anche Ninella
[…] stava meglio.” pag. 131). Ma l'aspetto che più ho apprezzato di questo
libro è il tema dell'amore giovanile, l'amore vero che, forse perché non si è
consumato nel fuoco della passione, è ancora in grado di esercitare su chi lo
prova una malia a cui non si può resistere. Ho apprezzato l'idea di far ballare
Ninella e Don Mimi durante il ricevimento di nozze, la loro attrazione ancora
viva e la loro dedizione sotto gli occhi di tutti, senza reticenze. Dopo tanti
anni, finalmente la vita restituisce loro ciò che gli aveva sottratto tanto tempo prima e il futuro si tinge di un colore vivace inaspettato.
Riallacciandomi
al mio incipit, leggere “Io che amo solo te” è piacevole come fare una
passeggiata sulla spiaggia accarezzati dalla brezza marina oppure ispirare
fortemente il profumo dei fiori in un giardino di primavera: è un invito a cui
non si può rifiutare. Il dietro le quinte del matrimonio “Scagliusi &
Casarano” si apre anche per voi, mi raccomando... non arrivate in ritardo!
Per
Mondadori ha pubblicato i romanzi Instant
Love (2003), Ti seguo ogni notte
(2004), Se domani farà bel tempo
(2007) e Siamo solo amici (2010). Nel
2005 ha scritto la biografia di Eros Ramazzotti Eros - Lo giuro.
Dal
2007 conduce "Colazione da Tiffany" su Radio2.
Collabora
con "Repubblica" e "Vanity Fair", per cui tiene anche un
seguitissimo blog: "Pop Up".
Ha
intervistato gli Abba, "Harry Potter" e Michael Stipe, e ne è molto
orgoglioso.
Questo libro mi ispira un sacco, una bella dose d'ironia in un libro mi piace sempre, trovarla in una storia ampia e corale è una ricetta per un libro piacevolissimo da leggere.
RispondiElimina