Esce il 6 giugno (domani), per Fazi, I ragazzi Burgess
(pp. 448 - euro 18,50) della scrittrice americana Elizabeth Strout, già
vincitrice nel 2009 del Premio Pulitzer per la narrativa con Olive
Kitteridge (edito sempre da Fazi e vincitore anche del Premio Bancarella
nel 2010), romanzo familiare in racconti ambientato nel Maine. The Burgess
Boys, questo il titolo originale del volume, raggiunge quasi le quattro
stelle su Goodreads e si preannuncia un titolo da mettere nella propria
wishlist per i mesi di magra estivi. Anche questa volta la Strout si sofferma
sulla complessità delle relazioni e dei legami familiari che ci segnano per
sempre ovunque ci rifugiamo: così succede ai fratelli Jim, Bob e Susan Burgess,
divisi dalla morte accidentale del padre avvenuta anni prima e costretti a
riavvicinarsi per un evento fortuito che porterà al risveglio degli antichi
attriti mai sedati. La storia, divisa in quattro parti, ci viene presentata
dalle voci di personaggi diversi e, solo riunendo i vari punti di vista come in
un puzzle, arriviamo ad avere una percezione completa della trama. Rispetto ai
romanzi precedenti, ne I ragazzi Burgess Elizabeth Strout si fa via via
più complessa e raffinata ma non smette mai di stupirci e di illuminarci su
ogni aspetto saliente della vita, arrivando a creare dei personaggi che, vista
la sua cristallina bravura nell'introspezione psicologica, sembrano quasi
uscire dalla pagina e stringerci la mano con tutti i loro problemi, le loro
ansie e i loro segreti.
I ragazzi Burgess – Elizabeth Strout
I fratelli Burgess sono nati a Shirley Falls, nel
Maine, ma sono passati decenni da quando Jim e Bob si sono trasferiti a New
York, mentre la sorella Susan è rimasta lì dove sono cresciuti. Fu la morte
accidentale del padre a sconvolgere la vita familiare e a sospingere i due
fratelli lontano da casa. Jim è il fratello di successo, socio di un grande
studio con un appartamento di lusso nel cuore della Brooklyn elegante, a Park
Slope. Anche Bob è avvocato, ma di tutt’altro calibro, vive in una casa senza
pretese e da qualche tempo Pam, la moglie, lo ha lasciato. E Susan, la sorella
che da ragazza non dava mai nell’occhio, quella meno interessante, la gemella
irascibile che ora si ritrova con un figlio di diciannove anni introverso e
senza un marito. E dato che le famiglie spezzate dalle intemperie degli affetti
sanno ritrovarsi quando capita un evento eccezionale, è a causa di una bravata
di Zach, il figlio di Susan, che i tre si riavvicinano. L’emergenza fa
rianimare il legame di sangue, ma non dà tregua agli antichi conflitti, che
riemergono scomposti, disordinati, molesti e finiscono per cambiare la loro
vita per sempre. Un romanzo corale, una storia di legami familiari e di
amore fraterno in cui Elizabeth Strout dà vita a due poderosi protagonisti di
grande umanità le cui sconfitte e trionfi appartengono a tutti noi.
«Elizabeth Strout scrive romanzi a tutto
tondo, romanzi alla vecchia maniera eppure nuovi, romanzi corposi, classici,
avvolgenti».
Paolo Giordano, Corriere della Sera
Paolo Giordano, Corriere della Sera
«Un romanzo giocato con pazienza e
intelligenza da scacchista su parole e situazioni sospese, non dette né
raccontate mai scopertamente, sempre alluse o allusive, che solo a squarci, in
minuscole sfolgoranti epifanie, vengono condivise con qualcuno (il lettore,
magari) in intima complicità».
Ruggero Bianchi, TuttoLibri
Ruggero Bianchi, TuttoLibri
Elizabeth Strout
Elizabeth
Strout è nata a Portland (Maine) nel 1956. Oltre che di Olive Kitteridge, con cui ha vinto numerosi premi
sui quali spicca il premio Pulitzer nel 2009, che l’ha consacrata nel pantheon
dei maggiori scrittori americani contemporanei, è autrice di Amy e Isabelle
(Fazi Editore 2000, nuova edizione 2010 con l’introduzione di Valeria Parrella)
e Resta con me (Fazi Editore 2010). Vive a New York.
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