Salve a tutti, e benvenuti ad
un'altra puntata de “Il tempio degli Otaku”! Oggi, senza mezzi termini, usiamo
una scusa qualsiasi per parlare di una giovane mangaka molto promettente. Due
sono le sue opere all'attivo: una storia d'amore nell'800 tra una cameriera e
un nobile e uno slice of life ambientato nell'Asia dei tempi antichi, con le
storie di diverse spose. I più informati di voi avranno già capito di chi sto
parlando: di Kaoru Mori, con i suoi “Victorian Romance Emma” e “I
giorni della sposa”. Ma oggi non tratteremo nello specifico di nessuna di
queste due serie: la prima è stata interrotta in Italia, e soltanto tra poco ne
avremo una nuova, definitiva, edizione, l'altra, per quanto bella, potrebbe
finire domani come tra dieci anni (probabilmente senza perdere di qualità,
però). E quindi che facciamo oggi, ci rigiriamo i pollici? No, ovviamente: è il
turno della raccolta “Anything & Something”, contenenti storie,
memorabilia e tutto quello che un fan potrebbe desiderare per celebrare i primi
anni di carriera di questa autrice. Buona lettura!
Dopo una divertente prefazione a
fumetti dell'autrice, in cui tra una critica ironica al suo operato e l'altra
ci vengono spiegate le ragioni e i contenuti di questa raccolta, arrivano
alcune storie brevi. Ad aprire le danze ci pensa “Padrone, benvenuto nella
vostra residenza!” (punto esclamativo allegato nella confezione). La storia
narra di un ragazzo come tanti, Jim, che viene assoldato da due loschi
servitori per fare da padrone alla residenza per cui lavorano. La risposta
“No”, ovviamente, non è minimamente contemplata dagli stravaganti figuri. Jim
propende proprio per quest'ipotesi, ma chissà che a provare non ci prenda gusto
a comandare gli altri...
Priva di pretese, questa storia è
piuttosto piacevole e divertente, pur senza far gridare al miracolo. Un'ottima
partenza.
“Poter vedere” è quasi un
bozzetto, ma non per questo privo di attrattive. Le sue poche pagine parlano di
una ragazzina, Yucchi, che vede la propria vita cambiare per... un paio
di occhiali. Adesso può infatti godere di tanti piccoli piaceri che prima le
erano negati, come leggere i libri, vedere la lavagna, incrociare lo sguardo
con il ragazzo che le piace... poter vedere, insomma.
Chiunque di voi sia miope – io lo
sono – capirà i sentimenti di Yucchi, e non potrà fare a meno di esserne
intenerito. Dopo essersi abituati a veder male, infatti, poter avere
sott'occhio tutti i dettagli è una piccola grande rivoluzione. Non è un
argomento usuale per una storia di finzione, soprattutto manga, ma il risultato
è decisamente gradevole. Una delle migliori storie della raccolta.
“Il club per gentiluomini
Burrow” è forse l'apice del volume, sotto diversi aspetti. Narrativi,
perché la Mori in questa storia utilizza il soliloquio come tecnica, lasciando
all'immaginazione del lettore le risposte dell'innominato protagonista alla
conversazione con la bella cameriera vestita da coniglietta. La fine, poi, dà
un senso all'intera vicenda, dandogli una connotazione decisamente inaspettata.
Menzione d'onore, poi, per i disegni: non mi stupirei se delle lettrici si
scoprissero momentaneamente lesbiche per la sopraccitata cameriera, a causa
delle sapienti scelte dell'autrice in termini di retini ed inquadrature...
artistiche.
“L'alunna dalla divisa larga”...Beh,
è come da titolo. Toccante storia di una ragazzina eccessivamente bassa e
minuta che però, proprio a causa della sua iconica divisa larga, diventa una
sorta d'idolo tra le sempai. Il processo di crescita – che qui avviene con
molto ritardo – sia fisica che psicologica, è descritto con molta naturalezza e
semplicità. La personalità della protagonista e delle comprimarie vengono
definite con lievissimi accenni; ma questo non è una nota di demerito, anzi
rende il racconto decisamente realistico e perché no, anche divertente.
“Il costume indossato in
passato” usa la stessa tecnica narrativa de “Il club...”: una donna parla
ad un misterioso interlocutore mentre questi la incita ad indossare un
provocante costume da bagno che troppo tempo è rimasto in un cassetto. Non c'è
trama, ma emerge prepotente la caratterizzazione della protagonista, un po'
timida ed imbarazzata, ma anche piacevolmente sorpresa di come il costume, ieri
come oggi, esalti le sue forme – e che quindi la nostra non si cambiata poi di
tanto. Badate bene, non c'è niente di pornografico in questa storiella, anche
se proprio come in quella sopraccitata si nota chiaramente come la Mori sappia
disegnare i corpi femminili (e la diverta anche).
![](http://childrenoftheburningfist.files.wordpress.com/2013/04/1.jpg?w=343&h=477)
Dopo alcuni disegni promozionali
si passa alla storia “Magdalene Baker”, in cui il protetto di questa
cameriera, che ormai ha quindici anni, comincia a diventare insofferente alle
attenzioni materne della sua serva. Perché per quanto le sia affezionato, e per
quanto lei svolga il suo lavoro in maniera eccellente, la sua mentalità sta
andando verso un mondo dove le cameriere prima di tutto sono donne, nel corpo e
nell'anima.
Ottima l'introspezione
psicologica di questo breve capitolo. Magdalene è talmente accecata dal senso
del dovere e dall'affetto per il signorino da non mostrare di essersi accorta
dei suoi turbamenti – ma sarà vero?, mentre l'altro è sempre più turbato da
lei. Da un lato vorrebbe che tutto continuasse come prima, ma è grande
abbastanza per sapere che non sarà così.
Ancora un delirante sketch
promozionale, assolutamente inutile, e finalmente giungiamo all'ultima storia
della raccolta, “I fiori di Sumire”, la cui sceneggiatura è stata curata
da Satoshi Fukushima. La trama è
incentrata su due ragazze molto diverse: la fredda Sumire e la
spregiudicata Momo. Non hanno niente in comune: una dipinge pittura
giapponese, l'altra ad olio, l'una non sembra avere affetti mentre l'altra si
concede fin troppo... eppure, anche se non lo ammetterebbero mai, le due sono
attratte l'una dall'altra. Probabilmente in tutti i sensi. Quando le due
finalmente avranno l'occasione per interagire tra loro, l'esito sarà
imprevedibile... e una delle due avrà la peggio.
Ottima nel suo svolgimento, la
sceneggiatura si perde un attimo nel finale, affrettato e quasi
incomprensibile. Sebbene il canovaccio sia stato sfruttato tantissime altre
volte, la storia risulta fresca e godibile, trainata da due protagoniste che
hanno molto da dire ad un lettore, anche quello più smaliziato. Anche la Mori ai disegni fa un'ottima prova,
mostrandosi all'altezza di una trama così diversa dalle sue solite ma
mantenendo quel suo stile personale. Un gran finale per questo volume...
...Ma ehi, non è finita! E' il
momento dei memorabilia, adesso, e di tutto quello che passa per la testa alla
gasata mangaka. Seguono infatti bellissime illustrazioni, depliant su varie
sessioni d'autografi, che mettono in risalto le ben note ironia ed umiltà della
Mori, scenette comiche e... speciali sull'età vittoriana, nello specifico sui
corsetti, i camini delle case (!) e i luoghi comuni nei romanzi di Agatha
Christie. Definire quest'ultima parte utile sarebbe una bugia, perciò ve lo
risparmierò. Forse sarebbe stato meglio non includere queste piccolezze e
magari lasciare spazio a qualche storia inventata per l'occasione.
“Anything&Something” è
questo: un'occasione per seguire da vicino il percorso di Kaoru Mori in vista,
si spera, di più importanti risultati in futuro. Ed infatti l'obiettivo è
raggiunto: il suo splendido tratto dettagliato, pieno di retini e versatile,
viene celebrato in ogni occasione possibile, com'è giusto che sia. E' un volume
“for fans only”, non indicato a chi non la conosce. L'ho recensito non per i
suoi meriti in sé, perché per quelli rimando al bellissimo “I giorni della
sposa”, che se continua di questo passo diventerà un vero e proprio capolavoro,
ma per accendere i riflettori su questa mangaka che, come già detto, ha davanti
a sé un futuro radioso dal punto di vista artistico.
Sperando che sia davvero così,
per oggi è tutto, cari amici. Arrivederci alla prossima volta, con “Il tempio
degli Otaku”!
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per aver condiviso la tua opinione!