lunedì 10 giugno 2013

Irene Chias presenta il libro “Esercizi di sevizia e seduzione”







Il mio armamentario durante la presentazione
Purtroppo l’infelice fugacità del tempo, che mi ha tenuta incollata al pc per dedicarmi alle ultime fasi della mia tesi universitaria (conclusesi con oggi, peraltro), non mi ha permesso di parlarvi prima di un evento al quale ho partecipato il 28 Maggio, ossia la presentazione del nuovo romanzo di Irene Chias, Esercizi di sevizia e seduzione, presso il Mondadori Multicenter di Palermo.
L’incontro ha preso il via alle 18,30 con un intervento di Salvatore Ferlita - Dottore di ricerca in Italianistica, critico letterario e saggista, collaboratore del quotidiano Repubblica e della rivista Segno – che ha permesso al pubblico di calarsi appieno nell’atmosfera del romanzo con la sua dialettica fine e sagace.
«Da un po’ di tempo non mi capitava di leggere un romanzo di solido impianto che mi costringesse a rimettere ordine nelle mie idee.[…] Incrociando questo romanzo di Irene, ho avvertito quel brivido alla spina dorsale, di cui parlava Nabokov, provato dal lettore quando si sente preso da ciò che legge».

Ferlita ha continuato il suo excursus sostenendo che per quanto il testo si presti ad essere interpretato come un romanzo di «accecante misantropia», in realtà risente di una forte influenza antropologica. Il pregio della Chias è di aver analizzato non solo l’abitudine creatasi rispetto alla violenza perpetuata ai danni della donna, quasi a rendere il fenomeno «abominevolmente normale», ma anche della faccia più anacronistica e “anormale” della medaglia, rappresentata da una violenza, dirottata anche sessualmente, diretta nei confronti dell’uomo. Esercizi di sevizia e seduzione racconta le vicende di una donna comune, Ignazia, che svolge un particolare “esercizio di stile”, torturando gli uomini attingendo dalla letteratura mondiale, in particolare dai testi pienamente misogini, rileggendoli vittimizzando l’uomo piuttosto che la donna (tra gli altri Arancia Meccanica di Burgess, Mafarca il futurista di Marinetti e American Psycho di Easton). Gli uomini torturati sono esemplari beceri di genere maschile, sebbene nel romanzo vi sia presente un personaggio positivo, Michele, di cui la protagonista si innamorerà. A prendere la parola è stata poi la stessa autrice, che ha sottolineato che nel romanzo c’è un forte tentativo di rompere gli stereotipi, raccontando il senso comune e le sue eccezioni.
Nella foto da sinistra Salvatore Ferlita, Irene Chias e Eleonora Lombardo
Eleonora Lombardo – giornalista di Repubblica– ha aggiunto che si tratta del romanzo più “bello” che abbia letto quest’anno, insieme a 1Q84 di Murakami, con il quale pensa ci siano alcune affinità, trovandolo anche «maledettamente romantico»: gli appunti di Michele, racchiusi nei vari capitoli, ne fanno un uomo d’iniziativa, un uomo che esce dal modello del macho. Irene Chias ha scherzato sostenendo che molte lettrici le hanno chiesto se Michele fosse un personaggio reale e che conosce alcuni uomini che, come il suo personaggio, riescono a tirarsi fuori dallo stereotipo e di aver avuto feedback positivi da uomini che si sono detti commossi dalla lettura del romanzo, dimostrando che non si tratta di un testo destinato alle sole donne o di impronta femminista, piuttosto è un romanzo sui generi. L’ilarità del pubblico si è manifestata vivacemente quando le due donne hanno cominciato a dibattere in modo giocoso su uno dei capitoli del romanzo, ossia Il punto esatto in cui Sex and the City diventa reazionario, la Lombardo non ritenendosi assolutamente d’accordo con la tesi – da fan delle serie cult – mentre la Chias ha chiesto l’opinione del pubblico, che però non si è schierato. L’interrogativo in sospeso, il discorso si sposta sull’onomastica dei personaggi: la protagonista, Ignazia, ha un nome difficile, importante, ma non particolare quanto quello della sorella Panagia che, nonostante l’inclinazione classica, è un personaggio molto anticonformista, simbolo della donna “libera”.
Irene Chias
L’incontro si è chiuso con le domande dei lettori, che sono intervenuti rispetto agli automatismi di stereotipizzazione, accumunando la protagonista del romanzo di Irene Chias a Lisbeth Salander della trilogia Millenium di Stieg Larsson, sebbene Ignazia sia una donna che fa sua la “questione femminile” la sua missione. Le constatazioni generali sono di un romanzo che non si schiera a favore dell’uno o dell’altro genere, bensì si rivolge a tutti palesando la “banalità del male”, che nella società è tanto normale quanto stigmatizzato, tanto da essere ormai un fatto culturale.
Sicuramente è stata un’esperienza interessante. Ringrazio Irene Chias, Salvatore Ferlita e Eleonora Lombardo, che si sono resi disponibili a rispondere alle mie domande e che mi hanno regalato un delizioso pomeriggio letterario. Ringrazio inoltre Luigia Troncone, mia carissima amica, che mi ha affiancata come fotografa dell’evento.

Esercizi di sevizia e seduzione – Irene Chias
Ignazia, figlia di genitori siciliani, vive a Milano, dove fa l'architetta precaria e, senza averlo cercato, si imbatte in un ginecologo simpatico e gentile, che mangia vegetariano, fuma senza nicotina e la conquista in punta di piedi.
Ma Ignazia ha anche una segreta, personalissima missione a nome di tutte le donne (e non solo), lontana sia dall'impegno collettivo dei cortei neofemministi sia dalla dimensione glamour alla Sex and the City: leggendo la letteratura di ogni tempo si è resa conto di come qualsiasi forma di violenza sul corpo delle donne sia considerata più che normale, mentre l'equivalente ai danni di un maschio fa inorridire, al punto di essere tacciato di inverosimiglianza. È così che, in solitudine, Ignazia si dedica a un esercizio che non è solo di stile: sceglie con cura pagine letterarie che descrivono la violenza sulle donne e le riscrive al maschile, con gli uomini come vittime. Ma non finisce qui. Senza troppa fatica Ignazia seduce e rapisce uomini in carne e ossa, scelti in quanto prototipi di maschilismo, e li costringe ad ascoltare le sue pagine fino a terrorizzarli, iniettandogli infine una potente dose di ossitocina, ormone che favorisce il rilassamento, la fiducia e l'amore.
Ignazia non è un'eroina, non ha particolari traumi da vendicare, non si definisce una giustiziera: al massimo una serial scarer, una spaventatrice seriale. È una donna normale, semplicemente stanca dei luoghi comuni e delle discriminazioni che si annidano nell'immaginario di tutti, talvolta anche attraverso le pagine dei romanzi.
Irene Chias scrive un libro brillante, arguto, che dà vita a una piccola galleria di donne fuori dal comune e traccia un caustico ritratto della Milano di oggi.
Pagine ironiche e provocatorie, che si fanno denuncia proprio perché raccontano con grazia e senza acredine una storia femminile d'amore e ribellione, a tratti surreale, a tratti incredibilmente vicina ai nostri percorsi quotidiani.

Irene Chias
Irene Chias, nata a Erice nel 1973, vive e lavora a Milano. Ha pubblicato alcuni racconti e, nel 2010, il romanzo Sono ateo e ti amo.

2 commenti:

  1. Questo è un titolo davvero interessante, tratta di un argomento spinoso e porta la domanda "e se fosse capitato a te?" in primo piano.
    Credo che lo cercherò, grazie del consiglio

    RispondiElimina

Grazie per aver condiviso la tua opinione!

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...