Il mio armamentario durante la presentazione |
Purtroppo
l’infelice fugacità del tempo, che mi ha tenuta incollata al pc per dedicarmi
alle ultime fasi della mia tesi universitaria (conclusesi con oggi, peraltro),
non mi ha permesso di parlarvi prima di un evento al quale ho partecipato il 28 Maggio, ossia la presentazione del
nuovo romanzo di Irene Chias, Esercizi
di sevizia e seduzione, presso il Mondadori
Multicenter di Palermo.
L’incontro
ha preso il via alle 18,30 con un intervento di Salvatore Ferlita - Dottore di ricerca in Italianistica, critico
letterario e saggista, collaboratore del quotidiano Repubblica e della rivista Segno
– che ha permesso al pubblico di calarsi appieno nell’atmosfera del romanzo con
la sua dialettica fine e sagace.
«Da un po’ di tempo non
mi capitava di leggere un romanzo di solido impianto che mi costringesse a
rimettere ordine nelle mie idee.[…] Incrociando questo romanzo di Irene, ho
avvertito quel brivido alla spina dorsale, di cui parlava Nabokov, provato dal
lettore quando si sente preso da ciò che legge».
Ferlita
ha continuato il suo excursus
sostenendo che per quanto il testo si presti ad essere interpretato come un
romanzo di «accecante misantropia», in realtà risente di una forte influenza antropologica.
Il pregio della Chias è di aver
analizzato non solo l’abitudine creatasi rispetto alla violenza perpetuata ai
danni della donna, quasi a rendere il fenomeno «abominevolmente normale», ma
anche della faccia più anacronistica e “anormale” della medaglia, rappresentata
da una violenza, dirottata anche sessualmente, diretta nei confronti dell’uomo.
Esercizi di sevizia e seduzione
racconta le vicende di una donna comune, Ignazia, che svolge un particolare
“esercizio di stile”, torturando gli uomini attingendo dalla letteratura mondiale,
in particolare dai testi pienamente misogini, rileggendoli vittimizzando l’uomo
piuttosto che la donna (tra gli altri Arancia
Meccanica di Burgess, Mafarca il
futurista di Marinetti e American
Psycho di Easton). Gli uomini torturati sono esemplari beceri di genere
maschile, sebbene nel romanzo vi sia presente un personaggio positivo, Michele,
di cui la protagonista si innamorerà. A prendere la parola è stata poi la
stessa autrice, che ha sottolineato che nel romanzo c’è un forte tentativo di
rompere gli stereotipi, raccontando il senso comune e le sue eccezioni.
Nella foto da sinistra Salvatore Ferlita, Irene Chias e Eleonora Lombardo |
Eleonora Lombardo
– giornalista di Repubblica– ha
aggiunto che si tratta del romanzo più “bello” che abbia letto quest’anno, insieme
a 1Q84 di Murakami, con il quale
pensa ci siano alcune affinità, trovandolo anche «maledettamente romantico»:
gli appunti di Michele, racchiusi nei vari capitoli, ne fanno un uomo
d’iniziativa, un uomo che esce dal modello del macho. Irene Chias ha scherzato
sostenendo che molte lettrici le hanno chiesto se Michele fosse un personaggio
reale e che conosce alcuni uomini che, come il suo personaggio, riescono a
tirarsi fuori dallo stereotipo e di aver avuto feedback positivi da uomini che
si sono detti commossi dalla lettura del romanzo, dimostrando che non si tratta
di un testo destinato alle sole donne o di impronta femminista, piuttosto è un
romanzo sui generi. L’ilarità del pubblico si è manifestata vivacemente quando
le due donne hanno cominciato a dibattere in modo giocoso su uno dei capitoli
del romanzo, ossia Il punto esatto in cui
Sex and the City diventa reazionario, la Lombardo non ritenendosi
assolutamente d’accordo con la tesi – da fan delle serie cult – mentre la Chias
ha chiesto l’opinione del pubblico, che però non si è schierato. L’interrogativo
in sospeso, il discorso si sposta sull’onomastica dei personaggi: la
protagonista, Ignazia, ha un nome difficile, importante, ma non particolare
quanto quello della sorella Panagia che, nonostante l’inclinazione classica, è
un personaggio molto anticonformista, simbolo della donna “libera”.
Irene Chias |
L’incontro
si è chiuso con le domande dei lettori, che sono intervenuti rispetto agli
automatismi di stereotipizzazione, accumunando la protagonista del romanzo di
Irene Chias a Lisbeth Salander della trilogia Millenium di Stieg Larsson, sebbene Ignazia sia una donna che fa
sua la “questione femminile” la sua missione. Le constatazioni generali sono di
un romanzo che non si schiera a favore dell’uno o dell’altro genere, bensì si
rivolge a tutti palesando la “banalità del male”, che nella società è tanto normale
quanto stigmatizzato, tanto da essere ormai un fatto culturale.
Sicuramente
è stata un’esperienza interessante. Ringrazio Irene Chias, Salvatore Ferlita e
Eleonora Lombardo, che si sono resi disponibili a rispondere alle mie domande e
che mi hanno regalato un delizioso pomeriggio letterario. Ringrazio inoltre
Luigia Troncone, mia carissima amica, che mi ha affiancata come fotografa
dell’evento.
Esercizi di sevizia e
seduzione – Irene Chias
Ignazia,
figlia di genitori siciliani, vive a Milano, dove fa l'architetta precaria e,
senza averlo cercato, si imbatte in un ginecologo simpatico e gentile, che
mangia vegetariano, fuma senza nicotina e la conquista in punta di piedi.
Ma
Ignazia ha anche una segreta, personalissima missione a nome di tutte le donne
(e non solo), lontana sia dall'impegno collettivo dei cortei neofemministi sia
dalla dimensione glamour alla Sex and the City: leggendo la letteratura di ogni
tempo si è resa conto di come qualsiasi forma di violenza sul corpo delle donne
sia considerata più che normale, mentre l'equivalente ai danni di un maschio fa
inorridire, al punto di essere tacciato di inverosimiglianza. È così che, in
solitudine, Ignazia si dedica a un esercizio che non è solo di stile: sceglie
con cura pagine letterarie che descrivono la violenza sulle donne e le riscrive
al maschile, con gli uomini come vittime. Ma non finisce qui. Senza troppa
fatica Ignazia seduce e rapisce uomini in carne e ossa, scelti in quanto
prototipi di maschilismo, e li costringe ad ascoltare le sue pagine fino a
terrorizzarli, iniettandogli infine una potente dose di ossitocina, ormone che
favorisce il rilassamento, la fiducia e l'amore.
Ignazia
non è un'eroina, non ha particolari traumi da vendicare, non si definisce una
giustiziera: al massimo una serial scarer,
una spaventatrice seriale. È una donna normale, semplicemente stanca dei luoghi
comuni e delle discriminazioni che si annidano nell'immaginario di tutti,
talvolta anche attraverso le pagine dei romanzi.
Irene
Chias scrive un libro brillante, arguto, che dà vita a una piccola galleria di
donne fuori dal comune e traccia un caustico ritratto della Milano di oggi.
Pagine
ironiche e provocatorie, che si fanno denuncia proprio perché raccontano con
grazia e senza acredine una storia femminile d'amore e ribellione, a tratti
surreale, a tratti incredibilmente vicina ai nostri percorsi quotidiani.
Irene Chias
Irene
Chias, nata a Erice nel 1973, vive e lavora a Milano. Ha pubblicato alcuni
racconti e, nel 2010, il romanzo Sono
ateo e ti amo.
Questo è un titolo davvero interessante, tratta di un argomento spinoso e porta la domanda "e se fosse capitato a te?" in primo piano.
RispondiEliminaCredo che lo cercherò, grazie del consiglio
Contentissime che ti sia stato utile :)
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