venerdì 21 marzo 2014

Recensione: Silver di Kerstin Gier



Silver, Kerstin Gier
Corbaccio editore
324 pagine, 16,40 euro
Kerstin Gier è una delle poche autrici young adult che apprezzo: sembrerà quasi contraddittorio da parte mia, dato che l'autrice tedesca gioca il più possibile con gli stereotipi e i cliché romantici, ma, un po' come Sophie Kinsella, la Gier riesce a farlo in maniera intelligente, forzando al massimo – e consapevolmente – i suoi personaggi, dando vita a vere e proprie scene da commedia degli equivoci che lasciano anche intuire un certo background da parte della scrittrice. Una di queste scene è presente, ad esempio, durante una cena a cui la protagonista, Liv, prende parte assieme alla sorella, alla madre, alla governante e alla sua nuova “famiglia”: il nuovo compagno della madre e i relativi figli, Grayson e Florence. L'azione della storia comincia proprio con questa mesta notizia, che ovviamente crea sconvolgimento nella vita di Liv. Ma presto saranno ben altre le cose che le daranno scompiglio: scoprirà che il nuovo fratellastro fa parte di una sorta di setta segreta, e che lei riesce a interagire nei suoi sogni e in quelli dei suoi amici.
La Gier, come ho anticipato, non fa mancare cliché e situazioni tipiche degli young adult che abbiamo visto mille volte: già l'incipit, o l'idea dei sogni, non vi sembrerà particolarmente originale. Il personaggio di Liv, come temevo, ricorda molto quello di Gwen della Trilogia delle Gemme, anche se non risulta meno realistico. Sembra che le ragazze preferite della Gier siano quelle ficcanaso, un po' ignoranti, simpatiche e con la risposta pronta. Liv risulta tuttavia meno memorabile di Gwen, e la sua storia è troppo poco approfondita, soprattutto nel finale, quando molte cose non vengono spiegate e risultano un po' raffazzonate.
La storia d'amore, com'è ovvio, è affrettata, “lui”, com'è ovvio, è perfetto e bellissimo, e i suoi amici, compreso Grayson, sono tali e quali, camminano in branco e quando passano per i corridoi le fanciulle svengono. Liv, com'è ovvio, è impacciata, è carina ma non sembra – su questo punto la Gier non sembra essere molto decisa -, ma soprattutto è determinata a mettersi nei guai, nonostante la madre parli di lei come di una sfigata che finora ha avuto solo un “destino da tappezzeria”. E sembra incredibile a dirsi, visto la dote innata di Liv nel curiosare in ciò che non dovrebbe, con tutto quello che questa curiosità comporta.
La scrittrice gioca con l'elemento fantastico, e, forse proprio perché la protagonista lo mette continuamente in dubbio, questo risulta poco incisivo, molto confusionario e, come dire, tirato per i capelli. In questo senso viene lasciato molto più spazio ai rapporti interpersonali, alle scenette comiche e ai sospiri d'amore.
La lettura è velocissima, a tratti coinvolgente, ma per lo più abbastanza prevedibile e scontata: il finale non è particolarmente ostico da intuire, e lascia in sospeso molte domande che si spera verranno chiarite nei libri successivi. Intanto, in Silver, c'è solo molta confusione.
Nonostante alcune premesse negative, Silver non è un libro che sconsiglierei (certo, in confronto è molto migliore Red): il genio di Kerstin Gier non è espresso in tutta la sua potenzialità, ma la trilogia potrebbe avere le carte in regola per diventare una buona lettura adolescenziale, almeno al pari della Trilogia delle Gemme. Spero tuttavia che la Gier cambi strada, non dia troppo spazio alla superficialità – per amor di leggerezza – e riesca a conferire un'impronta più personale alla storia. Al momento attuale, sembra solo un'occasione sprecata.


Voto: 

2 commenti:

  1. Mi sembra un po' illogicoscegliere consapevolmente di leggere un romanzo pieno di cliché e simile a tanti altri. Non che questo io lo abbia mai preso in considerazione, la trilogia delle gemme mi è bastata e avanzata, la Gier non mi piace, mi sembra la classica autrice "furbetta", che non ha nulla da raccontare ma ha trovato la formula giusta per il successo. C'è tanto di meglio in giro. Ciao

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    1. La Gier non è come le altre autrici, è molto più ironica, sincera e non prende per i fondelli nessuno cercando di raccontare chissà quali grandi amori. I suoi sono cliché consapevoli, e non pretende di essere originale nelle storie. La sua bravura sta in altro, cioè nella capacità di rendere con ironia situazioni che abbiamo per lo più già visto. E, come dicevo nella recensioni, lei ricalca molto i modi della commedia, anche quella antica, che giocano. appunto sugli stereotipi. Per questo vale la pena leggerla, anche se Silver non è all'altezza della Trilogia delle Gemme

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