Salve a tutti, e benvenuti ad
un'altra puntata de “Il Tempio degli Otaku”! Era da tanto che
volevo fare una recensione sull'opera di questa settimana, un manga
che seguo da anni (da prima ancora di cominciare a curare questa
rubrica). Non le mancava niente per meritarsi un posto nel Tempio:
una storia non convenzionale e profonda, capace nonostante tutto di
mantenersi su buoni livelli qualitativi, con personaggi
tridimensionali e spunti interessanti. L'unico “problema”, se
così vogliamo chiamarlo, è che non era finito. Adesso, però, è
finalmente arrivato anche in Italia il capitolo conclusivo di questa
serie. Perciò, bando alle ciance: oggi parliamo di “Piece” di
Hinako Ashihara. Buona lettura!
A volte il destino ci fa strani
scherzi, tessendo catene di eventi negativi o positivi in un
ristretto arco di tempo. E' proprio quello che capita a Mizuho
Suga: in primis viene lasciata dal suo ragazzo, che l'accusa di
essere troppo fredda dal punto di vista emotivo. Dopodiché viene a
sapere dalla sua migliore amica, Remi Nishida, della morte
prematura di una loro vecchia compagna di classe, Haruka Origuchi.
A dire il vero nessuna delle due può vantarsi di conoscerla bene:
per tutti i cinque anni di scuole superiori la ragazza era sempre
stata sulle sue, senza mai instaurare rapporti profondi con
chicchessia.
Mizuho partecipa alla veglia
funebre principalmente per senso del dovere. Tutto cambia, però,
quando la madre della defunta la intercetta, chiedendole un favore
piuttosto delicato. Nell'estate della seconda liceo, infatti,
Haruka sembra essere rimasta incinta, ed aver abortito: ma sua madre
non ha mai saputo chi fosse il padre del bambino. Per scoprirlo,
perciò, la donna chiede aiuto a colei di cui Haruka parlava sempre
con grande affetto: Mizuho, appunto. Nonostante i comprensibili
dubbi, quest'ultima decide di assumersi questa responsabilità. Non
sarà un compito facile, però: tra i primi indiziati c'è
l'instabile Hikaru Narumi, con cui Suga ha avuto in passato
una relazione piuttosto ambigua. Le vicende di Origuchi si
mischieranno con quelle personali di Mizuho: riuscirà la nostra a
sopportarne il peso emotivo?
La premessa da cui parte la
vicenda narrata potrebbe quasi trarre in inganno su cosa si fondi
veramente questa serie. Sarebbe lecito aspettarsi una storia dal
ritmo incalzante, quasi thriller, in cui la vita della povera Haruka
viene scandagliata minuto per minuto, magari scoprendo lati oscuri ed
impensabili; ma sarebbe ugualmente possibile una storia in cui questo
preambolo viene abbandonato per lasciare spazio ai turbamenti amorosi
di Suga per il problematico Narumi.
In linea di massima, però,
possiamo dire che “Piece” si trova esattamente nel mezzo: ora
dando più spazio ad una sottotrama, ora ad un'altra, ma senza mai
lasciare pezzi per strada (ehm...). Nonostante la narrazione si
svolga in un periodo di tempo piuttosto breve il ritmo è pacato,
scandito dalle riflessioni della protagonista: non mancheranno però
momenti di tensione e rivelazioni che smentiranno tutte le nostre
certezze.
Dal punto di vista tramistico,
tuttavia, non sono sempre rose e fiori. Nella seconda metà
dell'opera, infatti, c'è – almeno a parere di chi scrive – un
lieve calo narrativo, come elementi introdotti troppo tardivamente
per essere di reale importanza, che provano che la Ashihara non
avesse, in realtà, pianificato nei dettagli la verità su Origuchi.
Nonostante questo doveroso appunto, però, l'opera non “salta mai
lo squalo” e riesce sempre a tenere livelli qualitativi più che
dignitosi.
In ogni caso, il vero asso nella
manica di “Piece” rimangono i personaggi, piuttosto
sfaccettati e ben caratterizzati. Un
esempio lampante è sicuramente Mizuho,
che non si limita a fare da tramite tra il pubblico ed Haruka, ma si
dimostra capace di reggere la storia sulle sue spalle. Nel corso dei
volumi, infatti, muta profondamente il suo atteggiamento
nei confronti della vita.
All'inizio la vediamo gelida ed impenetrabile: nonostante sembri
piuttosto integrata – va all'università, ha delle amiche – in
realtà c'è una barriera tra lei e il mondo esterno. Barriera che
vedremo cadere gradualmente, grazie a Narumi e soprattutto ad Haruka.
Anche qui le apparenze ingannano: quest'ultima ci viene dipinta nei
primi capitoli come riservata, quasi asociale, mentre invece nel
corso della narrazione scopriamo una persona totalmente differente,
che ha a cuore gli altri ed è capace, seppure in maniera molto
discreta, di cambiare le loro vite: potremmo quasi dire che funge da
simbolo, per loro, e da ispirazione. E' interessante vedere il
confronto tra queste ragazze così distanti, e come in realtà queste
distanze si modifichino e si ridimensionino con il passare del tempo.
Un
altro personaggio degno di nota è Narumi,
il protagonista maschile. Il playboy insensibile e sbruffone nasconde
infatti dei traumi profondi che lo hanno portato ad essere incapace
di instaurare una vera relazione, neanche se alimentata da sentimenti
profondi come quelli che Mizuho prova per lui. Il suo comportamento
ambivalente, seppure spinto da motivazioni forse un po' eccessive,
risulta plausibile e ben caratterizzato.
La lista
potrebbe andare avanti a lungo, comunque, perché anche il resto del
cast, compresi personaggi i personaggi secondari, riescono a
distinguersi in positivo e a rimanere impressi oltre la lettura – e
il loro reale peso nella storia.
Il tratto di Hinako Ashihara è
piuttosto semplice, fedele agli stilemi del genere shojo: tavole
molto ricche, dalla disposizione delle vignette irregolare, character
design piuttosto semplice che pone – anche qui come da “tradizione”
shojo – in risalto gli occhi, ampio uso di retini. Nonostante lo
stile di disegno non sia esattamente inconfondibile tra la folla,
anzi, migliora nel corso dell'opera e diviene sempre più personale,
pronto ad esaltare gli avvenimenti e, sopratutto, i sentimenti
provati dai personaggi. In tal senso perciò possiamo dire che sia
adatto alla storia narrata, intima ed introspettiva.
...E per oggi
è tutto, cari amici. Arrivederci alla prossima volta, con “Il
Tempio degli Otaku”!
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