La spada di Allah, Francesca Rossi
La mela avvelenata
31 pagine, 0,99 euro
Disponibile solo in eBook
|
Quando ho deciso di leggere “La spada
di Allah”, racconto ucronico di Francesca Asia Rossi, l'ho fatto spinta dall'interesse per il genere:
come ho già avuto modo di scrivere in occasione del mio articolo su
“Lui è tornato”, Er
Ist Wieder Da, romanzo di Vermes incentrato sul risveglio di
Adolf Hitler ai giorni nostri), amo la ficton “storica”, per così
dire, un modo di ravvivare l'interesse, anche se indiretto, verso la
storia, utilizzandola, plasmandola, impedendole così di cadere
nell'oblio: impossibile da cambiare, ben venga chi, pur di non
dimenticarla, decide di scuotere le coscienze presentando una propria
versione.
spinta dall'interesse per il genere: come ho già avuto modo di
scrivere in occasione del mio articolo su “Lui è tornato” (Er Ist Wieder Da, romanzo di
Vermes incentrato sul risveglio di Adolf Hitler ai giorni nostri),
amo la ficton “storica”, per così dire, un modo di ravvivare
l'interesse, anche se indiretto, verso la storia, utilizzandola,
plasmandola, impedendole così di cadere nell'oblio: impossibile da
cambiare, ben venga chi, pur di non dimenticarla, decide di scuotere
le coscienze presentando una propria versione.
La domanda da cui si dipana la trama
del racconto è intrigante: “Che cosa sarebbe accaduto se l'Impero
Ottomano avesse conquistato Vienna, in quel fatidico 11 settembre
1683, quale sarebbe stato il destino del mondo?”
Chissà se il mondo sarebbe stato
migliore, o peggiore, o chissà... è proprio questo uno degli
aspetti validi del racconto: l'autrice non descrive approfonditamente
come si trasforma l'Europa sotto lo scudo dell'Islam e non dà
valutazioni, ma racconta le vicende di singoli personaggi inseriti
(da attori principali o semplicemente figure comprimarie) in questa
conquista, che fa quasi da sfondo.
Tra i protagonisti de “La spada di
Allah” spicca soprattutto il malvagio Ibrahim, consigliere del
sultano e figura oscura legata al mondo degli jinn; affiancato
da Sharif, spregiudicato e crudele principe dell'Impero
Ottomano che succede al padre Mehmed IV, e dal giovane Abdallah,
originariamente promesso sposo di Nour, sorella di Sharif che però
la cede a Ibrahim. L'autrice è abile nel tratteggiare le
caratteristiche di questi personaggi chiave: con poche, sapienti
frasi, il risultato è un bozzetto comunque molto vivido ed efficace.
Prendiamo il caso di Ibrahim: pochi
attimi prima di uccidere il suo sovrano Mehmed IV pronuncia una breve
battuta, una frase che rende bene la natura ambiziosa e manipolatrice
dello scaltro consigliere: “... la mia essenza è immutabile
dall'inizio del mondo! Nera come la notte, tremenda come la morte,
inarrestabile come il tempo” (pag. 9).
Apprezzatissima è anche l'introduzione
dell'elemento sovrannaturale, che permea l'intero racconto e gioca un
ruolo fondamentale nella conquista di Vienna a opera degli Ottomani:
Ibrahim, anima malvagia, stregone dagli oscuri legami con l'aldilà,
permette il trionfo dell'esercito ottomano con quello che gli
alchimisti europei chiamavano homunculus, reso vivo e implacabile
grazie al potere di un jinn.
Altro elemento ultraterreno, capace di
cambiare l'intera sorte della vicenda, è proprio la spada di Allah,
arma suprema che potrà essere impugnata per sconfiggere il male solo
da chi ha un cuore puro, ma soprattutto è capace di confrontarsi con
la propria coscienza, prendere atto dei propri errori e guardare al
futuro.
Francesca Asia Rossi è piuttosto
competente nell'uso della lingua, efficace nelle sue descrizioni,
peccato che a pagina 21 incappi in un errore grammaticale ahimè
piuttosto grossolano: l'uso del pronome personale “gli” al posto
di “le” riferendosi alla principessa Noor. Un peccato davvero,
perché sporca una prosa altrimenti molto buona.
“La spada di Allah” si merita
comunque una sufficienza piena: per l'idea originale e accattivante,
il tono spesso magico e il vivido tratteggio dei personaggi.
Voto:
Buongiorno :-)
RispondiEliminaLa frase è forse questa? (Pag 21): "La principessa si voltò di scatto verso la finestra che dava sul giardino reale, mostrandogli le spalle in segno di rifiuto".
In tal caso non è un refuso, la principessa volta le spalle al consigliere.
Grazie mille per la vostra recensione. La inserirò nellamia pagina e sul sito il prima possibile.
Grazie ancora :-)
Francesca Rossi
Buongiorno Francesca,
Eliminami scuso, il numero di pagina che ho indicato è errato: il refuso si trova a pag. 26. Comunque, ribadisco la mia opinione positiva sul suo racconto.
Una buona giornata!
Gloria
Ciao!
EliminaGrazie mille per avermi segnalato il refuso e, come disse Kark Kraus: "Per essere perfetta le mancava solo un difetto" ;-)