Howard Phillips Lovecraft, uno dei maestri indiscussi della letteratura dell’orrore - considerato anche uno dei precursori del genere fantastico - ebbe una vita tanto problematica quanto breve.
Nato a Providence, nello stato del Rhode Island, nel 1890, morì 47 anni più tardi nella stessa cittadina. I critici e i lettori del suo tempo non gli concessero mai grande risalto: la sua fama ebbe un’impennata solo dopo la morte, tanto da arrivare a influenzare fortemente la narrativa e il cinema nella seconda metà del 1900.
Nei suoi scritti, a partire dal Ciclo di Cthulhu, passando dai racconti onirici per arrivare alla creazione del famoso Necronomicon (il libro dei morti), Lovecraft esplorò tutti i risvolti delle paure e degli incubi dell’uomo, evidenziando una conoscenza profonda degli orrori che una mente può partorire.
Sicuramente lo scrittore venne influenzato fortemente dalle esperienze che lo videro protagonista. Quando Lovecraft aveva solo tre anni, il padre cominciò a manifestare i sintomi di una psicosi acuta e venne internato per cinque anni in ospedale, per poi morirvi. Il ragazzo, dall’età di otto anni, fu quindi cresciuto dalla madre, dal nonno e dalle zie.
Già all’età di dieci anni Lovecraft iniziò a soffrire dei primi esaurimenti nervosi, probabilmente peggiorati dall’atteggiamento iperprotettivo della madre, che per lunghi periodi gli vietava di uscire di casa costringendolo a un’infanzia di solitudine.
Nel 1905, a quindici anni, cadde da un’impalcatura: da quel momento in poi soffrì per tutta la vita di continue emicranie. Qualche anno più tardi, a seguito di alcuni investimenti sbagliati fatti da uno zio, tutta la famiglia cadde in uno stato di assoluta povertà, da cui non riuscì più a uscire. Nel frattempo, Lovecraft aveva iniziato a scrivere i primi racconti, spedendoli a varie riviste locali e iniziando la sua corrispondenza con parecchi scrittori, con cui instaurò le prime amicizie. Nel 1919 anche la madre, dopo un periodo di isteria e depressione, venne ricoverata nello stesso ospedale dove qualche tempo prima era stato portato il padre, e vi morì nel 1921.
Come liberato da un peso, dal 1922 lo scrittore cambiò radicalmente le abitudini quotidiane, iniziando a leggere i suoi racconti in pubblico, partecipando a conferenze e facendo numerosi viaggi nel New England. La fortuna, per qualche anno, sembrò sorridergli, sia dal punto di vista letterario, sia da quello delle relazioni sociali.
Nel 1924 si sposò infatti con Sonia Greene, una vedova di sette anni più vecchia, e la coppia si spostò nel distretto di Brooklyn a New York. La qualità delle opere scritte in questo periodo spinse gli editori di Weird Tales a offrirgli il posto da direttore, ma Lovecraft rifiutò perché non voleva trasferirsi a Chicago.
La scelta si rivelò errata: solo due anni più tardi Lovecraft fu costretto a tornare a Providence a causa delle ristrettezze economiche e dell’incapacità di trovare un’occupazione stabile. Sì separò consensualmente dalla moglie già nel 1929. Il periodo successivo al ritorno a Providence (gli ultimi undici anni della sua vita) fu comunque il più prolifico dal punto di vista letterario: durante questi anni scrisse la maggior parte dei suoi racconti oggi più conosciuti e le opere più impegnative.
Il leitmotiv che ricorre in molti scritti è quello della ricerca di una conoscenza proibita; i protagonisti dei racconti sembrano cercare qualcosa che sta oltre alla normale comprensione umana. Tuttavia, quando lo scopo viene raggiunto, la scoperta è talmente sconvolgente da condurli alla pazzia. Proprio la follia umana, nelle sue diverse sfaccettature, sembra essere uno dei temi più cari a Lovecraft, probabilmente a causa delle sue tragiche esperienze. I personaggi da lui creati affrontano un destino crudele e triste, un fato maligno che pare controllato da qualche misteriosa forza esterna: in questo si riflette il pessimismo angoscioso dell’autore, che aumentò vertiginosamente negli ultimi anni di vita, quando alcuni suoi racconti furono respinti per la pubblicazione. In questa concezione cosmica gli uomini sono solo semplici pedine nell’immenso scacchiere dell’universo, incapaci di difendersi e anche di comprendere le potenze terribili che li manovrano a proprio piacere.
Proprio per questo, trovare un lieto fine nei racconti del maestro dell’incubo - come verrà definito in seguito dagli ammiratori - è impresa rara. Lo scrittore ammetterà, in alcune lettere pubblicate postume, di aver riportato abbastanza fedelmente nelle sue opere alcuni incubi ricorrenti che lo hanno afflitto per molti anni fin dalla sua infanzia.
Nonostante gli sforzi creativi dei primi anni ‘30, la situazione economica di Lovecraft continuò a peggiorare finché fu costretto, nel 1933, a trasferirsi in un alloggio più economico e più piccolo con l'unica zia superstite. Nel 1935 Weird Tales respinse alcuni suoi lavori, spingendolo verso la depressione e l’abbandono della scrittura, per dedicarsi esclusivamente a revisioni, correzioni di opere di aspiranti scrittori o collaborazioni.
Il 10 marzo 1937 venne ricoverato al Jane Brown Memorial Hospital di Providence, dove gli fu diagnosticato un tumore all'intestino in fase molto avanzata. Cinque giorni dopo, il 15 marzo, alle 6:00 del mattino, lo scrittore di Providence si spense.
Tra coloro che divennero membri del cosiddetto “circolo Lovecraft”, cioè delle persone che intrattennero con lui una lunga corrispondenza, vi fu lo scrittore Robert Ervin Howard, il cui fitto scambio epistolare, che testimonia profonda stima reciproca, ha messo in luce due concezioni divergenti del mondo immaginario/fantastico, nonostante l'approccio alla scrittura tutto sommato simile; conosciuto ai più per via del Ciclo di Conan (da cui il film “Conan il barbaro”), Howard scrisse anche molti racconti per Weird Tales, fra cui quattro testi che furono poi considerati parte del Ciclo di Cthulhu, La Pietra Nera, La cosa sopra il tetto, Non scavatemi la fossa e Il fuoco di Assurbanipal, ispirandosi allo stile di Lovecraft. Uno strano paragone può essere tracciato fra le esperienze di Lovecraft e di Howard: entrambi impegnati nella letteratura dell’orrore - seppur con notevoli differenze -, entrambi caratterizzati da una vita breve e traumatica. Anche Howard, infatti, morì presto (a soli 30 anni) e le circostanze del suo decesso furono forse ancora più particolari.
La madre dello scrittore cadde vittima di una malattia incurabile e fu ricoverata per diversi mesi in ospedale. Howard mal sopportò questo periodo, anche a causa di una relazione sentimentale con una donna che abitava in un’altra città, relazione però avversata dalla famiglia. Traumatizzato dall’entrata in coma della madre, l’11 giugno 1936 Howard prese la macchina e si diresse in un’area desertica. Qui, lontano da tutti, si uccise con un colpo di pistola alla tempia.
È impossibile negare l’influsso delle tragiche esperienze di vita di questi scrittori nella nascita della letteratura dell’incubo. Se anche il percorso inverso sia possibile, cioè se lo scrivere racconti dell’orrore possa concorrere nell’acuire uno stato di depressione, causando una sorta di circolo vizioso, è opinabile.
L’unica cosa ragionevole è prendere atto che un corpus letterario come quello di Lovecraft, da molti definito un capolavoro, abbia potuto vedere la luce grazie ad un insieme di esperienze, molte delle quali a dir poco tragiche, vissute dall’autore.
H.P.Lovecraft, in Lettere dall’altrove:
In un universo senza scopo, tutto è uguale e nulla vale la pena di un serio pensiero. Non ci resta che cogliere ciò che preferiamo e sorridere, rendendoci conto che dove non esistono autentiche direzioni l'una vale l'altra. Ed è meglio non cadere nell'assurdo eccitandosi o dandosi alla violenza, alle aberrazioni e ai comportamenti antisociali a causa di qualche illusoria sciocchezza. Nulla è importante, ma forse è più confortevole mantenere la calma.
Ciao Malitia - è da tanto che non riesco a passare a trovarti !
RispondiEliminaPurtroppo il problema tempo è sempre quello fondamentale - e non riesco più a tanto a girare e commentare di vari blog !
Volevo salutarti e ricordati del Rifugio degli Elfi.
Cerca di riuscire a passare nei prossimi gg perchè al Rifugio sarà ospitata la seconda tappa di un blgo tour interessante che comprende un doppio giveaway !
Volevo solo invitarti e ricordarti che il Rifugio tra poco ospiterà una tappa del blog tour di Emma e Gabriel - con doppio giveaway
Ci sono diversi libri interessanti in palio
Il Blog tour inizierà il 13 Maggio la tappa del Rifugio è la seconda del 14 Maggio ed il tour continuerà fino al 27 Maggio data in cui saranno comunicati i nomi dei due vincitori
Sul Rifugio ho creato un post di ricapitolazione ed istruzioni sul funzionamenteo del giveaway
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Passa e partecipa il 14 Maggio od anche il gg dopo basta che tu lo faccia entro il 25 maggio
Ti aspetto da me - un saluto grande ed a presto
P.S. H.P.Lovecraft ha scritto davvero dei libri "fantastici" nel senso di fantasia grandissima - ed è considerato uno dei maestri del genere fantastico e fantasy oltre che dell'orrore.
RispondiEliminaDavvero probabilmente uno dei primissimi scrittori fantasy !