martedì 5 maggio 2015

Recensione: Doppio delitto al Grand Hotel Miramare di Emilio Martini


Doppio delitto al Grand Hotel Miramare, Emilio Martini
Fanucci TimeCrime
256 pagine, 9.90 euro
Protagonista di alcune delle nostre recensioni, Emilio Martini, oggetto di un mistero sulla sua vera identità, ha svelato l'arcano: si tratta delle sorelle Elena e Michela Martignoni, già note al pubblico come autrici di romanzi storici, tra cui quelli dedicati ai segreti e agli amori della famiglia Borgia. Per l'occasione, le indagini del Commissario Berté hanno cambiato casa editrice: da Corbaccio a Fanucci TimeCrime, con una copertina che ricorda in parte quelle blu Sellerio di Camilleri e del suo Montalbano.

Dopo una breve sosta a Milano nel volume precedente, il Commissario Berté ritorna in Liguria con un nuovo omicidio, avvenuto questa volta in un noto e lussuoso albergo di Lungariva, la piccola cittadina sul mare che lo ha ospitato nei primi due romanzi.  Il lunedì di Pasqua vengono ritrovati in una camera dell'Hotel Miramare di Lungariva i corpi senza vita del commercialista Roberto Sommariva e della segretaria Ornella Ferrari, ospiti fissi dell'albergo e séguito della contessa Licia Van Der Meer. Nessuno sapeva della loro relazione. Berté è ovviamente chiamato a risolvere questa vicenda insolita. Le indagini si intrecciano con la sua vita personale, sempre più sentimentalmente travagliata, e con i suoi racconti: il commissario ha infatti una coda di cavallo e un temperamento da vera rockstar, ma anche un animo profondo e una passione segreta per la scrittura.

Doppio delitto al Grand Hotel Miramare segue lo schema già collaudato dei gialli precedenti: l'autore snoda la trama a partire dai personaggi, come sempre ben riusciti, ci confonde con le indagini, questa volta particolarmente complesse, e poi ci stupisce nelle ultime pagine con soluzioni impensabili ma intriganti. Il finale si dipana a rotta di collo, veniamo travolti dalla verità proprio come da un fiume in piena. Da un punto di vista puramente "giallistico", Doppio delitto al Grand Hotel Miramare è forse l'intreccio migliore e più ambizioso finora presentato da Martini: per questo personalmente avrei lasciato più spazio alla vicenda su cui si basano in sostanza buona parte delle indagini, e che viene invece relegata alla seconda parte del libro, già di per sé piuttosto breve. La scelta dell'autore di addentrarsi nei vissuti senza però spaziare troppo resta comunque valida e in linea con l'idea di giallo portata avanti negli altri volumi. Sicuramente, come per un buon vino o un piatto speciale, sarebbe stato interessante e piacevole poterne gustare ancora.

Il quarto "episodio" del Commissario Berté si muove verso una linea forse più "commerciale", dando in parte maggior spazio alle questioni sentimentali del protagonista: la storia con la Marzia, che mostra un Berté più fragile e strizza l'occhio alla seduzione e al pubblico femminile, si complica notevolmente, soprattutto in vista di quello che è successo nel terzo volume. Martini decide inoltre di chiudere il libro con un finale abbastanza inaspettato che ci lascia nel dubbio per quanto riguarda il futuro del loro rapporto: in questo modo, inoltre, lascia aperta la strada a un eventuale prossimo episodio, invogliando all'acquisto il lettore appassionato. Per quanto riguarda, infine, i capitoli dedicati ai racconti scritti da Berté, abbiamo questa volta una sorta di collage narrativo di quattro personaggi diversi ma uniti dallo stesso "movente". Questi "frammenti" trovano significato solo nella lettura d'insieme e riescono a essere comunque incisivi e immediati anche nello stile.

I personaggi sono come sempre realistici, vari e complessi. Questa volta però Martini si supera. Al di là del sottile e continuo sviluppo del protagonista, sempre più sfaccettato, profondo e interessante, la vera rivelazione del volume è sicuramente la contessa Licia Van Der Meer: magnetica, elegante, intelligente e al contempo vissuta, appare come una donna che ha sofferto e che nasconde tutto dietro uno sguardo enigmatico. La camminata, i dialoghi con il commissario, tutto questo viene descritto dall'autore talmente bene da materializzare davanti agli occhi del lettore un'immagine precisa e duratura. La vicenda che la riguarda è evocativa e unica, collegata ad un'epoca passata ma comunque ancora attuale: viaggi per mare, l'idea di partire dopo una guerra che aveva distrutto l'economia italiana, le speranze di milioni di persone trasposte oltreoceano e i problemi che li aspettavano in una terra non loro. Martini riesce addirittura a trattare seppur brevemente il drammatico destino dei Desaparecidos in Argentina, l'emigrazione e la durezza dei vari governi militari che sottoponevano la popolazione a continui soprusi. Gli altri personaggi sono costruiti in modo convincente ma restano solo delle semplici comparse.

I dialoghi sono immediati, diretti e soprattutto credibili, caratterizzati da uno stile scorrevole, semplice e chiaro. I pensieri di Berté sono più complessi ma sempre enunciati nello stesso modo cristallino e di facile comprensione.
Il ritmo è inizialmente molto blando, si velocizza nella seconda metà e diventa poi martellante durante le indagini; sul finale, ricco di colpi di scena, il lettore tiene il fiato sospeso fino all'ultimo: il colpevole, infatti, viene svelato proprio sul filo di lana.

In definitiva, Doppio delitto al Grand Hotel Miramare è un altro ottimo romanzo con protagonista il Commissario Berté, che finalmente ritorna a Lungariva, location sicuramente più congeniale alle sue avventure. Milano è senza dubbio una città che ha solleticato la fantasia di molti scrittori, da Scerbanenco ad Hans Tuzzi, ma la piccola ed eterogenea natura della cittadina del Tigullio, frequentata da turisti di ogni tipo, permette un'ampia scelta di tematiche e argomenti, in una sorta di "melting pot alla ligure". Doppio delitto al Grand Hotel Miramare è forse il volume che dà una svolta alla serie del Commissario Berté e la conferma come una della nuove strade del giallo italiano: rispetto ai primi tre episodi editi per Corbaccio, da un lato Martini sembra aver optato per una trama e uno stile più godibile anche da un pubblico generalista, ma dall'altro si è veramente superato nella caratterizzazione dei personaggi principali e nel creare una storia emozionante, unica e fortemente italiana.



Voto: 




Le recensioni precedenti sulla stessa serie:



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