sabato 23 maggio 2015

Brevissima cronaca di un'esperienza al Salone del Libro


A cura di Angela Bernardoni.

Il Salone del Libro di Torino è la Mecca dei lettori, un’occasione lunga cinque giorni di accaparrarsi autografi, anteprime, shopping bag e selfie con gli autori.

Quest’anno un salone più social che mai ha dato la possibilità alla sottoscritta di rovistare tra le pile di copie di Little Brother, romanzo di ispirazione orwelliana scritto da Cory Doctorow ed edito da Multiplayer Edizioni, alla ricerca delle copie impreziosite da un disegno di Giacomo Bevilacqua. L’autore (conosciuto dal grande pubblico per i fumetti di A Panda Piace) ha appena fatto uscire Roma Città Morta, diario scritto a quattro mani con Luca Marengo di un’apocalisse zombie nella città caput mundi e si è divertito, alla fine di una ciarliera sessione di dediche in cui ho perso la mia penna verde (dite a Luca Marengo di contattarmi, nel caso volesse restituirla alla proprietaria), a nascondere le copie personalizzate tra le altre in vendita, pubblicando su facebook la foto di uno dei disegni nascosti tra le pagine. Sempre allo stand Multiplayer, tra Chewbacca in scala 1:1 e gadget da fiera del fumetto, Roberto Recchioni, sceneggiatore e curatore della testata Dylan Dog ha autografato i poster del fantasy The Queen of the Tearling di Erika Johansen, illustrato da lui e in uscita in Italia il 9 luglio.


Grande movimento anche allo stand Bao in cui Venerdì ZeroCalcare ha disegnato ininterrottamente per delle ore pur di far andare a casa ogni fan con una dedica, dopo l’evento all’arena bookstock che l’ha visto impegnato a dialogare con un altro giovane autore, Giorgio Fontana, sull’importanza della graphic novel come mezzo di narrazione (anche se la domanda più importante che gli è stata rivolta, quella che ha chiuso l’incontro, è stata se alla fine True Detective gli fosse piaciuto. La risposta è stata no, fatevene una ragione).




Tra i grandi ospiti, imperdibile la presentazione dell’ultimo lavoro di Stefano Benni, Cari Mostri, raccolta di racconti da paura dell’editore storico dell’autore, Feltrinelli. Gli spettatori hanno potuto fare la conoscenza del Wenge, un protocane anfibio esotico, e godersi tre racconti dalla voce di Benni, che riesce sempre a incantare. Nonostante lui stesso abbia ammesso di essere a lavoro su un romanzo che cerca di finire da dieci anni e che se non dovesse riuscirci non pubblicherebbe altro, noi abbiamo fiducia in lui e gli mandiamo tutto il nostro supporto morale per questa nuova impresa.

Nessun amante dei libri riuscirebbe mai a parlare male del salone, nonostante i prezzi delle provvigioni all’interno del Lingotto, nonostante gli eventi costantemente in ritardo, le sale troppo piccole per ospitare tutti, i piedi distrutti dalle giornate a vagare come anima in pena da uno stand all’altro, da un palco a una sala, il Salone del Libro di Torino resta una delle manifestazioni culturali più importanti in Italia, un vero trampolino di lancio per case editrici e autori, ma anche un paese dell’abbondanza per i lettori tenaci, quelli che ancora trovi a vagare alle sette di sera dell’ultimo giorno di fiera, in attesa degli sconti forti, per lettori forti.




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